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Studi sul Settecento e l’Ottocento | 2020 | N. 15
Anno 2020 – 15 – N. 15
A cura di Clara Cardolini Rizzo
Titolo articolo: Foscolo tra Dante e Alfieri
Il contributo contestualizza storicamente un episodio specifico del dantismo foscoliano: il primo incontro con ‘il padre nostro Allighieri’, raccontato dallo stesso Foscolo all’inizio del frammento intitolato “Della poesia lucreziana”. La lettura autobiografica solitamente proposta per questo passo non ne coglie, secondo l’A., la ricchezza d’implicazioni. Riprendendo alcune indicazioni di metodo fornite da Carlo Dionisotti e integrandole con altre di Giuseppe Indizio e di Carlo Ginzburg, il saggio fornisce, quindi, nuovi documenti sul periodo dalmata di Foscolo, con particolare riguardo per il suo maestro Francesco Gianuizzi. Il frammento permette di scavare con esiti fruttuosi – argomenta lo studioso – in un’area più vasta, tra biografia e cultura letteraria, di quanto non lascino intendere le parole di Foscolo. Il loro significato ultimo è ricondotto al magistero di Vittorio Alfieri, sia per l’immagine che Foscolo vuol dare di sé, sia per la scelta dell’appellativo ‘padre’ riferito a Dante. La risonanza alfieriana dell’appellativo è riscontrata in due testi foscoliani, l’ode “A Dante” e un passo dell'”Ortis”, letti in parallelo al sonetto LIII delle “Rime” di Alfieri.
Lingua: ItalianoPag. 11-25
Etichette: Dantismo, XIX secolo, Dante Alighieri, Ugo Foscolo, Vittorio Alfieri, A Dante, Della poesia lucreziana, Ultime lettere di Jacopo Ortis, Dalmazia
Titolo articolo: La tragedia di Francesca. All’origine dell’interpretazione foscoliana di “Inf.” V
Con i suoi saggi danteschi, pubblicati in Inghilterra tra il 1818 e il 1825, Ugo Foscolo contribuisce alla nascita – evidenzia Invernizzi – di una nuova interpretazione di “Inf.” V, che considera Francesca da Rimini come un personaggio positivo. Foscolo arriva a questo risultato rileggendo la vicenda di Francesca – prosegue l’A. – alla luce dello schema classico della tragedia: il racconto dantesco è costruito per destare nel lettore pietà e terrore, i due sentimenti che la “Poetica” di Aristotele indica come l’essenza del tragico. Questa prospettiva permette di comprendere la forza e l’originalità dell’interpretazione foscoliana, distinguendola dalle letture di gusto romantico di Silvio Pellico e di Francesco De Sanctis.
Lingua: ItalianoPag. 27-47
Etichette: Dantismo, Tragedia, XIX secolo, Dante Alighieri, Francesca da Rimini, Francesco De Sanctis, Silvio Pellico, Ugo Foscolo, Divina Commedia,
Titolo articolo: Le teogonie di Foscolo. Come nasce la bellezza
Cultore della bellezza, da lui intesa, anche nelle sue vesti terrene, come manifestazione di un raggio della luce olimpia che sin da fanciullo vide splendere sul mare greco, Foscolo si mostra, nei suoi versi, un originale interprete di ciò che nella tradizione classica costituisce una teogonia. A caratterizzare Foscolo ‘poeta teogonico’ – rileva l’A. – è infatti la capacità di concentrare la rappresentazione nel momento in cui il divino (essenza di bellezza) si palesa. Le teogonie foscoliane, pertanto, secondo la Favaro, non sono ricapitolazione di mitiche genealogie, ma un’illuminazione, tesa a cogliere il sorriso degli dei nell’istante del suo subitaneo e incandescente nascere e apparire. Il contributo illustra alcune forme assunte dalle teogonie foscoliane e le strategie espressive mediante le quali il poeta traspone e realizza il tema teogonico nella misura breve della lirica (o del frammento).
Lingua: ItalianoPag. 49-60
Etichette: Bello, XIX secolo, Ugo Foscolo,
Titolo articolo: Gli articoli di Ludovico di Breme sul “Conciliatore”: una strada pedagogica verso una nazione europea
Ludovico di Breme (1780-1820) – esordisce l’A. – è una delle personalità più attive nella Milano di primo Ottocento, non solo per gli incarichi culturali, sociali e politici che ha ricoperto durante la sua breve vita, ma soprattutto per l’impegno morale e pedagogico assunto di fronte al delicato passaggio tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. L’esperienza giornalistica del “Conciliatore”, fondato e diretto insieme a un gruppo di amici quali Pellico, Borsieri, Berchet, dimostra ampiamente, secondo la studiosa, le sue doti di educatore verso gli albori di una nuova era.
Lingua: ItalianoPag. 61-77
Etichette: Educazione, Nazione, Pedagogia, Romanticismo, XIX secolo, Ludovico di Breme, Conciliatore,
Titolo articolo: Spigolature tra le similitudini dantesche riconfigurate nei “Promessi sposi”
Il saggio illustra anzitutto risonanze della selva di “Inf.” I e della bolgia dei barattieri. Certe esplicite allusioni a Dante hanno, secondo l’A., carattere burlesco: la paura provata da don Abbondio salendo al ‘castellaccio’ è pari alla paura di Dante in quella bolgia. Fino al 1815 Manzoni, infatti – argomenta la Riccobono – , aveva considerato Dante vero patriota, in seguito l’Alighieri gli appare un fautore dell’oppressione germanica, non dell’indipendenza italiana. La studiosa esamina poi un campione di similitudini dei “Promessi sposi” in cui è impressa la memoria poetica della “Commedia”, come coscienza riflessa o come coscienza spontanea. Sono distinti i sintagmi a carattere discorsivo da quelli a carattere intertestuale. Si nota come singole similitudini o metafore complesse della “Commedia” diano luogo talora a una serie di figure manzoniane da cui si sprigiona una sorta di sovrasenso simbolico.
Lingua: ItalianoPag. 79-92
Etichette: Similitudine, XIX secolo, Alessandro Manzoni, Dante Alighieri, I promessi sposi,
Titolo articolo: Alcune note su Mario Pieri e le sue “Memorie”
Letterato mediocre, uomo ambizioso, ma di scarso talento, Mario Pieri ha lasciato, secondo Angelo Fabrizi, nelle sue “Memorie” una preziosa miniera di notizie di ogni tipo rappresentando la vita quotidiana e i ceti sociali delle città venete nel primo Ottocento con immediatezza e in una prosa godibile. Le “Memorie” fanno conoscere – continua lo studioso – le molteplici tendenze culturali venete, non riconducibili semplicemente alla città culturalmente egemone (Milano). Nel contributo si offrono tracce di lettura dal secondo dei nove volumi delle “Memorie”.
Lingua: ItalianoPag. 95-99
Etichette: Cultura, XIX secolo, Mario Pieri, Memorie,
Titolo articolo: Le “Osservazioni critiche” di Giusto Fontanini al “De ingeniorum moderatione” di Lodovico Antonio Muratori. Primi appunti e nuovi documenti
Valendosi di un manoscritto trevigiano finora ignoto agli studiosi e di vari documenti epistolari inediti dell’Archivio muratoriano, il saggio, di taglio filologico-erudito, accerta la cronologia e il contesto originario in cui Giusto Fontanini (1666-1736), il più accanito tra gli avversari di Lodovico Antonio Muratori (1672-1750), ebbe a stendere le sue “Osservazioni critiche” al “De ingeniorum moderatione” (1714), il più significativo tra i lavori del ‘riformismo’ religioso muratoriano.
Lingua: ItalianoPag. 103-121
Etichette: Erudizione, Filologia, XVIII secolo, Giusto Fontanini, Ludovico Antonio Muratori, De ingeniorum moderatione, Osservazioni critiche,
Titolo articolo: Una polemica letteraria – in lingua toscana, milanese e latina – agli esordi della poesia di Domenico Balestrieri
Domenico Balestrieri, ventiduenne, viene coinvolto in una polemica con Pietro Antoniani e Antonio Silva. Il saggio pubblica lettere e poesie inedite relative alla polemica, raccolte in un manoscritto conservato nella biblioteca di Trino Vercellese, dove furono trasportate dall’Irico, dottore della biblioteca Ambrosiana e accademico Trasformato, nominato, nel 1761, prevosto di Trino.
Lingua: ItalianoPag. 123-133
Etichette: Epistolario, Filologia, Inedito, Poesia, Polemica, XVIII secolo, Antonio Silva, Domenico Balestrieri, Pietro Antoniani,
Titolo articolo: Foscolo moralista. La paternità riconosciuta di una denuncia penale contro il gioco d’azzardo
Si accredita l’attribuzione a Ugo Foscolo di una denuncia penale dal poeta stesso presentata nel 1797 al Commissariato di Polizia del sestiere di San Marco contro alcuni giocatori d’azzardo. Si trascrive in versione integrale, filologicamente corretta, il testo del verbale dell’operazione compiuta dagli agenti di Polizia. La solerzia di questi è da ascrivere – rileva Raggi – anche alla notorietà pubblica del denunciante, membro di spicco della “Società di Pubblica Istruzione” nonché particolarmente vicino ai vertici statuali in quanto coredattore dei verbali delle sedute pubbliche, private e segrete della Municipalità provvisoria.
Lingua: ItalianoPag. 135-140
Etichette: Etica, Filologia, Gioco, XIX secolo, Ugo Foscolo,