Le riviste sostenitrici
Studi sul Boccaccio | 2008 | N. 36
Anno 2008 – Annata: XXXVI – N. 36
A cura di Daniela Focetola
Titolo articolo: Ritrovare l’identità perduta: Giovanni di Ser Pietro Compiobbesi copista del “Decameron”
Dalla seconda metà del XIII secolo in poi si diffuse l’abitudine a datare e sottoscrivere i libri manoscritti, modalità che ha finito con l’interessare un numero sempre più crescente di volumi. Sono state avanzate molte ipotesi sulle motivazioni che spingevano alcuni a firmare le copie, ma nessuna di queste sembra essere quella decisiva. In particolare Marco Cursi indaga sulla tradizione manoscritta del ‘Decameron’ caratterizzata da un buon numero di codici sottoscritti che, a loro volta, forniscono importanti informazioni circa “le diverse connotazioni socio-professionali degli scribi”. Esistevano due tipi di copisti e conseguentemente di sottoscrizioni: coloro che operavano ‘per passione’ e coloro che trascrivevano i codici ‘a prezzo’. Tra quest’ultimi spicca la presenza di un copista del ‘Decameron’ la cui identità è rimasta per molto tempo sconosciuta e solo di recente si è giunti a ridargli la sua “identità perduta”. Questa mano (a cui Cursi ha assegnato i codici Parigino Italiano 62 e Barberiniano latino 4057) appartenne a Giovanni di Ser Piero Compiobbesi, famoso notaio fiorentino, nato nella seconda metà del Trecento e appartenente ad una nota casata magnatizia di antica nobiltà.
Lingua: ItalianoPag. 1 – 38
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Trecento, Copista, Manoscritto,
Titolo articolo: “Per certo Donna Fiammetta veggio voi non havere letto gli Asolani del Bembo”. Lettere di dedica e postille nelle edizioni del primo cinquecento dell'”Elegia di Madonna Fiammetta”
Elisa Cursi sottolinea l’importanza dell’apparato paratestuale presente nelle edizioni del primo cinquecento dell’ “Elegia di Madonna Fiammetta”. In particolare la Cursi indaga sulle dinamiche politico-sociali e tipografico-editoriali che si evincono dalle epistole dedicatorie e dalle postille presenti nell’opera boccacciana. L'”Elegia” conobbe, nel corso del XVI secolo, una straordinaria fortuna editoriale e i centri che detengono, in tale periodo, il monopolio della stampa di tale opera sono Firenze e Venezia. Allo stato attuale degli studi e delle ricerche sono emerse quattordici impressioni cinquecentesche di cui l’autrice del saggio fornisce infomazioni tipografiche e soprattutto paratestuali.
Lingua: ItalianoPag. 39 – 61
Etichette: Boccaccio Giovanni, Elegia di Madonna Fiammetta, Trecento, Cinquecento, Dedica, Paratesto,
Titolo articolo: Nastagio degli Onesti (Dec. V,8)
L’ottava novella della quinta giornata del capolavoro boccacciano, quella che racconta l’avventura amorosa del ravennate Nastagio degli Onesti, è tra le più note ed affascinanti tra le cento novelle. Secondo Edoardo Ventura la sua fortuna letteraria si deve non solo per l’architettura della narrazione, per l’argomento accattivante e provocatorio, per la perfezione formale, per la caratterizzazione dei personaggi e per i numerosi echi danteschi, ma anche e soprattutto per l’utilizzo di fonti tra le più suggestive dell’immaginario medievale. La novella si trova magistralmente a metà del Decameron e non a caso ha come tema centrale il “trionfo d’Amore”, riallacciandosi sia alla III giornata, dove il tema dell’amore è presentato nella sua dimensione sensuale, sia alla IV, dove il sentimento amoroso assume i connotati della tragedia. I temi affrontati dal Boccaccio in questa novella – l’amante rifiutato, la donna crudele e sdegnosa, la caccia infernale – risentono di echi e contaminazioni della tradizione orientale e classica, ma anche degli ideali di cortesia tipici della trattatistica d’amore e morale medievale, il tutto inserito sapientemente “con funzione realistica nella contingenza dell’epoca, con richiamo a luoghi concreti e personaggi storici”.
Lingua: ItalianoPag. 63 – 88
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Trecento, Prosa,
Titolo articolo: Boccaccio e il ‘Gouffre de Setalie’
Nel saggio si prendono in esame alcune fonti che furono utilizzate da Giovanni Boccaccio – attraverso la sua sapiente ‘ars combinatoria’ e gusto per la parodia – per la composizione del “Corbaccio”. In particolare l’espressione ‘golfo di Setalie’, presente in molti testi sia di sapore classicheggiante sia in testi ricchi di richiami orientali e medievali, viene ricorata dal certaldese come metafora della vulva femminile; ‘gouffre’ era stato già utilizzato precedentemente per indicare l’organo genitale della donna, motivo ripreso dal Boccaccio per sottolineare metaforicamente la maleficità dell’essere femminile, definita essere malvagio e pericoloso capace di trascinare l’uomo nel vortice della passione.
Lingua: ItalianoPag. 89 – 109
Etichette: Boccaccio Giovanni, Corbaccio, Trecento,
Titolo articolo: Ischiro donatore di forti archi (“Buccolicum Carmen” XVI, 129)
Nella quattordicesima ecloga del “Buccolicum Carmen” Boccaccio immagina un incontro con Olimpia che è la trasfigurazione celeste della figlia defunta Violante. Usher esamina nel saggio il lessico del certaldese nell’ecloga, che risulta ricco di formule letterarie di carattere celebrativo, da cui si evince la solenne allegrezza del padre di fronte alla visione della figlia. Sia la scena che il lessico hanno un sapore vagamente classico e biblico; in particolare il termine ‘Yschiros'(che si trova nell’ultimo verso e che in greco significa ‘il forte’), secondo Usher non rientrerebbe nell’ambito degli studi proto-umanistici di Boccaccio, ma apparterrebbe più propriamente all’ambito semi-liturgico. Il termine ‘Yschiros’, infatti, è uno “degli attributi tradizionali di Dio”, ha una forte valenza dossologica che confermerebbe, pertanto, l’affermazione della fede cristiana contenuta nell’ecloga.
Lingua: ItalianoPag. 111 – 115
Etichette: Boccaccio Giovanni, Buccolicum, Trecento, Ecloga,
Titolo articolo: Dall’ ‘Histoire tragique’ all’ ‘Histoire secrète’: il “De casibus virorum illustrium” di Boccaccio ne “La Catanoise” di Nicolas Lenglet Dufresnoy (1731)
Denise Aricò discute della fortuna delle opere di Giovanni Boccaccio e in particolare l’attenzione si concentra sul “De casibus virorum illustrium”. L’opera conosce uno starordinario successo editoriale e letterario soprattutto fra il XVII e XVIII secolo; la figura di Filippa venne, infatti, ‘riutilizzata’ da Pierre Matthieu nel 1617, ma il riuso più fedele del testo boccaccesco si ritrova in un testo anonimo uscito a Parigi nel 1731 dal titolo “La Catanoise, ou histoire secrète des mouvemens arrivéz au royaume de Naples, sous la reine Jeanne I”, che gli studiosi hanno attribuito all’abate Lenglet Dufresnoy.
Lingua: ItalianoPag. 117 – 153
Etichette: Boccaccio Giovanni, Lenglet Dufresnoy Nicolas, La Catanoise, De casibus virorum illustrium, Trecento, Settecento,
Titolo articolo: Intorno al volgarizzamento delle “Eroidi” di Filippo Ceffi: più domande che risposte
Da studi ed indagini condotte da Maria Gozzi sui volgarizzamenti della IV e V epistola delle”Eroidi” fatte dal Ceffi, emergono forti vicinanze al testo dei mss. Gadd. 71 e Royal I.D. 20 pittosto che all’originale latino, come invece dichiarò lo stesso volgarizzatore. Tale volgarizzamento presenta infatti molte differenze rispetto al testo latino e una nutrita serie di caratteristiche comuni ai due mss. Gaddiano e Royal.
Lingua: ItalianoPag. 155 – 192
Etichette: Eroidi, Traduzione, Epistola,
Titolo articolo: “Se vi piacesse più fatti di Roma…”. “Le Istorie Romane” in ottava rima del ms. XV della Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova e la figura di Cesare nei canti XI – XVIII
Giuliana Carlesso offre una prima analisi de “Le Istorie Romane”, poema in diciotto canti in ottave contenuto in un ms. del XV secolo conservato presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova, e che fino ad oggi non è stato oggetto di studio. Oltre a fornire notizie di carattere generale sull’intero poema, l’autrice del saggio si sofferma in particolare sui canti XI – XVIII e sulla figura di Cesare che di essi è protagonista.
Lingua: ItalianoPag. 193 – 274
Etichette: Le Istorie Romane, Trecento, Quattrocento, Poema, Storia,
Titolo articolo: Quale Binduccio? Analisi delle due edizioni del ‘Libro della Storia di Troia’
La versione dal francese del “Roman de Troie” è stata attribuita – attraverso la sottoscrizione presente nel codice – a Binduccio dello Scelto, che fu definito non un “originale rielaboratore” ma un traduttore letterale e meccanico che eseguiva “con scrupolo il suo lavoro”. Una caratteristica di questa versione – oltre al fatto che è tra le poche dal francese e di cui sia noto il nome del traduttore – è che è giunta integralmente e in una veste pittosto corretta. Alcuni critici hanno creduto di trovare in questa versione ‘la fonte troiana’ del “Filostrato”, ma allo stato attuale degli studi non sono stati trovati “elementi positivi per sostenere l’ipotesi di un legame intertesuale fra la versione di Binduccio e l’opera di Boccaccio.
Lingua: ItalianoPag. 275 – 343
Etichette: Binduccio dello Scelto, Boccaccio Giovanni, Filostrato, Roman de Troie, Traduzione,
Titolo libro/articolo recensito: Il “Decameron”: scritture, scriventi, lettori. Storia di un testo
Rivista: Scritture e libri del medioevo, fascicolo n. 5
Edizioni: Viella, Roma – 2007
Lingua: Italiano
Pag. 345 – 350
Recensore/i: Sandro Bertelli
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Trecento, Prosa, Novellla,
A cura di: C. Stillinger and F. Regina Psaki
Rivista: Annali di Italianistica, fascicolo n.
Lingua: Italiano
Pag. 350 – 354
Recensore/i: Maria Gozzi
Etichette: Boccaccio Giovanni, Critica, Femminismo, Trecento, Novecento,
Titolo libro/articolo recensito: La parola del dolore. Primi studi sulla letteratura consolatoria tra Medioevo e Umanesimo
Rivista: Medioevo e Umanesimo, fascicolo n. 110
Edizioni: Antenore, Roma – Padova – 2005
Lingua: Italiano
Pag. 354 – 357
Recensore/i: Silvia Serventi
Etichette: Letteratura italiana, Trecento, Quattrocento, Medioevo, Umanesimo,
A cura di: A.P. Fukas
Edizioni: Viella, Roma – 2007
Lingua: Italiano
Pag. 357 – 361
Recensore/i: Rossana Vanelli Coralli
Etichette: Medioevo, Trecento, Romanzo,
A cura di: Luciano Rossi, Anne B. Darmstatter, Ute Limacher-Riebol, Sara Alloatti Boller
Rivista: Revue critique de philologie romane, fascicolo n. 2
Edizioni: Edizioni dell’Orso, Alessandria – 2005
Lingua: Italiano
Pag. 361 – 366
Recensore/i: Paolo Rinoldi
Etichette: Novella, Trattatistica,
Titolo libro/articolo recensito: “Il Tancredi”. Modello ed evoluzione della tragedia del Cinquecento
A cura di: S. Morini
Edizioni: Unicopli, Milano – 2004
Lingua: Italiano
Pag. 366 – 373
Recensore/i: Michela Parma
Etichette: Tragedia, Cinquecento,