Studi sul Settecento e l’Ottocento | 2021 | N. 16

Anno 2021 – N. 16
Numero monografico: Dante 2021. Tradizione e fortuna
A cura di Clara Cardolini Rizzo

Autore/i articolo: Davide Colombo
Titolo articolo: Introduzione

L’A., in qualità di curatore del fascicolo, ne illustra, dopo una rassegna bibliografica concernente la figura dantesca e la sua fortuna nel tempo, le finalità, la struttura, i contenuti e i parametri critici entro cui questi ultimi si inseriscono.

Lingua: Italiano
Pag. 9-19
Etichette: Dantismo, Dante Alighieri,

Autore/i articolo: William Spaggiari
Titolo articolo: Fra Cesarotti e Bettinelli: gli scritti danteschi di Giuseppe Fossati

Nella seconda metà del Settecento, anche come reazione alle “Lettere virgiliane” di Saverio Bettinelli (1757), che con toni spregiudicati aveva mosso pesanti critiche alla “Commedia”, si infittiscono gli interventi in difesa di Dante. L'”Elogio” dettato nel 1783 da Giuseppe Fossati, col supplemento di una “Lettera sopra Dante” a Ippolito Pindemonte (1801), costituisce senza dubbio, secondo l’A., uno dei contributi più rilevanti di quel periodo, per equilibrio dei giudizi e ampiezza di informazione. Tenendo conto degli esiti del dibattito in corso in Italia e oltralpe, Fossati – rileva Spaggiari – tenta di superare polemiche sterili e di trovare punti di convergenza fra le posizioni di Cesarotti, che fu suo maestro, e di Bettinelli.

Lingua: Italiano
Pag. 23-32
Etichette: Dantismo, XVIII secolo, Dante Alighieri, Giuseppe Fossati, Melchiorre Cesarotti, Saverio Bettinelli,

Autore/i articolo: Guglielmo Barucci
Titolo articolo: La figura di Dante nell’immaginario delle strenne femminili di inizio Ottocento

Le strenne per il capodanno costituiscono uno dei prodotti dominanti nell’editoria ottocentesca; rivolte soprattutto a un pubblico femminile, raccolgono testi di facile lettura e che vanno incontro al gusto e alle mode dominanti. Una tipologia dei testi raccolti nelle strenne è costituita dal racconto, profondamente rielaborato, di episodi della biografia dantesca. Nel saggio se ne affrontano alcuni casi, analizzandone le scelte, le modalità, le fonti e la loro interpretazione, le finalità.

Lingua: Italiano
Pag. 35-46
Etichette: Biografia, Dantismo, Editoria, XIX secolo, Dante Alighieri,

Autore/i articolo: Sandra Carapezza
Titolo articolo: ‘Una melanconia soave e serena’. “Purgatorio V” nei commenti ottocenteschi

La tradizione del commento alla “Commedia” nell’Ottocento è tacciata, secondo l’A., di angusta erudizione (D’Ovidio); ma il XIX secolo vede anche il trionfo delle letterature romantiche e patriottiche dei classici della letteratura italiana e l’opera dantesca offre l’agio – evidenzia la studiosa – a interpretazioni simili. Il canto V del “Purgatorio” presenta spunti differenti (di ordine teologico, strutturale, linguistico, filologico, storico, morale, pedagogico, stilistico) e può perciò essere adottato come campione, a detta della critica, delle diverse modalità di commento che attraversano il secolo. Il saggio prende in esame i commenti di Luigi Portirelli, Niccolò Giosafatte Biagioli, Brunone Bianchi, Luigi Bennassuti, Giuseppe Campi, Giovanni Francesia, Giovanni Andrea Scartazzini e Giacomo Poletto. Dei suddetti commenti, distribuiti tra il 1804 e il 1894, la Carapezza pone in rilievo gli aspetti più significativi nella lettura del canto, affinché emergano elementi di continuità e spinte innovative nella prassi esegetica, condizionate anche dalla funzione didattico-civile di cui è investito il poema.

Lingua: Italiano
Pag. 47-58
Etichette: Commento, Dantismo, XIX secolo, Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio,

Autore/i articolo: Luca Mazzoni
Titolo articolo: Le postille di Vincenzo Monti ai commenti danteschi di Biagioli e Lombardi

Il saggio propone un’analisi delle note che Vincenzo Monti appose ai commenti della “Commedia” di Biagioli e Lombardi. Dopo una breve storia di tali materiali montiani, se ne individuano le caratteristiche, i rapporti con la “Proposta” e le principali linee di tendenza, tutte finalizzate alla comprensione del significato letterale del poema, anche grazie al ricorso a osservazioni lessicografiche o di poetica. Frequenti risultano, altresì, i riferimenti ai classici o alla tradizione letteraria italiana.

Lingua: Italiano
Pag. 61-71
Etichette: Commento, Dantismo, XVIII secolo, Baldassarre Lombardi, Dante Alighieri, Niccolò Giosafatte Biagioli, Vincenzo Monti, Divina Commedia,

Autore/i articolo: Davide Colombo
Titolo articolo: John Taaffe e Ugo Foscolo

Vissuto per diversi mesi a fianco di Byron e Shelley, il poeta e traduttore irlandese John Taaffe ha incontrato, secondo l’A., la sorte di un Max Brod rispetto a Kafka, una figura di secondo piano condannata all’irrilevanza dal confronto col genio. Il suo commento del 1822 ai primi otto canti dell'”Inferno” è, a Suo dire, semidimenticato. Il contributo ne ricostruisce per sommi capi la genesi e la prima fortuna sulla scorta di documenti malnoti (l’autobiografia di Taaffe) o inediti (una lettera di Leigh Hunt). Taafe raccoglie – evidenzia Colombo – la sfida lanciata da Ugo Foscolo ai dantisti, ossia quella di un nuovo metodo, storico e poetico, di commentare la “Commedia”; a sua volta il commento del ’22 induce Foscolo a riflettere sul grado di validazione della base documentaria in rapporto alla cronologia della vita e delle opere di Dante.

Lingua: Italiano
Pag. 73-84
Etichette: Commento, Dantismo, XIX secolo, Dante Alighieri, John Taaffe, Ugo Foscolo, Divina Commedia, Inferno,

Autore/i articolo: Franco Arato
Titolo articolo: Gli studi danteschi nell’età della Restaurazione: Giovanni Marco Ponta

Il padre somasco piemontese Giovanni Ponta (1799-1850) si dedicò con passione agli studi danteschi allestendo un “Orologio di Dante”, con cui volle fissare – riferisce Arato – le coordinate temporali del viaggio immaginario del poeta nell’Oltretomba, e proponendosi di risolvere una serie di nodi esegetici (dall’allegoria del veltro al tema del rapporto tra paganesimo e cristianesimo nella “Commedia”); al centro delle sue riflessioni, l’interpretazione neoguelfa delle idee politiche di Dante, in accordo con il clima della Restaurazione e in polemica con le posizioni di Foscolo. Dalle pagine di Ponta – aggiunge l’A. – prese le mosse l’allievo somasco Giovanni Battista Giuliani, uno dei protagonisti degli studi danteschi di fine Ottocento in Toscana.

Lingua: Italiano
Pag. 87-96
Etichette: Dantismo, XIX secolo, Dante Alighieri, Giovanni Battista Giuliani, Giovanni Marco Ponta, Divina Commedia, Orologio di Dante,

Autore/i articolo: Federica Millefiorini
Titolo articolo: Antonio Stoppani lettore di Dante

Antonio Stoppani, letterato, geologo e geografo dell’Ottocento, oltre ad essere l’autore del “Bel paese”, fu anche grande estimatore e lettore di Dante e autore di un saggio a lui dedicato. Il contributo prende in esame l’opera “Il sentimento della natura e la Divina Commedia” pubblicata nel 1865 (Milano, Tipografia Bernardoni), in occasione del sesto centenario della nascita di Dante e poi ristampata con modifiche nel volume “Trovanti” (1881), che raccoglie varie prose e discorsi dell’abate lecchese.

Lingua: Italiano
Pag. 97-108
Etichette: Dantismo, XIX secolo, Antonio Stoppani, Dante Alighieri, Divina Commedia, Il sentimento della natura e la Divina Commedia, Trovanti,

Autore/i articolo: Angelo Colombo
Titolo articolo: ‘Litigia inter curiam romanam saecularesque principes’. Per la “Monarchia” di Karl Witte (I863-1874)

Il dantista sassone Karl Witte (1800-1883), nel corso della sua feconda carriera, volle dedicarsi, in età avanzata, alla fermatura filologica e allo studio della “Monarchia”, di cui fornì due edizioni, distinte per struttura e di diverso valore (1863-1871 e 1874): la seconda delle quali, in particolare, fu accompagnata da massicci “Prolegomena” che ebbero per obiettivo non soltanto quello di illustrare la ‘constitutio textus’, ma anche di ricollocare il trattato politico di Dante nella cornice delle vicende storiche che ne avevano visto l’ideazione, la diffusione, la stampa, senza ignorare le implicazioni profonde di esso con la nascita e gli sviluppi del protestantesimo europeo (di cui il Witte per educazione e per convinzioni fu personalità di spicco), quanto con le tappe ultime relative alla costituzione del Regno d’Italia e dell’identità nazionale tedesca.

Lingua: Italiano
Pag. 111-121
Etichette: Dantismo, Edizione, Filologia, XIX secolo, Dante Alighieri, Karl Witte, La monarchia,

Autore/i articolo: Francesca Favaro
Titolo articolo: Dante nell’opera di Giuseppe Regaldi

La presenza di Dante nella produzione di Giuseppe Regaldi (1809-1883) è, secondo l’A., costante e ne attraversa sia le liriche sia le prose. Il poema dell’Alighieri – dichiara Regaldi stesso – costituisce, infatti, per lui, insieme alla Bibbia e all”epos’ omerico, un libro irrinunciabile, da frequentare con assiduità, devozione, amore. Il saggio, dunque, propone una disamina di alcune fra le suggestioni che gli scritti di Dante imprimono nelle pagine di Regaldi: lo scrittore novarese non solo – commenta l’A. – trae ispirazione dall’Alighieri per la propria poesia, ma in lui vede un autentico fondatore dell’Italia per la lingua (e la letteratura) che le donò e per l’esemplarità della sua condotta.

Lingua: Italiano
Pag. 125-136
Etichette: Dantismo, XIX secolo, Dante Alighieri, Giuseppe Regaldi,

Autore/i articolo: Massimo Castoldi
Titolo articolo: Nella torre prima del silenzio: Giovanni Pascoli e il canto di Ugolino

Il conte Ugolino della Gherardesca è – rileva l’A. – il solo personaggio della “Divina Commedia” di Dante Alighieri al quale Giovanni Pascoli dedica un saggio e una poesia. Nel saggio, intitolato “Il conte Ugolino”, poi compreso in “Minerva oscura”, Pascoli riconosce la sola vera ragione della dannazione del conte nell’atto disperato, ma bestiale, di aver addentato in punto di morte le carni dei figli. Nella poesia, il poemetto “Conte Ugolino”, Pascoli immagina che la vendetta minacciata da Dante contro Pisa divenga per un momento realtà e le isole della Capraia e della Gorgona vadano a chiudere la foce dell’Arno, poi si scorge il conte Ugolino, ritornato fanciullo, che si tuffa nel mare. Il tema del padre responsabile della morte dei suoi quattro figli e il tema della poesia come sola possibile vendetta contro l’ingiustizia subita si legano – evidenzia Castoldi – col tema famigliare della morte invendicata del padre di Pascoli, che, morendo, nega l’infanzia ai suoi figli e, come Ugolino, li trascina con sé nella tomba. Perciò, nei “Canti di Castelvecchio”, il ricordo del padre assassinato è sempre congiunto – conclude lo studioso – con una remota allusione all’episodio dantesco.

Lingua: Italiano
Pag. 137-150
Etichette: Dantismo, XIX secolo, Dante Alighieri, Giovanni Pascoli, Il conte Ugolino, Il conte Ugolino, Minerva oscura,