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Studi sul Settecento e l’Ottocento | 2014 | N. 9
Anno 2014 – Annata: IX – N. 9
A cura di Clara Cardolini Rizzo
Titolo articolo: Introduzione
Pagine di presentazione del fascicolo che raccoglie contributi di vari autori per il terzo centenario di Domenico Balestrieri (1714-2014).
Lingua: ItalianoPag. 9-11
Etichette: Balestrieri Domenico, Settecento, Ottocento, Novecento, Duemila,
Titolo articolo: “Il figliuol prodigo” di Domenico Balestrieri
Il contributo propone una disamina del “Figliuol prodigo” (1748), poemetto in sestine milanesi di Domenico Balestrieri di cui è riportata la traduzione italiana e, in apparato, le varianti del testo tradito dal manoscritto della Biblioteca Apostolica Vaticana. Il commento è realizzato attraverso il confronto con opere di altri autori: “Pensa innanz e Pensa despoeù” e “Il ritorno d’Asoto, o sia rappresentazione sacra del figliuol prodigo” di Carlo Maria Maggi, “Meneghin a la Senavra” di Girolamo Birago, l'”Asotus” di Joris van Lanckvelt e l'”Acolastus” di Willem de Volder.
Lingua: ItalianoPag. 15-33
Etichette: Balestrieri Domenico, Settecento, Il figliuol prodigo, Poemetto, Dialetto, Milanese, Maggi Carlo Maria, Birago Girolamo, Joris van Lanckvelt, Willem de Volder,
Titolo articolo: ‘Da partutt a guardà dovè se voeur, / godii ona vista, che ve slarga el coeur’. Domenico Balestrieri e le delizie delle villeggiature lombarde
Il contributo esamina alcune poesie in dialetto di Domenico Balestrieri emblema del saldo attaccamento e della strenue difesa dell’idioma meneghino da parte dell’artista lombardo. I testi proposti descrivono i soggiorni di Balestrieri in diverse località della Lombardia, offrendo al lettore scorci paesaggistici dominati dalla quiete e dalla bellezza, immagini di vacanze trascorse nel diletto e nell’ozio, quadri di villeggiature che furono, per Balestrieri, degli esili che gratificarono il suo spirito e i suoi occhi.
Lingua: ItalianoPag. 35-48
Etichette: Balestrieri Domenico, Settecento, Poesia, Lombardia, Dialetto,
Titolo articolo: Sintassi dispositiva e modulazione della dedica nelle “Rime toscane, e milanesi” di Domenico Balestrieri
Il saggio analizza le “Rime toscane, e milanesi” del poeta settecentesco Domenico Balestrieri pubblicate nel corso di sei anni, tra il 1774 e il 1779. Partendo dall’individuazione degli elementi comuni e delle differenze rintracciabili tra i volumi della raccolta, l’A. pone l’accento sui testi proemiali e di dedica – indirizzati a nobili o ecclesiastici amici del Balestrieri – e sulla loro valenza metapoetica: in tali componimenti sono enucleati i temi e giustificate le ragioni alla base delle scelte formali attuate nelle sillogi in conformità con il disegno unitario attribuito dal poeta all’opera.
Lingua: ItalianoPag. 49-61
Etichette: Balestrieri Domenico, Settecento, Poesia,
Titolo articolo: Domenico Balestrieri nei giudizi e nell’opera di Giuseppe Parini
L’A. riflette su Domenico Balestrieri eretto da Giuseppe Parini a ‘exemplum’ della migliore poesia in milanese, insieme a Carlo Maria Maggi, Girolamo Birago e Carl’Antonio Tanzi, nelle pagine delle “Prose. Scritti polemici (1756-1760)”. L’artista settecentesco è emblema della cultura e della lingua lombarda che l’autore del “Giorno” difende, contro quella toscana, nella polemica con Padre Paolo Onofrio Branda. Quando Balestrieri venne a mancare, Parini scrisse per lui anche un’ode saffica, analizzata nel saggio, rimasta incompiuta e tramandata da tre testimoni, uno dei quali autografo.
Lingua: ItalianoPag. 63-71
Etichette: Balestrieri Domenico, Parini Giuseppe, Settecento, Poesia, Padre Paolo Onofrio Branda,
Titolo articolo: L’edizione delle “Rimm milanes” del 1744
Il saggio analizza alcuni testimoni della tradizione delle “Rimm milanes” di Domenico Balestrieri. Rispetto alla copia ‘Sala Foscoliana’ dell’edizione di riferimento, conservata presso la Biblioteca Nazionale Braidense, gli altri esemplari, sebbene stampati tutti, come la ‘Foscoliana’, nel 1744 da Donato Ghisolfi mediante la medesima serie di forme tipografiche, presentano alcune differenze, che l’autore rileva nel contributo.
Lingua: ItalianoPag. 75-83
Etichette: Balestrieri Domenico, Settecento, Rimm milanes, Poesia, Filologia,
Titolo articolo: ‘Te dal numero ancor de’ fidi amici’
Il saggio propone la versione autografa integrale dell’ode composta da Giuseppe Parini per la morte di Domenico Balestrieri e rinvenuta tra le carte manoscritte conservate nel Fondo Pariniano della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Testo rimasto inedito alla morte del poeta, l’ode è l’unico componimento pariniano redatto in occasione della scomparsa di Balestrieri che, in un primo momento, si pensò di inserire nel ‘corpus’ delle “Odi” dell’Edizione Nazionale, ma, in seguito, per rispettare la volontà del poeta che non ne curò mai l’edizione, fu collocato tra le “Poesie varie”.
Lingua: ItalianoPag. 85-89
Etichette: Balestrieri Domenico, Settecento, Parini Giuseppe, Ode, Morte,
Titolo articolo: Domenico Balestrieri e Pasquale Agudio tra estro bernesco e serietà pariniana
Il contributo riporta e analizza alcuni testi inediti di Pasquale Agudio, membro dell’Accademia dei Trasformati e amico di Domenico Balestrieri. Gli scritti testimoniano, difatti, la condivisione di gusti poetici tra i due artisti e le relazioni personali, oltre che professionali, che si instauravano tra i soci del circolo letterario sorto nel capoluogo lombardo nel ’43.
Lingua: ItalianoPag. 93-103
Etichette: Balestrieri Domenico, Settecento, Agudio Pasquale, Accademia dei Trasformati,
Titolo articolo: Balestrieri e Manzoni: cronistoria di un’amicizia
L’A. pone l’accento sulla relazione personale e letteraria tra la scrittrice milanese Francesca Manzoni e Domenico Balestrieri che ricostruisce esaminando la corrispondenza epistolare tra la poetessa e il monaco olivetano Marco Antonio Zucchi. Difatti, Balestrieri era il tramite tra i due scrittori: a Zucchi, prima della stampa, inviava i lavori della Manzoni perché li correggesse. Il contributo è arricchito dalla trascrizione di alcuni dei primi versi in milanese redatti da Balestrieri per la tragedia “Ester” della Manzoni dedicata all’imperatrice Elisabetta Cristina di Brunswick Wolfenbuttel. Nei confronti dell’artista lombarda Balestrieri aveva già espresso la sua ammirazione nella prefazione alle “Lagrime in morte di un gatto” (1741) e la ricorderà anche nelle “Rime milanesi”.
Lingua: ItalianoPag. 105-119
Etichette: Balestrieri Domenico, Settecento, Manzoni Francesca,
Titolo articolo: Parini per un’etica del lavoro
Il saggio individua gli elementi costitutivi dell’etica del lavoro pariniana, passando in rassegna la produzione in versi e in prosa dell’autore settecentesco. Sulla scorta dell’esempio dei lavoratori operosi lombardi e della sua formazione cattolica, Giuseppe Parini concepisce il lavoro, fin dalla sua prima prova poetica, “Alcune poesie di Ripano Eupilino”, come un’attività finalizzata all’utile e che trova nell’amore misericordioso verso il prossimo, che, secondo la visione cristiana, unisce gli uomini con Dio e tra loro attraverso Dio, uno dei suoi valori ancoranti.
Lingua: ItalianoPag. 123-139
Etichette: Parini Giuseppe, Settecento, Lavoro,
Titolo articolo: Baffo in Belli?
Tra le fonti dei “Sonetti” romaneschi di Giuseppe Gioacchino Belli, il saggio annovera la “Raccolta universale” (1789) di Giorgio Baffo, sebbene quest’ultimo, come sottolinea l’A., non sia mai nominato dal poeta romano né nei “Sonetti” né altrove. Attraverso un’analisi speculare tra la produzione dei due scrittori, il contributo coglie temi e scelte formali comuni ma anche differenze riconducibili a un diverso sostrato storico e valoriale.
Lingua: ItalianoPag. 141-169
Etichette: Belli Giuseppe Gioacchino, Ottocento, Baffo Giorgio, Settecento, Sonetti, Raccolta universale,
Titolo articolo: Bimbi e ragazzi nei “Promessi sposi”
I fanciulli, insieme agli adulti, sono, secondo l’A., i protagonisti del celebre romanzo ottocentesco. Sebbene molto spesso figure di secondo piano, i bambini sono frequentemente chiamati per nome (Bettina, Menico, Gertrudina, Cecilia, Maria) e, senza dubbio, con la loro presenza, distribuiscono, tra le pieghe e le piaghe pestilenti di una narrazione che spesso assume toni cupi e drammatici, perle autentiche di freschezza, genuinità, autenticità e solarità. L’A. ravvisa nei dipinti fanciulleschi manzoniani dei tratti familiari: alcune di quelle figure sarebbero state ideate dal Manzoni a immagine e somiglianza dei suoi figli.
Lingua: ItalianoPag. 171-187
Etichette: Manzoni Alessandro, Promessi sposi, Ottocento, Bambini,