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Autore/i articolo: Diomira Gattafoni
Titolo articolo: « Le criminose follie della banda nera ». La morte infelice e la damnatio memoriae culturale di Giovanni Amendola
Questo contributo si soffermerà sugli ultimi anni dell’attività giornalistica e politica di Giovanni Amendola, attività fin troppo coerenti con la professata centralità teoretica della volontà come bene. Esso prenderà forma attraverso quel che Amendola ha scritto, ha promosso ed ha fatto negli ultimi anni e mesi di vita, contrassegnati dalla tenacia e dalla fiera opposizione al fascismo; ma anche dal fondamentale apporto degli studi che in quasi cento anni si sono segnalati per vizi metodologici e, in qualche caso, per la virtù del fine, diverso dalla propaganda. Essendo il lascito di Amendola sia nelle azioni che negli scritti, un ruolo privilegiato avrà il suo carteggio, negli ultimi decenni sempre meglio documentato.
Lingua: Italiano
Pag. 119-133
Etichette: Antifascismo, Carteggio, Delitto, Giornalismo, Morte, Politica, XX secolo, Giovanni Amendola, Carteggio 1925-1926, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: « Le criminose follie della banda nera ». La morte infelice e la damnatio memoriae culturale di Giovanni Amendola
Questo contributo si soffermerà sugli ultimi anni dell’attività giornalistica e politica di Giovanni Amendola, attività fin troppo coerenti con la professata centralità teoretica della volontà come bene. Esso prenderà forma attraverso quel che Amendola ha scritto, ha promosso ed ha fatto negli ultimi anni e mesi di vita, contrassegnati dalla tenacia e dalla fiera opposizione al fascismo; ma anche dal fondamentale apporto degli studi che in quasi cento anni si sono segnalati per vizi metodologici e, in qualche caso, per la virtù del fine, diverso dalla propaganda. Essendo il lascito di Amendola sia nelle azioni che negli scritti, un ruolo privilegiato avrà il suo carteggio, negli ultimi decenni sempre meglio documentato.
Lingua: Italiano
Pag. 119-133
Etichette: Antifascismo, Carteggio, Delitto, Giornalismo, Morte, Politica, XX secolo, Giovanni Amendola, Carteggio 1925-1926, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Marina Paino
Titolo articolo: Vittorini, Matteotti e quel garofano rosso
L’affaire Matteotti trama significativamente le dinamiche narrative del Garofano rosso vittoriniano, ambientato nella provincia siciliana di quel cruciale 1924, segnando la formazione del protagonista Alessio e il suo giovanile immaginario in modo più profondo di quanto non appaia ad una lettura di superficie. I riferimenti all’assassinio del parlamentare socialista presenti nel romanzo dialogano naturalmente, nelle logiche del racconto, con i confusi e contraddittori ideali della gioventù fascista lì rappresentata, ma interagiscono su altri livelli con la complessa simbologia legata al fiore che dà il titolo al libro, nonché con il percorso di crescita del personaggio principale in cui le tensioni rivoluzionarie si sovrappongono a quelle edipiche nella inconscia percezione che per diventare grandi « fosse necessario avere steso a terra nel sangue qualcuno ». Questa presenza del delitto Matteotti nel Garofano rosso verrà anche posta in controcanto con successivi pronunciamenti vittoriniani sul rapimento e la morte dell’esponente antifascista.
Lingua: Italiano
Pag. 105-117
Etichette: Delitto, Fascismo, Letteratura, Narrativa, Politica, Scrittura, XX secolo, Elio Vittorini, Il garofano rosso, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: Vittorini, Matteotti e quel garofano rosso
L’affaire Matteotti trama significativamente le dinamiche narrative del Garofano rosso vittoriniano, ambientato nella provincia siciliana di quel cruciale 1924, segnando la formazione del protagonista Alessio e il suo giovanile immaginario in modo più profondo di quanto non appaia ad una lettura di superficie. I riferimenti all’assassinio del parlamentare socialista presenti nel romanzo dialogano naturalmente, nelle logiche del racconto, con i confusi e contraddittori ideali della gioventù fascista lì rappresentata, ma interagiscono su altri livelli con la complessa simbologia legata al fiore che dà il titolo al libro, nonché con il percorso di crescita del personaggio principale in cui le tensioni rivoluzionarie si sovrappongono a quelle edipiche nella inconscia percezione che per diventare grandi « fosse necessario avere steso a terra nel sangue qualcuno ». Questa presenza del delitto Matteotti nel Garofano rosso verrà anche posta in controcanto con successivi pronunciamenti vittoriniani sul rapimento e la morte dell’esponente antifascista.
Lingua: Italiano
Pag. 105-117
Etichette: Delitto, Fascismo, Letteratura, Narrativa, Politica, Scrittura, XX secolo, Elio Vittorini, Il garofano rosso, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Silvia Tedeschi
Titolo articolo: Il “filofascista cordiale” Ugo Ojetti e i crimini del fascismo. Condanna o assoluzione?
L’adesione di Ugo Ojetti al fascismo è l’esito di un processo non del tutto prevedibile e lineare. Dal primo dopoguerra alla prima metà degli Anni Venti ovvero fino al delitto Matteotti e all’episodio della bastonatura di Giovanni Amendola, Ojetti non esita a esprimersi in maniera critica nei confronti della violenza squadrista prima e fascista dopo. La denuncia del clima sovversivo che anima l’Italia di quegli anni emerge sia nel romanzo Mio figlio ferroviere (1922) che nei Taccuini 1914-1943. Tuttavia, se in un primo momento, Ojetti sembra condannare le violenze subite da altri intellettuali italiani a lui vicini, in seguito, nella seconda metà degli anni Trenta, si dimostra disponibile a giustificarle. L’unico punto di faglia tra l’intellettuale e il fascismo sembra riassestarsi nella completa adesione al regime.
Lingua: Italiano
Pag. 93-104
Etichette: Critica storica, Delitto, Fascismo, Finzione, Intellettuale, Violenza, XX secolo, Ugo Ojetti, Mio figlio ferroviere, Taccuini 1914-1943, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: Il “filofascista cordiale” Ugo Ojetti e i crimini del fascismo. Condanna o assoluzione?
L’adesione di Ugo Ojetti al fascismo è l’esito di un processo non del tutto prevedibile e lineare. Dal primo dopoguerra alla prima metà degli Anni Venti ovvero fino al delitto Matteotti e all’episodio della bastonatura di Giovanni Amendola, Ojetti non esita a esprimersi in maniera critica nei confronti della violenza squadrista prima e fascista dopo. La denuncia del clima sovversivo che anima l’Italia di quegli anni emerge sia nel romanzo Mio figlio ferroviere (1922) che nei Taccuini 1914-1943. Tuttavia, se in un primo momento, Ojetti sembra condannare le violenze subite da altri intellettuali italiani a lui vicini, in seguito, nella seconda metà degli anni Trenta, si dimostra disponibile a giustificarle. L’unico punto di faglia tra l’intellettuale e il fascismo sembra riassestarsi nella completa adesione al regime.
Lingua: Italiano
Pag. 93-104
Etichette: Critica storica, Delitto, Fascismo, Finzione, Intellettuale, Violenza, XX secolo, Ugo Ojetti, Mio figlio ferroviere, Taccuini 1914-1943, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Pietro Della Sala
Titolo articolo: Il crepuscolo dei Dioscuri. Gabriele d’Annunzio e Giulio Aristide Sartorio al tempo del delitto Matteotti
Gabriele d’Annunzio e Giulio Aristide Sartorio hanno condiviso nel corso dei decenni una consimile concezione artistica « di destra » (F. Jesi), coltivando al contempo un impegno pubblico – sui giornali e nelle istituzioni – che testimonia un comune slancio patriottico, evidenziato poi dalla partecipazione alla Prima Guerra Mondiale. Di ritorno dal fronte entrambi scelgono un buen retiro – gli Horti Galateae di Sartorio e il Vittoriale di d’Annunzio – dedicandosi soprattutto a un’attività artistica disimpegnata. Nel corso del 1924, tuttavia, Sartorio è coinvolto in incarichi istituzionali che in seguito aumenteranno, mentre d’Annunzio, benché disilluso, manterrà buoni contatti col regime (non esenti da alcuni vantaggi relativi al Vittoriale e all’opera omnia). Dopo il delitto Matteotti non solo non opteranno per pubbliche reprimende o isolamenti privati, ma torneranno gradualmente sulla scena, confermando una comune visione ideologico-istituzionale, che il regime saprà sfruttare.
Lingua: Italiano
Pag. 77-91
Etichette: Amicizia, Delitto, Fascismo, Politica, XX secolo, Gabriele d'Annunzio, Giulio Aristide Sartorio, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: Il crepuscolo dei Dioscuri. Gabriele d’Annunzio e Giulio Aristide Sartorio al tempo del delitto Matteotti
Gabriele d’Annunzio e Giulio Aristide Sartorio hanno condiviso nel corso dei decenni una consimile concezione artistica « di destra » (F. Jesi), coltivando al contempo un impegno pubblico – sui giornali e nelle istituzioni – che testimonia un comune slancio patriottico, evidenziato poi dalla partecipazione alla Prima Guerra Mondiale. Di ritorno dal fronte entrambi scelgono un buen retiro – gli Horti Galateae di Sartorio e il Vittoriale di d’Annunzio – dedicandosi soprattutto a un’attività artistica disimpegnata. Nel corso del 1924, tuttavia, Sartorio è coinvolto in incarichi istituzionali che in seguito aumenteranno, mentre d’Annunzio, benché disilluso, manterrà buoni contatti col regime (non esenti da alcuni vantaggi relativi al Vittoriale e all’opera omnia). Dopo il delitto Matteotti non solo non opteranno per pubbliche reprimende o isolamenti privati, ma torneranno gradualmente sulla scena, confermando una comune visione ideologico-istituzionale, che il regime saprà sfruttare.
Lingua: Italiano
Pag. 77-91
Etichette: Amicizia, Delitto, Fascismo, Politica, XX secolo, Gabriele d'Annunzio, Giulio Aristide Sartorio, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Stefano Magni
Titolo articolo: L’omicidio Matteotti nei quotidiani italiani del giugno-agosto 1924 e nell’analisi storica di Salvemini (1927)
Nel giugno 1924, dopo aver pronunciato un discorso d’accusa contro il governo fascista, il portavoce del Partito Socialista alla Camera dei Deputati, Giacomo Matteotti, fu rapito e giustiziato da un commando di uomini già noti per crimini politici fascisti. La responsabilità del Governo e di Mussolini fu subito aspramente dibattuta. Partendo dalla ricostruzione storica degli eventi di Salvemini del 1927, il nostro contributo presenta le posizioni della stampa dell’epoca su questo delicato tema, analizzando anche il decreto-legge del luglio 1924 che intendeva porre termine alle accuse che i giornali dell’opposizione continuavano a pubblicare contro il Governo.
Lingua: Italiano
Pag. 57-75
Etichette: Antifascismo, Delitto, Fascismo, Politica, Stampa, XX secolo, Gaetano Salvemini, Scritti sul fascismo, Italia, Roma
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: L’omicidio Matteotti nei quotidiani italiani del giugno-agosto 1924 e nell’analisi storica di Salvemini (1927)
Nel giugno 1924, dopo aver pronunciato un discorso d’accusa contro il governo fascista, il portavoce del Partito Socialista alla Camera dei Deputati, Giacomo Matteotti, fu rapito e giustiziato da un commando di uomini già noti per crimini politici fascisti. La responsabilità del Governo e di Mussolini fu subito aspramente dibattuta. Partendo dalla ricostruzione storica degli eventi di Salvemini del 1927, il nostro contributo presenta le posizioni della stampa dell’epoca su questo delicato tema, analizzando anche il decreto-legge del luglio 1924 che intendeva porre termine alle accuse che i giornali dell’opposizione continuavano a pubblicare contro il Governo.
Lingua: Italiano
Pag. 57-75
Etichette: Antifascismo, Delitto, Fascismo, Politica, Stampa, XX secolo, Gaetano Salvemini, Scritti sul fascismo, Italia, Roma
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Ugo Pavan Dalla Torre
Titolo articolo: Un esempio di violenza nel primo dopoguerra. L’omicidio di Giulio Giordani e le sue conseguenze politiche nelle carte dell’Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra (1920-1921)
L’articolo intende analizzare le ripercussioni che la morte di Giulio Giordani – assassinato durante i noti « fatti di Palazzo d’Accursio » – ebbe nella vita dell’Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra (ANMIG), di cui Giordani era socio. Questo omicidio si inserisce nel complesso contesto del primo dopoguerra italiano e nelle dinamiche politiche che lo caratterizzarono, ribadendo la cifra della violenza politica che avrebbe segnato il primo dopoguerra italiano fino alla presa di potere del fascismo e anche oltre. In questo articolo verranno utilizzati i documenti (verbali del Comitato Centrale e numeri del periodico associativo) dell’ANMIG, la cui voce costituisce un tassello ulteriore nella ricostruzione di quel travagliato periodo.
Lingua: Italiano
Pag. 45-56
Etichette: Amicizia, Delitto, Fascismo, Omicidio, Politica, Violenza, XX secolo, Gabriele d'Annunzio, Giulio Aristide Sartorio, Bologna, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: Un esempio di violenza nel primo dopoguerra. L’omicidio di Giulio Giordani e le sue conseguenze politiche nelle carte dell’Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra (1920-1921)
L’articolo intende analizzare le ripercussioni che la morte di Giulio Giordani – assassinato durante i noti « fatti di Palazzo d’Accursio » – ebbe nella vita dell’Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra (ANMIG), di cui Giordani era socio. Questo omicidio si inserisce nel complesso contesto del primo dopoguerra italiano e nelle dinamiche politiche che lo caratterizzarono, ribadendo la cifra della violenza politica che avrebbe segnato il primo dopoguerra italiano fino alla presa di potere del fascismo e anche oltre. In questo articolo verranno utilizzati i documenti (verbali del Comitato Centrale e numeri del periodico associativo) dell’ANMIG, la cui voce costituisce un tassello ulteriore nella ricostruzione di quel travagliato periodo.
Lingua: Italiano
Pag. 45-56
Etichette: Amicizia, Delitto, Fascismo, Omicidio, Politica, Violenza, XX secolo, Gabriele d'Annunzio, Giulio Aristide Sartorio, Bologna, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Fabrice De Poli
Titolo articolo: Studio delle varianti ideologiche nell’inno pascoliano Al Re Umberto
Scopo di questo saggio è analizzare le varie stesure manoscritte dell’inno pascoliano Al Re Umberto, pubblicato il 12 agosto 1900, tredici giorni dopo l’attentato al re. Studiare le varianti che scandiscono il processo creativo permette di capire meglio la direzione ideologica, e nella fattispecie nazionalistica, verso cui tende in maniera sempre più pregnante il componimento in fieri.
Lingua: Italiano
Pag. 29-44
Etichette: Critica del testo, Nazionalismo, Variante, XX secolo, Giovanni Pascoli, Odi e inni, Italia, Toscana
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: Studio delle varianti ideologiche nell’inno pascoliano Al Re Umberto
Scopo di questo saggio è analizzare le varie stesure manoscritte dell’inno pascoliano Al Re Umberto, pubblicato il 12 agosto 1900, tredici giorni dopo l’attentato al re. Studiare le varianti che scandiscono il processo creativo permette di capire meglio la direzione ideologica, e nella fattispecie nazionalistica, verso cui tende in maniera sempre più pregnante il componimento in fieri.
Lingua: Italiano
Pag. 29-44
Etichette: Critica del testo, Nazionalismo, Variante, XX secolo, Giovanni Pascoli, Odi e inni, Italia, Toscana
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Elena Coda
Titolo articolo: Naufraghe della vita. Il caso Murri e Luigi di San Giusto
Il saggio esamina il ruolo della scrittrice e giornalista Luisa Macina Gervasio, che firmava Luigi di San Giusto, nel rendere pubblico il dramma di Linda Murri e Rosina Bonetti, entrambe coinvolte nel famoso omicidio del conte Bonmartini avvenuto a Bologna nel 1902. Il processo, svoltosi a Torino nel 1905, divenne un “affaire célèbre” con grosse risonanze mediatiche in tutta Europa. La scrittrice contribuì alla conoscenza del caso rendendo noto al pubblico il dramma intimo della Murri, curandone le memorie. Ancora più interessante è il reportage scritto su Rosina Bonetti, che mette in luce l’altra faccia di questo scandalo dell’alta borghesia italiana. San Giusto nel suo libro dedicato alla Bonetti, che aveva intervistato in carcere, dà voce a questa donna umile, e ne rivela la tragica incapacità di intendere e volere. Attraverso le riflessioni filosofiche di Cavarero sulla narrazione biografica e di Lévinas sulla responsabilità etica che parte dal volto dell’Altro, San Giusto ci offre il significato unico ed irripetibile di queste due tragiche vite.
Lingua: Italiano
Pag. 13-27
Etichette: Dramma, Giornalismo, Omicidio, XX secolo, Luigi di San Giusto, Memorie di Linda Murri, Una naufraga della vita, Bologna, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: Naufraghe della vita. Il caso Murri e Luigi di San Giusto
Il saggio esamina il ruolo della scrittrice e giornalista Luisa Macina Gervasio, che firmava Luigi di San Giusto, nel rendere pubblico il dramma di Linda Murri e Rosina Bonetti, entrambe coinvolte nel famoso omicidio del conte Bonmartini avvenuto a Bologna nel 1902. Il processo, svoltosi a Torino nel 1905, divenne un “affaire célèbre” con grosse risonanze mediatiche in tutta Europa. La scrittrice contribuì alla conoscenza del caso rendendo noto al pubblico il dramma intimo della Murri, curandone le memorie. Ancora più interessante è il reportage scritto su Rosina Bonetti, che mette in luce l’altra faccia di questo scandalo dell’alta borghesia italiana. San Giusto nel suo libro dedicato alla Bonetti, che aveva intervistato in carcere, dà voce a questa donna umile, e ne rivela la tragica incapacità di intendere e volere. Attraverso le riflessioni filosofiche di Cavarero sulla narrazione biografica e di Lévinas sulla responsabilità etica che parte dal volto dell’Altro, San Giusto ci offre il significato unico ed irripetibile di queste due tragiche vite.
Lingua: Italiano
Pag. 13-27
Etichette: Dramma, Giornalismo, Omicidio, XX secolo, Luigi di San Giusto, Memorie di Linda Murri, Una naufraga della vita, Bologna, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Stefano Magni
Titolo articolo: Introduction
Introduzione al fascicolo.
Lingua: Francese
Pag. 5-9
Etichette: Antifascismo, Cinema, Colonialismo, Cronaca, Delitto, Dittatura, Fascismo, Letteratura, Mafia, Omicidio, Politica, Romanzo, Storia, Tragedia, XX secolo, XXI secolo,
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: Introduction
Introduzione al fascicolo.
Lingua: Francese
Pag. 5-9
Etichette: Antifascismo, Cinema, Colonialismo, Cronaca, Delitto, Dittatura, Fascismo, Letteratura, Mafia, Omicidio, Politica, Romanzo, Storia, Tragedia, XX secolo, XXI secolo,
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Gerardo Iandoli
Titolo articolo: Una macabra invenzione. La rappresentazione dell’uccisione di Berlusconi nel romanzo italiano (2003-2005)
L’articolo analizza i romanzi che hanno rappresentato l’uccisione di Silvio Berlusconi, pubblicati tra il 2003 e il 2005, il periodo di massimo consolidamento del berlusconismo nella storia d’Italia. In ordine cronologico, i testi sono: L’omicidio Berlusconi (2003) di Andrea Salieri, Sono stato io (2004) di Oliviero Beha, 2005 Dopo Cristo (2005) di Babette Factory, Chi ha ucciso Silvio Berlusconi (2005) di Giuseppe Caruso e Kill? Romanzo di fantapolitica (2005) di Roberto Vacca. Nella prima parte dell’articolo, si osserveranno le strutture di focalizzazione, per comprendere da quale punto di vista viene osservata la figura di Berlusconi e a quale tipo di immaginario si fa riferimento. Nella seconda, si analizzeranno le scene degli attentati per mostrare come questi testi interagiscano con l’immaginario emerso nella prima parte e, infine, nella terza, si intende determinare il tipo di pensiero critico che viene sviluppato dai testi, nella prospettiva di riflettere sulla cultura politica italiana degli inizi degli anni Duemila.
Lingua: Italiano
Pag. 283-298
Etichette: Delitto, Politica, Romanzo, XX secolo, XXI secolo, Andrea Salieri, Babette Factory, Giuseppe Caruso, Oliviero Beha, Roberto Vacca, 2005 Dopo Cristo, Chi ha ucciso Silvio Berlusconi, Kill? Romanzo di fantapolitica, L’omicidio Berlusconi, Sono stato io, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: Una macabra invenzione. La rappresentazione dell’uccisione di Berlusconi nel romanzo italiano (2003-2005)
L’articolo analizza i romanzi che hanno rappresentato l’uccisione di Silvio Berlusconi, pubblicati tra il 2003 e il 2005, il periodo di massimo consolidamento del berlusconismo nella storia d’Italia. In ordine cronologico, i testi sono: L’omicidio Berlusconi (2003) di Andrea Salieri, Sono stato io (2004) di Oliviero Beha, 2005 Dopo Cristo (2005) di Babette Factory, Chi ha ucciso Silvio Berlusconi (2005) di Giuseppe Caruso e Kill? Romanzo di fantapolitica (2005) di Roberto Vacca. Nella prima parte dell’articolo, si osserveranno le strutture di focalizzazione, per comprendere da quale punto di vista viene osservata la figura di Berlusconi e a quale tipo di immaginario si fa riferimento. Nella seconda, si analizzeranno le scene degli attentati per mostrare come questi testi interagiscano con l’immaginario emerso nella prima parte e, infine, nella terza, si intende determinare il tipo di pensiero critico che viene sviluppato dai testi, nella prospettiva di riflettere sulla cultura politica italiana degli inizi degli anni Duemila.
Lingua: Italiano
Pag. 283-298
Etichette: Delitto, Politica, Romanzo, XX secolo, XXI secolo, Andrea Salieri, Babette Factory, Giuseppe Caruso, Oliviero Beha, Roberto Vacca, 2005 Dopo Cristo, Chi ha ucciso Silvio Berlusconi, Kill? Romanzo di fantapolitica, L’omicidio Berlusconi, Sono stato io, Italia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Pietro Mazzarisi
Titolo articolo: Strage di Capaci ed eredità nella letteratura per l’infanzia e l’adolescenza
L’articolo presenta una ricerca che, partendo da aspetti sulla strage di Capaci emersi dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, si prefigge di indagare come la passione per la legalità e l’onesta delle vittime sia diventata un lascito, recepito, tradotto e trasmesso all’interno della letteratura italiana per l’infanzia e l’adolescenza. Quali parole e illustrazioni adatte ai pubblici dell’infanzia e dell’adolescenza traslano la storia di persone delle istituzioni da queste abbandonate? Come ne vengono tramandati i valori, la tenacia, l’abnegazione, malgrado tutto? Con queste domande, la ricerca presenta uno stato dell’arte delle opere di letteratura per l’infanzia e l’adolescenza scaturite da uno dei crimini eccellenti della storia repubblicana e ne prende in analisi e compara un corpus con l’obiettivo di definire quali forme ha assunto il sacrificio della vita per il senso civico davanti agli occhi di chi muove i primi passi nella società.
Lingua: Italiano
Pag. 267-282
Etichette: Delitto, Letteratura giovanile, Mafia, XX secolo, Sicilia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: Strage di Capaci ed eredità nella letteratura per l’infanzia e l’adolescenza
L’articolo presenta una ricerca che, partendo da aspetti sulla strage di Capaci emersi dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, si prefigge di indagare come la passione per la legalità e l’onesta delle vittime sia diventata un lascito, recepito, tradotto e trasmesso all’interno della letteratura italiana per l’infanzia e l’adolescenza. Quali parole e illustrazioni adatte ai pubblici dell’infanzia e dell’adolescenza traslano la storia di persone delle istituzioni da queste abbandonate? Come ne vengono tramandati i valori, la tenacia, l’abnegazione, malgrado tutto? Con queste domande, la ricerca presenta uno stato dell’arte delle opere di letteratura per l’infanzia e l’adolescenza scaturite da uno dei crimini eccellenti della storia repubblicana e ne prende in analisi e compara un corpus con l’obiettivo di definire quali forme ha assunto il sacrificio della vita per il senso civico davanti agli occhi di chi muove i primi passi nella società.
Lingua: Italiano
Pag. 267-282
Etichette: Delitto, Letteratura giovanile, Mafia, XX secolo, Sicilia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Nicolas Violle
Titolo articolo: Les enjeux mémoriels d’un « cadavre excellent ». Narrer le meurtre de Dalla Chiesa
L’assassinio del Generale Dalla Chiesa ha segnato una svolta nella percezione della mafia e dei suoi legami con il potere politico. L’analisi di quattro racconti, rappresentativi della diversità di genere e custodi della memoria storica di questo episodio, mette in evidenza la difficoltà di stabilire la memoria di un episodio di questo tipo. Esse evidenziano la natura proteiforme di questa memoria. Sollevano la questione dello sviluppo sequenziale della narrazione collettiva di un evento storico. Questo articolo cerca di rispondere a tale problematica passando dal tempo dei testimoni a quello dello storico. Tale percorso incoraggia la riflessione sulle diverse forme di memoria che un crimine di mafia genera, dalla memoria collettiva a quella privata, dalla memoria condivisa a quella storica.
Lingua: Francese
Pag. 247-266
Etichette: Cinema, Delitto, Mafia, Memoria, XX secolo, Giuseppe Ferrara, Cento giorni a Palermo, Sicilia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: Les enjeux mémoriels d’un « cadavre excellent ». Narrer le meurtre de Dalla Chiesa
L’assassinio del Generale Dalla Chiesa ha segnato una svolta nella percezione della mafia e dei suoi legami con il potere politico. L’analisi di quattro racconti, rappresentativi della diversità di genere e custodi della memoria storica di questo episodio, mette in evidenza la difficoltà di stabilire la memoria di un episodio di questo tipo. Esse evidenziano la natura proteiforme di questa memoria. Sollevano la questione dello sviluppo sequenziale della narrazione collettiva di un evento storico. Questo articolo cerca di rispondere a tale problematica passando dal tempo dei testimoni a quello dello storico. Tale percorso incoraggia la riflessione sulle diverse forme di memoria che un crimine di mafia genera, dalla memoria collettiva a quella privata, dalla memoria condivisa a quella storica.
Lingua: Francese
Pag. 247-266
Etichette: Cinema, Delitto, Mafia, Memoria, XX secolo, Giuseppe Ferrara, Cento giorni a Palermo, Sicilia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Anne-Sophie Canto
Titolo articolo: Du réel à la transmédialité. L’assassinat de Peppino Impastato raconté par les images
Giuseppe Impastato, detto “Peppino”, fu assassinato dalla mafia nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978 a Cinisi, in Sicilia, a soli 30 anni. Su scala nazionale e internazionale, la memoria di Peppino, divenuto un potente simbolo della lotta alla mafia, è stata rinverdita da opere letterarie e cinematografiche che hanno ripercorso la sua carriera e la sua posterità. Questo articolo esamina il modo in cui i media visivi come la graphic novel (2009) e il cinema (2000) hanno colto questa vicenda reale e l’hanno trasposta in immagini, sullo schermo o sulla pagina. Individueremo i punti di convergenza che legano I cento passi, del regista Marco Tullio Giordana, e Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia, fumetto scritto da Marco Rizzo e illustrato da Lelio Bonaccorso, evidenziando le specificità che li contraddistinguono e culminando in un’analisi artistica e sociologica della figura di Peppino.
Lingua: Francese
Pag. 233-246
Etichette: Cinema, Delitto, Grafica, Memoria, Romanzo, XX secolo, Lelio Bonaccorso, Marco Rizzo, Marco Tullio Giordana, I cento passi, Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia, Sicilia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: Du réel à la transmédialité. L’assassinat de Peppino Impastato raconté par les images
Giuseppe Impastato, detto “Peppino”, fu assassinato dalla mafia nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978 a Cinisi, in Sicilia, a soli 30 anni. Su scala nazionale e internazionale, la memoria di Peppino, divenuto un potente simbolo della lotta alla mafia, è stata rinverdita da opere letterarie e cinematografiche che hanno ripercorso la sua carriera e la sua posterità. Questo articolo esamina il modo in cui i media visivi come la graphic novel (2009) e il cinema (2000) hanno colto questa vicenda reale e l’hanno trasposta in immagini, sullo schermo o sulla pagina. Individueremo i punti di convergenza che legano I cento passi, del regista Marco Tullio Giordana, e Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia, fumetto scritto da Marco Rizzo e illustrato da Lelio Bonaccorso, evidenziando le specificità che li contraddistinguono e culminando in un’analisi artistica e sociologica della figura di Peppino.
Lingua: Francese
Pag. 233-246
Etichette: Cinema, Delitto, Grafica, Memoria, Romanzo, XX secolo, Lelio Bonaccorso, Marco Rizzo, Marco Tullio Giordana, I cento passi, Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia, Sicilia
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Vincent Cossettini
Titolo articolo: L’affaire du Monstre de Florence. L’incidence du traitement médiatique des crimes sur la population italienne
Dal 1968 e il 1985, la regione di Firenze è stata teatro di una serie di tragedie. Otto coppie furono uccise nelle loro auto. Questo caso irrisolto, che ebbe risonanza mediatica in tutta Europa, segnò l’inizio di una vera e propria psicosi in Italia. Il caso scosse la società italiana, la sua mentalità e i suoi costumi. Il Mostro di Firenze fu il primo serial killer dell’Italia contemporanea. La gestione giudiziaria del caso fu molto controversa, soprattutto per la mancata messa in sicurezza della scena del crimine e per l’assenza di una condanna definitiva per l’autore degli omicidi. La copertura mediatica della gestione giudiziaria del caso ha ritratto un sistema segnato da corruzione ed errori, e la mancata condanna degli autori degli omicidi. Un senso di insicurezza ha attanagliato la popolazione, che ha diffidato della polizia e dei magistrati, accusati di corruzione. Questo caso portò a un intervento politico e ad aggiustamenti pratici nella giustizia penale italiana.
Lingua: Francese
Pag. 221-231
Etichette: Delitto, Giustizia, Società, XX secolo, Toscana
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: L’affaire du Monstre de Florence. L’incidence du traitement médiatique des crimes sur la population italienne
Dal 1968 e il 1985, la regione di Firenze è stata teatro di una serie di tragedie. Otto coppie furono uccise nelle loro auto. Questo caso irrisolto, che ebbe risonanza mediatica in tutta Europa, segnò l’inizio di una vera e propria psicosi in Italia. Il caso scosse la società italiana, la sua mentalità e i suoi costumi. Il Mostro di Firenze fu il primo serial killer dell’Italia contemporanea. La gestione giudiziaria del caso fu molto controversa, soprattutto per la mancata messa in sicurezza della scena del crimine e per l’assenza di una condanna definitiva per l’autore degli omicidi. La copertura mediatica della gestione giudiziaria del caso ha ritratto un sistema segnato da corruzione ed errori, e la mancata condanna degli autori degli omicidi. Un senso di insicurezza ha attanagliato la popolazione, che ha diffidato della polizia e dei magistrati, accusati di corruzione. Questo caso portò a un intervento politico e ad aggiustamenti pratici nella giustizia penale italiana.
Lingua: Francese
Pag. 221-231
Etichette: Delitto, Giustizia, Società, XX secolo, Toscana
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Autore/i articolo: Chiara Guerri
Titolo articolo: Il rapimento di Aldo Moro come umiliazione della qualità della vita collettiva. Pubblico e privato negli elzeviri politici di Natalia Ginzburg
« La qualità della vita », pubblicato da Natalia Ginzburg su La Stampa il 5 maggio 1978, nasce dall’urgenza di esprimere a parole l’orrore che il sequestro di Aldo Moro ha suscitato nella mente delle persone « non politiche », ma si allarga sullo scenario immondo e mediocre degli anni Settanta e oltre, rievocando alla memoria le stragi degli ebrei e i martiri della Resistenza. Come usuale negli elzeviri di Ginzburg, la cronaca e gli avvenimenti politici si mescolano a riflessioni personali e autobiografia, così che ciò che è pubblico e collettivo si possa mettere in relazione a quanto è invece intimo e privato, in un rapporto dialettico utile a ricavare l’universale dal particolare, procedimento tipico nei ragionamenti ginzburghiani di carattere morale. Il caso Moro richiama alla coscienza anche altri crimini, « mille altre circostanze meno vistose » che hanno parimenti contribuito a degradare e umiliare la qualità della vita collettiva, come il rapimento e l’uccisione di Cristina Mazzotti.
Lingua: Italiano
Pag. 209-220
Etichette: Cronaca, Delitto, Giornalismo, Politica, Terrorismo, XX secolo, Natalia Ginzburg, Italia, Roma
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28
Titolo articolo: Il rapimento di Aldo Moro come umiliazione della qualità della vita collettiva. Pubblico e privato negli elzeviri politici di Natalia Ginzburg
« La qualità della vita », pubblicato da Natalia Ginzburg su La Stampa il 5 maggio 1978, nasce dall’urgenza di esprimere a parole l’orrore che il sequestro di Aldo Moro ha suscitato nella mente delle persone « non politiche », ma si allarga sullo scenario immondo e mediocre degli anni Settanta e oltre, rievocando alla memoria le stragi degli ebrei e i martiri della Resistenza. Come usuale negli elzeviri di Ginzburg, la cronaca e gli avvenimenti politici si mescolano a riflessioni personali e autobiografia, così che ciò che è pubblico e collettivo si possa mettere in relazione a quanto è invece intimo e privato, in un rapporto dialettico utile a ricavare l’universale dal particolare, procedimento tipico nei ragionamenti ginzburghiani di carattere morale. Il caso Moro richiama alla coscienza anche altri crimini, « mille altre circostanze meno vistose » che hanno parimenti contribuito a degradare e umiliare la qualità della vita collettiva, come il rapimento e l’uccisione di Cristina Mazzotti.
Lingua: Italiano
Pag. 209-220
Etichette: Cronaca, Delitto, Giornalismo, Politica, Terrorismo, XX secolo, Natalia Ginzburg, Italia, Roma
Rivista | Fascicolo: Italies | 2024 | N. 28