Le riviste sostenitrici
Transalpina | 2002 | N. 6
Anno 2002 – N. 6
A cura di Renzo Iacobucci
Titolo articolo: Béatrice ou comment se débarrasser de la ‘Muse morte’
Beatrice, modello letterario dantesco della donna a musa ispiratrice, ha suscitato l’ammirazione particolare di letterati ed eruditi del secondo Ottocento. Ma, nello stesso periodo, si assiste anche a molteplici interpretazioni e rielaborazioni del mito, cosicché, se con Dante Gabriel Rossetti Beatrice non è più rappresentata secondo un canone amoroso o religioso, in Baudelaire, la musa per eccellenza è combattuta dal soggetto poetico che si spinge fino al punto di rifiutarla. Questa negazione si riscontra, in maniera più esplicita, nelle opere di Schowb e Formont in cui la divinizzazione della donna, nel senso dantesco, è stigmatizzata senza possibilità di appello. Lungo l’itinerario, presentato in questo contributo, emerge la trasformazione profonda del tradizionale rapporto tra il poeta e la donna e i modi attraverso i quali esso si sia sviluppato, nella produzione letteraria, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
Lingua: FrancesePag. 11-22
Etichette: Alighieri Dante, Rossetti Dante Gabriele, Rassegna, Narrativa, Poesia, Duecento, Ottocento, Novecento, Intertestualità, Francia, Inghileterra, Italia,
Titolo articolo: Le poète et la mémoire des morts: héros et martyres du Risorgimento dans la poésie de Giosué Carducci
L’ampiezza e il pestigio del culto civile dei morti, che ebbe origine nel Risorgimento italiano, furono punti focali nell’ideologia dell’Italia liberale dell’epoca. A quest’ultima, presiede l’opera poetica di Giosuè Carducci cui si deve l’elaborazione di una ‘religione laica’ della patria, fondata sulla sacralizzazione dei martiri delle guerre del XIX secolo.
La ricerca di Laurea Fournier precisa, attraverso l’analisi delle poesie commemorative carducciane, gli strumenti retorici e i contorni ideologici di questo nuovo genere letterario nel quale risaltano svariati elementi significativi mutuati dalle tradizioni greco-romana e medievale.
Pag. 23-40
Etichette: Carducci Giosuè, Poesia, Poesia commemorativa, Ottocento, Italia,
Titolo articolo: Le poids des disparus dans l’écriture de l’histoire: l’épigraphie commémorative à Florence aux XIXe et XXe siècles
Oggetto del saggio è il posto che occupano i ‘disparus’ e le funzioni che essi assolvono all’interno del genere commemorativo dell’epigrafia, con specifico riguardo alle sue manifestazioni nella città di Firenze nel corso del XIX e del XX secolo.
L’analisi di questo ‘corpus’ epigrafico permette di studiare il proprio contributo alla scrittura di una ‘storia istituzionale’ fiorentina e di mostrare la valenza politica e ideologica degli scomparsi -celebri o modesti, italiani o stranieri- che sintetizza, in un comune omaggio, il personaggio celebrato e la città che lo onora.
Pag. 41-55
Etichette: Epigrafia, Ottocento, Novecento, Firenze,
Titolo articolo: I morti e lìeterno nell’opera di Ungaretti dal “Porto sepolto” a “Un grido e Paesaggi”
Il binomio vita-poesia si presenta, nella poetica ungarettiana, secondo una fondamentale ambivalenza riconoscibile, da un lato, in uno spirito negativo legato alla contingenza che, per sua natura, è destinata alla fine e, dall’altro, in un’aspirazione alla trascendenza che consenta di spezzare i limiti imposti dal tempo. In questa direzione, l’articolo mette in evidenza il tentativo di Ungaretti di sviluppare una continuità, con gli ‘antenati’ letterari e con tutti i ‘suoi’ defunti, che si delinea nel rapporto tra l’effimero e l’eterno, ovvero tra la dimensione storica, dove la memoria gioca un ruolo inutile e al contempo indispensabile, e quella ultramondana, in cui è proiettata l’unica prospettiva di un possibile ricongiungimento.
Lingua: ItalianoPag. 57-77
Etichette: Ungaretti Giuseppe, Poesia, Rassegna, Novecento, Ermetismo,
Titolo articolo: Gadda et ses deuils impossibles
Il contributo di Christophe Mileschi è incentrato sul rilevamento degli aspetti, presenti negli scritti di Carlo Emilio Gadda, che non hanno portato l’autore milanese ad elaborare completamente il lutto per la morte in guerra del fratello. Tanto nel nodo inestricabile di rimpianti e impossibili consolazioni, origine della teoria del ‘groviglio’, quanto nella concezione eroico-cavalleresca della guerra, è possibile cogliere questo tormento che la creatività stilistica amplifica e inscrive nel suo divenire. Il lutto, mai elaborato fino in fondo, è impossibile a compiersi anche per tutte le ‘inutili’ vittime della guerra che restano vive, nei pensieri dei sopravvissuti, perché morte per la patria. In questo ossimorico conflitto, risiede un agente motore della scrittura di Gadda.
Lingua: FrancesePag. 79-93
Etichette: Gadda Carlo Emilio, Narrativa, Saggio, Novecento,
Titolo articolo: I portatori della parola: la funzione dei morti nella riflessione metanarrativa di Gianna Manzini
Il lavoro analizza un’antologia dei racconti di Gianna Manzini e mostra come si forgi, tra autobiografia e riflessione metanarrativa, in una lunga e ricercata conversazione con gli antenati defunti, l’identità dell’artista. Nell’incontro coi morti, nel punto in cui si incrociano la dimensione terrena e quella ultraterrena, la narratrice trova la scaturigine della sua vocazione narrativa che si manifesta in modo autentico e sempre sofferto. La raccolta novellistica può, dunque, essere interpretata alla luce di questa discesa verso l’Ade la cui poetica, nel rapporto dialogico tra i morti e i vivi, si sviluppa nel trasferimento su se stessi dei tratti dell’ ‘altro’, ‘dell’altrui morte’, unica possibilità per potersi, involontariamente, autoritrarre.
Lingua: ItalianoPag. 95-114
Etichette: Manzini Gianna, Autoritratto involontario, Narrativa, Novecento,
Titolo articolo: Le poids des disparus dans l’oeuvre d’Erminia Dell’Oro
I particolari significativi dell’opera di Erminia Dell’Oro, caratterizzati dalle antinomie luce-ombra, scomparsa-permanenza, memoria-annientamento, sono ricondotti, dall’A. di questo contributo, alla presenza condizionante di una bambina morta che, in filigrana, appare nei tre romanzi “Asmara addio”, “Il Fiore di Merara” e “La Gola del diavolo”. Il riferimento autobiografico assume le dimensioni dell’universalità attraverso una dinamica costituita da un lungo lavoro di anamnesi che sia capace di trasportare la riflessione personale dal piano affettivo a quello cognitivo. Il percorso tracciato, dal lutto e dalla perdita al ristabilimento del legame, si impronta, secondo questo meccanismo, sull’intellegibilità del reale, di ciò che appartiene al collettivo, della Storia. Rimedio all’annientamento, al limbo in cui ciò che è stato potrebbe svanire, si trasforma, dunque, come notava Benssoussan, in un ‘devoir d’histoire’, al quale la missione narrativa di Erminia Dell’Oro sembra obbedire.
Lingua: FrancesePag. 115-132
Etichette: Dell’Oro Emilia, Asmara addio, Il Fiore di Merara, La Gola del diavolo, Narrativa, Novecento,