Le riviste sostenitrici
Studi secenteschi | 2014 | N. 55
Anno 2014 – Annata: LV – N. 55
A cura di Carmela Reale
Titolo articolo: Marino, Rinaldi, Achillini, Campeggi, Capponi e altri in una raccolta bolognese per nozze (1607)
Il saggio si occupa della raccolta “Nelle nozze de l’Illustrissimi Signori Marchese Lodovico Fachenetti e Donna Violante di Correggio Austriaca”, che, pur inserita nella produzione bolognese di raccolte collettive per nozze fra l’ultimo ventennio del ‘500 e il ‘600, vi spicca per numero di p.(136) e per il frontespizio inciso da G.L. Valesio su disegno di L. Carracci, oltre che per le firme degli autori (25) dei componimenti (44). La rilevanza dei legami familiari degli sposi e la partecipazione di lui alle accademie dei Gelati e dei Selvaggi giustificano il dispiegarsi di tante forze; la raccolta peraltro influenza quelle immediatamente successive e l’esaltazione degli sposi e delle loro famiglie coinvolge quella della città. Dopo aver considerato la raccolta in questione insieme con quelle Ferdinando Riario-Laura Pepoli e Ercole Pepoli-Vittoria Cibo, Boillet si concentra sulla prima, proponendo per la sua elaborazione il periodo fra fine primavera 1606 e fine inverno 1607, descrivendo il frontespizio, pubblicando in parte e commentando i componimenti. Con particolare attenzione è indicato fra i principali modelli della raccolta Claudiano e se ne studiano i rapporti intertestuali.
Lingua: ItalianoPag. 3-62
Etichette: Marino Giovan Battista, Rinaldi Cesare, Achillini Claudio, Campeggi Ridolfo, Capponi Giovanni, Faberi Lucio, Bartoletti Fabrizio, Claudiano, Fachenetti Lodovico, Violante di Correggio, Carracci Ludovico, Valesio Giovanni Luigi, Composizione per nozze, Acc,
Titolo articolo: Marino e i libertini. L’encomio del re alla prova delle guerre di religione
Definendo il libertinismo come attitudine alla libertà di pensiero e alla libertà personale l’autore nega che Marino sia da considerare libertino, partendo dalle “Brillanti intuizioni” (p.64) di Giorgio Fulco e percorrendo brevemente i successivi approdi di ricerche mariniane. Metlica ritorna quindi alla storia del termine ‘libertino’ dimostrando come Marino ne conosca il significato e lo adoperi senza identificarvisi, ma anzi prendendone le distanze. La libertà rivendicata da lui, fonte peraltro dei guai con l’Inquisizione, non ha nulla di ideologico o di filosofico e brani e dediche delle sue opere, del periodo francese, ma non solo, dimostrano invece l’uso sapiente dei repertori di immagini – Ercole Gallico, Giove Vittorioso sui Giganti (presenti fra gli altri anche in Giordano Bruno e Pierre de Ronsard) -, utilizzate e piegate di volta in volta con diversa calibratura all’esaltazione del dedicatario di turno.
Lingua: ItalianoPag. 63-80
Etichette: Marino Giovan Battista, Bruno Giordano, Ronsard Pierre de, Luigi XIII, Fulco Giorgio, Libertinismo, Guerra, Religione, Dedica, Poesia, Prosa, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: L'”Eromena” di Giovan Francesco Biondi: osservazioni narratologiche e considerazioni critiche
L'”Eromena” si pone come esemplare rispetto al romanzo eroico-galante secentesco, riadattando alcune componenti del poema cavalleresco e nello stesso tempo adoperando con ‘misura’ le sollecitazioni del barocco. Il romanzo, mentre si compiace del lusso, dell’eleganza, della bellezza di ciò che viene descritto, aspira ad attingere un livello filosofico. L’arguzia stilistica appare invece soprattutto nei dialoghi cortesi. L'”Eromena” è caratterizzata dall’equilibrio fra le parti, come dimostra l’attenzione a bilanciare le due ‘storie’ che la narrazione svolge, non senza che storie ‘minori’, fra cui quella del piccolo Coralbo (che sarà protagonista dell’ultimo romanzo di Biondi), vengano inserite nella trama. Quanto al rapporto con i poemi di Ariosto e Tasso, certamente viene adoperata la tecnica della sospensione, ma non propriamente l”entrelacement’, e i punti di contatto sono da rintracciare piuttosto nel piano tematico, anche se è presente la dimensione del disincanto. Non sono da enfatizzare, ma, viceversa, nemmeno da negare le capacità di approfondimento psicologico dei personaggi, sebbene prevalga una certa rigidità, soprattutto nei personaggi negativi.
Lingua: ItalianoPag. 81-104
Etichette: Biondi Giovan Francesco, Eromena, Romanzo, Seicento,
Titolo articolo: Brusoni plagiaire de Loredano. Pour une édition critique de “La forza d’amore” (1662)
Dopo aver discusso il plagio da parte di Girolamo Brusoni del testo dell'”Ercole e Lidia” di Maiolino Bisaccioni, averlo inquadrato nell’ambiente dell’Accademia degli Incogniti e aver richiamato il dibattito sul plagio da parte di alcuni scrittori, in particolare da parte di Scipione Errico, Lattarico si ferma sul plagio attuato da Brusoni nel testo dell'”Ardemia”, edito senza note tipografiche, nei confronti di “La forza d’amore” di Giovan Francesco Loredano, pubblicata postuma nel 1662. I due testi hanno titolo diverso e nessuno prima si è accorto del plagio evidente e quasi totale. Brusoni, noto plagiario, aveva peraltro difeso più volte il concetto di ‘proprietà letteraria’. Loredano riteneva che fosse la scrittura e non la scelta e lo svolgimento di un tema a caratterizzare veramente un testo. Lattarico dopo aver citato i riferimenti ai testi lasciati o meno dai rispettivi autori in altre loro opere, li confronta e indica la tipologia delle varianti, precisandone alcune. Nella prima appendice sono poi riportate le varianti e nella seconda è pubblicata la scena 8 del primo atto dell'”Ardemia”, assente nell’opera di Loredano.
Lingua: FrancesePag. 105-134
Etichette: Brusoni Girolamo, Bisaccioni Maiolino, Loredano Giovan Francesco, Errico Scipione, Ercole e Lidia, La forza d’amore, Ardemia, Accademia degli Incogniti, Plagio, Tragicommedia, Teatro, Seicento,
Titolo articolo: “La ragion perde dove il senso abonda”: “La Catena d’Adone” di Ottavio Tronsarelli
Viene presentata e analizzata la favola boschereccia “La catena d’Adone” di Ottavio Tronsarelli – il cui argomento è tratto dall'”Adone” -, musicata da Domenico Mazzocchi e dedicata a Giovan Giorgio Aldobrandini, mecenate dell’autore. L’opera, rappresentata a Roma nel carnevale del 1626, ebbe successo e fu quindi subito stampata da Corbelletti. Santacroce difende l’attribuzione della partitura musicale a Mazzocchi e, rispetto alla scelta della vicenda dell’opera, richiama l’amicizia fra Tronsarelli e Marino che, tuttavia, proprio per il successo di “La catena d’amore”, non influì negativamente sulle successive committenze dei Barberini al suo autore. Sono quindi pubblicati alcuni passi dell’opera cogliendo le modifiche apportate da Tronsarelli al testo mariniano in direzione di una migliore resa scenica, fino all’epilogo felice della trama, del tutto diverso dal mito, in cui Adone muore, e dalla fedeltà ad esso del poema mariniano.
Lingua: ItalianoPag. 135-153
Etichette: Tronsarelli Ottavio, Mazzocchi Domenico, Aldobrandini Giovanni Giorgio, Marino Giovan Battista, Barberini famiglia, La Catena d’Adone, Adone, Favola pastorale, Poema, Teatro, Musica, Seicento,
Titolo articolo: La formazione della Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia attraverso la corrispondenza di eruditi e bibliofili
Luca Tosin traccia dapprima un percorso biografico di Angelico Aprosio e le vicende legate all’approdo nella sua biblioteca nel convento di Ventimiglia e alla sua successiva collocazione – necessaria per il notevole incremento dei libri – in un edificio appositamente realizzato nel chiostro del convento stesso. Fra i numerosissimi corrispondenti (oltre cinquecento) di Aprosio vengono presi in considerazione autori, eruditi e bibliofili, fra cui Magliabechi, che contribuirono alla formazione della biblioteca e vengono citati numerosi passi di loro lettere. Infine si delineano brevemente le vicende subite dalla biblioteca dopo la morte di Aprosio e la nuova sistemazione novecentesca della raccolta, dopo i danni e i depauperamenti subiti a fine Settecento e nell’Ottocento.
Lingua: ItalianoPag. 157-181
Etichette: Aprosio Angelico, Magliabechi Antonio, Gandolfo Domenico Antonio, Semino Prospero, Hanbury Thomas, Biblioteca Aprosiana, Carteggio, Libro, Biblioteca, Seicento, Settecento, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: “Eruditioni per li cortigiani” di Nicolò Minato: genesi e incidenza di un trattato
Il saggio si occupa dell'”Eruditioni per li cortigiani”, trattato di comportamento di Nicolò Minato, noto per i suoi drammi per musica e oratori. Il trattato è in realtà volgarizzamento delle “Institutiones aulicae” di Eusebius Meisner, a loro volta traduzione latina della seconda parte del “Traicté de la cour” di Eustache de Refuge, peraltro già tradotto in italiano da Girolamo Canini. Dal confronto dei quattro testi, di cui sono anche riprodotti i frontespizi, si evince una linea Meisner-Minato e una Refuge-Canini. Dal punto di vista della storia del teatro d’opera, invece, si colgono nel trattato di Minato spunti tematici interessanti per l’opera veneziana del ‘600; inoltre si comprende come esso si sia rivelato utile per l’autore nella composizione delle sue opere drammatiche, tipologia letteraria che è nel XVI secolo scuola di morale e di comportamento.
Lingua: ItalianoPag. 183-197
Etichette: Minato Nicolò, Meisner Eusebius, Refuge Eustache de, Canini Girolamo, Eruditioni per li cortigiani, Institutiones aulicae, Traicté de la cour, Trattato della corte, Corte, Trattato, Volgarizzamento, Traduzione, Teatro musicale, Seicento,
Titolo articolo: Edizioni ritrovate dell'”Estratto de’ sogni” di Quevedo: la “princeps” veneziana del 1664, la prima edizione milanese del 1671, e altre successive impressioni secentesche (con qualche nota sulla versione italiana)
Pintacuda parte dalla prima versione italiana, condotta su una francese, dei “Sueños” di Quevedo, edita a Venezia col titolo di “Estratto de’ sogni” nel 1664 da Innocenzo Maranaviti, forse pseudonimo di altro non meglio noto letterato, e fa il punto sulle conoscenze di trad. italiane dell’opera quevediana fra seconda metà ‘600 e inizio ‘700. Le sue ricerche permettono ora di attestare come probabile “princeps” l’ed. del 1664, che egli descrive e confronta con quelle del 1670 e del 1675. È poi descritta per la prima volta un’ed. milanese del 1671; seguono il ricordo dell’ed. milanese del 1672 e delle 2 veneziane del 1686 e la descrizione di 2 milanesi, una del 1695 e l’altra s.d., ma da far risalire agli anni ’80 o ai primi ’90 del secolo. Prima di alcune considerazioni conclusive e della disamina della versione di Maranaviti, si accenna all”ed. di Pavia del 1713 e a quella veneziana del 1728. Per tutte le ed. descritte bibliologicamente è posta attenzione all’apparato paratestuale. In appendice sono riportate in sequenza cronologica le descrizioni delle 16 ed. ora note dell'”Estratto”, le dediche delle ed. 1664 e 1671, “Alcune novelle curiose ed erudite” presenti nell’ed. 1728.
Lingua: ItalianoPag. 201-229
Etichette: Quevedo Francisco de, Marinaviti Innocenzo, Estratto de’sogni, Sueños, Traduzione, Edizione, Prosa, Seicento, Settecento,
Titolo articolo: Tre corrispondenti incogniti di Vincenzo Sgualdi
Dopo aver tracciato il profilo biografico dell’abate Vincenzo Sgualdi, nato intorno al 1580, e averne attraversato l’attività letteraria a partire dal 1634, Ceriotti pubblica in appendice le missive inviategli da Pio Muzio fra il 1622 e il 1623 (oltre un frammento di lettera del 1634 ripreso dalla “Bibliotheca Benedictino Casinensis” dell’Armellini); quelle inviate da Bernardo Morando fra 1640 e 1642 e quelle spedite da Giovan Francesco Loredano fra 1640 e 1648. Le lettere di Muzio (non il frammento), in latino, sono precedute ognuna da un riassunto in italiano; le altre da una sintetica indicazione di contenuto.
Lingua: ItalianoPag. 231-257
Etichette: Sgualdi Vincenzo, Muzio Pio, Morando Bernardo, Loredano Giovan Francesco, Carteggio, Accademia degli Incogniti, Prosa, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: Francesco Sparavieri: lettere ad Antonio Magliabechi, bibliotecario di Casa Medici
Mirto introduce la figura del giurista e letterato veronese Francesco Sparavieri e si sofferma sulla polemica fra lui e il padre francescano Francisco Macedo, riportando le testimonianze di Leopoldo de’ Medici e di Enrico Noris e, su qualche opera del giurista, i giudizi di Scipione Maffei e ancora del Noris. In appendice sono pubblicate 29 lettere di Sparavieri a Magliabechi (27 del periodo fra il 1675 e il 1682, 1 del 1684 e 1 del 1693), 2 a Noris del 1676 e 1 a Carlo Roberto Dati del 1675, tutte conservate nel ms. Magl. VIII 553 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Lingua: ItalianoPag. 259-292
Etichette: Sparavieri Francesco, Magliabechi Antonio, Noris Enrico, Dati Carlo Roberto, Macedo Francisco, Carteggio, Seicento,
Titolo articolo: Per la “Presa di San Miniato” di Ippolito Neri
Girotto ferma la propria attenzione sulla figura del medico e poeta empolese Ippolito Neri, sul quale ha steso la voce del Dizionario biografico degli Italiani, e in particolare sul poema eroicomico “Presa di San Miniato”, pubblicato postumo parzialmente nel 1760 e quindi nel 1764; riproposto da ultimo nel 1966 collazionando alcuni manoscritti non autografi e le edizioni settecentesche e ottocentesche. Girotto ha rintracciato e descrive altri due mss. dell’opera, non autografi, conservati nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e segnalati da Adolfo Bartoli e negli “Inventari” di Mazzatinti; uno, in particolare, copiato con ogni probabilità poco dopo la stesura definitiva dell’opera e appartenuto a Ferdinando de’ Medici, primogenito di Cosimo III, per le caratteristiche di ‘esemplare di presentazione’, risulta di sicuro interesse.
Lingua: ItalianoPag. 293-298
Etichette: Neri Ippolito, Magliabechi Antonio, Medici Ferdinando de, Presa di San Miniato, Poema eroicomico,Poesia, Seicento, Settecento, Novecento,
Titolo articolo: Ancora su Luigi Groto Cieco d’Adria fonte di Marino
Ricordando i noti rapporti di intertestualità fra la poesia di Marino e quella di Luigi Groto, vengono messe a confronto la sezione centrale delle “Rime” di Groto e la sezione dei “Ritratti” della “Galeria”. Sono specificamente confrontati, ribadendo i procedimenti dei calchi mariniani, i versi riferiti ai personaggi di Angelica, Virgilio, Omero, Didone, Fabrizio e Alessandro.
Lingua: ItalianoPag. 298-305
Etichette: Groto Luigi, Cieco d’Adria, Marino Giovan Battista, Rime, La galeria, Poesia, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: Il “Diario particolare” inedito di Donato Calvi
Due volumi manoscritti autografi del “Diario” di Donato Calvi, fonte dell'”Effemeride Sagro Profana” pubblicata nel 1676-1677, reperiti da Marco Bernuzzi nel Seminario vescovile di Bergamo, sono da lui descritti e ne vengono indicati i contenuti personali e di interesse pubblico. Si coglie l’importanza dell’opera per approfondire l’indagine sull'”Effemeride” e su altri testi dello scrittore.
Lingua: ItalianoPag. 305-309
Etichette: Calvi Donato, Orlandi Antonella, Diario particolare, Effemeride sagro profana, Diario, Prosa, Seicento,
L’indice, a cura di Davide Conrieri e Andrea Lazzarini, come di consueto in “Studi secenteschi”, comprende anche nomi mitologici, scritturali, letterari, storici, forme antonomastiche, citazioni indirette, nonché nomi dei tipografi fino all’anno 1800 e, talvolta, nomi presenti nei titoli di libri e articoli.
Lingua: ItalianoPag. 311-325
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