Le riviste sostenitrici
Transalpina | 2001 | N. 5
Anno 2001 – N. 5
A cura di Renzo Iacobucci
Titolo articolo: Les “Operette Morali” ou les fêtes du deuil
Nel tracciare le linee generali sull’idea della morte nell’opera leopardiana, l’A. ne analizza, attraverso alcuni luoghi delle “Operette Morali”, la singolare valenza retorica manifestata dal duplice aspetto, contemporaneamente luttuoso (veicolato dalla tradizione letteraria) e satirico (di matrice lucianesca). L’interazione tra la matrice melanconica e dispotica della morte e quella carnevalesca, che ne costituisce il risvolto ironico, genera un paradosso ‘nuovo’, nella storia letteraria italiana, nel quale si risolve l’enigma leopardiano dell’essere di tutte le cose.
Lingua: FrancesePag. 11-25
Etichette: Leopardi Giacomo, Operette Morali, Prosa, Ottocento,
Titolo articolo: “Les dernier mot à Bazouge”. Sur la représentation de la mort dans le roman naturaliste et vériste
La reazione del Naturalismo e del Verismo ai temi che la scuola romantica aveva maggiormente caricati di valore affettivo (la nascita, l’amore e, soprattutto, la morte) si esplicita nell’adozione di una tecnica narrativa che miri all’allontanamento del ‘pathos’ nei passaggi testuali più propensi all’emersione di tale carattere. Secondo l’A., il tema della morte, onnipresente nelle opere di questi generi letterari, è distanziato attraverso l’adozione di tre espedienti principali: la morte messa in sordina grazie alla posizione strategica di alcuni personaggi, carichi d’ironia o di antieroismo, a seconda delle scelte stilistiche; il trionfo della materia, del corpo in decomposizione, descritto in tutti i suoi particolari, che trova nell’allegoria storica e sociale il proprio riferimento; la morte inattesa, provocata da questioni ereditarie o dal ritorno di un atavismo culturale. Le tre soluzioni, evidentemente differenziate, concorrono, tuttavia, a produrre effetti convergenti.
Lingua: FrancesePag. 27-46
Etichette: Verga Giovanni, Zola Émile, Narrativa, Ottocento,
Titolo articolo: La mort expliquée aux enfants au XIXe siècle: des cimetières aux champs de bataille
La presenza della morte e dei temi funebri rappresentano il carattere preminente, nella costruzione dei quadri narrativi primari e secondari, di “Cuore” di De Amicis. Il riscontro con i libri di lettura per le scuole primarie dell’Italia del tardo Ottocento dimostra che l’approccio offerto da tale opera, fortemente denigrata dalla critica degli anni Settanta, non è un ‘unicum’ nel panorama italiano. Esso offre, infatti, numerosi punti di contatto, veri e propri ‘topoi’, analizzati in maniera tassonomica dall’A., che evidenziano due modelli basilari provenienti da matrici parallele: la morte domestica, riconducibile all’antico cristianesimo, e la morte militare, aderente all’idea di patria e dello Stato-Nazione. Le due componenti, forse opposte sul piano ontologico e simbolico, si trovano conciliate di fatto nella vita quotidiana, specificamente, nell’accettazione di aderire, in entrambe i casi, a un ordine superiore.
Lingua: FrancesePag. 47-70
Etichette: Rassegna, Ottocento, Letteratura per ragazzi,
Titolo articolo: La mort à la sicilienne: Pirandello et Lampedusa
La sottesa tematica della morte che percorre le “Novelle per un anno” di Luigi Pirandello e “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa pone il problema di un confronto tra le procedure di creazione stilistico-narrativa presenti nei due autori siciliani.
In questo articolo, oltre a notare le differenze sostanziali nella scelta della tipologia dei protagonisti e nell’adozione del genere letterario, l’A. passa in rassegna le numerose analogie estetiche e filosofiche che avvicinano i percorsi dei due autori.
Secondo tale ottica, esse possono essere identificate, di volta in volta, in un continuo scambio tra la concentrazione e la dispersione dello sguardo del lettore, tra l’interiorizzazione e l’esteriorizzazione del punto di vista del narratore. Questi procedimenti giungono, attraverso lunghi o brevi itinerari di comprensione della morte, al paradosso dell’ironia che copre con la propria ‘masque du rire’ ogni istanza riconducibile al motivo del ‘pathos’ ottocentesco.
Pag. 71-84
Etichette: Pirandello Luigi, Tomasi di Lampedusa Giuseppe, Novelle per un anno, Il gattopardo, Narrativa, Novella, Novecento, Intertestualità,
Titolo articolo: L’oeuvre comme un tombeau: l’espace et le tamps de la mort dans les écrits de Giorgio Bassani
La struttura dell’opera bassaniana è segnata, quasi in modo geometrico, dall’esperienza personale del lutto, in base alla quale, lo stretto legame tra la morte e la storia, sullo sfondo della tradizione culturale giudaica, prende sembianza, a livello letterario, di un’autentica architettura funeraria.
L’A., analizzando il tempo e lo spazio della morte nelle opere in prosa e in poesia di Bassani, individua le fondamenta della tragedia particolare dell’autore che assume, nella scrittura, un’inconfondibile portata universale.
Pag. 85-97
Etichette: Bassani Giorgio, Narrativa, Poesia, Rassegna, Novecento,
Titolo articolo: Il sentimento della morte nel “Partigiano Johnny” e nella narrativa della resistenza italiana
Beppe Fenoglio, rispetto ad altri autori che hanno trattato il tema della Resistenza italiana, ha espresso in maniera riuscita il senso della morte imminente.
I protagonisti delle sue opere vivono per intero, come dimostra il caso emblematico del partigiano Johnny, su un ‘limite’, su un sentimento profondo che, animato dalla giustezza della propria lotta, è connaturato ad una necessità della morte. Da questo nucleo, Fenoglio elabora uno stile assoluto, epico, anch’esso sentito come necessario alla ricerca della verità che, però, come afferma l’A., incontra nell’inutilità della vicenda il limite fondamentale alla propria estenuante tensione. Ed in questo non-senso la morte eroica trova una sua giustificazione.
Pag. 99-114
Etichette: Fenoglio Beppe, Il partigiano Johnny, Narrativa, Novecento, Letteratura della resistenza,
Titolo articolo: Le “Kursaal des morts” dans “Alcesti di Samuele” d’Alberto Savinio
Nell'”Alcesti di Samuele”, versione rivisitata della tragedia di Euripide, Savinio unisce alle riflessioni sulla morte, insistenti in tutte le sue opere, le meditazioni sulla storia, richiamate dal modello greco e attualizzate attraverso un particolare riferimento alle questioni sul totalirismo poste dal secondo dopoguerra. Sulla scena teatrale, luogo in cui la parola diviene rivelatrice della retorica delle passioni umane, l’autore proietta il ‘circolo molto chiuso’ del ‘Kursaal dei Morti’ in cui i modelli terreni non hanno più ragion d’essere, in cui solo il ‘rientrare nella materia’ con l”atto universale’ della morte consente di trovare un luogo di soluzione e, allo stesso tempo, enigmatico.
Lingua: FrancesePag. 115-127
Etichette: Savinio Alberto, Alcesti di Samuele, Teatro, Novecento,
Titolo articolo: Mors – Morselli
La produzione narrativa di Guido Morselli, morto suicida nel 1973, è investita dal forte valore allegorico che vi assume il tema della morte. L’A. del saggio analizza una serie di figure e di tecniche attraverso cui è espressa la totale disgregazione dell’Io e del Tempo. Gli atteggiamenti stilistici e le precise scelte retoriche, che concorrono alla costruzione del quadro apocalittico morselliano, si possono individuare sia negli innumerevoli dettagli fisici ‘bassi’ o degradati, descritti con virtuosa minuziosità, dove il soggetto appare come mortificato, sia nell’opera di distruzione della trasparenza del linguaggio, obliterata da una continua confusione babelica che trova, come soluzione ultima, solo il silenzio naturale, frutto di un progressivo svuotamento dello spessore umano. È, dunque, possibile scorgere un meccanismo di ‘uccisione’, svolto in spazi labirintici in cui tutti i tempi possibili si annullano e si intrecciano, che non contempla attese o speranze.
Lingua: ItalianoPag. 129-142
Etichette: Morselli Guido, Narrativa, Novecento,
Titolo articolo: Exercices de stèle. Trois auteurs fantastiques du XXe siècle à la question de la mort
La tematica della morte nel racconto fantastico è stata considerata da alcuni critici come uno stratagemma che i narratori impiegano esclusivamente secondo logiche combinatorie o meccaniche che si porrebbero, dunque, su un piano preminente rispetto alle istanze filosofiche e morali. Attraverso l’interrogazione di un corpus significativo della produzione fantastica italiana del Novecento, limitato alle opere di Savinio, Landolfi e Buzzati, l’A. intende dimostrare come le riflessioni sulla questione della morte, che hanno accompagnato i tre autori in tutta la loro carriera, si siano manifestate attraverso continui ‘exercices de stèle’ cui sottendono la conoscenza profonda della tradizione letteraria fantastica ed una matrice assoluta del tema della morte nei suoi aspetti più spettacolari.
Lingua: FrancesePag. 143-163
Etichette: Buzzati Dino, Landolfi Tommaso, Savinio Alberto, Narrativa, Novecento, Letteratura fantastica,
Titolo articolo: De la mort comme thème littéraire au langage comme négativité
Nelle esperienze letterarie della fine del XIX secolo, l’ossessione della morte sembra presentarsi come un passaggio obbligato, espresso, secondo l’A. di questo articolo, da un estremo realismo, derivato dalla narrativa ottocentesca, e, contemporaneamente, da una metafisica del linguaggio, imperniata, a partire da Mallarmé, sull’assenza dell’oggetto.
A partire dalla critica di Croce, su cui influirono letture hegeliane, si sviluppa la nozione di una lotta necessaria dell’arte contro la natura, radicalizzata, successivamente, dalle teorie di Blanchot che mostrano quanto il rapporto tra questi due elementi si sia diretto verso un inevitabile processo di ‘déliaison’, tratto tipico dell’estetica moderna. In tale prospettiva negativa si inserisce anche il linguaggio che, come afferma Agamben, cessa di significare la ‘res’ senza perdersi tra le cose stesse poiché esso, in qualità di puro nome e pura voce, non indica ormai che se stesso.
Pag. 165-177
Etichette: Decadentismo, Narrativa, Poesia, Teatro, Ottocento, Novecento, Intertestualità, Francia, Italia,