Le riviste sostenitrici
Studi secenteschi | 2011 | N. 52
Anno 2011 – Annata: LII – N. 52
A cura di Carmela Reale
Titolo articolo: L'”Ignatius” di Carlo Bovio: jmprese per una vita
Conrieri esamina la struttura tripartita (‘insigne’, ‘epigramma’, ‘elogium’) delle 100 unità che compongono l'”Ignatius” del gesuita Carlo Bovio, edito a Roma (1655) e dedicato al card. Antonio Barberini junior. Le unità seguono la vicenda biografica di Ignazio di Loyola, iscrivendosi tra le opere dedicate alla sua biografia, fra cui, richiamata da Conrieri per il suo discorso, centrato sul versante impresistico-emblematico dell'”Ignatius”, la “Vita Beati P. Ignatii Loiolae” (Roma 1609), con 79 tavole più 1 aggiunta nel 1622 in parte eseguite, in parte coordinate da Rubens. Gli “insignia” non hanno una valenza solo illustrativa, bensì un più alto grado di significato, riallacciandosi ad impieghi precedenti e potenziali applicazioni successive (ad es. l'”insigne” LX). Si può anche ‘leggere’ la sequenza degli “insignia” come ‘narrazione’. Il saggio è arricchito dalla riproduzione di 5 tavole.
Lingua: ItalianoPag. 3-19
Etichette: Bovio Carlo, Rubens Pietro Paolo, Ignazio di Loyola, Piccinelli Filippo, Querck Ignazio, Ignatius insignium, epigrammatum et elogiorum centuriis expressus, Vita Beati P. Ignatii Loiolae Societatis Iesu Fundatoris, Esempi e miracoli della SS. Vergine Madre,
Titolo articolo: Di lupi, agnelli e altri animali: la simulazione tra etica e ragion di stato nei “Ragguagli di Parnaso”
Nei “Ragguagli di Parnaso”, allegoria politica della realtà cortigiana secentesca, Boccalini centra il proprio discorso su simulazione e dissimulazione, che gli permettono una posizione oscillante tra denuncia e accettazione. L’utilizzo del travestimento favolistico gli consente di colpire bersagli reali senza averne conseguenze. Emblematico è il caso delle pecore e dei pastori (i popoli e i principi, con riguardo anche ai tiranni e al concetto di ragione di Stato); discorso correlato è se i letterati possano occuparsi e come di quest’ultima, tema di cui sono testimonianza positiva i “Ragguagli”. In essi il piano delle scelte empiriche è sempre distinto da quello delle scelte etiche; la stabilità sociale è tuttavia irrinunciabile e per mantenerla la simulazione è necessaria e anche ‘giusta’. A tal fine il sapere deve restare di pochi e l’intellettuale deve collaborare al buon governo.
Lingua: ItalianoPag. 21-41
Etichette: Boccalini Traiano, Botero Giovanni, Machiavelli Niccolò, Tacito, Ragguagli di Parnaso, Trattato, Satira, Prosa, Politica, Etica, Simulazione, Dissimulazione, Seicento,
Titolo articolo: “Per le sagre storie discorrendo”. Etica e politica nei ‘romanzi religiosi’ di Ferrante Pallavicino
Il saggio analizza i romanzi di ispirazione biblica di Ferrante Pallavicino (“La Susanna”, “Il Giuseppe”, “Il Sansone”, “la Bersabee”) per cogliervi gli elementi del dibattito politico-civile. In tal senso è da rivedere il peso della componente erotica, che ha invece focalizzato gli interessi degli studiosi. Importanti, quindi, i temi della giustizia (divina e umana) e della servitù al trono da parte del re. Nei romanzi di Pallavicino è evidente la polemica anticortigiana: a corte, infatti, regna la dissociazione tra etica e politica. Il tramite romanzesco si pone dunque come canale per veicolare le idee dell’autore nei campi dell’etica e della politica, in assonanza con quanto avviene nella trattatistica coeva.
Lingua: ItalianoPag. 43-67
Etichette: Pallavicino Ferrante, La Susanna, Il Giuseppe, Il Sansone, La Bersabee, Romanzo, Etica, Politica, Seicento,
Titolo articolo: Vestite alla turchesca. Travestimenti, alterità e desiderio nel teatro comico del Seicento
Moretti, traendo spunto dal libro di Pierre Martino “L’Orient dans la littérature francaise au XVII et au XVIII siècle”, considera la letteratura teatrale barocca sul versante del rapporto fra ‘comparsa’ e rappresentazione dell’immaginario esotico da un lato e sviluppo dei generi letterari in età moderna dall’altro. L’esotismo o, come lo si chiamerà più tardi, l’orientalismo costituisce un valore positivo in un testo letterario che parli d’Oriente. L’origine del fenomeno è legata al teatro, prima di tutto alla tragedia. Le osservazioni di Martino, tuttavia, devono essere modificate se l’area d’indagine non è più la Francia; va quindi sostituita la commedia alla tragedia. A dimostrazione del proprio discorso Moretti esamina commedie e tragicommedie di ambiente turchesco di Giovan Battista Andreini, altri testi di tardo Cinquecento e Seicento ed anche opere di Molière, Goldoni e C. Gozzi.
Lingua: ItalianoPag. 69-85
Etichette: Martino Pierre, Andreini Giovan Battista, Andreini Virginia, Della Porta Giovan Battista, Cervantes de Saavedra Miguel, Pianelli Giovan Battista, Cecchini Pier Maria, Bonarelli Prospero, Molière, La Turca, commedia boschereccia marittima, La Turca, La Sul,
Titolo articolo: “Plantadores de naus a haver”. La civiltà intellettuale italiana secentesca e le sue prospettive sui portoghesi contemporanei. L’impero, il viaggio
Viene indagata dapprima la figura del predicatore portoghese Antonio Vieira e il suo millenarismo, che puntava al Quinto Impero Universale di Cristo con centralità portoghese, dove l’Italia si prestava ad una potenziale posizione antispagnola senza costituire una minaccia per la suddetta centralità. Nel mito portoghese si inserisce Carlo Antonio Paggi con la prima traduzione italiana completa delle “Lusiadas” di Camoes, adeguando però il poema alla prospettiva italiana. Da questi e altri testi emerge l’importanza del tema del viaggio per mare e del naufragio come destino sacro, ma proprio le grandi scoperte nel nuovo mondo creavano uno iato potenziale tra Portogallo e Italia, celebratrice di Colombo. Del resto esiguità territoriale e scarsa popolazione portoghesi rispetto al grande impero coloniale avevano costituito e costituivano un divario effettivo fra realtà e utopia nazionalistica.
Lingua: ItalianoPag. 87-120
Etichette: Vieira Antonio, Boccalini Traiano, Marino Giovan Battista, Camoes Luis de, Paggi Carlo Antonio, Historia do futuro, La Galeria, Lusiadas, Lusiada italiana, Millenarismo, Predicazione, Poema, Poesia, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: La cultura umanistica e di corte di Gabriel Pereira de Castro e Cesare Baronio nelle carte regie filippine del primo Seicento
Nelle Carte regie di Filippo III si esprime il regalismo della monarchia spagnola nei primi anni del Seicento, che si rivela fra l’altro come diversa posizione assunta nei confronti del giurista portoghese Gabriel Pereira de Castro e del cardinale Cesare Baronio. Della dominazione spagnola la cultura lusitana risente fortemente e vi predominano i Gesuiti. La burocrazia regia presiede all’attenta applicazione del controllo censorio. In tale quadro si inseriscono il cesaropapismo filospagnolo del Pereira, attestato dal “De Manu Regia” e dalla postuma (1738) “Monomaquia”, e la posizione antagonista del Baronio, i cui “Annales ecclesiastici” furono fortemente combattuti e il tomo XI bandito nel 1611, con pesanti sanzioni per chi ne avesse copia. Peraltro il controllo preteso da Filippo III sulla stampa è evidente nel lungo rinvio della pubblicazione dello stesso “De Manu Regia”.
Lingua: ItalianoPag. 123-139
Etichette: Pereira de Castro Gabriel, Baronio Cesare, Ulysseia, ou Lisboa Edificada, De Manu Regia, Monomaquia, Annales ecclesiastici, Trattato, Poema, Cinquecento, Seicento, Settecento,
Titolo articolo: I ‘Cabinet d’amateur con asini iconoclasti’ nella cultura europea del primo Seicento. Osservazioni e considerazioni su alcuni rapporti, ruoli e significati
I quadri, soprattutto fiamminghi, raffiguranti gallerie e studioli immaginari colmi di altri quadri e oggetti vari (cabinet d’amateur) hanno grande fortuna nella prima metà del Seicento, anche se ne sono incerte origine e cronologia. La famiglia di artisti più impegnata in questo genere fu quella dei Francken. Occorre ricordare che fra le implicazioni di queste pitture è significativo il contrasto all’iconoclastia, rappresentata spesso dalle figure degli ‘asini iconoclasti’, cioè dei nemici delle immagini coperti da teste d’asino. Nei cabinet si riscontrano il gusto dell’accumulo e del catalogo e insieme l’attenzione al mondo dell’esperienza. Discorso specifico riguarda l’inserimento di quadri, spesso riproduzioni di opere esistenti, che rimandano fra l’altro ai loro proprietari. Nel saggio ci si chiede inoltre se i cabinet rappresentino anche un’estrema resistenza al metodo scientifico.
Lingua: ItalianoPag. 141-158
Etichette: Francken Franz, Balbi Gerolamo, Cabinet d’amateur, Collezionismo, Pittura, Pittura fiamminga, Iconoclastia, Cinquecento, Seicento, Settecento,
Titolo articolo: Tra Bergamo e Avignone: l’ultima lettera di Ferrante Pallavicino
Il saggio esamina l’ultima lettera di Ferrante Pallavicino, conservata nel carteggio Albani custodito nella Biblioteca Civica Angelo Maj di Bergamo. La lettera è indirizzata a Bartolomeo Albani, parente da parte paterna di Ferrante. Carminati passa in rassegna alcune lettere, appartenenti al medesimo carteggio, tutte indirizzate all’Albani tranne una, che testimoniano le notizie incerte e le preoccupazioni degli amici per la sorte di Ferrante dal 4 gennaio 1643 fino al 16 novembre 1644. In appendice è pubblicata la lettera del nunzio Francesco Vitelli del 14 marzo 1643 sulla stampa clandestina a Venezia e sul “Divorzio celeste” di Ferrante Pallavicino.
Lingua: ItalianoPag. 159-193
Etichette: Pallavicino Ferrante, Pallavicino Pompeo, Albani Bartolomeo, De Tassis Ruggiero, De Tassis Ottavio, Fusconi Agostino, Carteggio, Seicento,
Titolo articolo: Le prime “tournées” del “Giasone” di Cicognini e Cavalli (1649-1654)
Il saggio si occupa del melodramma “Giasone” di Giacinto Andrea Cicognini, che fu rappresentato fuori Venezia per la prima volta dai Febiarmonici a Milano nel 1649, anche se Maria Grazia Profeti sostiene che furono solo inframezzate alcune arie dell’opera nel “Vellocino de oro” di Lope de Vega. Michelassi si sofferma su questa e sulle succesive rappresentazioni: a Firenze nel 1650 (e ne fu fatta un’edizione a stampa), a Lucca nel medesimo anno, a Milano, Genova, Bologna e Firenze nel 1651, a Napoli nel 1651, 1652 e 1653. I libretti furono stampati più volte, anche con varianti e aggiunte. Dal saggio emergono notizie anche su rappresentazioni di altre opere.
Lingua: ItalianoPag. 195-209
Etichette: Cicognini Giacinto Andrea, Cavalli Francesco, Giasone, Melodramma, Teatro, Febiarmonici, Seicento,
Titolo articolo: Servizio al principe ed educazione cavalleresca: i paggi nelle corti italiane del Seicento (Parte prima)
In questa prima parte del saggio di Cont (la seconda sarà pubblicata nel vol. LIII della Rivista) si delinea il ruolo educativo che la corte assicura attraverso la scuola dei paggi, nobili tra i 10 e i 18 anni che vi acquisiscono la formazione per la vita cortigiana. Solo da un ventennio gli studiosi vi dedicano l’attenzione necessaria e i paggi sono divenuti un oggetto storiografico di cui si indagano utilità per il principe e vantaggi per le famiglie nobili, senza dimenticare l’importanza della ‘scienza cavalleresca’ né quella dei rapporti di parentela. Cont confronta le situazioni di Piemonte, Toscana, Mantovano e Modenese negli ultimi 40 anni del ‘600 sulla scorta di ricerche archivistiche in Italia settentrionale e centrale; si sofferma con numerose esemplificazioni sul cerimoniale di corte e sul ruolo che vi rivestono i paggi. La paggeria è disciplinata da una gerarchia interna.
Lingua: ItalianoPag. 211-256
Etichette: Corte, Paggio, Scuola dei paggi, Cerimoniale, Seicento,
Titolo articolo: Annotazioni su alcuni scritti d’occasione a stampa del XVII secolo conservati nella Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia
Il lavoro indaga gli scritti d’occasione – più di 300 dal 1601 al 1697 – conservati nella Biblioteca Civica di Ventimiglia, l’ “Aprosiana”, inviati per lo più dagli autori al fondatore A. Aprosio e da lui raccolti in volumi miscellanei, preservandoli così dalla dispersione in cui molto spesso incorrono gli opuscoli a stampa (anche se i testi presi qui a soggetto sono a volte libri). Diversi per realizzazione grafica, numero di carte e lingua, sono stati divisi da Tosin in base al genere. Un tema che emerge è quello degli eventi legati alla vita della Chiesa; un altro quello comprendente agiografie, sermoni e prediche; un terzo le cronache di fatti militari ed anche testi poetici legati ad essi, e così di seguito. Numerose sono le stampe che si riferiscono a Genova e ai diversi eventi che ne scandivano gli anni. Degli scritti citati si danno alcune informazioni di carattere bibliologico.
Lingua: ItalianoPag. 261-295
Etichette: Aprosio Angelico, Stampa, Scritto d’occasione, Seicento,
Titolo articolo: “La commune opinione” e non “la singolare”. Carlo Cartari e Giovan Battista Confalonieri nell’Archivio di Castel Sant’Angelo
Il saggio commenta l’elaborazione di un “indice generale” come problema avvertito da Giovan Battista Confalonieri e Carlo Cartari, archivisti che si occuparono dell’archivio di Castel Sant’Angelo nel Seicento. Filippini puntualizza le loro posizioni e ne rileva le differenze, ammirando il pragmatismo di Confalonieri rispetto all’intento velleitario di Cartari di lavorare ad un indice generale.
Lingua: ItalianoPag. 297-307
Etichette: Cartari Carlo, Confalonieri Giovan Battista, Indice, Biblioteca Vaticana, Archivio di Castel Sant’Angelo, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: Il “Vocabolario della lingua italiana” di Vincenzo Armanni
Sanna studia l’inedito “Vocabolario della Lingua Italiana” di Vincenzo Armanni, conservato nel fondo omonimo dell’Archivio di Stato di Gubbio. Esso consta di 8 voll., non tutti autografi, bensì di un numero imprecisato di copisti (vi si rilevano almeno cinque-sei grafie) che assistettero l’autore, rimasto cieco a 34 anni, fin dalla compilazione dell’opera. La studiosa ritiene che alcuni dei voll. fossero destinati alla stampa, mentre gli altri potrebbero costituire l’originale. I voll. sono descritti singolarmente prima che vengano avanzate alcune osservazioni e che si rifletta sull’aspetto paratestuale dell’opera (su cui cfr. Appendice). Intento di Armanni era proporre uno standard linguistico ‘maneggevole’, riferibile anche a voci dotte. All’interesse storico-linguistico si accoppiava in lui, che si confrontava con i precedenti vocabolari, quello enciclopedico e quello didattico.
Lingua: ItalianoPag. 309-347
Etichette: Armanni Vincenzo, Florio John, Vocabolario della Lingua Italiana, Accademia della Crusca, Lingua, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: Gio.Batta Capalli (1623-1695) e le lettere a Francesco Redi e Antonio Magliabechi
Bianchini, dopo aver introdotto vita e opere di Gio. Batta Capalli, sacerdote, docente, accademico, nato a Monte San Savino nel 1623, ed essersi soffermato sulla sua attività accademica, pubblica dieci lettere inviate da lui a Francesco Redi, custodite quasi tutte nella Biblioteca Medicea Laurenziana, e undici ad Antonio Magliabechi, conservate nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, in un arco di tempo che va dal marzo 1681 al dicembre 1690.
Lingua: ItalianoPag. 351-381
Etichette: Capalli Gio. Batta, Redi Francesco, Magliabechi Antonio, Accademia dei Discordi, Accademia dei Formati, Carteggio, Seicento,
Titolo articolo: Francesco Bernardino Ferrari: lettere ad Antonio Magliabechi ed a Carlo Roberto Dati
Mirto pubblica, dopo averle introdotte, quindici lettere del milanese Francesco Bernardino Ferrari, quattordici ad Antonio Magliabechi e una a Carlo Roberto Dati, tutte custodite nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. L’arco di tempo coperto va dal settembre 1661 al settembre 1665.
Lingua: ItalianoPag. 383-403
Etichette: Ferrari Francesco Bernardino, Magliabechi Antonio, Dati Carlo Roberto, Carteggio, Seicento,
Titolo articolo: Giovan Battista Marino e gli ‘Alfonsi d’Avalos’
Arfaioli confuta la possibilità che l’Alfonso d’Avalos lodato da Marino nelle “Rime eroiche” sia uno dei due finora conosciuti; si tratta invece di un Alfonso d’Avalos figlio naturale del terzo Marchese del Vasto Ferrante Francesco d’Avalos, allora viceré di Sicilia. Nel 1583 a lui fu assegnata dall’Ordine dei Cavalieri di Malta, di cui faceva parte, la commenda magistrale gerosolimitana di Inverno Pavese con la rendita annua di circa 4.000 scudi, ma egli predilesse di fatto la carriera militare e fu un valoroso condottiero. Elementi diversi ne hanno presto occultato la visibilità storica, inducendo così in errore i lettori delle rime mariniane. Sono riprodotti nel contributo l’albero genealogico dei d’Avalos e un ritratto di Alfonso inciso.
Lingua: ItalianoPag. 405-411
Etichette: Marino Giovanni Battista, D’Avalos Alfonso, Rime eroiche, Poesia, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: La risposta di Boschini ai “quadri di somma perfezione” di Lomazzo
Pierguidi discute le posizioni di Giovanni Paolo Lomazzo e Marco Boschini rispetto all’esaltazione che il primo fa di due quadri (in realtà inesistenti), uno con soggetto Adamo di Michelangelo e Tiziano, l’altro con soggetto Eva di Raffaello e Correggio. Boschini assegna invece un indiscusso primato a Tiziano e finisce per accostargli non solo Tintoretto e Bassano, ma anche, immeritatamente, Pozzoserrato.
Lingua: ItalianoPag. 411-417
Etichette: Lomazzo Giovanni Paolo, Boschini Marco, Pittura, Cinquecento, Seicento,
L’indice, curato da Liliana Grassi, comprende talvolta anche i nomi citati in forma indiretta o ricavabili da forme aggettivali o antonomastiche; vi sono registrati a volte anche nomi mitologici, scritturali, storici; inoltre sono indicizzati i nomi dei tipografi fino al 1800.
Lingua: ItalianoPag. 419-441
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