Studi sul Settecento e l’Ottocento | 2023 | N. 18

Anno 2023 – N. 18
Numero monografico: Manzoni lettore del Settecento
A cura di Clara Cardolini Rizzo

Autore/i articolo: Giulia Dell’Aquila
Titolo articolo: Introduzione

Pagine di introduzione al fascicolo monografico “Manzoni lettore del Settecento”

Lingua: Italiano
Pag. 9-21
Etichette: Manzoni Alessandro,

Autore/i articolo: Cecilia Gibellini
Titolo articolo: Manzoni lettore di Alfieri: autoritratto allo specchio o ritratto di un ritratto?

Il contributo prende in esame il sonetto “Capel bruno, alta fronte”, scritto da Manzoni nel 1801 a imitazione ed emulazione dell’autoritratto in versi di Alfieri, rilevando che il poeta sedicenne poteva conoscere quel testo prima dell’edizione Molini delle rime alfieriane, considerata “terminus post quem” per la composizione. L’A. esamina poi una precedente redazione del sonetto finora pressoché ignorata, trascritta da Giambattista Pagani, compagno di collegio del giovane Manzoni. Si analizzano quindi i sonetti-autoritratto di Foscolo e di Manzoni, finora considerati da Gavazzeni e dagli studiosi successivi come interdipendenti, sostenendo l’ipotesi contraria. Infine, si mettono a fuoco, in aggiunta alle diverse sfumature formali e psicologiche tra i tre testi, già illustrate dalla critica, le forti differenze ideologiche fra gli autori ravvisabili specialmente nella chiusa dei sonetti.

Lingua: Italiano
Pag. 25-39
Etichette: Filologia, Intertestualità, Sonetto, Variante, XIX secolo, XVIII secolo, Manzoni Alessandro, Ugo Foscolo, Vittorio Alfieri, Autoritratto, Capel bruno alta fronte,

Autore/i articolo: Francesca Favaro
Titolo articolo: “Conversar con Minerva, e con le Muse”: poeti, antichi e nuovi, nel giovane Manzoni

Prima che la conversazione del 1810 lo induca a respingere immagini e stilemi del classicismo, Manzoni mostra – secondo l’A. -, da giovane poeta, un’ispirazione definibile profondamente meta-letteraria. Dai sonetti ai “Sermoni” sino al poemetto “Urania”, risalente al 1809, tale riflessione si modella e articola nei modi del confronto-dialogo con scrittori svariati. Gli autori a lui coevi – tra i quali spiccano Giuseppe Parini e Vittorio Alfieri – vengono tuttavia presentati da Manzoni, secondo la Favaro, in una prospettiva singolare: con una sorta di capovolgimento della cronologia o, meglio, di azzeramento di differenze e distanze: egli li pone a stretto contatto con i rappresentanti, celebri o meno noti, della tradizione greco-latina. Fatti gravitare fuori dal loro tempo verso un altro tempo, quasi non potessero sottrarsi alla forza attrattiva che la classicità continua a esercitare, i maestri della tradizione letteraria d’Italia si trovano dunque “ricontestualizzati” – rileva l’A. – e chiamati a condividere le polemiche letterarie nel cui agone già si erano cimentati gli antichi. La commistione fra antico e nuovo e, al contempo, la sorprendente naturalezza con cui, entro le visioni in versi del giovane Manzoni, gli autori del XVIII secolo agiscono insieme a poeti dell’antichità millenaria, dimostra come ogni discorso sulla poesia equivalga – conclude l’A. – nella sua sostanza a un “Conversare con Minerva, e con le Muse” alla ricerca di sé.

Lingua: Italiano
Pag. 41-49
Etichette: Classicismo, Classicità greca, Classicità romana, XIX secolo, XVIII secolo, Giuseppe Parini, Manzoni Alessandro, Vittorio Alfieri,

Autore/i articolo: Monica Bisi
Titolo articolo: “Peignez donc uné metaphore qui fournit un tableau à un peintre”. Le postille letterarie di Manzoni a Voltaire

Punto di riferimento per la critica drammatica in Francia lungo tutta la seconda metà del XVIII secolo, i “Commentaires” di Voltaire a Corneille sono oggetto di studio del giovane Manzoni, come la Bisi cerca di dimostrare nel contributo, già durante il soggiorno parigino nei primi anni dell’Ottocento, quando il teatro di ispirazione romantica comincia a riscoprire Corneille e a mettere in ombra le critiche di Voltaire. Le postille manzoniane ai “Commentaires” sarebbero allora il segno – secondo l’A. – di un primo concreto avvicinamento alle opere dell’illuminista francese da parte di un giovane poeta in quegli anni alla ricerca di una via originale e di immagini che parlino alla sensibilità e all’intelletto del fruitore; un poeta già impegnato anche a riflettere sul problema della lingua nazionale, della cui condivisione il teatro è banco di prova. Attraverso l’analisi delle postille e la loro contestualizzazione tra le opere dell’autore, il contributo si propone altresì di indagare il primo affiorare della riflessione manzoniana sulle figure retoriche, originaria premessa delle successive e più mature conquiste sui traslati registrate nel trattato “Della lingua italiana”.

Lingua: Italiano
Pag. 53-65
Etichette: Metafora, Teatro, XIX secolo, XVIII secolo, Corneille, Manzoni Alessandro, Voltaire, Commentaires, Della lingua italiana,

Autore/i articolo: Gianmarco Gaspari
Titolo articolo: Manzoni fra Parini e Gessner. L’idillio, le poesie giovanili, il romanzo

Il punto di crisi della produzione poetica giovanile di Manzoni si colloca tra la fredda perfezione neoclassica dell'”Urania” e il tentativo di abbozzare un poema di argomento storico-civile, “La vaccina”, di cui restano solo testimonianze frammentarie. Il progetto si presentava – secondo l’A. – come la mediazione tra la forma settecentesca dell’idillio, quella che faceva capo alla fortuna europea di Gessner, e un evidente spunto pariniano (“L’innesto del vaiuolo”). Il venticinquenne Manzoni – rileva Gaspari – si ferma davanti a questa soglia, non prima però di aver accumulato, grazie in particolare al magistero di un Fauriel impegnato a discutere i fondamenti teorici del genere-idillio e alle letture di quegli anni decisivi, un formidabile bagaglio teorico, che gli tornerà utile a restituire vitalità all’idillio gessneriano e ad alcuni dei suoi temi più connotati (l’individualizzazione dei personaggi, la moralità dei principii economici, l’aspirazione alla libertà, la nostalgia) nella futura riflessione sul “genere nuovo” del romanzo.

Lingua: Italiano
Pag. 67-87
Etichette: Idillio, Poesia pastorale, Romanzo, XIX secolo, XVIII secolo, Gessner, Giuseppe Parini, Manzoni Alessandro,

Autore/i articolo: Fabio Forner
Titolo articolo: Manzoni lettore di Muratori

Dopo una ricostruzione dello stato degli studi, l’articolo si concentra nella prima parte sull’analisi dei libri con opere di Muratori postillati da Manzoni, per poi passare in rassegna altre opere muratoriane non postillate, ma comunque sicuramente presenti a Manzoni. Nell’ultima parte si propone un confronto fra il trattato “Della filosofia morale” di Muratori e le manzoniane “Osservazioni sulla morale cattolica” per mettere in evidenza le divergenti prospettive dei due scrittori.

Lingua: Italiano
Pag. 89-103
Etichette: Filosofia, Morale, Storia, XIX secolo, XVIII secolo, Ludovico Antonio Muratori, Manzoni Alessandro, Della filosofia morale, Osservazioni sulla morale cattolica,

Autore/i articolo: Carla Riccardi
Titolo articolo: Contro le “Régles”: Manzoni legge Marmontel

Gli “Elémens de littérature” di Marmontel sono di notevole importanza – secondo l’A. – nella preparazione teorica manzoniana, ma anche come modello di struttura saggistica: sono citati per la prima volta per la voce “Règles” nel fondamentale frammento IV, 2, “Delle unità di tempo” dei “Materiali estetici”. Gli “Elémens” furono pubblicati a Parigi nel 1787 come risultato finale di un’attività di critico e di teorico della letteratura portata innanzi sotto l’egida dell’illuminismo e all’interno dell'”Encyclopedie” (tra il 1753-1758) in una serie di voci poi rimaneggiate e completate nella “Poétique francoise” (1763), ampliate nel “Supplément de l’Encyclopédie” (1776-77) e nell'”Encyclopedie métodique” (1782). La copia posseduta da Manzoni – rileva l’A. – presenta alcune postille sui problemi più urgenti per Manzoni tra cui quello delle unità aristoteliche. Il saggio esamina criticamente le voci che Manzoni commenta nella “Lettre à M. Chauvet”.

Lingua: Italiano
Pag. 105-121
Etichette: Letteratura, Teoria della letteratura, XIX secolo, XVIII secolo, Alessandro Manzoni, Aristotele, Marmontel, Elémens de littérature, Encyclopedie,

Autore/i articolo: Rosanna Lavopa
Titolo articolo: Alessandro Manzoni e Francesco Lomonaco: sul lemma “prudenza” nel “Conte di Carmagnola”

Sulla scorta dei più accreditati studi critici su Francesco Lomonaco quale “amico e maestro” di Alessandro Manzoni, si riflette sul lemma “prudenza” presente nel “Conte di Carmagnola”: lemma che, più volte ricorrente nel testo manzoniano in quanto nucleo concettuale dell’opera stessa, rappresenta – secondo l’A. – anche il principio da cui il Lomonaco aveva mosso la sua intera riflessione filosofico-letteraria. Il concetto di “prudenza” – declinato in evidente contrapposizione ai criteri di Ragion di Stato che tra la fine del Cinquecento e il Seicento lo avevano sottoposto ad una torsione semantica – mostra non pochi punti di tangenza con la linea di pensiero dell’illuminista lucano: il principio vichiano del “verum ipsum factum”, la potenza del tempo, la fortuna, la misura delle passioni, la dissimulazione. Accanto alle suggestioni teoriche che le pagine del Lomonaco possono aver sollecitato nell’arte scrittoria del Manzoni non vanno comunque dimenticate – conclude la studiosa – le divergenze di pensiero: si pensi ai toni provvidenzialistici con cui si chiude la tragedia manzoniana.

Lingua: Italiano
Pag. 125-140
Etichette: Fortuna, Lessico, Passione, XIX secolo, XVIII secolo, Francesco Lomonaco, Giambattista Vico, Manzoni Alessandro, Il conte di Carmagnola,

Autore/i articolo: Simone Albonico
Titolo articolo: Manzoni, Parini e Orazio. Sulla struttura dei testi lirici manzoniani

A partire dal riconoscimento di un impianto testuale e discorsivo caratteristico dei testi lirici di Manzoni (“Inni sacri”, “Cinque maggio” e coro dell’a. IV di “Adelchi”), il contributo ne individua una premessa necessaria nelle odi di Parini, che sono però a loro volta inserite in una più ampia linea sette-ottocentesca. Il punto d’origine di tale soluzione si trova infatti – secondo l’A. – nei “carmina” di Orazio, che, come è noto, proprio nel Settecento esercitarono la loro massima influenza sulla tradizione poetica italiana.

Lingua: Italiano
Pag. 141-151
Etichette: Poesia, XIX secolo, XVIII secolo, Giuseppe Parini, Manzoni Alessandro, Orazio, Ugo Foscolo,

Autore/i articolo: Andrea Rondini
Titolo articolo: Violenza, errori, dissimulazione. Alessandro Verri e Manzoni

Il saggio analizza i possibili punti di contatto tra le opere di Alessandro Verri e alcuni testi di Alessandro Manzoni con particolare riferimento al “Fermo e Lucia”. Le dinamiche ricettive si polarizzano attorno a specifici nuclei tematici: la critica reiterata a una concezione eroico-sanguinaria della Storia, il gusto anticonformistico per il ribaltamento delle idee comunemente accettate, la convinzione che i rapporti umani siano retti dalla dissimulazione. Si tratta di nuclei di pensiero sviluppati – secondo l’A. – principalmente negli articoli verriani del “Caffè” e nel romanzo “Le notti romane” e presenti, come sembrano indicare riscontri testuali e analogie di contenuto, sia nella prima stesura del romanzo manzoniano sia nelle opere precedenti.

Lingua: Italiano
Pag. 153-164
Etichette: Storia, XIX secolo, XVIII secolo, Alessandro Manzoni, Alessandro Verri, Fermo e Lucia, Il Caffè, Le notti romane,

Autore/i articolo: Felice Milani
Titolo articolo: Echi di Balestrieri nel romanzo manzoniano

L’A. ricerca nel “Fermo e Lucia” e nella Ventisettana la memoria dell’opera dialettale di Domenico Balestrieri (1714-1780). Secondo Milani, lasciano tracce nel romanzo sia le rime (come le quartine “El Tredesin” e “Sora el Carnevaa”, o il “Sonett sora on induvinell”), sia il travestimento milanese della “Gerusalemme milanese”: quest’ultimo soprattutto laddove si dà qualche affinità di situazione.

Lingua: Italiano
Pag. 165-175
Etichette: Poesia, Romanzo, XIX secolo, XVIII secolo, Domenico Balestrieri, Manzoni Alessandro, Fermo e Lucia, Promessi Sposi, Milano

Autore/i articolo: Anna Maria Salvadè
Titolo articolo: “Come un eroe di Metastasio”. Agnizioni di lettura

Il contributo intende riunire gli elementi utili alla definizione della presenza di Metastasio nell’opera di Manzoni; argomento che, soprattutto in anni recenti, si è prestato – secondo l’A. – a differenti valutazioni, anche per quanto riguarda gli aspetti metrici. Se Manzoni nutre riserve nei confronti del poeta cesareo, come è dichiarato nel “Sermone sulla poesia”, e come è evidente dall’unica citazione diretta del suo nome nel romanzo (nel cap. XXXVII, dove don Ferrante va “a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle”), è anche vero – conclude la studiosa – che il nome del poeta ricorre nell’epistolario e nel trattato “Del romanzo storico”, e che tasselli metastasiani si possono individuare nell’opera poetica, a partire dal giovanile “scherzo” sul canto XVI della “Liberata”, parodiato in forme melodrammatiche.

Lingua: Italiano
Pag. 177-188
Etichette: Melodramma, Parodia, Poesia, XIX secolo, XVIII secolo, Manzoni Alessandro, Pietro Metastasio,