Studi sul Boccaccio | 2001 | N. 29

Anno 2001 – Annata: XXIX – N. 29
A cura di Daniela Focetola

Autore/i articolo: PATRIZIA RAFTI
Titolo articolo: “LUMINA DICTIONUM” : INTERPUNZIONE E PROSA IN GIOVANNI BOCCACCIO

Il saggio prende in analisi il testo del “Decameron” nel codice Hamiltoniano 90, la cui autografia annunciata in un primo momento fu poi successivamente negata, per essere riaffermata più tardi con prove solide.Il merito va a studiosi come Vittore Branca e PierGiorgio Ricci, i quali hanno riconosciuto nel manoscritto la paternità boccacciana.La tipologia grafica e l’insieme delle caratteristiche che il manoscritto presenta, ha fatto si che gli studiosi assegnassero la copia del “Decameron” agli anni 1370/1372.Infatti, lo studio dell’interpunzione e della prosa all’interno di questo codice, ha dimostrato che esso si pone nella fase più matura dell’evoluzione grafica del Boccaccio, quindi l’esempio in assoluto più alto della sua produzione in prosa.L’analisi è stata condotta su alcuni campioni del testo, in particolare sono state scelte ed esaminate 15 carte su 110 complessive. Nella fattispecie è stato esaminato il sistema dei segni interpuntivi e la funzione che questi hanno all’interno del testo, tra cui, in particolare, si segnala la netta predominananza del comma, che è il segno ‘portante’ della struttura del testo.Alla fine del saggio c’è un’appendice con delle immagini che riportano alcune carte di manoscritti del “Decameron”.

Lingua: Italiano
Pag. 3 – 66
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Narrativa, Trecento, Interpunzione, Manoscritto,

Autore/i articolo: JONATHAN USHER
Titolo articolo: “DESULTORIETA'” NELLA NOVELLA PORTANTE DI MADONNA ORETTA (DECAMERON VI, 1) E ALTRE CITAZIONI APULEIANE NEL BOCCACCIO

Nell’articolo l’autore evidenzia l’importanza e l’influenza di Apuleio nella produzione letteraria del Boccaccio, offrendo, così, tutta una serie di confronti testuali fra il “Decameron” e l'”Asino d’oro” apuleiano, nonchè varie citazioni dell’autore latino nell’intera prosa boccaccesca.In particolare, per la novella centrale del “Decameron” (VI,1),in cui un cavaliere offre di ‘portare’ madonna Oretta a cavallo,lo studioso Franco Fido ha suggerito un possibile influsso di un episodio di Apuleio, autore, tra l’altro, particolarmente caro al Boccaccio.Nello specifico,Boccaccio riprende dall'”Asino d’oro” di Apuleio l’origine equestre del termine desultor/desultoris, altrove usato da autori latini come metafora per ‘incostante in amore’.Ma oltre a provare la dipendenza della novella di madonna Oretta dall’episodio apuleiano, l’autore evidenzia altri paralleli fra i due autori, dimostrando come Boccaccio attinga profondamente dalla fonte apuleiana.

Lingua: Italiano
Pag. 67 – 103
Etichette: Boccaccio Giovanni, Apuleio, Decameron, Asino d’oro, Narrativa, Trecento, Intertestualità,

Autore/i articolo: GIUSEPPE DI STEFANO
Titolo articolo: IL “DECAMERON” DA BOCCACCIO A LAURENT DE PREMIERFAIT

Il saggio parla delle numerose traduzioni eseguite, durante il regno di Carlo VI, da Laurent de Premierfait,in particolare egli fu autore della prima edizione del “Decameron” in lingua francese.Questi è stato una sorta di ‘meteora’ nel firmamento della traduzione quattrocentesca, anche se tutta la sua produzione resta ancora attualmente inedita, con la semplice eccezione della sua versione del “Decameron” o “Livre des Cent Nouvelles”.Al momento della traduzione,nel 1411 Laurent de Premierfait non era alle prime armi come traduttore, tuttavia la sua esperienza, sino a tale data si era esercitata esclusivamente su testi redatti in lingua latina, ed egli stesso confessò di non possedere a sufficienza il linguaggio fiorentino;così, per colmare questa lacuna Laurente de Premierfait decise di ricorrere ad un collaboratore, il frate Antonio d’Arezzo, cioè qualcuno che conoscesse sia la lingua del Boccaccio che il latino.Infatti il frate gli fornì come testo di lavoro un “Decameron” in lingua latina, divenendo quest’ultima il trait-d’union fra le due lingue volgari.Tuttavia il manoscritto bilingue al quale si riferisce puntualmente Laurent de Premierfait non è stato ritrovato.Tra i quindici manoscritti che attualmente conservano il testo del “Livre des Cent Nouvelles”, il manoscritto Vat. lat.1989 occupa un posto privilegiato, databile tra il 1414 e il 1418, ed è la copia più antica del testo giunta fino a noi, e la cui appartenenza a Laurent de Premierfait è fuori discussione.Quessto codice, tuttavia, è strettamente legato al manoscritto parigino BN fr 129

Lingua: Italiano
Pag. 105 – 136
Etichette: Boccaccio Giovanni, Premierfait Laurent de, Decameron, Narrativa, Traduzione, Trecento, Quattrocento, Lingua francese, Manoscritto,

Autore/i articolo: VITTORE BRANCA
Titolo articolo: SUPPLEMENTI A BOCCACCIO VISUALIZZATO

L’articolo prende in esame l’opera “Boccaccio visualizzato” (pubblicata da Einaudi,Torino, 1999, con 1066 illustrazioni),a cura di Vittore Branca, e alla cui redazione hanno partecipato anche altri autorevoli collaboratori europei e americani.Tale edizione è stata accolta favorevolmente sia dagli studiosi che dal pubblico, tanto che questa si è esaurita in poco più di un anno.Tuttavia la fretta dell’editore di stampare l’opera ha impedito ai curatori una seconda quanto necessaria revisione delle bozze , impaginate per la prima volta con le illustrazioni, così che sono stati evidenziati alcuni errori che vengono indicati nel corso dell’articolo.

Lingua: Italiano
Pag. 137 – 144
Etichette: Boccaccio Giovanni, Trecento, Novecento, Critica letteraria,

Autore/i articolo: ELLEN CALLMANN
Titolo articolo: GINEVRA OF GENOA

L’articolo prende in esame la novella di Ginevra di Genova presente nella seconda giornata del “Decameron” boccacciano.Questo non è un soggetto frequentemente riprodotto nella Firenze del quattrocento.Il solo esempio conosciuto era riprodotto in un quadro presente in un museo ad Edimburgo che rappresentava la prima metà della storia.Tuttavia, recentemente,è stato scoperto un quadro che rappresenta la seconda parte del racconto.Tale dipinto era stato attribuito, in un primo momento, dal Bellosi ad un pittore appartenete al circolo di Giovanni Toscani, che lo identificava col maestro della Crocifissione;ma tale lavoro era lontano per qualità e caratteristiche da questo pittore.Più recentemente, invece, il dipinto è stato attribuito al giovane Beato Angelico.

Lingua: Inglese
Pag. 141 – 143
Etichette: Boccaccio Giovanni, Beato Angelico, Decameron, Trecento, Quattrocento, Pittura, Iconografia,

Autore/i articolo: MARIA GOZZI
Titolo articolo: “FILOSTRATO” E “ROMAN DE TROYLE”

Nell’articolo, Maria Gozzi conduce un’analisi sull’opera “Roman de Troyle”, pubblicata nel 1994 a cura di Gabriel Bianciotto, il quale ha reso più agevole la lettura del testo(rispetto ad altre edizioni), accompagnato da un apparato critico, da un commento e da un ricco volume introduttivo.In quest’ultimo, largo spazio è dedicato ad una serie di ricerche storiche tese, innanzitutto, ad identificare la persona dell’autore e poi, altresì, a precisare il clima culturale in cui nasce tale opera.Per quanto concerne il primo problema, Bianciotto individua l’autore dell’opera nella persona di Louis de Beauveau, vissuto intorno al XV secolo, personaggio legato alle vicende politiche di Renato d’Angiò, il quale svolse un ruolo interessante nel mondo della cultura italiana e francse, grazie alla sua attività letterraria, alla sua passione di collezionista e a suoi atteggiamenti di mecenate.Di tale interessamento al mondo italiano, destinato ad approfondirsi nei secoli successivi, è prova anche “Le roman de Troyle” la cui stesura è da collocarsi negli anni 1454 – 1455.Quest’opera non è altro che una traduzione, più o meno fedele, del “Filostrato” boccacciano.Nel corso dell’articolo,poi,l’autrice mette a confronto i due testi evidenziandone convergenze e divergenze, e, sottolineando come il principale elemento diversificatorte sia costituito dal passaggio dai versi alla prosa.

Lingua: Italiano
Pag. 145 – 185
Etichette: Boccaccio Giovanni, Louis de Beauveau, Filostrato, Roman de Troyle, Poesia, Prosa, Traduzione, Trecento, Quattrocento, Manoscritto,

Autore/i articolo: JONATHAN USHER
Titolo articolo: LATTANZIO FIRMIANO NEL CORBACCIO?

Il saggio conduce una breve analisi sulle ‘influenze’che alcuni scrittori hanno avuto nella composizione del “Corbaccio” boccacciano.In esso il punto principale è costituito dalla visione onirica, in cui l’io-narratore chiuso nella camera sogna di essersi smarrito in una selva oltremondana;e dopo un fortunato incontro con un’anonima guida, la visione si conclude con l’evasione dalla selva e la salita verso una specie di luminoso paradiso terrestre.La palese allegoria del racconto e la forte componete dantesca è stata notata da tutti i commentatori.Tuttavia, Jonathan Usher, suggerisce una fonte supplementare da cui Boccaccio sembra attingere;si tratta di un paio di capitoli del sesto libro delle “Divinae Istitutiones” di Lattanzio, di cui l’autore trecentesco dimostra un’attenta lettura nelle “Genealogie” e nelle “Esposizioni”.Da tutto ciò si evince che, oltre alla sicura influenza dantesca nella composizione del Corbaccio, va comunque riconosciuta e sottolineata la copresenza minore di Lattanzio.

Lingua: Italiano
Pag. 187 – 197
Etichette: Boccaccio Giovanni, Alighieri Dante, Lattanzio, Corbaccio, Decameron, Divina Commedia, Divinae Istituziones, Poesia, Trecento,

Autore/i articolo: MAURIZIO FIORILLA – PATRIZIA RAFTI
Titolo articolo: MARGINALIA FIGURATI E POSTILLE DI INCERTA ATTRIBUZIONE IN DUE AUTOGRAFI DEL BOCCACCIO (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 54-32; Toledo, Biblioteca Capitular, ms. 104-6)

Nell’articolo vengono presi in esame due codici:l’Apuleio Laurenziano e il Dante Toledano, entrambi copiati dal Boccaccio tra il 1350 e il 1355,in cui compaiono, oltre alle sue annotazioni certamnte autografe e alle postille di Bartolomeo Fonzio, alcuni ‘marginalia’ di mano tardo trecentesca che non sembrano riconducibili al certaldese.Tuttavia, nel cotempo e allo stato attuale degli studi, è difficile ricavare dati certi sul luogo e sulle possibili circostanze in cui un annotatore diverso dal Boccaccio abbia potuto apporre ‘marginalia’ nell’Apuleio e nel Dante.I due manoscritti, infatti, sembra abbiano preso strade diverse dopo la morte dello scrittore.Allora si potrebbe ipotizzare che entrambi i codici siano stati annotati da una persona vicina al Boccaccio, quando questi erano ancora sul suo scrittoio, salvo pensare a qualcuno che riuscì a raggiungere i due manoscritti dopo la sua morte e li annotò separatamente.Ma stabilire con precisione chi sia questo personaggio è ancora impossibile dirlo, però che non si tratti del Boccaccio è cosa certa.Tuttavia dall’analisi copmplessiva risulta delineata la fisionomia grafica dell’autore dei ‘marginalia: si tratterebbe di uno scrittore tardo-trecentesco di media-alta cultura, con interessi spazianti dall’ambito classico (Apuleio) al moderno (Dante), e che sa usare diversi tipi di scrittura, mentre lo stile dal punto di vista grafico si configura come personale e fantasioso.

Lingua: Italiano
Pag. 199 – 213
Etichette: Alighieri Dante, Apuleio, Boccaccio Giovanni, Poesia, Prosa, Trecento, Biblioteca Capitular di Toledo, Biblioteca Medicea Laurenziana, Manoscritto,

Autore/i articolo: TERESA DE ROBERTIS
Titolo articolo: RESTAURO DI UN AUTOGRAFO DI BOCCACCIO (con una nota su Pasquale Romano)

Nel codice 2795 della Biblioteca Riccardiana di Firenze si trova riunito, dal secolo XVIII, materiale vario acquistato dai Riccardi già in forma di frammento oppure distaccatosi, senza che fosse più possibile individuarne la provenienza, da altri manoscritti della raccolta.La struttura del codice, formato dagli spezzoni di 12 manoscritti, tutti membranacei e ordinati per formato dal più piccolo al più grande, è rimasta inalterata fino a quando uno dei frammenti (VII, ff.79-111) non è stato ricosciuto come parte del Ricc. 624 e ad esso riunito in occasione di un restauro.Il frammento in questione, interamente di mano del Boccaccio, è costituito da un quadro privo dell’ultimo foglio che non presenta altra numerazione che quella settecentesca comune a tutto il manoscritto.Segue, poi la descrizione della struttura del codice con una serie di tavole che riportano alcuni fogli del medesimo.

Lingua: Italiano
Pag. 215 – 227
Etichette: Boccaccio Giovanni, Duecento, Trecento, Biblioteca Riccardiana di Firenze, Manoscritto,

Autore/i articolo: PAOLA TOME’ MARCASSA
Titolo articolo: GIOVANNI TORTELLI E LA FORTUNA UMANISTICA DEL BOCCACCIO

Nel saggio vengono messi a confronto le opere di due autori, tra loro in realtà molto diversi:il “De Ortographia” di Giovanni Tortelli e le opere latine del Boccaccio.Il primo, non può essere definito semplicisticamente un trattato ortografico, ma rientra a pieno titolo nel dominio di un enciclopedismo erudito di marca squisitamente filologica e critico-esegetica,strumento imprescindibile per ogni umanista che, sul finire del XV secolo si accingesse a commentare testi latini e latinizzazioni greche.Tuttavia l’età di mezzo aveva trasmesso all’Umanesimo un patrimonio non indifferente di trattazioni lessicografiche ampie e compiute, ed in questo ambito si devono ricoscere i debiti nei confronto del Boccaccio erudito. E’ stato condotto, infatti, uno studio sull’organizzazione delle singole voci del “De Ortographia”, e in particolare sui lemmi geografici e mitologici, mettendo alla luce delle interessanti affinità strutturali fra i due autori.Confrontando così il trattato ortografico del Tortelli con alcune opere latine del Boccaccio, in particollare il “De Montibus” e Le “Genealogie”, l’autore del saggio ha voluto dimostrare che il materiale boccaccciano rifuso nel “De Ortogarphia” è molto consistente, e ciò sottolinea la singolare attenzione del Tortelli verso gli atomi di naufragata grecità disseminati nelle opere latine del Boccaccio.

Lingua: Italiano
Pag. 229 – 259
Etichette: Boccaccio Giovanni, Tortelli Giovanni, De Montibus, De Ortographia, Genealogie, Enciclopedia, Trecento, Quattrocento, Umanesimo,

Autore/i libro/articolo recensito: VICTORIA KIRKHAM
Titolo libro/articolo recensito: Fabulous Vernacular. Boccaccio’s “Filocolo” and the Art of Medieval Fiction
Edizioni: The University of Michigan Press, Anna Arbor – 2001
Lingua: Italiano
Pag. 263 – 265
Recensore/i: Attilio Bettinzoli
Etichette: Boccaccio Giovanni, Dante, Ovidio, Stazio, Virgilio, Decameron, Filocolo, Trecento,

Titolo libro/articolo recensito: Approaches to Teaching Boccaccio’s “Decameron”
A cura di: James H. McGregor
Edizioni: The Modern Language Association of America, New York – 2000
Lingua: Italiano
Pag. 265 – 267
Recensore/i: Attilio Bettinzoli
Etichette: Boccaccio Giovanni, Decameron, Narrativa, Trecento, Novecento, Bibliografia, Didattica,

Titolo libro/articolo recensito: The “Decameron” and “Canterbury Tales”: New essays on an Old Question
A cura di: Leonard Michael Koff e Brenda Deen Schildgen
Edizioni: Fairleigh University Press – Associated University Presses, Madison – Teaneck – London – 2000
Lingua: Italiano
Pag. 267 – 269
Recensore/i: Erminia Ardissino
Etichette: Boccaccio Giovanni, Chaucer, Decameron, Canterbury Tales, Trecento,

Autore/i libro/articolo recensito: GIOVANNI BOCCACCIO
Titolo libro/articolo recensito: Decameron
A cura di: Giuseppe Di Stefano
Traduttore: Laurent de Premierfait
Edizioni: CERES, Montréal – 1998
Lingua: Italiano
Pag. 269 – 273
Recensore/i: Gianni Mombello
Etichette: Boccaccio Giovanni, Laurent de Premierfait, Decameron, Traduzione, Lingua francese,