Studi rinascimentali | 2017 | N. 15

Anno 2017 – N. 15
A cura di Sara Laudiero

Autore/i articolo: GIANCARLO ALFANO; PASQUALE SABBATINO
Titolo articolo: Presentazione

I curatori presentano il tema del volume, affettuoso omaggio a Matteo Palumbo e ai suoi studi sul pensiero del Rinascimento, sintetizzando i contributi degli autori dei saggi.

Lingua: Italiano
Pag. 11
Etichette: Letteratura rinascimentale,

Autore/i articolo: AMEDEO QUONDAM
Titolo articolo: La fondazione di una tipologia etica e politica: il trionfo di Cesare (e non solo)

Nelle dinamiche della moderna economia della Virtù il tema del trionfo (all’antica) dell’imperator assume un rilievo eccezionale per densità comunicativa, in quanto rappresentazione della maiestas vittoriosa e magnanima costruttrice di pace: performativa e al tempo stesso simbolica, in grado di rielaborare la grande tradizione etica petrarchesca dei Trionfi e al tempo stesso di contaminarla con il recupero dei modelli antichi. Il saggio parte dall’analisi dell’entrata trionfale di Alfonso d’Aragona a Napoli, il 26 febbraio 1443, nella città conquistata l’anno precedente, dopo la sconfitta definitiva di Renato d’Angiò, per poi seguire le vicende quattrocentesche di questa nuova istituzione etica (e strategicamente politica) della
Virtù sovrana, con un’appropriata digressione verso una festa nuziale (Pesaro 1475), e tornando quindi a Napoli, alla Cappella Pontano, alle sue iscrizioni che esibiscono massime morali. Sondaggi nel campo della Virtù dipinta e rappresentata che qui ora prende forma, per essere poi destinato a segnare in profondità la tipologia culturale dell’Europa di Antico regime.

Lingua: Italiano
Pag. 13-24
Etichette: Classicismo, Virtù, Politica, Regno di Napoli,

Autore/i articolo: JEAN-LOUIS FOURNEL, JEAN-CLAUDE ZANCARINI
Titolo articolo: La forma-ricordo di Matteo Palumbo dagli «orizzonti della verità» alle «mutazioni delle cose»

Questo contributo studia l’importanza dei Ricordi di Francesco Guicciardini nel percorso di ricerca di Matteo Palumbo e i motivi che possono spiegare il loro posto nella sua riflessione. Si tratta di mostrare in particolare come la lettura di Deleuze e di Gramsci ebbe probabilmente un ruolo non indifferente nel gusto per lo studio di una forma particolare – il «ricordo». Tale focalizzazione consentiva infatti una lettura singolare della storia, con l’integrazione sistematica della ‘mutazione’ e della ‘variazione’ delle
cose e in nome della concreta universalità e del ruolo cruciale di un soggetto forte della sua discrezione ma che è tutt’insieme fonte e terreno dell’analisi. Di questo passo, l’incrocio tra le esigenze dell’ermeneutica e le aspettative dell’attualità costruisce una visione tragica di una storia in cui s’incrociano politica e letteratura.

Lingua: Italiano
Pag. 25-30
Etichette: Gramsci, Guicciardini, Ricordi, Aforismi, universale, particolare, soggetto, attualità,

Autore/i articolo: TOBIAS ROTH
Titolo articolo: Petrarkistische contrarii und amor mutuus in Giovanni Gioviano Pontanos Hendecasyllaborum libri

Giovanni Gioviano Pontanos Hendecasyllaborum libri or, in short, Baiae present a strong adherence to
models of classical antiquity both in content and form, and give voice to a socio-erotic utopia of voluptas and amor mutuus, that does not only aim at bodily pleasures, but also at ethical and political ideals of peace. Nonetheless one can detect systemic references to the traditions of love-poetry in volgare, above all to the works of Francesco Petrarca. But Pontano is not celebrating anti-petrarchism, but inserting his petrarchan allusions into a Denkfigur of Ovidius: the topical dolce-amaro is not used as an indicator of suffering, but as an incentive rendering love’s pleasures even more intense.

Lingua: Italiano
Pag. 31-40
Etichette: Petrarchismo, Antichità, Intertestualità, Ovidio,

Autore/i articolo: ANDREA SALVO ROSSI
Titolo articolo: «Civitatem divisam arbitror»: una fonte ‘sallustiana’ per Discorsi 1.4

Nel quarto capitolo dei Discorsi Machiavelli sviluppa nel modo più esplicito una delle tesi più discusse della sua opera: la ‘teoria dei tumulti’, ossia l’idea che – lungi dal rappresentare un ostacolo alla tenuta dello stato repubblicano – il conflitto patrizio-plebeo fu uno strumento di costante rivitalizzazione istituzionale che garantì longevità a Roma. Di fronte alla novità di questa prospettiva teorica, apertamente
in rottura con la tradizione umanistica legata alla concordia come precondizione per l’armonico sviluppo del «vivere civile», la critica machiavelliana si è spesso interrogata sulle possibili fonti, classiche e moderne, ad essa attribuibili. Il presente saggio, ripercorrendo le più importanti proposte sull’argomento,
ipotizza che un ruolo all’interno della genesi delle celebri pagine machiavelliane sulla «disunione tra plebe e senato» poté averlo una delle due pseudo-sallustiane epistole a Cesare, testi ormai considerati apocrifi in modo pressoché unanime dai filologi classici, ma che tra ʼ400 e ʼ500 circolavano aproblematicamente all’interno del corpus di Sallustio.

Lingua: Italiano
Pag. 41-49
Etichette: Machiavelli, Discorsi, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: LUCA FERRARO
Titolo articolo: Dal libro di Atlante a quello di Logistilla: una lettura dei canti XIV-XX del Furioso

L’articolo offre un’interpretazione di alcuni canti del Furioso, intesi come gruppo compatto in cui vige
un netto bipolarismo tra un topic esotico e magico ed uno epico, incentrato sull’assedio di Parigi. Si cerca di dimostrare come il filone avventuroso e boiardesco sia alla fine della lunga sequenza di canti assimilato a quello epico e finalistico, che diventerà prevalente nella seconda metà del poema.

Lingua: Italiano
Pag. 51-59
Etichette: Magia, Guerra, Caligorante, Cinquecento,

Autore/i articolo: LORENZO BATTISTINI
Titolo articolo: Spazi ‘segreti’ e ‘legittimati’. La scrittura dell’io in Francesco Guicciardini dopo la crisi del ’27

Il 1527 è l’anno di svolta della parabola biografica del Guicciardini. Il terribile sacco di Roma del sei maggio estingue ogni tentativo volto a salvaguardare l’autonomia degli Stati italiani. A questa cocente disfatta si aggiunge poi la rabbia dei fiorentini nei confronti dell’ex luogotenente, il quale, sospetto e malvisto, viene inizialmente messo ai margini della neonata Repubblica. Alla luce di tutte queste delusioni,
che mettono in discussione il significato stesso di un’intera carriera – se non addirittura di un’intera esistenza – lo sguardo introspettivo del Guicciardini si acuisce esponenzialmente, complice anche la lugubre residenza di Finocchieto. Questi pochi mesi segneranno una svolta irreversibile nei modelli scelti dall’autore per biografarsi. Dopo aver inizialmente ripreso il proprio libro di famiglia, lo scrittore fiorentino
sentirà infatti il bisogno di affidarsi a forme nuove per sondare la propria interiorità e meditare sui passaggi fondamentali della propria esperienza.

Lingua: Italiano
Pag. 61-68
Etichette: Guicciardini, Guerra, Autobiografia, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: PAOLA MORENO
Titolo articolo: Francesco Guicciardini e l’instaurazione del principato a Firenze nel 1532. Su alcuni documenti nuovamente contestualizzati

Nel periodo compreso tra il marzo 1531 e il gennaio 1532 Francesco Guicciardini, allora governatore di Bologna, viene sollecitato dal papa ad esprimere, insieme ad altri nobili fiorentini, dei pareri scritti sul modo di assicurare a Firenze la riforma dello Stato. La lettura attenta di questi pareri e delle lettere che li accompagnano rivela un’evoluzione della posizione guicciardiniana a proposito del principato: se nei discorsi del 1531 egli dice chiaramente che non sarebbe prudente instaurare un potere assoluto a Firenze, in quelli dell’inizio del 1532, pur riconoscendo l’ineluttabilità del processo politico in corso, Guicciardini assume un atteggiamento più pragmatico, che prevede una gestione ‘fluida’ del potere, non più identificabile nell’attuazione di «forme e modegli», come avrebbe voluto papa Clemente, ma che deve essere guidata dalla «discretione», sola facoltà in gradodi garantire una gestione efficace e moderata dei rapporti e dei contrasti, delle tensioni e dei compromessi che la nuova situazione politica impone.

Lingua: Italiano
Pag. 69-82
Etichette: Guicciardini Francesco, Firenze, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: GENNARO MARIA BARBUTO
Titolo articolo: Utopia e anti-utopia nel pensiero di Guicciardini

Il contributo è una analisi del tema dell’utopia e dell’antiutopia nelle opere principali di Francesco Guicciardini. L’autore evidenza l’aggravarsi nel grande storico di una tendenza disincantata e disillusa verso la politica, in seguito alla catastrofe del ’27, che indurrà Guicciardini a inserire nel suo capolavoro una età mitica, quella di Lorenzo il Magnifico, e una società edenica, i popoli primitivi del Nuovo Mondo, del tutto irrealizzabili e irripetibili per l’Italia e l’Europa a lui contemporanee.

Lingua: Italiano
Pag. 83-94
Etichette: Guicciardini, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: GIANCARLO ALFANO
Titolo articolo: Tra ecfrasi e meditazione. Il caso di un poemetto cinquecentesco siciliano

Nel 1534 a Messina viene pubblicato un poemetto in ottava rima che descrive un dipinto offerto alla Chiesa dell’Annunziata. L’autore è il celebre Polidoro da Caravaggio e descrive l’andata al Calvario di Cristo con particolare attenzione al dolore della Madre. Il saggio studia questo inusuale caso di un testo integralmente ecfrastico, mostrandone la relazione sia con la più maggiore tradizione letteraria del tempo, sia con la lunga durata dell’arte della meditazione.

Lingua: Italiano
Pag. 95-107
Etichette: Letteratura artistica, letteratura religiosa, Cinquecento,

Autore/i articolo: ADRIANA MAURIELLO
Titolo articolo: Schemi compositivi nel teatro senese del Cinquecento

L’intervento analizza, in particolare, la produzione comica degli Accademici Intronati di Siena. Lo scopo è coglierne gli elementi comuni e evidenziarne i legami con il progetto drammaturgico elaborato da
Alessandro Piccolomini. L’indagine si estende anche alle commedie anonime di area Intronata e ad alcuni testi teatrali di Pietro Fortini. L’obiettivo è individuare i possibili punti di convergenza tra i diversi versanti culturali senesi.

Lingua: Italiano
Pag. 109-122
Etichette: Commedia, Siena, Intronati, Cinquecento,

Autore/i articolo: PASQUALE SABBATINO
Titolo articolo: Le lingue «tutte italiane» in scena a Firenze (Sala del Duca, 1° maggio 1569). La vedova del Cini e l’Apoteosi di Cosimo I del Vasari

Negli anni Sessanta del Cinquecento la politica culturale di Cosimo I valorizza tutte le risorse del suo Stato per raccontare la rinascita medicea dopo la stagione repubblicana. Vasari celebra le vittorie della Firenze dei nuovi Principi e rappresenta l’Apoteosi di Cosimo I nel soffitto della Sala del Duca. La commedia La Vedova di Cini mette in scena il dibattito sulla lingua, attraverso l’interpretazione di due personaggi, Cola Francesco che parodizza il classicismo del Bembo e Sennuccio che afferma, sulle orme del nuovo orientamento dell’ultimo Varchi e della linea linguistica del Duca, il primato del fiorentino parlato. In tal modo la commedia interagisce con la pittura, aggiungendo al trionfo politico e militare di Cosimo I il trionfo linguistico.

Lingua: Italiano
Pag. 123-131
Etichette: Giovan Battista Cini, Giorgio Vasari, Cosimo I, Pietro Bembo, Benedetto Varchi, Cinquecento,

Autore/i articolo: CLAUDIO GIGANTE
Titolo articolo: Un epigramma di Luca Scalabrino

Il nome di Luca Scalabrino è abitualmente associato a quello di Tasso, di cui fu amico e confidente al
tempo della lunga stagione ferrarese. Nel contributo si propone la traduzione e l’interpretazione di un
epigramma latino, pubblicato da Scalabrino nel 1564 per celebrare la raccolta di versi dell’umanista cremonese Giulio Elio Crotti.

Lingua: Italiano
Pag. 132-138
Etichette: Scalabrino Luca, Poesia, Cinquecento,

Autore/i articolo: VINCENZO CAPUTO
Titolo articolo: L’implosione del dialogo. Appunti su ‘Nifo’ e ‘Porzio’ di Torquato Tasso

Nel ricco corpus dialogico di Torquato Tasso è possibile segnalare un gruppo specifico di scritti, i quali sono spesso indicati attraverso la formula esplicativa di ‘dialoghi napoletani’ (Il Nifo overo del piacere, Il Minturno overo de la bellezza, Il Porzio overo de le virtù e Il Manso overo dell’amicizia). È una produzione strettamente legata alle brevi parentesi nella città partenopea, dove Tasso sostò nel 1588, nel 1592 e nel 1594. L’intervento, che si sofferma in particolar modo sul Nifo e sul Porzio, si pone l’obiettivo di puntare l’attenzione critica sul complesso meccanismo retorico di tali opere. La scrittura dialogica di Tasso sembra, in questo caso, arrestarsi su un piano orizzontale e – per dir così – ‘correttivo’. Le affermazioni
filosofiche espresse, le quali hanno spesso una solida tradizione bibliografica, si frantumano in una serie di ritrattazioni, ripetizioni ‘migliorative’ o ‘peggiorative’, all’insegna di una correctio o, meglio, di una
‘epanortosi’, che permea l’intera scrittura

Lingua: Italiano
Pag. 139-149
Etichette: Torquato Tasso, Agostino Nifo, Simone Porzio, Cinquecento,