Le riviste sostenitrici
Versants | 2006 | N. 51
Anno 2006 – N. 51
A cura di Simona Cives
Titolo articolo: Vers un eucharistie de melons: l’être, la mort et l’écriture dans l’Essai III,13 de Montaigne
Il saggio III,13 di Montaigne riprende il problema principale di tutti i “Saggi”, ovvero l’opposizione tra la ricerca della solidità e della continuità e la dispersione eraclitea che dissolve l’unità delle esperienze. Quando il desiderio di conoscenza incontra la conoscenza del desiderio, la costruzione metafisica va in rovina, le sue aspirazioni ad elevarsi fino all’Altro divengono un desiderio malato d’immortalità. Ma, ancora una volta, l’edificio religioso non è totalmente raso al suolo. La voluttà ‘gastronomica’ non esclude né la salute né la carità, poiché il piacere in se stessi è legato all’amore del prossimo attraverso la metafora della comunione. Per l’ultima cena a cui ci convoca, l’autore prepara tutti i frutti della sua fatica: non più piatti buoni per il delicato stomaco dei malati, ma vini freschi e meloni.
Lingua: FrancesePag. 5-63
Etichette: Michel de Montaigne, Essais, Filosofia, Cinquecento, Conoscenza, Francia,
Titolo articolo: Le “Dialogue entre un prêtre et un moribond” du Marquis de Sade: parodie et corruption de l’athéisme
L’aspetto letterario e la natura parodica fanno dubitare che “Il Dialogo tra un prete e un moribondo” del marchese De Sade sia un manifesto ateo. Senza voler separare questo testo dall’opera di Sade per farne un documento puramente storico e intellettuale, si tratta invece di reinserirlo nella coerenza dell’universo sadiano: con dei procedimenti essenzialmente letterari, il testo serve innanzitutto a corrompere. Contrariamente a quanti fanno di Sade un filosofo, in tutta l’opera del marchese il ragionamento è sottomesso infatti all’obiettivo della corruzione.
Lingua: FrancesePag. 65-94
Etichette: Donatien Alphonse François Sade, Dialogo tra un prete e un moribondo, Racconto, Settecento, Francia,
Titolo articolo: Nerval ou le ‘prosateur obstiné’
Dalla fine del dodicesimo fino al quindicesimo secolo si crea una netta divisione tra poesia lirica votata all’espressione della soggettività e una finzione narrativa prima in versi, poi in prosa, che s’impone progressivamente come la modalità distintiva di un racconto improntato a verità. L’opera di Nerval, tuttavia, invalida la reciproca esclusione del lirismo e del racconto, rinnovando la dialettica medievale del canto lirico e della narrativa. Il poeta non cessa, infatti, di intrecciare versi e prosa sotto il segno di una ripresa del Medioevo tipica del Romanticismo.
Lingua: FrancesePag. 95-112
Etichette: Gérard de Nerval, Poesia, Prosa, Ottocento, Francia,
Titolo articolo: Du conte-type à la legende urbaine: Léon Bloy et le coeur mangé
Il celebre racconto che illustra il motivo del ‘cuore mangiato’ ha conosciuto, dal Medioevo al diciannovesimo secolo, una notevole fortuna, passando per Boccaccio e Stendhal fino a “La Vengeance d’une femme” di Barbey d’Aurevilly. Rispetto a questa novella, esistono due varianti interessanti ad opera di un suo ‘discepolo’, Léon Bloy, che ha riutilizzato questa trama a due riprese, in ciascuna delle sue due raccolte di novelle, le “Histoires désobligeantes” e “Sueur de sang”. La riscrittura di un racconto che fa riferimento al mito del festino cannibalesco non è una semplice variazione a un motivo letterario: l’utilizzo che Léon Bloy fa di questo motivo apporta infatti notevoli chiarimenti sulla sopravvivenza e le metamorfosi moderne di alcuni temi antichi.
Lingua: FrancesePag. 113-128
Etichette: Barbey d’Aurevilly, Léon Bloy, Histoires désobligeantes, Sueur de sang, Racconto, Ottocento, Francia,
Titolo articolo: L’exécution de Charlus ou l’échec de l’éloquence mondaine
“La Prisonnière” di Proust segna una tappa assai importante nella rappresentazione dei rapporti di forza che oppongono l’aristocrazia alla borghesia nella “Recherche”. Rappresentante di una classe in piena decadenza, Charlus testimonia, mediante i suoi incontri sessuali compromettenti, la decadenza della nobiltà del faubourg Saint-Germain. Maestro incontestabile del colpo di scena nella vita mondana, l’eccentrico Charlus si impone come figura centrale all’interno della “Recherche” perché condivide, con Albertine, i ruoli di Sodoma e Gomorra. Se la messa a morte di Charlus simboleggia la presa di potere della classe borghese sulla nobiltà, essa sembra ugualmente annunciare l’avvento di un mondo sempre più indeterminato nelle sue etichette sociali e sessuali. Come Charlus, anche il narratore presenta aspetti multipli per la sua dualità di narratore autobiografico. Tutto il romanzo risponde a un’idea di fugacità.
Lingua: FrancesePag. 129-151
Etichette: Marcel Proust, À la recherche du temps perdu, Romanzo, Ottocento, Francia,
Titolo articolo: Il teatro di Agota Kristof
Le nove ‘pièces’ teatrali di Agota Kristof, composte in Svizzera negli anni 1970-1980, contengono gli spunti narrativi che andranno a costruire il sistema immaginativo dei più celebri romanzi posteriori. In esse si trova una reazione alle esperienze della Rivoluzione ungherese, della fuga in Svizzera, insieme al tentativo di inquadrarle in un’ottica di distaccata testimonianza. Il lavoro è articolato in due sezioni: nella prima vengono esaminati i caratteri peculiari della comunicazione teatrale; nella seconda sono descritte alcune situazioni-tipo delle ‘pièces’, dando particolare rilievo alla componente storica e al gioco tra realtà e menzogna.
Lingua: ItalianoPag. 153-182
Etichette: Agota Kristof, Teatro, Novecento, Svizzera,
Titolo articolo: Zu Andri Peers “Ars poetica”
Nel saggio si analizza la struttura e il significato di alcuni versi di “Ars Poetica”, componimento poetico di Andri Peers, pubblicato prima come testo unico sulla rivista “Litteratura”, poi, un anno più tardi, come poesia introduttiva di “Ils ons vantüraivels”, infine nella raccolta poetica “Annalas”.
Lingua: TedescoPag. 183-199
Etichette: Andri Peer, Ars Poetica, Poesia, Novecento, Svizzera,
Titolo articolo: El “Quiqote”, “El curioso impertinente” y la verdad de la literatura
La novella interpolata il “Curioso impertinente”, all’interno del “Quijote” deve essere intesa come un’ironica ‘mise en abyme’ rispetto all’enunciato, all’enunciazione e al codice, cioè al linguaggio utilizzato. Il tema principale della novella è la verità della letteratura che, situata all’interno del discorso, dipende non dalla relazione tra la realtà esterna e il testo ma dalle operazioni persuasive inerenti alla narrazione.
Lingua: SpagnoloPag. 201-220
Etichette: Miguel de Cervantes, Don Quijote, El curioso impertinente, Novella, Cinquecento, Spagna,
Titolo articolo: Lo sguardo di De Amicis e la figura del buffone
Secondo Verga il romanzo è il frutto dell’osservazione e il fine è la ricostruzione della realtà. Per De Amicis, invece, l’oggettività dell’osservatore non costituisce un’esigenza programmatica o estetica. La presenza esplicita di un osservatore è uno dei motivi del successo dello scrittore, che riesce a instaurare un legame di complicità con il lettore. L’autore è infatti sempre presente nell’opera e si assegna uno sguardo critico. L’osservatore è incuriosito e divertito perché egli è serio, mentre il personaggio osservato è comico, in tutti i sensi: attore e buffone.
Lingua: ItalianoPag. 221-240
Etichette: Edmondo De Amicis, Romanzo, Ottocento, Italia,