Studi sul Settecento e l’Ottocento | 2016 | N. 11

Anno 2016 – N. 11
A cura di Clara Cardolini Rizzo

Autore/i articolo: VITTORIA ORLANDI BALZARI
Titolo articolo: L’anglomania di Alessandro Verri

La passione di Alessandro Verri per la cultura britannica è il tema al centro del contributo. L’A. si sofferma sul fascino esercitato dal mondo inglese nei confronti dell’artista settecentesco, partendo dal soggiorno verriano a Londra dal 9 dicembre 1766 all’11 febbraio 1767. Tornato in Italia, tale fascino si espresse nella traduzione di opere shakespeariane, nella redazione del romanzo “Notti romane al sepolcro degli Scipioni”, nell’attività commerciale avviata in ambito editoriale rivendendo in Italia libri inglesi e importando a Londra testi italiani. Nella capitale continuò a frequentare i britannici derivando dagli stessi un certo interesse per l’arte antica, che, con dedizione, iniziò a coltivare: ‘Alessandro Verri, fin da quando ebbe modo di dimostrare la propria indipendenza intellettuale, fu attratto dalla cultura e dall’ambiente anglosassone, vera ispirazione di libertà e progresso positivo. […] Oso ipotizzare che se questo viaggio oltremanica non fosse stato intrapreso, difficilmente il Verri avrebbe avuto modo e desiderio di abbandonare il tetto paterno, ostile ma sicuro, per avventurarsi nel mondo e cercare la propria strada’, asserisce l’A.

Lingua: Italiano
Pag. 11-22
Etichette: Verri Alessandro, Settecento, Commercio librario, Cultura, Traduzione, Inghilterra,

Autore/i articolo: FRANCESCA FAVARO
Titolo articolo: ‘Con attica eleganza’: il sentimento della bellezza nel romanzo verriano “Le avventure di Saffo poetessa di Mitilene”

Il saggio propone una disamina del romanzo “Le avventure di Saffo poetessa di Mitilene” di Alessandro Verri focalizzando l’attenzione su un tema: la percezione del bello per cui ‘pare lecito definire [l’opera] neoclassic[a sebbene, nella stessa], Saffo [sia] il personaggio meno neoclassico, e maggiormente classico’. ‘Esso – spiega l’A. – non solo costituisce l’asse portante della vicenda, ma si irradia nel romanzo ora grazie a vasti quadri, ora grazie al tratteggio di miniaturistici cammei, ora grazie a tenui, preziosi arabeschi accennati in punta di penna’. Secondo la Favaro, diverse immagini artistiche intervengono nell’istante di rivelazione della bellezza fungendo da cornice allo stesso e contribuendo a fissare l’attimo tanto nell’animo di chi lo vive quanto nella mente di chi legge: ‘il romanzo che esplora in molteplici pieghe e sfaccettature il vastissimo mistero costituito dalla bellezza può essere letto anche lungo la filigrana di un implicito confronto con le arti. […] Entro il neoclassico tentativo di emulazione stilistica spicca però, con esso contrastando, l’animo dell’eroina, Saffo, che ad ogni compostezza si contrappone per intensità reattiva e ombre perturbanti’

Lingua: Italiano
Pag. 23-38
Etichette: Verri Alessandro, Settecento, Romanzo, Bello, Estetica, Saffo,

Autore/i articolo: GIULIA DELL’AQUILA
Titolo articolo: Il teatro ‘regolato’ di Niccolò Amenta

La commedia cinquecentesca torna alla ribalta nei primi anni del Settecento con Niccolò Amenta, ‘giurista di professione e letterato per vocazione’. Egli scrisse sette commedie (“La Gostanza”, “Il Forca”, “La Fante”, “La Somiglianza”, “La Carlotta”, “La Giustina”, “Le Gemelle”) discostandosi dai modelli secenteschi e marinisti e accostandosi a quelli toscani tradizionali in accordo con il suo dichiarato e manifesto purismo, che si esprime oltre che nella ‘riforma del teatro’ anche nel ‘disciplinamento linguistico’: ‘L’Amenta affida alle commedie che compongono il suo corpus teatrale il compito di rinverdire i fasti della commedia regolare cinquecentesca, scolorando il più possibile i tratti di una scena che privilegia il dramma di derivazione spagnola e appare fortemente connotata in senso barocco’. Tuttavia, secondo l’A., ‘anche in quella pedissequa ripresa della commedia regolare – così appesantita dal tanfo della biblioteca e delle vecchie carte e perciò così poco realistica – si scorge quantomeno l’aspirazione al cambiamento, che assai più compiutamente tenterà di realizzare Goldoni’.

Lingua: Italiano
Pag. 41-53
Etichette: Amenta Niccolò, Settecento, Teatro, Commedia, Tradizione,

Autore/i articolo: PIER ANGELO PEROTTI
Titolo articolo: Onomastica manzoniana

L’A. riprende ed integra un tema a lui caro già affrontato in un contributo di circa vent’anni fa (“I nomi dei personaggi nei “Promessi sposi””, in “Critica letteraria”, n.97, 1997, pp.637-650): l’onomastica nel “Fermo e Lucia”, prima redazione dei “Promessi sposi”. Il Perotti considera i nomi di alcuni personaggi e la loro evoluzione (conservazione, eliminazione o trasformazione) nel corso delle diverse edizioni del romanzo, ossia il ‘lavoro anche di mutamento dei nomi dei personaggi nella revisione (o piuttosto rifacimento) della prima stesura del romanzo’. Partendo dalla distinzione dei personaggi dei “Promessi sposi” in tre categorie (‘quelli che hanno nome e cognome; quelli indicati col solo nome; quelli designati col solo soprannome’), rileva non solo modifiche onomastiche, ma anche professionali, ossia di ruoli e mansioni: ‘La prima redazione dell’opera – conclude l’A. – è un work in progress, non privo di pentimenti e rielaborazioni, in attesa di quella crisi letteraria che portò l’autore a rifare completamente il romanzo nella ventisettana, e poi, con modifiche esclusivamente formali, nella versione definitiva’.

Lingua: Italiano
Pag. 55-67
Etichette: Manzoni Alessandro, Promessi sposi, Ottocento, Onomastica,

Autore/i articolo: MASSIMO COLELLA
Titolo articolo: ‘Monumento sì splendido di una letteratura veramente nazionale’. Pier Alessandro Paravia lettore di Dante, con documenti rari

Il contributo considera la produzione critica di Pier Alessandro Paravia (Zara, 1797 – Venezia, 1857) su Dante Alighieri. L’A. evidenzia le capacità interpretative del letterato, ‘la visione, cioè, propria di un critico raffinato ed ermeneuticamente attrezzato, capace di fornire risposte talora personalissime alla decodifica delle terzine dantesche’ al punto tale da spingersi su un terreno propriamente filologico nella “Nota sopra un verso di Dante ed uno del Berni”. Inoltre, Colella riconosce a Paravia il merito di aver individuato nel poeta toscano uno ‘straordinario exemplum di poesia, di impegno e di umanità’: ‘il profilo di Dante uomo e scrittore assurge, nella riflessione e nell’insegnamento paraviani, in sostanziale consonanza intellettuale, culturale ed ideologica con le linee portanti della temperie risorgimentale, ad exemplum altissimo di encomiabile èthos’.

Lingua: Italiano
Pag. 69-89
Etichette: Paravia Pier Alessandro, Ottocento, Critica letteraria, Alighieri Dante,

Autore/i articolo: MICHELA TOPPANO
Titolo articolo: Tracce, incontri e scontri nelle “Confessioni di un italiano” d’Ippolito Nievo e nei “Vicerè” di Federico De Roberto: un approccio comparato e intertestuale

Con modalità comparate e intertestuali, l’A. considera alcuni temi significativi delle “Confessioni di un italiano” di Ippolito Nievo e dei “Vicerè” di Federico De Roberto. ‘Attraverso le tracce nieviane reperibili nel romanzo derobertiano’, la Toppano mostra qual è la posizione del letterato siciliano nei confronti del romanzo storico ottocentesco: ‘Nel corso di quest’articolo cercheremo di rilevare motivi nieviani significativi che riaffiorano nel tessuto testuale dei “Vicerè” al fine di mostrare quali sono gli usi specifici che ne vengono fatti dall’autore siciliano, dal punto di vista ideologico o formale, e quali operazioni vengono attuate per inserire i materiali della fonte nel nuovo contesto’. Il contributo è suddivisibile in due parti: nella prima, l’A. sceglie alcuni passi nieviani e li confronta con altri derobertiani ‘per mostrare qual è il loro esito una volta manipolati da De Roberto con i procedimenti della rifrazione, della geminazione, dell’amplificazione e del rovesciamento’; nella seconda, dimostra che ‘il romanzo nieviano può essere considerato l’incunabolo di tecniche narrative specifiche che vengono approfondite e sviluppate da De Roberto’.

Lingua: Italiano
Pag. 91-101
Etichette: Nievo Ippolito, Confessioni di un italiano, De Roberto Federico, Vicerè, Ottocento,

Autore/i articolo: CARLO RAGGI
Titolo articolo: Un’errata attribuzione guittoniana dal Muratori ai “Vestigi della storia del sonetto italiano” di Ugo Foscolo. Appunti critici

Al centro del saggio la disamina della dedica a Quirina Mocenni Magiotti contenuta nella silloge di ventisette poesie “Vestigi della storia del sonetto italiano” di Ugo Foscolo, edita a Zurigo nel 1816. L’A. individua un errore di attribuzione causato dalla lettura foscoliana del testo “Della perfetta poesia italiana” di Ludovico Antonio Muratori: ‘Nella prima pagina di testo successiva alla dedica compare il sonetto di apertura della raccolta, componimento che, nelle convinzioni di Foscolo, era attribuibile a Guittone d’Arezzo’. […] il Foscolo estrasse certamente questo sonetto, più che dalla propria memoria, da un testo di Ludovico Antonio Muratori, “Della perfetta poesia italiana”‘. Il Raggi rileva, inoltre, una ‘distrazione’ in cui, a Suo dire, ‘sono caduti anche i critici più attenti’: a costoro ‘è sfuggito che tale sonetto, apparso a stampa per la prima volta nel 1527 sotto il nome di Guittone, non compare in realtà nel corpus delle rime di quest’ultimo autore, in quanto fu composto da Gian Giorgio Trissino e pubblicato nelle “Rime” stampate nel 1529’.

Lingua: Italiano
Pag. 105-108
Etichette: Foscolo Ugo, Vestigi della storia del sonetto italiano, Ottocento, Muratori Ludovico Antonio, Della perfetta poesia italiana,

Autore/i articolo: ALFREDO LUZI
Titolo articolo: Leopardi: la lingua, la nazione

L’A. si sofferma sul rapporto che vige, secondo Giacomo Leopardi, tra ‘questione linguistica e questione sociale’, cioè tra la lingua italiana e la cultura della nazione, tra ‘la problematica linguistica e quella politico-sociale dell’unità d’Italia’. Il poeta ottocentesco, secondo Luzi, sviluppa un pensiero ‘sistematico’ – alla stregua della nozione saussuriana di ‘sistema’ – con cui descrive la situazione storico-politica dell’Italia nei primi anni del XIX secolo giungendo a sostenere che ‘l’assenza di unità della nazione ha affidato un ruolo fondamentale nella omogeneità normativa linguistica al primato artistico e letterario svolto tra il quattordicesimo e il sedicesimo secolo da Firenze e dalla Toscana’. ‘Attraverso i riferimenti al mondo classico – precisa l’A. -, il poeta evidenzia il condizionamento sociologico subito dalla lingua in base alla situazione politico-economica della capitale di un paese e del suo rapporto con il territorio. Nella dinamica uniformità/varietà si svolge la viscosità della lingua che da una parte tende costantemente a variare e dall’altra, soprattutto in connessione con certe condizioni sociali, assume una certa omogeneità, una forma stabile’.

Lingua: Italiano
Pag. 109-114
Etichette: Leopardi Giacomo, Lingua, Nazione, Ottocento, Zibaldone,

Autore/i articolo: VESNA KILIBARDA
Titolo articolo: Giacomo Chiudina e il Montenegro

Il saggio è incentrato sulla produzione letteraria e di traduzione relativa al Montenegro di Giacomo Chiudina (1823-1900), ‘operatore culturale della costa orientale del Mar Adriatico che, nel corso del XIX secolo, contribuì ad avvicinare il popolo italiano e quelli slavi’. Dopo una breve introduzione in cui sintetizza la biografia di Chiudina, l’A. considera, nell’ordine, le traduzioni del “Serto della montagna” di Petar II Petrovic Njegos, la “Storia del Montenero”, i legami diretti con il Montenegro. Così, dopo una descrizione del lavoro di traduttore svolto da Chiudina, in conclusione del primo paragrafo, l’A. si sofferma sulla posizione della critica a riguardo; nel secondo, invece, rileva le caratteristiche di Chiudina storiografo del Montenegro; infine, nel terzo, discorre sulle relazioni di Chiudina con il Montenegro, evidenziando che ‘non si interruppero fino alla fine della sua vita’ e che Chiudina lo ‘decantava sempre, consigliando a ciascuno di visitare questo nido di falchi e di inginocchiarsi sul Lovcen dinanzi all’immortale poeta’.

Lingua: Italiano
Pag. 115-123
Etichette: Chiudina Giacomo, Ottocento, Montenegro,