Le riviste sostenitrici
Tenzone | 2004 | N. 5
Anno 2004 – Annata: V – N. 5
A cura di Massimo Marini
Titolo articolo: Per un modello della terza rima dantesca: ‘l’autonomia del significante’
Pur non disponendo ancora di prove sufficienti, si ritiene che Dante sia l’inventore dello schema metrico della terza rima. Ciò farebbe di lui un innovatore anche sul piano formale. Luisa Ferretti Cuomo esamina la filogenesi della terza rima a partire dalla storia della metrica italiana, individuando così il debito della terzina dantesca con la canzone, il serventese e, soprattutto, il sonetto. L’articolo si concentra poi sull’ontogenesi della terza rima, spiegando le ragioni profonde che hanno condotto Dante a sviluppare tale struttura dinamica di unità strofiche che si collegano l’una all’altra ad incastro, riducibili a schemi di tre, di quattro e di due versi.
Lingua: ItalianoPag. 11-38
Etichette: Ferretti Cuomo Luisa, Alighieri Dante, Divina Commedia, Terzina dantesca, Analisi metrica, Analisi stilistica,
Titolo articolo: Dante e Averroè: la visione di Dio. Paradiso XXXIII
Analizzando il canto finale del “Paradiso”, Antonio Gagliardi studia il problema del rapporto di Dante con le due maggiori scuole di pensiero del suo tempo: la dottrina cristiano-teologica di San Tommaso e la “nuova filosofia” di Averroè. Un punto in particolare segna la frattura tra teologia e pensiero filosofico: la visione (conoscenza) di Dio da parte dell’uomo in questa vita. Mentre per i teologi tale evento è realizzabile solo dopo la morte, per i filosofi l’uomo vivente, intelletto umano, può conoscere Dio, che è nella sua essenza intelletto. Dante afferma nella Commedia che l’uomo può giungere in questa vita a vedere Dio, ma che per questo non basta il solo desiderio, è necessaria la grazia divina, affermando questa verità “storica” mediante il linguaggio della poesia, reputato falso da teologi e filosofi.
Lingua: ItalianoPag. 39-78
Etichette: Gagliardi Antonio, Alighieir Dante, Averroè, Paradiso, visione,
Titolo articolo: Francesca e Ghismonda
Federico Garabello Sanguineti studia come i mutamenti sociali si riflettano e influiscano sui mutamenti del costume sessuale. Come Auerbach in “Mimesis”, anche Sanguineti mette a confronto le due visioni dell’amore e della sessualità nel “Decameron” di Boccaccio e nel V canto dell'”Inferno” di Dante, assumendo i personaggi di Francesca da Rimini e Ghiselda quali elementi di paragone. Francesca è un personaggio concepito nell’ambito di una morale medievale sessuofobica. espressione di una società patriarcale, mentre Ghiselda è affermazione e riconoscimento della donna come essere sessuale, protagonista e artefice consapevole del proprio destino nell’ambito di una morale anticonformista e antiborghese. L’intera quarta giornata del “Decameron” viene letta come un affresco della vita sessuale e delle tensioni sociali nel XIV secolo.
Lingua: ItalianoPag. 79-104
Etichette: Garabello Sanguineti Federico, Alighieri Dante, Boccaccio Giovanni, Divina Commedia, Decameron, Paolo e Francesca, Ghismonda, Sessualitò, Morale medievale, Società patriarcale,
Titolo articolo: L’indovina Manto e il Limbo dantesco
L’articolo prende in esame il problema dell’ubicazione dell’indovina Manto, figlia di Tiresia, nell'”Inferno” dantesco; questa sembrerebbe trovarsi nella bolgia degli indovini, ma nel XXII canto del “Purgatorio” Virgilio la dichiara limbicola. Il nodo interpretativo viene sciolto concludendo che nella bolgia Virgilio non vede Manto, ma ne prevede il destino finale. La permanenza nel Limbo è infatti una “sospensione” della pena dovuta alla buona fama, ma quella di Manto si rivelerà ben presto essere tutt’altro che una “onrata nominanza”. Evidentemente, le fonti classiche di Dante riportavano notizie contrastanti rigurardo l’indovina e il poeta se ne serve per costruire il duplice destino di Manto, che viene così a rappresentare allegoricamente la profezia da un lato e la divinazione superstiziosa dall’altro.
Lingua: ItalianoPag. 105-152
Etichette: López Cortezo Carlos, Alighieri Dante, Divina Commedia, Inferno, Manto, Limbo, Analisi stilistica,
Titolo articolo: Appunti sulla ‘femmina balba’
I tre sogni purgatoriali di Dante costituiscono una delle strutture più elaborate della “Commedia”, presentandosi uno per ogni notte trascorsa in Purgatorio, in serie novenaria rispetto alla successione dei canti, sempre alla stessa ora, evidenziata da costruzioni anaforiche. Tale profusione di elementi coincidenti consente di ipotizzare che i sogni siano funzionali a predisporre materiali simbolici riferiti al contesto storico esterno, oltre che all’economia testuale interna all’opera. I sogni, come le pale di un polittico, prefigurano la profezia di Beatrice alla fine della cantica, in cui si evoca l’avvento di un imperatore (Arrigo VII) che romperà la perversa alleanza tra la Francia e il papa Clemente V, la “femmina balba” che ammalia Dante nel secondo sogno, il quale aveva disatteso, ingannandole, le aspettative politiche del poeta.
Lingua: ItalianoPag. 153-170
Etichette: Palma Maurizio, Alighieri Dante, Divina Commedia, Purgatorio, Femmina balba, Arrigo, Clemente, Analisi stilistica, Sogni purgatorio,
Titolo articolo: Fingo ergo sum. Elementi di teoria poetica della modernità. Lettura del canto XXVI del Purgatorio
Il dialogo tra Dante e Guinizzelli, reputato il fondatore in Italia della moderna poesia d’amore, assume agli occhi di Raffaele Pinto il carattere di scritto programmatico, teso a enunciare i canoni del “dolce stil novo”. Centrale è il sovvertimento della tradizionale scala graduale continua di perfezioni, al cui primo posto pone la donna anziché l’uomo. Nella cornice dei lussuriosi Dante afferma la funzione redentrice della donna, che innalza al piano metafisico il poeta nello spirito ma anche nella torbida materialità delle passioni. Così anche il primato del volgare,”sermo maternus” e lingua della poesia nuova, rientra nel più generale primato della femminilità. Si fa verità solo ciò che trova corrispondenza emotiva nel soggetto che si esprime, pena la degrazione a vuoto esercizio di retorica.
Lingua: ItalianoPag. 171-212
Etichette: Pinto Raffaele, Alighieri Dante, Guinizzalli Guido, Divina Commedia, Purgatorio, Teoria poetica, Dolce stil novo, Analisi stilistica,
Titolo articolo: Simbología de los números tres y cuatro en la “Vita Nuova”
Nella sua lettura junguiana della “Vita Nuova”, Rosario Scrimieri studia il simbolismo dei numeri tre e quattro nell’opera, visti come trasposizione di fenomeni interni che si verificano nella coscienza. Viene individuato nella “Vita Nuova” un percorso progressivo di integrazione e armonizzazione di funzioni della coscienza superiori e inferiori fino alla soluzione trinitaria, che vede in equilibrio col sentimento le funzioni di intuizione e pensiero mediante una sublimazione tutta interiore della donna amata. Da questa fase autoreferenziale, definita “tappa della lode”, resta esclusa la quarta funzione, la materialità terrena. Con la morte di Beatrice il principio di realtà fa irruzione nel mondo interiore del poeta perturbandone gli equilibri, in oscillazione fra soluzione trinitaria e quaternaria.
Lingua: SpagnoloPag. 213-234
Etichette: Scrimieri Rosario, Alighieri Dante, Jung Carl Gustav, Vita Nuova, Analisi psicologica, Analisi stilistica, Trinità, Principio di realtà,
Titolo articolo: ‘Vizi’ danteschi (e loro redentore) in due commenti inediti del Trecento all’ “Inferno”
Massimo Seriacopi prosegue la sua analisi di commenti anonimi del XIV secolo alla “Commedia”. Nel presente articolo prende in esami due commentari del primo canto dell’Inferno rinvenuti presso la Biblioteca Medicea Laurenziana. Lo studio si concentra in particolare sull’episodio della selva e delle fiere, con il successivo sopraggiungere di Virgilio e la profezia del Veltro. Entrambi i commentatori adottano un atteggiamento interpretativo fortemente allegorizzante, ma non mancano di cogliere l’aspetto esemplare dell’opera, tesa a risollevare gli uomini dallo stato di miseria e peccato in cui versano per condurli sulla via virtuosa che porta alla salvezza.
Lingua: ItalianoPag. 235-248
Etichette: Seriacopi Massimo, Alighieri Dante, Divina Commedia, Inferno, Selva oscura, Commenti anonimi, Analisi stilistica,
Titolo articolo: El tormentoso semen de la felicidad
Attraverso l’analisi delle similitudini utilizzate da Dante nell’ottavo canto del “Paradiso” per descrivere i beati del cielo di Venere, l’autore dell’articolo illustra la concezione medievale dell’agire dell’amore nei beati: essi hanno subìto l’influsso dell’astro, ma pèr infusione della grazia divina sono stati capaci di portare tale amore a maggior compimento, determinando un maggiore intensità della luce e del movimento della loro anima nel cielo. Passando in rassegna i beati presentati nel canto in opposizione ai loro consanguinei ed omologhi additati come peccatori, si risalta il contrasto fra chi ha coltivato il “seme della felicità”. la grazia divina dono dello Spirito Santo ad un’anima “ben apparecchiata”, e coloro che, non avendo questa giusta predisposizione, si sono negati a tale grazia disperdendo il seme della felicità.
Lingua: SpagnoloPag. 249-283
Etichette: Varela-Portas de Orduña Juan, Alighieri Dante, Divina Commedia, Paradiso, Amore, Doni spirito santo, Analisi Stilistica,
Titolo articolo: Questione N. 7
La questione è rappresentata dai versi 43-45 del XXII canto del “Purgatorio”. Identificando come fonte del passo l’Apocalisse (10, 9-10) l’autore dell’articolo lascia tuttavia la questione aperta ad ulteriori studi.
Lingua: ItalianoPag. 287-288
Etichette: Carlos López Cortezo, Alighieri Dante, Divina Commedia, Interpretazione,
Titolo articolo: Questione N. 8
In questa proposta di interpretazione dei versi 136-138 del XXVII canto del “Paradiso” si identifica il personaggio nascosto dietro le terzine dantesche in Lampezia, figlia del Sole e sorella di Fetonte, la cui vicenda è narrata nel secondo libro delle “Metamorfosi” di Ovidio (340-365. La lettura allegorica del passo rimanda alla corruzione del popolo quando viene a mancare l’autorità civile e religiosa.
Lingua: ItalianoPag. 289-292
Etichette: López Cortezo Carlos, Alighieri Dante, Divina Commedia, Paradiso, Analisi critica,
Titolo articolo: Questione N. 9
La perifrasi dei versi 22-24 del XXXI canto del “Purgatorio” adoperata da Beatrice si riferisce alla vera felicità, opposta alle false immagini di bene. Si trova un riscontro interpretativo in Boezio.
Lingua: ItalianoPag. 293-294
Etichette: López Cortezo Carlos, Alighieri Dante, Divina Commedia, Purgatorio, Interpretazione,
Titolo libro/articolo recensito: Los gestos en la literatura medieval
Edizioni: Gredos, Madrid – 2004
Lingua: Spagnolo
Pag. 297-299
Recensore/i: Carlos López Cortezo
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