Le riviste sostenitrici
Studi secenteschi | 2001 | N. 42
Anno 2001 – Annata: XLII – N. 42
A cura di Carmela Reale
Titolo articolo: Tommaso Campanella: le poesie della “Scelta” e la loro disposizione (II)
Si tratta della seconda, ma non ultima, parte del saggio; la prima è stata pubblicata in “Studi Secenteschi”, XLI (2000). L’autore esamina le relazioni concettuali fondanti delle scelte poetiche campanelliane all’interno dei singoli componimenti e nei reciproci rimandi e le motivazioni che indussero il filosofo a sceglierne la sequenza.
Lingua: ItalianoPag. 3-57
Etichette: Campanella Tommaso, Poesia, Seicento,
Titolo articolo: Quando Olindo diventa Aminta. Aspetti della fortuna teatrale di un episodio tassesco
Contributo alla questione delle influenze – in massima parte ancora da indagare – di Tasso sul teatro del XVII secolo. La storia di Olindo e Sofronia viene rintracciata in tre testi che vanno dal 1603 al 1616 e che la rielaborano con occhio attento all'”Aminta”, modello del genere pastorale amatissimo dal teatro tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. Le tre opere si devono al volterrano Giovanni Villifranchi (la ‘favola scenica’ “Sofronia”), al genovese Tobia De Ferrari (gli ‘intermezzi’ “Sofronia”) e a Giovan Antonio Gessani, autore – sembra – soltanto della tragedia “Sofronia”, forse di origini meridionali.
Lingua: ItalianoPag. 59-84
Etichette: Tasso Torquato, Villifranchi Giovanni, De Ferrari Tobia, Gessani Giovan Antonio, Gerusalemme liberata, Aminta, Poema cavalleresco, Favola pastorale, Teatro, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: ‘Dispensiera di lampi al cieco mondo’. La poesia di Cesare Rinaldi
La poesia di Cesare Rinaldi prende avvio con i madrigali, partendo dalle “Rime” di Tasso, e precorre Marino stesso quanto a metafore e traslati originali; non vi si rileva, invece, sperimentalismo metrico. Le diverse raccolte non hanno partizioni interne tematiche; la massima parte dei versi è di argomento amoroso e se ne ha qui ampia esemplificazione. In appendice la descrizione delle stampe delle rime e delle lettere di Rinaldi utilizzate, nonché delle opere di altri consultate che contengono componimenti poetici dell’autore bolognese.
Lingua: ItalianoPag. 85-124
Etichette: Rinaldi Cesare, Tasso Torquato, Marino Giambattista, Poesia lirica, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: La traduzione portoghese della “Maria Maddalena” di Anton Giulio Brignole Sale
Versione a stampa della relazione tenuta da Conrieri al convegno genovese dell’aprile 1997 “Anton Giulio Brignole Sale. Un ritratto letterario” e pubblicata su Internet negli Atti del convegno. Viene affrontato un episodio della fortuna del romanzo “Maria Maddalena peccatrice e convertita” di Brignole Sale: la traduzione portoghese stampata a Lisbona nel 1695 – ma iniziata più di venti anni prima – e nel 1706. Conrieri smentisce la notizia, fino al suo studio ancora accreditata, di una traduzione nel 1670 e, prendendo in considerazione la stampa del 1706, non avendo potuto rintracciare la prima edizione, dopo aver ricostruito attraverso i suoi scritti la figura e la produzione del traduttore, Antonio Lopes Cabral, confronta il testo italiano e quello portoghese, discutendo le diverse tipologie dei rimaneggiamenti operati dal frate di Lisbona.
Lingua: ItalianoPag. 125-163
Etichette: Brignole Sale Anton Giulio, Lopes Cabral Antonio, Maria Maddalena peccatrice e convertita, Romanzo, Traduzione. Seicento, Settecento,
Titolo articolo: La traduzione polacca dell'”Adamo” di G. F. Loredano
Il romanzo “Adamo” fu tradotto e pubblicato in polacco nel 1651, solo undici anni dopo l’edizione italiana; del resto la cultura veneta aveva avuto in Polonia una diffusione relativamente vasta già nei secoli precedenti. Il traduttore del romanzo, Krzysztof Piekarski, dedica il suo lavoro al pubblico dei lettori. Appare indicativa la scelta del soggetto biblico, essendovi in Polonia una tradizione di letteratura religiosa. L’autrice del saggio afferma – e dimostra con confronti testuali – che la traduzione è fedele, ma i brani che riguardano il potere e i meccanismi di governo tradiscono il pensiero del Loredano e il problema politico perde d’importanza. Ugualmente lontani originale e traduzione rispetto alle descrizioni della bellezza fisica (Eva, Adamo): nella traduzione la dimensione sensuale ed erotica è espurgata. I mutamenti assumono particolare rilievo se confrontati con il romanzo religioso di Piekarski “Periphrasis”.
Lingua: ItalianoPag. 165-186
Etichette: Loredano Giovan Francesco, Piekarski Krzysztof, Adamo, Romanzo, Traduzione, Seicento,
Titolo articolo: Prudenza e ingegno nella “Filosofia morale” di Emanuele Tesauro
L’autrice evidenzia i binomi prudenza-verità/ingegno-finzione, dove alla maggiore libertà dell’ingegno fa riscontro la prudenza come ‘scienza de’ regi’, a cui il sapiente si pone come guida, sebbene resti valido il principio che il principe debba fidarsi della ‘propria’ prudenza. La riflessione sulla figura del sapiente nei rapporti con la corte si articola confrontandosi con la problematica della ragion di stato e il filtro tacitiano e con le posizioni assunte da Virgilio Malvezzi e Matteo Peregrini.
Lingua: ItalianoPag. 187-208
Etichette: Tesauro Emanuele, Malvezzi Virgilio, Peregrini Matteo, Filosofia morale, Trattato, Prosa, Seicento,
Titolo articolo: Francesco Bracciolini, Cosimo Merlini e il culto mediceo della Croce: ricostruzioni genealogiche, figurative, architettoniche
Il lavoro si inquadra nello studio del mecenatismo artistico mediceo, per il quale le produzioni genealogiche si allineano per stile, strutture e materiali a quelle per altre casate aristocratiche. Risulta quindi non casuale la genealogia fantastica che Bracciolini include nella seconda edizione della “Croce racquistata”; essa, inoltre, è utile per interpretare episodi (reliquiario, ciclo figurativo) della committenza granducale, in cui la Croce si impone come il culto mediceo per eccellenza. Il granduca Cosimo II si poneva nella produzione panegirica come figura di Cristo, ma ugualmente esemplare per la sua figura appariva Luigi IX di Francia, come si apprende anche dalle relazioni di viaggio. Importantissimi appaiono anche i reliquiari: le reliquie, del resto, erano da tempo per i Medici ‘instrumentum regni’; le croci medicee hanno la stessa valenza delle genealogie stilate dai letterati nelle loro opere. Quanto ai luoghi, Rossi interviene sulla ‘galleria’ fiorentina che collegava il Palazzo della Crocetta alla chiesa dell’Annunziata e sulla crociera della chiesa dei santi Michele e Gaetano della medesima città. Il lavoro è arricchito da diciannove tavole fuori testo.
Lingua: ItalianoPag. 211-276
Etichette: Bracciolini Francesco, Merlini Cosimo, Medici famiglia, Mecenatismo, Religione, Arte, Architettura, Seicento,
Titolo articolo: Trattatistica civile nel Seicento: la corte e il cortigiano
Il lavoro di Betti, nel solco dei suoi interessi per la problematica del cortigiano negli scritti del XVII secolo, che hanno avuto già in passato tappe significative in “Studi Secenteschi”, richiama l’attenzione sui centri romano e bolognese e sui più noti – ma non unici – interlocutori: Matteo Peregrini e Giovan Battista Manzini e poi Virgilio Malvezzi e Agostino Mascardi, in relazione anche alla ‘mirabil congiuntura’ dell’elezione al pontificato di Maffeo Barberini e alla successiva delusione.
Lingua: ItalianoPag. 277-297
Etichette: Manzini Giovan Battista, Peregrini Matteo, Malvezzi Virgilio, Mascardi Agostino, Corte, Cortigiano, Trattato, Seicento,
Titolo articolo: Alle origini del metodo muratoriano: appunti sul “De Graecae linguae usu et praestantia”
Il testo muratoriano, uscito postumo nel 1771 a cura del nipote dell’erudito Gianfrancesco Soli Muratori, appare nell’edizione una sorta di manifesto della pratica erudita. Il “De usu” sembra da inserire non solo nell’ambito dell’erudizione ‘greca’ dell’autore, ma piuttosto in relazione con l’opera muratoriana nel suo complesso. Lo scritto, epistola dissertatoria in forma di dialogo, è il più importante del primo periodo modenese, attesta la tensione verso i temi di riforma della cultura; vi si colgono idee e spunti sviluppati successivamente e, per Viola, permette di precisare la formazione del giovane Muratori. Gli interlocutori del dialogo, Giovan Gioseffo Orsi e Giovanni Rangoni, sono di per sé credenziali politiche e culturali per il presentarsi dell’erudito quale aspirante a ‘dottore’ della Biblioteca Ambrosiana. Nell’opera viene affermata la necessità per l’uomo erudito di una diretta conoscenza del greco, come è dichiarato esplicitamente anche nell’autobiografia. Termini usati nello scritto su cui è necessario fissare l’attenzione sono non soltanto ‘usus’ e ‘praestantia’, ma anche ‘desidia’ e ‘illiberalitas potentum’. Viene indicato come modello il mecenatismo di Luigi XIV e la Francia appare, purtroppo per l’Italia, la grande nazione egemone politicamente e culturalmente. Nel “De usu” è già presente la polemica tra gli antichi e i moderni; sono ricordati come esperti grecisti modenesi Giovanni Maria Molza, Ludovico Castelvetro e Carlo Sigonio; si individua il nucleo dell’erudizione nella ‘antiquitatis perscrutatio’. Quanto alla conversione muratoriana all’erudizione ecclesiastica, nell’opera la presenza di Benedetto Bacchini, importantissima, è apparentemente dissimulata. Infine, la conoscenza delle lingue classiche consente un esame critico delle tradizioni religiose; viene così instaurato un campo comune di ricerca con i dotti protestanti e diviene più semplice dichiarare l’ammirazione per Erasmo e Giusto Lipsio, oltre che quella per Guglielmo Budé.
Lingua: ItalianoPag. 299-356
Etichette: Muratori Ludovico Antonio, De Graecae linguae usu et praestantia, Trattato, Seicento, Settecento,
Titolo articolo: Accademie teatrali nella Firenze del Seicento: l’Accademia degli Affinati o del Casino di San Marco
L’autrice ricostruisce nella parte secentesca l’attività teatrale a Firenze dell’Accademia degli Affinati, tanto per gli allestimenti in prosa quanto – dopo il 1660, con il trasferimento della sede da Palazzo Medici al Casino di San Marco – per i drammi per musica, che affiancarono la produzione legata al coevo teatro barocco spagnolo. In appendice una “Ipotesi di cronologia degli allestimenti teatrali nell’Accademia degli Affinati”.
Lingua: ItalianoPag. 357-378
Etichette: Accademia degli Affinati, Teatro, Seicento,
Titolo articolo: Antonio Magliabechi e Carlo Dati: lettere
Mirto ripercorre il rapporto epistolare fra Antonio Magliabechi e Carlo Dati, rapporto interessante anche per le notizie che se ne ricavano sul commercio librario in Europa, e pubblica undici lettere di Magliabechi a Dati e, successivamente – impossibile, afferma Mirto, intrecciare le due corrispondenze -, sessanta di Dati al bibliotecario mediceo, suddivise in datate, databili con sufficiente approssimazione, non datate e difficilmente databili.
Lingua: ItalianoPag. 381-433
Etichette: Magliabechi Antonio, Dati Carlo, Carteggio, Seicento,
Titolo articolo: Un diario fiorentino
Capucci interviene sulla pubblicazione in anastatica del “Bisdosso o’ vero Diario del Pastoso. A Firenze, in Italia, in Europa nel Seicento”, manoscritto di proprietà di Ottaviano de’ Medici d’Ottajano. L’edizione è accompagnata da due saggi rispettivamente di Augusta Morelli Timpanaro e di Alfonso Mirto.
Lingua: ItalianoPag. 435-439
Etichette: Morelli Timpanaro Augusta, Mirto Alfonso, Bisdosso o’ vero Diario del Pastoso, Diario, Seicento,
Titolo articolo: Indice dei nomi e delle cose notevoli
L’indice comprende anche i nomi citati indirettamente, nonché quelli mitologici, scritturali, letterari e i nomi dei tipografi fino all’anno 1800.
Lingua: ItalianoPag. 441-467
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