Le riviste sostenitrici
Studi secenteschi | 2005 | N. 46
Anno 2005 – Annata: XLVI – N. 46
A cura di Carmela Reale
Titolo articolo: L’autobiografia di Chiabrera secondo l’autografo
Clizia Carminati prende in esame il manoscritto autografo dell’autobiografia di Chiabrera conservato nel codice Barb. Lat. 3640 della Biblioteca Apostolica Vaticana. Alla descrizione dell’autografo segue quella degli altri testimoni (un ms. non autografo e le quattro edizioni a stampa ritenute significative). Seguono i criteri di edizione e il testo annotato dell’autografo. Sono riprodotte tre carte manoscritte e, in appendice, un Breve di Urbano VIII a Chiabrera e un elogio in versi latini del poeta.
Lingua: ItalianoPag. 3-43
Etichette: Chiabrera Gabriello, Autobiografia, Prosa, Seicento,
Titolo articolo: Questioni di famiglia. Tasso, Marino, Stigliani
Il saggio prende in considerazione la poesia tassiana e in particolare “La Gerusalemme liberata” per riconsiderarne la valenza di modello per Marino, tenendo conto delle posizioni espresse dai partecipanti alla polemica Ariosto/Tasso e in particolare della complessità del rapporto Marino – Stigliani.
Lingua: ItalianoPag. 45-69
Etichette: Tasso Torquato, Marino Giambattista, Stigliani Tommaso, Gerusalemme liberata, Adone, Poesia, Trattatistica, Seicento,
Titolo articolo: Le parole del cinghiale: Adone, XVIII, 236-239
La Cabani, commentando le ottave 236-240 del XVIII canto dell'”Adone”, si sofferma sul ruolo assegnato da Marino agli animali, che non hanno capacità di avere linguaggio umano. Dopo aver considerato alcune ottave dei canti VII, IX e XIII, la studiosa analizza la figura del cinghiale/amante, rivale di Venere, dalla sessualità ambigua, come quella di Adone stesso, il cui poema e l’intero mondo che vi è rappresentato hanno natura metamorfica.
Lingua: ItalianoPag. 71-89
Etichette: Marino Giambattista, Adone, Poesia, Seicento,
Titolo articolo: Aristotelismo e innovazione barocca nel concetto di ingegno del Cannocchiale aristotelico di Tesauro
Il saggio intende approfondire il concetto di ingegno teorizzato nel “Cannocchiale” confrontandolo con quanto dice Aristotele e con le traduzioni latine del testo greco utilizzate da Tesauro stesso. Preliminarmente la Fiorani esamina le oltre cinquecento citazioni in latino dell’originale aristotelico presenti nel “Cannocchiale” come note a margine, considerando i diversi termini confluiti nel latino ‘ingenium’. In Tesauro i riferimenti all’ingegno sono molti, ma disseminati lungo il testo, oltre che in un paragrafo specifico, e in lui ‘ingegno’ e ‘intelletto’ appaiono facoltà sovrapponibili, anche se non identificabili. Vengono quindi analizzati i tre livelli di intelletto individuati da Tesauro e le relative tipologie di argutezze. L’ingegno costituisce peraltro una delle “modalità attive” dell’intelletto. Infine la Fiorani considera il rapporto tra dialettica e retorica nel “Cannocchiale”.
Lingua: ItalianoPag. 91-129
Etichette: Tesauro Emanuele, Il cannocchiale aristotelico, Trattatistica, Prosa, Seicento,
Titolo articolo: Sulla paternità degli ultimi drammi di Clemente IX. Con un’appendice documentaria sul nipote Giacomo Rospigliosi
Daolmi assegna a Giacomo Rospigliosi, dopo l’interrogativo posto per l’ultima volta da Domenico Alaleona nel 1905, “La vita umana”, definitivamente attribuita nell’ultimo secolo allo zio Giulio, divenuto papa con il nome di Clemente IX. Ugualmente vengono assegnate a Giacomo altre tre opere composte dopo il 1653. Sono riprese e discusse le posizioni sulla paternità da attribuire a “La vita umana” di Ademollo, Canevari e Alaleona; quindi si riprendono due lettere scambiate fra il futuro papa e il fratello Camillo, una del musicista Marco Marazzoli e una dello stesso Giacomo. Infine Daolmi enumera e discute i codici manoscritti che contengono i testi presi in esame e spiega brevemente i motivi che possono aver spinto i contemporanei ad avvalorare una falsa paternità intellettuale, pur conoscendo la verità. In appendice alcune notizie biografiche su Giacomo Rospigliosi tratte da Gregorio Leti.
Lingua: ItalianoPag. 131-177
Etichette: Clemente IX, Rospigliosi Giulio, Rospigliosi Giacomo, Dramma, Teatro, Musica, Seicento,
Titolo articolo: Théàtre de langues, ou l’érudition en résonance (Pédagogie des langues anciennes au XVIIe siècle)
L’autrice studia alcuni contributi su lessico e grammatica che investono il problema della posizione delle lingue classiche nella cultura francese del Seicento. L’insegnamento delle lingue antiche ha finalità pedagogiche non estranee talvolta alle esperienze dell’Oratorio e di Port-Royal; ci si propone di conoscere gli antichi appropriandosene e ‘perfezionandoli’. Alle pagine della Hummel segue un “Sommario” in italiano di Martino Capucci.
Lingua: FrancesePag. 18!-192
Etichette: Lessico, Grammatica, Prosa, Seicento,
Titolo articolo: Il “bel composto”. Nota filologca su un nodo della storiografia berniniana
L’espressione di Filippo Baldinucci il “bel composto” è divenuta una formula convenzionale per indicare le opere di Bernini posteriori al 1650. In realtà sono da riconsiderare i rapporti fra la sua biografia berniniana e quella del figlio dell’artista Domenico: da esse rispetto all’espressione in esame si ricava che Baldinucci si riferisce all’opera di Bernini e il figlio alla sua personalità. Il ragionamento di Baldinucci riguarda in effetti la novità e insieme l’ortodossia dell’architettura berniniana e quindi “bel composto” si riferisce al suo stile architettonico e non è una formula generica applicabile alla fusione artistica di architettura, scultura e pittura e passibile di valere in ogni tempo e luogo.
Lingua: ItalianoPag. 195-210
Etichette: Bernini Gian Lorenzo, Bernini Domenico, Baldinucci Filippo, Arte, Architettura, Biografia, Seicento,
Titolo articolo: Raffaele Fabretti, il “Signor Censore”: una polemica antiquaria sui medaglioni di Gaspare Carpegna
Fabretti fu in relazione con i più alti esponenti della cultura italiana ed europea del Seicento; molte sono le lettere che permettono di indagare i diversi rapporti, anche se non si dispone di un suo epistolario esaustivo. Dalle testimonianze dei carteggi si ricostruisce fra l’altro la polemica fra lui e Giovan Pietro Bellori a proposito della pubblicazione di quest’ultimo “Scelta de’ medaglioni più rari nella biblioteca dell’Eminentissimo Signor Cardinale Gasparo Carpegna”, cardinale di cui Fabretti era segretario almeno dall’inizio degli anni Settanta. Il saggio è arricchito da otto tavole fuori testo.
Lingua: ItalianoPag. 211-228
Etichette: Fabretti Raffaele, Bellori Giovan Pietro, Carpegna Gaspare, Schelstrate Emmanuel, Antiquaria, Carteggio, Seicento,
Titolo articolo: The revelatory function of the image-text: the prophecies of S. Malachy during and after the papacy of Alexander VII
La pseudo-profezia sul papato venne utilizzata durante i pontificati di Alessandro VII, Clemente IX e Clemente X come strumento della propaganda papale, associandola sempre più a simboli importanti dell’autorità del pontefice come la Cathedra Petri (ma in espressioni che implicavano l’uso dell”ingegno’). In questa linea si colloca l’opera del gesuita francese Claude-Fran”ois Menestrier “Philosophie des images énigmatiques”, che molto deve ad Emanuele Tesauro. Al saggio sono accluse cinque tavole fuori testo. Alla fine dello scritto un “Sommario” di Martino Capucci.
Lingua: InglesePag. 229-256
Etichette: Menestrier Claude François, Tesauro Emanuele, Malachia, Profezia, Religione, Papato, Prosa, Seicento,
Titolo articolo: Disenò Dios el Escorial?: Caramuel, el salomonismo y la octava maravilla
Il Tempio di Gerusalemme ha un’importanza centrale nell'”Architectura civil recta y obliqua” di Caramuel, perché viene assunto a giustificare l’obliquità perfettamente messa in opera in quanto disegnato da Dio. Dapprima nel saggio vengono prese in considerazione le attestazioni su costruzione, distruzioni, ricostruzioni del Tempio. La sua planimetria, però, nel Medio Evo è soggetta a ricostruzioni erudite divergenti e ricostruzioni differenti, essenziali per comprendere Caramuel, vengono proposte nel Cinque e nel Seicento. Caramuel afferma il primato dell’architettura, soprattutto perché esercitata da Dio stesso, come nel Tempio di Salomone e nell’architettura militare, caratteristiche della quale sono anche nel Tempio di Gerusalemme. Egli lo descrive in ogni parte, ma lo giudica non più ricostruibile; tuttavia ne indica un corrispettivo nell’Escorial, progettato da Filippo II e considerato un tentativo di emulazione proprio del Tempio salomonico, quindi la realizzazione architettonica che più di ogni altra si accosta al disegno divino. Al saggio segue un “Sommario” di Davide Conrieri.
Lingua: SpagnoloPag. 259-278
Etichette: Caramuel de Lobokowitz Juan, Salomone, Bibbia, Architectura civil recta y obliqua, Architettura, Prosa, Seicento,
Titolo articolo: Un frate veneziano contro la Serenissima durante l’interdetto di Venezia del 1606
Il frate agostiniano Paolo Ciera durante l’interdetto del 1606 abbandonò la nativa Venezia trasferendosi a Bologna, dove stampò due opere, una in italiano, “Dialogia alli Signori della Republica e Senato di Venetia”, e l’altra in latino, prendendo posizione per il papato. Nella seconda, il “Tractatus de iure principum”, appare interessato principalmente a due questioni: la dipendenza diretta dei governanti cattolici dal Papa e il rapporto tra il potere papale e quello dei principi ‘infedeli’ (fra cui in quel momento il potere veneziano). Stranamente l’opera non provocò particolari reazioni a Venezia, mentre furono sequestrate le copie diffuse a Roma vietandone la stampa ulteriore. Forse ciò accadde perché l’eccessivo potere riconosciuto al Papa in quanto successore di Cristo poteva guastare i rapporti tra il papato e le corti europee o infastidire alcuni prelati romani. Il Ciera fu inviato a Siena, dove, però, pubblicò il “Tractatus apologeticus pro Statu Romanae Urbis”, dove viene ribadita la supremazia del potere della Chiesa e in particolare del Papa. E’ probabile che la possibilità di tale pubblicazione fosse legata all’inasprimento dei rapporti tra Roma e Venezia. Dopo il “Tractatus apologeticus” crebbe la fortuna dell’autore negli ambienti ecclesiastici romani, tuttavia egli non riuscì ad ottenere la sede vescovile di Cittanova in Istria, pur avendo scritto l'”Apologia” in cui, come gli era stato richiesto, vengono rifiutati i contenuti della “Dialogia”. Alla vicenda presero parte Fulgenzio Micanzio e Angelo Contarini. In appendice tre documenti manoscritti.
Lingua: ItalianoPag. 281-298
Etichette: Ciera Paolo, Micanzio Fulgenzio, Contarini Angelo, Dialogia alli Signori della Republica e Senato di Venetia, Tractatus de iure principum, Tractatus apologeticus pro Statu Romanae Urbis, Papato, Politica, Trattato, Seicento,
Titolo articolo: Conoscenza scientifica e rappresentazione pittorica nell’età di Cartesio
La conoscenza scientifica nel Seicento passa dall’antropocentrismo al dato naturale. Cartesio, però, aggancia ancora la matematica a un impianto metafisico. E’ Galileo a rivendicare la piena autonomia del sapere scientifico. Ancor più radicale è Pascal. Gli autori del saggio prendono anche in esame le posizioni dell’Università napoletana fra fine Seicento e Settecento. In pittura nel Seicento la geometria prospettica è separata dalla pratica e acquista importanza l'”espressione dell’esperienza di una visione interiore” (p. 309). Vengono discusse le scelte pittoriche di artisti del XVII secolo, in particolare pittori olandesi.
Lingua: ItalianoPag. 299-316
Etichette: Descartes René, Cartesio, Galilei Galileo, Pascal Blaise, Genovesi Antonio, Filosofia, Logica, Matematica, Pittura, Cinquecento-Settecento,
Titolo articolo: Lettere di Antonio Magliabechi ad Etienne Baluze
Vengono pubblicate undici lettere di Magliabechi a Baluze conservate presso la Biblioteca Mediceo Laurenziana di Firenze con segnatura ASHB 1868. Tali lettere si integrano con alcune risposte del Baluze custodite nel Fondo Magliabechiano della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze già pubblicate da Léon Pélissier.
Lingua: ItalianoPag. 319-342
Etichette: Magliabechi Antonio, Baluze Etienne, Carteggio, Seicento,
Titolo articolo: Su due rare edizioni del Calloandro di G. A. Marini
Vengono descritti e discussi con attenzione bibliologica due esemplari di due edizioni del “Calloandro”, divenuto poi “Calloandro fedele”, uno dei più noti e fortunati romanzi del Seicento. Si tratta della prima parte dell’edizione fiorentina del 1646, stampata per conto di Giovan Battista e Giuseppe Corvo, e dell’edizione romana del 1653, in due volumi, sempre per i Corvo. Sono riprodotti alcuni particolari delle stampe.
Lingua: ItalianoPag. 343-361
Etichette: Marini Giovanni Ambrogio, Il Calloandro, Romanzo, Seicento,
Titolo articolo: Sul volgarizzamento di Lucio Ampelio erroneamente attribuito a Giovanni Felice Astolfi
Cherchi ritorna, rettificando le notizie sul volgarizzamento del “Liber memorialis” di Lucio Ampelio, sul suo saggio “Giovanni Felice Astolfi: un volgarizzatore da ricordare”, pubblicato in “Studi Secenteschi”, XLV, 2004.
Lingua: ItalianoPag. 361-362
Etichette: Ampelio Lucio, Astolfi Giovanni Felice, Conti Santi della Rocca Contrada, Liber memorialis, Volgarizzamento, Seicento,
Pagina di ricordo commosso del giovane studioso morto a ventinove anni e dei temi che hanno interessato la sua ricerca.
Lingua: ItalianoPag. 363
Etichette: Sacchi Guido, Bartoli Daniello, Marino Giambattista, Ariosto Ludovico, Tasso Torquato, Poema, Poesia, Prosa, Seicento,
Titolo articolo: Indice dei nomi e delle cose notevoli
Martino Capucci propone un indice esaustivo di quanto può rivelarsi utile a cogliere nei saggi dell’annata XLVI riferimenti diretti e indiretti a persone, personaggi, divinità, opere e quant’altro in vista di una fruibilità molteplice e pluridisciplinare.
Lingua: ItalianoPag. 365-382
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