Le riviste sostenitrici
Studi rinascimentali | 2021 | N. 19
Anno 2021 – N. 19
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: «Lue venerea». La sifilide tra medicina e letteratura
Il saggio si propone di tracciare un’articolata indagine interdisciplinare sulla sifilide, la più diffusa malattia venerea del XVI secolo, attraverso un confronto tra opere letterarie e trattati medici. In tale orizzonte, è anche esaminata la rivoluzione culturale provocata dalla scoperta delle Americhe e l’introduzione di nuove cognizioni scientifiche nello sviluppo della medicina cinquecentesca.
Lingua: ItalianoPag. 9-35
Etichette: Letteratura rinascimentale, Medicina, Scoperta dell’America, XVI secolo, Letteratura umanistica, scoperte geografiche, sifilide, storia della medicina, storia delle idee, storia sociale,
Titolo articolo: Il Driadeo di Luca Pulci: per uno stato dell’arte (con una nota su III 88)
Il Driadeo di Luca Pulci, scritto durante l’esilio della famiglia, per bancarotta, in Mugello, è un pometto mitologico incentrato sulla celebrazione della casata Medici. Questo contributo mira ad aggiornare la bibliografia esistente sottolineando l’esigenza di un testo critico finalmente affidabile e di un commento che tenga conto del fitto tessuto metaforico e allusivo che lo caratterizza, del quale a nostro avviso può essere esempio l’ottava 88 del III libro.
Lingua: ItalianoPag. 37-41
Etichette: Cosimo il Vecchio, Luca Pulci, Driadeo, laudatio urbis, Firenze
Titolo articolo: L’imitazione e il tempo. Totalità dell’istante, contemporaneità del differito e atemporalità simbolica nella teoria pittorica ed epistemologica di Leonardo da Vinci
Attraverso l’analisi della prima sezione del Libro di pittura, meglio conosciuta sotto il nome di ‘Paragone delle arti’, abbiamo tentato di mettere in luce, in una prospettiva diacronica, il rapporto fra tempo e imitazione nella teoria pittorica di Leonardo da Vinci. Dato che gli studi condotti in ambito fisico avevano spinto il Vinci a considerare il tempo come un ‘istante in atto’, egli cerca inizialmente, attraverso il parallelismo fra musica e pittura, di teorizzare una sorta di ‘pittura musicale’ capace di rappresentare sulla tela una temporalità continua. Un tentativo che lo porterà, alla soglia della maturità, a concepire una pittura simbolica in cui al centro della rappresentazione non vi è più il tempo, ma la sua idea.
Lingua: ItalianoPag. 43-57
Etichette: Musica, Tempo, Leonardo da Vinci, anatomia, imitazione, rappresentazione simbolica,
Titolo articolo: Alcune considerazioni sui Varia poemata di Giano Anisio (1531)
La silloge dei Varia poemata di Giano Anisio è un’opera di straordinaria complessità, sia per la ricchezza dei temi trattati e dei generi letterari ivi rappresentati, sia per la presenza di un elevato numero di dedicatari, alcuni dei quali non sono facilmente identificabili. L’opera ebbe una genesi editoriale assai turbolenta : durante l’assedio di Napoli del 1528, infatti, l’autore perse il manoscritto originariamente destinato alla stampa e fu costretto ad allestire un nuovo codice in tutta fretta, servendosi degli appunti che aveva a disposizione e facendo per lo più affidamento sulla sua memoria. La raccolta, che appare ancorata ad un rigoroso classicismo militante, si ispira ai due criteri fondamentali della varietas e della citazione allusiva, che risulta talvolta oscura. Meno definito appare, invece, il criterio della consequenzialità cronologica della disposizione dei carmi, un principio che l’autore afferma all’inizio dell’opera, ma che di fatto non appare pienamente applicato all’interno della raccolta.
Lingua: ItalianoPag. 59-71
Etichette: Epigramma, Rinascimento meridionale, XVI secolo, Giano Anisio, Accademia pontaniana, Varia poemata et satyrae, epigramma umanistico,
Titolo articolo: «…Quella università, o populo o soldati o grandi». Le «armi» tra pubblico e privato nel Principe, nei Discorsi e nell’Arte della guerra di Machiavelli
Nel Principe, nei Discorsi e nell’Arte della guerra viene trattato il rapporto tra gli ‘umori’ che formano il corpo politico e il potere dello stato. A questo riguardo, Machiavelli osserva in generale che (nel caso di un principato), lo stato deve ottenere il favore del popolo e limitare il potere dei grandi. Tuttavia, il caso illustrato nel cap. xix del Principe introduce un’anomalia, perché nell’Impero Romano i soldati avevano acquisito il ruolo di un terzo ‘umore’, diventando così anch’essi parte, a pieno titolo, dello spazio pubblico/politico. E poiché essi erano la « più potente » tra le « università », gli imperatori erano costretti a soddisfare i loro desideri, ciò che condusse alla progressiva distruzione dell’Impero. L’analisi di questa anomalia spinge Machiavelli a fare delle considerazioni sulle condizioni che, nel mondo moderno, rendono possibile la libertà, non nella sua forma ‘assoluta’ (che è possibile solo come residuo o eccezione), ma come mescolanza variabile di obbedienza, sicurezza/protezione e ‘vivere politico’. La principale preoccupazione del potere politico, egli afferma, è quella di evitare che l’esercito diventi un ‘umore’, cioè una figura pubblica.
Lingua: ItalianoPag. 73-87
Etichette: Libertà, Università, Niccolò Machiavelli, Principe, esercito, umori, vivere politico,
Titolo articolo: Recenti studi su Francesco Guicciardini (2009-2020). Seconda parte
A un decennio di distanza dall’uscita di due monografie (Cutinelli 2009 e Varotti 2009) che ebbero il merito di compendiare e assimilare le principali acquisizioni novecentesche e d’inizio anni duemila della critica guicciardiniana, la presente rassegna nasce con l’intento di integrare quei lavori con gli studi più recenti. Se nel primo contributo (pubblicato sullo scorso numero di Studi Rinascimentali) ci si era focalizzati in particolare sulle opere più mature e sul carteggio, in questa seconda parte si prenderanno in esame le ricerche sul lessico, le traduzioni e le voci biografiche consacrate allo storico fiorentino.
Lingua: ItalianoPag. 89-98
Etichette: XXI secolo, Francesco Guicciardini, anni duemiladieci, rassegna di studi,
Titolo articolo: Di «presenze burchiellesche (e altro)» nell’Apologia di Annibal Caro
Prendendo le mosse da un contributo di Enrico Garavelli sulla presenza di materia burchiellesca nel Commento di ser Agresto di Annibal Caro e dei risvolti critici di questa acquisizione, il saggio si propone di evidenziare analoghe presenze in un’opera del Caro che presenta significative affinità al Commento, già notate da Carlo Dionisotti : l’Apologia degli accademici di Banchi di Roma contra messer Lodovico Castelvetro, testo fondamentale della celebre polemica letteraria che vede contrapposti i due autori. Lo scopo è di mostrare come i recuperi della materia burchiellesca e le sue modalità di riuso siano funzionali a un programma polemico ben definito e riconoscibile, che coinvolge un impiego analogo di materiali provenienti da autori quali Petrarca, Ariosto e Berni. Si pone dunque l’accento sulla necessità di riconoscere e collegare le varie tessere e i riferimenti letterari riconoscibili nell’Apologia per una piena comprensione del testo e delle posizioni polemiche del Caro.
Lingua: ItalianoPag. 99-109
Etichette: Annibal Caro, Burchiello, Lodovico Castelvetro,
Titolo articolo: Anton Francesco Doni lettore d’Esopo. Una nuova fonte per i Marmi
Tra Quattro e Cinquecento le Favole di Esopo conoscono un successo straordinario, come dimostrano le numerose edizioni in greco, in latino e naturalmente nei diversi volgari europei. Il corpus esopiano non soltanto viene sottoposto a una sofisticata interpretazione in chiave morale, ma si arricchisce spesso di altri testi che ben si accompagnano alle favole dell’autore greco. La fortuna delle Favole viene testimoniata inoltre dall’appropriazione di questi testi da parte di altri autori, basti pensare alla loro presenza nelle Satire di Ariosto, che ne attesta la spendibilità quali veri e propri exempla. Il contributo fa emergere la presenza di Esopo tra le fonti di un testo dalla intertestualità complessa e variegata quali i Marmi di Anton Francesco Doni. Si aggiunge così una nuova tessera, notevole e finora sconosciuta, alle molteplici fonti dell’opera doniana.
Lingua: ItalianoPag. 111-123
Etichette: Favola, Intertestualità, Anton Francesco Doni, Esopo, scritture morali,
Titolo articolo: «In ragione di medicina». Paolo Sarpi, Montaigne e il libertinismo italiano
Questo contributo prende in esame i Pensieri di Paolo Sarpi dove il frate veneziano adopera il linguaggio della medicina estendendolo ad ambiti diversi della conoscenza umana, soprattutto alla morale e alla politica. Il fine dell’uomo deve essere quello di mantenere il proprio equilibrio fisico e morale. Su questo punto Sarpi sembra essere influenzato dai Saggi di Montaigne, una delle sue fonti più incidenti. Più in generale Sarpi sembra riproporre alcune idee tipiche del libertinismo, specialmente quando parla di una religione che è creazione dell’uomo e che pertanto deve essere sottoposta alle regole della politica e alla volontà dei legislatori.
Lingua: ItalianoPag. 125-135
Etichette: Libertinismo, Michel de Montaigne, Paolo Sarpi, religione e politica, Venezia
Titolo articolo: La poesia spirituale e religiosa nel Regno di Napoli tra secondo Cinquecento e primo Seicento
Il presente studio descrive le tipologie e le forme della poesia sacra nel Regno di Napoli tra Cinque e Seicento, nel quadro della più ampia rifunzionalizzazione etico-religiosa cui andò incontro la nostra tradizione letteraria nella seconda metà del Cinquecento. Tale produzione ampia e diversificata di poesia religiosa si radica in un contesto geoculturale e letterario vitalissimo, caratterizzato da interferenze e contaminazioni di generi e registri di scrittura, confrontandosi agonisticamente con il sistema normativo del classicismo profano.
Lingua: ItalianoPag. 137-153
Etichette: Antologia, Petrarchismo, XVI secolo, XVII secolo, libri di poesia, poesia sacra,