Le riviste sostenitrici
Studi rinascimentali | 2009 | N. 7
Anno 2009 – N. 7
A cura di Cristiana Anna Addesso
Titolo articolo: Nuovi documenti sulla datazione del “De hortis Hesperidum” di Giovanni Pontano
L’autore avanza fondamentali precisazioni in merito alla datazione del “De hortis Hesperidum” del Pontano, arretrandone la composizione del paratesto (dedica e versi in onore del Marchese Francesco II Gonzaga) al 1499 in ragione delle sue relazioni politiche e culturali con la corte mantovana e con l’ambasciatore Giacomo Probo d’Atri.
Lingua: ItalianoPag. 11-15
Etichette: Pontano Giovanni, “De hortis Hesperidum”, Poesia, Paratesto, Umanesimo, Quattrocento, Mantova, Napoli,
Titolo articolo: L’epistola di dedica dei “Feretrana” di Giovambattista Valentini, detto il Cantalicio, ed il suo significato programmatico
Il saggio è una attenta analisi della epistola prefatoria indirizzata a Guidobaldo da Montefeltro dal Cantalicio nei “Feretrana”, una raccolta di carmi celebrativi in onore del duca Federico da Montefeltro. L’autore mette in luce il valore programmatico di questa lettera dedicatoria, in cui Cantalicio fa riferimento alle difficoltà affrontate nella stesura dell’opera sia a causa dell’opposizione di alcuni critici e della concorrenza di altri scrittori, sia a causa dell’originalità del genere adoperato.
Lingua: ItalianoPag. 17-29
Etichette: Valentini Giovanbattista detto il Cantalicio, “Feretrana”, Poesia, Paratesto, Epigramma, Cinquecento, Urbino,
Titolo articolo: ‘Tanatos’ in scena: suicidi, omicidi, agonie
L’autore analizza l’atteggiamento di alcuni drammaturghi del Cinquecento italiano in rapporto alla messa in scena della morte o del suicidio dei personaggi. Il discorso, in cui c’è un costante rimando alle fonti classiche, coinvolge Gian Giorgio Trissino con la “Sofonisba”, Gian Battista Giraldi Cinzio con l'”Orbecche” e Adriano Valerini con l'”Afrodite”.
Lingua: ItalianoPag. 31-37
Etichette: Trissino Gian Giorgio, Giraldi Cinzio Gian Battista, Valerini Adriano, “Sofonisba”, “Orbecche”, “Afrodite”, Teatro, Tragedia, Donna, Morte, Cinquecento,
Titolo articolo: La poesia notturna di Michelangelo (e gli animali ‘vili’)
L’autore propone una attenta analisi tematica e stilistica dei sonetti 101-104 delle “Rime” di Michelangelo, in cui l’artista si sofferma dapprima a svalutare la notte per poi elogiarla fino ad identificarsi con essa. Il saggio ripercorre dunque i versi michelangioleschi, richiamando anche le probabili fonti di riferimento (dal Landino al Petrarca, Pulci, Poliziano).
Lingua: ItalianoPag. 39-50
Etichette: Buonarroti Michelangelo, “Rime”, Poesia, Sonetto, Cinquecento,
Titolo articolo: Il senso della lingua nell “Rime” di Michelangelo
Partendo dal presupposto che le “Rime” e le “Lettere” michelangiolesche presentino somiglianze concettuali e contenutistiche profonde e risultino affini anche sul versante linguistico, l’autore propone una attenta analisi interpretativa dei più ricorrenti concetti, immagini e lemmi del canzoniere del Buonarroti, compreso il ricorrere di paragoni o semplici citazioni legate alla scultura, alla pittura e alla scrittura.
Lingua: ItalianoPag. 51-67
Etichette: Buonarroti Michelangelo, “Rime”, Poesia, Sonetto, Metrica, Concordanze, Cinquecento,
Titolo articolo: ‘Appartare ogni lascivo appetito’. Paolo Regio e le vite femminili del secondo Cinquecento
Nell’analizzare le “Opere Spirituali” di Paolo Regio, l’autore pone attenzione alle Vita di Santa Patrizia (1593), protettrice di Napoli. Si sottolineano i legami tra genere biografico e genere novellistico, per poi puntare l’attenzione sui rapporti tra le descrizioni dei luoghi sacri partenopei presenti nell’opera regiana e la medesima descrizione presente nelle ‘guide’ del tempo. Tale biografia appare, però, particolarmente utile anche per un confronto con altre vite di donne illustri della seconda metà del XVI secolo. In conclusione, infatti, l’autore analizza la vita di Elisabetta d’Austria scritta da Paolo Morigia (1593) e la vita della duchessa d’Austria Eleonora scritta da Antonio Folcheri (1598).
Lingua: ItalianoPag. 69-79
Etichette: Regio Paolo, “Opere spirituali”, Trattatistica, Biografia, Agiografia, Donna, Religione, Cinquecento,
Titolo articolo: Vivere secondo virtù. Gli “Opuscoli morali” di Paolo Regio
L’autrice propone una analisi contenutistica degli “Opuscoli morali” (1597-98) di Paolo Regio, vescovo di Vico Equense, consistenti in ventuno dialoghi suddivisi in tre parti (“Delle osservanze catoliche”, “Della felicità e della miseria” e “Della consolazione e del consiglio”) da considerare come altrettanti breviari di etica. L’autrice ne mette in luce gli interlocutori e la dimensione didascalica scelta da Regio, intenzionato a diffondere attraverso gli opuscoli i dettami della Chiesa controriformistica.
Lingua: ItalianoPag. 81-87
Etichette: Regio Paolo, “Opuscoli Morali”, Trattatistica, Dialogo, Religiosità, Etica, Cinquecento,
Titolo articolo: ‘Voler descrivere il sito di Napoli in una lettera non è egli cosa temeraria?’. Alcune descrizioni epistolari della città di Napoli tra Quattro e Cinquecento
L’autrice delinea ed analizza una galleria di scritti epistolari in cui siano contenuti riferimenti e descrizioni della città di Napoli fra Quattro e Cinquecento. L’attenzione della autrice, dopo brevi riferimenti a Stazio e all’epistolario del Petrarca, si sofferma quindi su Giovanni Bandini, Bernardino Daniello, Bernardo Tasso e sugli ambasciatori veneti Girolamo Lippomano, Giambattista Leoni e Girolamo Ramusio. L’itinerario del saggio si chiude nel segno delle due lettere di Tommaso Costo a Don Felice Passero (aprile 1597) e ad Alberico I Malaspina (ottobre 1603) relazionate all’Introduzione del più noto “Fuggilozio”.
Lingua: ItalianoPag. 89-106
Etichette: Petrarca Francesco, Bandini Giovanni, Daniello Bernardino, Tasso Bernardo, Costo Tommaso, “Fuggilozio”, Novellistica, Epistolografia, Memorialistica, Quattrocento, Cinquecento, Napoli,
Titolo articolo: Regole e deroghe dell’attività intellettuale e artistica nella chiesa della Controriforma. Alcuni esempi
Il saggio riflette sui dettami della Chiesa controriformistica in relazione alla pratica artistica, con particolare attenzione alle indicazioni riguardanti gli edifici e quindi l’architettura. L’autore rilegge nello specifico le “Instructiones” di san Carlo Borromeo, secondo cui gli ordini religiosi dovevano attenersi a specifiche indicazioni nella costruzione degli edifici sacri in sintonia con le esigenze della liturgia e tenendo conto del dialogo officiante-fedeli. Il rimando alle “Instructiones” è funzionale nel saggio per una disamina delle principali architetture e delle varie tipologie di “piante” del secondo Cinquecento.
Lingua: ItalianoPag. 107-117
Etichette: Borromeo Carlo, “Instructiones”, Trattatistica, Chiesa, Religione, Architettura, Cinquecento,
Titolo articolo: Il ritratto dell’Ariosto ‘gran Pittor’ nella ‘pinacoteca’ di Marino e la ‘Galleria regia’ dell’“Orlando furioso” nella letteratura artistica
Visitando la “Galeria” poetica di Giovan Battista Marino (1620), l’autore si sofferma nello specifico sul trittico Boiardo-Ariosto-Tasso e sulla rete dei rimandi interni a questi sonetti costruiti dal Marino in forma di ‘auto-ritratti’ che i poeti offrono di se stessi in un progressivo superamento dell’uno sull’altro nell’ambito del genere epico-cavalleresco. Il saggio rilegge inoltre il “Trattato dell’arte della pittura, scoltura et architettura” di Pietro Lomazzo (1584), che non solo consente di individuare nel Tiziano il ‘pittor’ dell’Ariosto cui fa riferimento il Marino nel suo sonetto, ma avanza numerose osservazioni sulla consentaneità tra pittore e poeta e nello specifico tra Ariosto e Tiziano.
Lingua: ItalianoPag. 119-133
Etichette: Marino Giovan Battista, Lomazzo Pietro, Ariosto Ludovico, “Galeria”, “Trattato dell’arte della pittura, scoltura et architettura”, Poesia, Trattatistica, Sonetto, Poema cavalleresco, Pittura, Cinquecento, Rinascimento,
Titolo articolo: Note sul Boccaccio in Spagna fra Quattro e Cinquecento: dal “De Casibus” al “Decameron”
Il saggio ricostruisce la diffusione dell’opera boccaccesca in Spagna fra Quattro e Cinquecento, indicando puntualmente i codici manoscritti presenti nelle biblioteche spagnole e soprattutto le traduzioni in castigliano dei testi di Boccaccio. Particolare attenzione va al nucleo bibliotecario del marchese di Santillana, per la spinta data alla diffusione del Boccaccio volgare oltre a quello latino. L’autore si sofferma inoltre sulla fortuna castigliana del “De Casibus”.
Lingua: ItalianoPag. 137-143
Etichette: Boccaccio Giovanni, “Decameron”, “De Casibus”, Novellistica, Traduzione, Manoscritto, Trecento, Quattrocento, Cinquecento,