Testo | 2015 | N. 70

Anno 2015 – Annata: XXXVI – N. 70 Mese: Luglio-Dicembre
A cura di Francesca Farina

Autore/i articolo: MATTEO LEONARDI
Titolo articolo: ‘A tte, Deo, laudamo, con voce cantamo’: matrici liturgiche e mediolatine nella letteratura religiosa volgare del XIII secolo

Il fascicolo numero 70 (luglio-dicembre 2015) tutto dedicato alla preghiera ‘come forma e contenuto della poesia’, come sottolineato nell’introduzione da Erminia Ardissino, si apre con l’articolo ” ‘A tte, Deo, laudamo, con voce cantamo’: matrici liturgiche e mediolatine nella letteratura religiosa volgare del XIII secolo” di Matteo Leonardi, in cui lo studioso analizza i testi religiosi, che hanno alla loro origine la letteratura in volgare, quindi riassumono in sé i caratteri fondamentali della stessa, con i contenuti tipici riguardanti l’amore, l’onore e l’eroismo, contaminandosi felicemente gli uni con gli altri, sulla base della letteratura antica e medio-latina, che si richiama ad Ovidio e a molteplici altri autori. La letteratura religiosa, dunque, obbedendo ad una profonda richiesta degli strati più bassi della popolazione, si elabora nel seno della Chiesa in forma di preghiera e letture pubbliche delle Sacre Scritture, dando origine ad una delle prime strutture letterarie in volgare, la lauda, sorta in area umbro-toscana, come dimostra l’opera di Jacopone da Todi, ma sviluppatasi anche al Nord, di cui è esemplare Bonvesin da la Riva col suo libro delle “Tre scritture”.

Lingua: Italiano
Pag. 11-21
Etichette: Letteratura religiosa, Letteratura medievale, Letteratura in volgare, Poesia, Prosa, Critica letteraria, Origini, Trecento,

Autore/i articolo: ERMINIA ARDISSINO
Titolo articolo: Riscritture del ‘Pater noster’ nel Rinascimento (Fregoso, Ancarano, Campanella)

Nel successivo intervento dal titolo “Riscritture del ‘Pater noster’ nel Rinascimento (Fregoso, Ancarano, Campanella)”, Erminia Ardissino si sofferma sulla fondamentale preghiera dei cristiani, l’unica insegnata da Gesù in persona, come testimoniato dai Vangeli di Luca e di Matteo, seppure in forma leggermente diversa l’una dall’altra, e che è divenuta quasi regola di base per ogni buon credente, ricordata anche dai più celebri scrittori e poeti cattolici, a partire da Tertulliano fino ad arrivare, attraverso la lettura di Dante e Petrarca, al nostro contemporaneo Caproni, ma in particolare oggetto di riscrittura e rielaborazione da parte degli autori del Rinascimento italiano, Fregoso, Ancarano e Campanella, appunto, che hanno reinterpretato, a seconda della propria personalità, in modo diverso la stessa preghiera.

Lingua: Italiano
Pag. 23-40
Etichette: Letteratura religiosa, Religione, Chiesa, Poesia, Prosa, Opera, Autore, Critica letteraria, Rinascimento, Cinquecento,

Autore/i articolo: ANDREA GRASSI
Titolo articolo: La poesia religiosa del giovane Marino: alcuni appunti sulle modalità di riuso della Bibbia nelle “Rime Sacre”

Nel saggio “La poesia religiosa del giovane Marino: alcuni appunti sulle modalità di riuso della Bibbia nelle ‘Rime sacre’ ” Andrea Grassi rileva come anche il massimo poeta del Barocco presenti, nella sua produzione lirica, ovvero sia in alcune sezioni della “Rime”, sia nella terza parte della “Lira”, un versante rivolto al sacro, fino ad arrivare ad un vero e proprio poema religioso, intitolato “La strage degli innocenti”, uscito postumo, che tuttavia testimonia l’attenzione che Marino ha dedicato alla materia religiosa, nonché alla dimensione liturgica, come si evidenzia dalle sue “Divozioni”, proponendosi quindi non soltanto come poeta laico, ma anche come oratore sacro, secondo quanto ha evidenziato lo studioso Alessandro Martini. Ad esempio, nelle “Rime sacre” trionfa la rappresentazione della vita di Cristo, anche nei momenti cruciali della sua Passione, attingendo sia ai Vangeli, sia al Vecchio Testamento, da cui emergono le figure essenziali della Vergine, di Giuda, di Lucifero il tentatore, anche mediante i personaggi mitologici di Ero e Leandro, appartenenti all’inesauribile tesoro della tradizione classica.

Lingua: Italiano
Pag. 41-57
Etichette: Marino Giovan Battista, Opera, Poesia, Prosa, Religione, Letteratura religiosa, Critica letteraria, Barocco, Seicento,

Autore/i articolo: CHIARA COPPIN
Titolo articolo: L’invocazione a Dio: dall’oratorio del Settecento all’opera lirica dell’Ottocento

In “L’invocazione a Dio: dall’oratorio del Settecento all’opera lirica dell’Ottocento” Chiara Coppin indaga sulla presenza di invocazioni a Dio, di suppliche, di richieste d’aiuto e professioni di fede nella produzione operistica a cavallo dei due secoli, come rilevato altresì da diversi critici in varie opere melodrammatiche, come ad esempio nel “Flauto magico” di Mozart, nella “Medée” di Cherubini, nel “Lucio Silla”, ancora di Mozart, ponendo quindi l’opera lirica in continuità con l’oratorio, che è caratterizzato dalla presenza di invocazioni e implorazioni a Dio e a cui hanno dato maggiore contributo Apostolo Zeno e Metastasio. Il primo viene considerato l’autore di un’importante riforma, tesa ad indirizzare l’oratorio verso la drammatizzazione del singolo episodio biblico, tratto soprattutto dall’Antico Testamento, come si può notare nelle sue “Poesie sacre drammatiche”, che la studiosa analizza minutamente; mentre l’oratorio metastasiano divenne fonte di ispirazione per poeti e musicisti, tra cui Cimarosa, Rossini e Donizetti, nonché lo stesso Verdi del “Nabucco”.

Lingua: Italiano
Pag. 59-78
Etichette: Metastasio Pietro, Zeno Apostolo, Letteratura religiosa, Poesia, Prosa, Musica, Critica letteraria, Settecento, Ottocento,

Autore/i articolo: FILIPPO FONIO
Titolo articolo: Forme della preghiera nell’opera di Gabriele D’Annunzio, tra archeologia, francescanesimo decadente e patriottismo

Nel saggio di Filippo Fonio intitolato “Forme della preghiera nell’opera di Gabriele D’Annunzio, tra archeologia, francescanesimo decadente e patriottismo”, lo studioso rintraccia nel Poeta Vate la natura performativa del rito cristiano nei suoi vari aspetti, poiché D’Annunzio scrisse moltissime preghiere, sia in modo autonomo, sia inserendole nei suoi scritti narrativi, poetici o saggistici, come si rileva nella disamina che ne fa Fonio, ripartendole in tre tipi di componimenti, quelli a carattere filologico-antiquario e libresco, quelli riferiti allo stile oratorio del francescanesimo decadente dannunziano e quelli concernenti la retorica patriottica e di massa, stili che tuttavia si intersecano tra loro. Della prima componente fa parte il dramma “Le martyre de Saint Sébastien”, in quanto D’Annunzio, per scriverlo, si documentò assiduamente sulla letteratura religiosa medievale, sia francese, sia italiana, con particolare riferimento alle laudi di Jacopone da Todi. Alla seconda appartengono invece le numerose opere, tuttora conservate presso il Vittoriale degli Italiani, riguardanti Francesco d’Assisi, che fornirono lo spunto al romanzo “Il fuoco”, opera in cui il misticismo francescano è molto presente, ma anche a diverse poesie della raccolta “Alcyone”. Alla terza infine pertiene il famoso discorso proferito a Quarto il 5 maggio del 1915, in cui la massa è vista come il Poeta vedeva i pellegrini abruzzesi affollarsi invasati durante le cerimonie religiose, benché stavolta si tratti di un’orazione laica e patriottica, come anche il “Canto della guerra latina” e il “Libro ascetico della giovane Italia”, in cui sono inserite vere e proprie preghiere, che incitano le folle all’azione collettiva di risanare la patria.

Lingua: Italiano
Pag. 79-106
Etichette: D’Annunzio Gabriele, Opera, Poesia, Prosa, Letteratura religiosa, Critica letteraria, Decadentismo, Francescanesimo, Ottocento, Novecento,

Autore/i articolo: FRANCESCA PARMEGGIANI
Titolo articolo: Nel corpo del linguaggio: poesia, preghiera e teatro in Giovanni Testori

Nell’articolo intitolato “Nel corpo del linguaggio: poesia, preghiera e teatro in Giovanni Testori” Francesca Parmeggiani, concentrandosi, più che sulla scandalosa ‘conversione’ dell’autore al cristianesimo, la quale tanto scalpore suscitò negli anni Settanta del Novecento, in seno all’ambiente culturale in cui lo scrittore si trovava immerso, sulla capacità performativa della parola testoriana, che lo portò a riscrivere testi e personaggi biblici, utilizzando i monologhi-preghiera come forma per eccellenza in cui esprimere caratteri, luoghi, silenzi perfino, sottolineando quindi l’importanza di due momenti nella sua opera, ovvero la prima esperienza teatrale seguita alla pubblicazione del “Ventre del teatro” (1968), ossia “Erodiade” (1969), e la seconda trilogia, detta anche degli oratòri e composta da “Conversazione con la morte” (1978), “Interrogatorio a Maria” (1979) e “Factum est” (1981), in cui, come dice la studiosa, si attua una fondamentale “rilettura della tradizione artistica e letteraria occidentale – dall’espressionismo figurativo lombardo ed europeo alla carne macellata di Francis Bacon, dalla lauda drammatica medievale all’oratorio secentesco, dalla tragedia classica a quella shakesperiana e alfieriana, e altro ancora”, per approdare ad audaci tentativi oltre lo sperimentalismo e l’avanguardismo, ovvero pervenendo all’incomunicabilità, ossia sfiorando il ritorno all’accademismo puro, sempre nel nome della suprematicità dell’espressione totale del corpo, della parola.

Lingua: Italiano
Pag. 95-106
Etichette: Testori Giovanni, Opera, Teatro, Dramma, Poesia, Prosa, Letteratura religiosa, Critica letteraria, Novecento,

Autore/i articolo: SILVIA CHESSA
Titolo articolo: Voci della scrittura di Maria Luisa Spaziani

In “Voci della scrittura di Maria Luisa Spaziani” Silvia Chessa si sofferma ad analizzare il rapporto tra poesia e preghiera nell’opera della Spaziani, a partire dalla raccolta poetica “La stella del libero arbitrio” (1986) e dal dramma teatrale, piuttosto poema epico-cavalleresco e sacro in ottave di endecasillabi, intitolato “Giovanna d’Arco”(2000), in cui appunto la parola è preghiera nel suo più alto grado di sviluppo e la poesia è la parola che induce al silenzio, alla meditazione, alla ricerca dell’Assoluto, sacro ed intangibile, un Assoluto che non è Dio, innominato ed innominabile, ma ha alle sue radici l’Orfismo, come nel Rilke dei “Sonetti ad Orfeo” o delle “Elegie duinesi”, dove l’ascolto della parola che proviene dall’alto, come un sublime dono, ovvero l‘ascolto del silenzio, aprono a interrogativi spasmodici, abissali. Così, la Giovanna della Spaziani diventa trasfigurazione e “summa” di tutte le donne, di tutte le eroine di ogni tempo, dea, santa e maga, libera tuttavia di scegliere il proprio destino, di amare e di cercare il rogo per la propria volontà, non per costrizione o condanna, di fare della propria esistenza un canto, una poesia, una preghiera.

Lingua: Italiano
Pag. 107-123
Etichette: Spaziani Maria Luisa, Opera, Poesia, Prosa, Dramma, Letteratura religiosa, Critica letteraria, Novecento,

Autore/i libro/articolo recensito: MARCO SANTORO
Titolo libro/articolo recensito: I Giunta a Madrid. Vicende e documenti
Edizioni: Serra, Pisa-Roma – 2013
Lingua: Italiano
Pag. 127-128
Recensore/i: Francesca Turrisi
Etichette: Editoria, Stampa, Libro, Seicento,

Autore/i libro/articolo recensito: VALERIA GIANNANTONIO
Titolo libro/articolo recensito: Tra angeli e dei. La parabola dell’amore e del sacro nella poesia barocca napoletana
Edizioni: Pensa Multimedia, Lecce – 2012
Lingua: Italiano
Pag. 128-130
Recensore/i: Francesca Favaro
Etichette: Poesia, Amore, Metafora, Parola, Sacro, Barocco, Seicento,

Autore/i libro/articolo recensito: ENZO NEPPI
Titolo libro/articolo recensito: Il Dialogo dei tre massimi sistemi. Le “Ultime lettere di Jacopo Ortis” fra il “Werther” e la “Nuova Eloisa”
Edizioni: Liguori, Napoli – 2014
Lingua: Italiano
Pag. 130-133
Recensore/i: Monica Bisi
Etichette: Foscolo Ugo, Goethe Wolfgang, Rousseau Jean-Jacques, Opera, Poesia, Prosa, Letteratura, Critica letteraria, Settecento, Ottocento, Novecento,

Autore/i libro/articolo recensito: ANTONIO LUCIO GIANNONE
Titolo libro/articolo recensito: Modernità del Salento. Scrittori, critici, artisti del Novecento e oltre
Edizioni: Congedo, Galatina – 2009
Lingua: Italiano
Pag. 133-134
Recensore/i: Luigi Scorrano
Etichette: Letteratura, Poesia, Prosa, Arte, Futurismo, Rivista, Critica letteraria, Ottocento, Novecento,

Autore/i libro/articolo recensito: ALESSANDRO RICCI
Titolo libro/articolo recensito: I colloqui di Elpinti
Edizioni: Edizioni d’Arte di Enrica Dorna, Torino – 2015
Lingua: Italiano
Pag. 135-137
Recensore/i: Giancarlo Pontiggia
Etichette: Ricci Alessandro, Poesia, Opera, Novecento,