Le riviste sostenitrici
Studi sul Boccaccio | 2007 | N. 35
Anno 2007 – Annata: XXXV – N. 35
A cura di Daniela Focetola
Titolo articolo: Vittore Branca tra letteratura religiosa e commento al Decameron
A partire dal 1936 fino ai primi anni del dopoguerra, Vittore Branca ha affrontato con impegno e rigore scientifico, tutte le grandi tematiche della sua ricerca: dai cantari al Boccaccio, agli scrittori umanisti e via via fino agli studi sulla letteratura moderna e contemporanea. All’interno di questa miriade di interessi dominano, tuttavia, due costanti: gli interessi dello studioso per la letteratura religiosa medievale e per il Decameron. Durante i suoi studi e le sue ricerche V. Branca scopre un Boccaccio più intimo e spiritualmente più vicino; nello stesso tempo egli si accosta molto alla letteratura francescana e fa della letteratura medievale il fulcro privilegiato del suo lavoro di ricerca.
Lingua: ItalianoPag. 1 – 24
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Trecento, Letteratura medievale,
Titolo articolo: Boccaccio a Yale: i codici conservati presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library (con alcune considerazioni sulla tradizione manoscritta del Filocolo)
Marco Cursi presenta la descrizione di sei manoscritti conservati presso la Beineeke Rare Book and Manuscript Library dell’Università di Yale, contenenti alcune opere di Giovanni Boccaccio tra cui: due frammenti del Decameron, il Filocolo, il Filostrato, il Corbaccio, il De Mulieribus claris e il De Montibus. Nel saggio, tuttavia, l’autore si sofferma in maniera più particolareggiata sulla tradizione manoscritta del Filocolo, individuando al suo interno alcune linee di tendenza. Innanzitutto la distribuzione cronologica dei codici sembra svilupparsi con modalità diversa da quanto rilevato per il Decameron; infatti se quest’ultima opera registra fin dall’inizio della sua apparizione un buon successo di pubblico, il Filocolo, per molto tempo, rimane al contrario un’opera solo per pochi. Inoltre gli studi codicologici dimostrano per il Filocolo la prevalenza del materiale scrittorio cartaceo e, infine, l’analisi delle tipologie grafiche ha evidenziato che il gruppo più consistente è quello dei manoscritti in semigotica, seguito dai codici in scritture umanistiche, invece la percentuale dei testimoni in mercantesca è significativa ma non paragonabile a quella registrata per la tradizione del Decameron.
Lingua: ItalianoPag. 25 – 83
Etichette: Boccaccio Giovanni, Trecento, Manoscritti, Codice,
Titolo articolo: Prime ricerche sugli incunaboli dell’Elegia di Madonna Fiammetta
L’Elegia di Madonna Fiammetta fu tra le opere minori del Boccaccio che godette di maggiore fortuna. Di tale opera, precocemente entrata nel mercato editoriale proprio in virtù della sua fortuna di pubblico, si conoscono cinque impressioni quattrocentesche e moltissime del XVI secolo. La prima delle cinque edizioni quattrocentesche è di ambito padovano e si deve al proto-editore Bartolamio Valdezoco, la cui attività si concentra negli anni tra il 1472 e il 1476. Trattasi di una stampa con formato in quarto, a caratteri tondi di 132 cc. non numerate e suddivise in 14 fascicoli non segnati. La princeps padovana ebbe uno straordinario successo tanto che pochi anni dopo, nel 1480 venne ristampata a Napoli da Francesco del Tuppo. La stampa napoletana di Fiammetta è un esemplare di 121 cc., a caratteri tondi. Dopo questa ristampa, di una nuova edizione si può parlare per un incunabolo privo di note tipografiche conservato presso la BNCF; esso è un in-folio di 80 carte, diviso in 9 capitoli, la cui datazione è compresa tra il 1472 e il 1481. A questa edizione fa capo la ristampa veneziana del 1481 dovuta al tipografo Filippo di Pietro; infine l’ultima impressione quattrocentesca della Fiammetta si ha a Venezia nel 1491 per opera dello stampatore pavese Maximus de Butricis. Si tratta di un’edizione in quarto di 66 cc. identica alle due precedenti.
Lingua: ItalianoPag. 69 – 83
Etichette: Boccaccio Giovanni, Trecento, Incunabolo,
Titolo articolo: Boccaccio, Paolo da Perugia e i commentari ovidiani di Giovanni del Virgilio
Nel saggio si tracciano alcune ipotesi di studio e ricerca sui rapporti tra i commentari alle opere ovidiane di Giovanni del Virgilio e gli studi effettuati sullo stesso argomento da Giovanni Boccaccio ed il suo maestro Paolo da Perugia. Da alcune ricerche è emerso che Boccaccio durante la composizione del suo commento allo pseudo-virgiliano Culex – copiato nel tardo periodo napoletano nella cosiddetta Miscellanea Laurenziana – abbia consultato le Allegoriae del maestro bolognese Giovanni del Virgiliio. Si tratta di un commento allegorico delle Metamorfosi ovidiane, composto tra il 1322 e il 1323 a Bologna, in cui Giovanni del Virgilio offre un’interpretazione dei miti ovidiani, in forma di prosimetro e che avrà grande diffusione nell’Italia centro-settentrionale, a partire dalla seconda del Trecento. Ma la presenza delle Allegoriae di Giovanni del Virgilio a Napoli entro la metà del XIV secolo è confermata anche dall’esame delle glosse fatte alle Satire di Persio da Paolo da Perugia, maestro del giovane Boccaccio. Ma una questione rimane ancora irrisolta: le glosse di Boccaccio e quelle di Paolo da Perugia dipendono per la conoscenza delle Allegoriae di Giovanni del Virgilio dalla stessa fonte, ma al momento non è stato individuato con precisione quale sia questo manoscritto di riferimento.
Lingua: ItalianoPag. 85 – 110
Etichette: Boccaccio Giovanni, Giovanni del Virgilio, Ovidio, Paolo da Perugia, Allegoriae, Metamorfosi, Trecento, Manoscritto,
Titolo articolo: Ipotesi e filigrane per Primasso e per gli abari di Clignì (Decameron I, 7 e X,2)
Valter Leonardo Puccetti presenta nel saggio le sue perplessità e dubbi circa l’ipotesi avanzata dallo studioso Michelangelo Picone – in un suo lavoro sulla settima novella della prima giornata del Decameron – di identificare l’abate di Clignì in Pietro il Venerabile. La prima domanda che Puccetti si pone è “perchè secoli di esegesi decameroniana hanno soprasseduto a formulare l’identikit dell’abate della novella”. Inoltre anche la situazione evocata dalla novella X,2 ricondurrebbe a prima vista sulle tracce di Pietro il Venerabile. Ma a ben vedere la sobrietà di costume e la mitezza caritatevole del santo venerabile risultano incompatibili col ritratto dell’abate presentato nelle due novelle boccacciane.
Lingua: ItalianoPag. 111 – 145
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Trecento,
Titolo articolo: Due maestri del Bocaccio. Il pappagallo e la fenice nel ritratto allegorico della Napoli di Roberto D’Angiò
Nel saggio vengono presi in esame i rapporti fra una lirica di F. Petrarca ed un’altra di G. Boccaccio. Nel 1347 Petrarca inviò un’ecloga latina, l’Argus, a Barbato di Sulmona invitando il giurista che aveva goduto dei favori di Roberto D’Angiò a renderla nota anche ad altri amici napoletani comuni. Poco tempo dopo anche Boccaccio venne a conoscenza della suddetta poesia e ne copiò i primi 70 vv. in uno dei suoi zibaldoni, l’attuale Laurenziano XXIX. Come Petrarca, anche Boccaccio raccolse le sue ecloghe in un Bucolicum carmen che si distingue dall’omonimo corpus petrarchesco per la grafia medievale. In partiolare nella quinta ecloga della raccolta, Silva cadens, il poeta certaldese tentò di imitare il brano centrale dell’Argus in cui viene contrapposta la lieta pace della Napoli di re Roberto agli sviluppi infausti succeduti alla morte del sovrano avvenuta nel 1343.
Lingua: ItalianoPag. 147 – 155
Etichette: Boccaccio Giovanni, Petrarca Francesco, Roberto D’Angiò, Trecento, Umanesimo, Ecloga, Lirica,
Titolo articolo: “Sesto fra cotanto senno” and Appetentia primi loci: Boccaccio, Petrarch and Dante’s poetic hierarchy
Centrato sulla spesso ossessionante questione delle gerarchie poetiche, quali appaiono negli scritti di alcuni sommi poeti italiani (tra i quali spiccano Dante, Petrarca e Boccaccio), l’articolo riferisce di molteplici polemiche che li videro impegnati, spesso con reciproci imbarazzi e reticenze, a cominciare da quella – apparentemente più neutra – del Boccaccio contro Lucano (l’ultimo della “bella scola” dantesca, comprendente pure Omero, Virgilio, Orazio e Ovidio). Le considerazioni da loro svolte relativamente all’ammissibilità di usare il genio poetico come mestiere e sulla forse discutibile nobiltà del vernacolo si intrecciano con l’insistenza circa il carattere sconveniente dell'”appetentia primi loci”. Sullo sfondo si delinea la diffusa, illustre e antica pratica (rituale e retorica) di dare alle fiamme le proprie juvenilia, quasi a “correggere, migliorare o rifinire i testi per combustione”.
Lingua: InglesePag. 157 – 198
Etichette: Alighieri Dante, Boccaccio Giovanni, Petrarca Francesco, Duecento, Trecento, Poesia,
Titolo articolo: La tragica storia di Filippa Catanese: aspetti e forme del “De casibus virorum illustrium” nel seicento
Nella sua “Histoire des prosperitez malheureuses d’une femme cathenoise” Pierre Matthieu presenta la propria personale ricostruzione della storia di Filippa di Catania, letta nel “De casibus virorum illustrium” di Giovanni Boccaccio. L’impianto strutturale e i risvolti ideologici del racconto ricalcano i moduli dell’historie tragique, un genere relativamente moderno visto che si è soliti assegnarne l’anno di nascita al 1559, quando uscirono alcune novelle di Matteo Bandello nella traduzione francese di Pierre Boaistuau. Nel corso del Cinquecento la storia tragica francese continua a mantenersi fedele ad un impianto tripartito, che prevedeva la definzione della legge da rispettare, la sua trasgressione e il castigo che si abbateva sul reo. Nel XVII secolo, invece, nel mutato clima culturale e sociale che si determinò con la reggenza di Enrico IV, la storia tragica evitò i contrasti fra il tragico e il comico a favore dei toni più cupi e fatali della tragedia, riscoprendo la struttura dei recueies ed evitando così i racconti isolati e la cornice boccaccesca. Furono “Les histoires memorables et tragiques de nostre temps” di Francois de Rosset, apparse nel 1619, a consacrare la fortuna secentesca del genere, che proponeva il carattere della brevità e della linearità, ricco di colpi di scena ma privo di azioni secondarie per non disorientare il lettore.
Lingua: ItalianoPag. 199 – 237
Etichette: Boccaccio Giovanni, De casibus virorum illustrium, Trecento, Tragedia,
Titolo articolo: Fortuna letteraria e figurativa della Ghismonda (Dec. IV,1) fra Umanesimo e Rinascimento
Federico Poletti ripercorre la straodinaria fortuna letteraria e artistica della novella boccacciana di Ghismonda, durante tutto il periodo umanistico-rinascimentale. Essa, tradotta in latino e nei diversi idiomi nazionali, si diffuse piuttosto tempestivamente in Europa, imponendola come testo esemplare,vale a dire come fonte d’ispirazione per numerose opere narrative, teatrali e figurative. Nel saggio vengono esaminate le visualizzazioni della Ghismonda nella miniatura fiamminga e nella pittura rinascimentale, nonchè la fortuna letterario-figurativa dell’intero Decameron in Francia, partendo dal codice Vat. Pal. Lat. 1989 della Biblioteca Apostolica Vaticana di Roma, che si presenta come il protitipo di un ciclo illustrativo completo del capolavoro boccacciano. Si tratta di un ms. – realizzato tra il 1414 e il 1419 – contenente la traduzione francese del Decameron ed illustrato con cento miniature, una per ciascuna novella.
Lingua: ItalianoPag. 239 – 302
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Trecento, Umanesimo, Rinascimento, Arte, Novellistica, Pittura,
A cura di: C. Allasia
Edizioni: Edizioni di Storia e Letteratura, Roma – 2006
Lingua: Italiano
Pag. 303 – 307
Recensore/i: Giorgio Forni
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Trecento, Letteratura volgare, Medioevo,
A cura di: Simonetta Mazzoni Peruzzi
Edizioni: Alinea, Firenze – 2006
Lingua: Italiano
Pag. 307 – 310
Recensore/i: Paolo Rinoldi
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Trecento, Medioevo, Rinascimento,
A cura di: M. Bendinelli Predelli
Edizioni: Cadmo, Firenze – 2006
Lingua: Italiano
Pag. 310 – 313
Recensore/i: Camilla Giunti
Etichette: Pucci Antonio, Opera, Trecento, Rinascimento,
A cura di: E. Sandal
Edizioni: Antenore, Roma-Padova – 2006
Lingua: Italiano
Pag. 314 – 317
Recensore/i: Anna Pegoretti
Etichette: Alighieri Dante, Boccaccio Giovanni, Trecento, Medioevo,
Titolo libro/articolo recensito: Vix imitabilis. La Griselda polacca fra letterarura e cultura popolare
Edizioni: Stowarzyszenie Tworcze Artystyczno-Literackie, Krakow-Udine – 2006
Lingua: Italiano
Pag. 317 – 323
Recensore/i: Jadwiga Miszalska
Etichette: Boccaccio Giovanni, Rinascimento, Cultura, Italia, Polonia,
Titolo libro/articolo recensito: Boccaccio’s Heroines. Power and virtue in Renaissance Society
Edizioni: Ashgate, Aldershot – 2006
Lingua: Inglese
Pag. 324 – 328
Recensore/i: Catherine Elizabeth Baxter
Etichette: Boccaccio Giovanni, De mulieribus claris, Trecento, Donna,