Le riviste sostenitrici
Studi rinascimentali | 2008 | N. 6
Anno 2008 – N. 6
A cura di Cristiana Anna Addesso
Titolo articolo: In memoriam: Antonio Palermo (1929-2006)
I direttori ed il comitato editoriale della rivista dedicano il numero alla memoria del professore emerito di Letteratura italiana e critico letterario Antonio Palermo (1929-2006), ripercorrendo brevemente alcuni dei ‘suoi’ autori – con particolare attenzione al De Sanctis – e riflettendo sul suo metodo di indagine critica come sulle sue risolutive riflessioni sul concetto di “Rinascimento” nella storiografia letteraria.
Lingua: ItalianoPag. 9-11
Etichette: Palermo Antonio, Critica letteraria, Novecento,
Titolo articolo: ‘La più fruttifera e dilettevole parte di Italia’. Il ritorno a Napoli nell'”Arcadia” del Sannazaro
Sabbatino ricostruisce puntualmente il particolare ‘viaggio’ di Sannazaro-Sincero all’interno del prosimetro cinquecentesco “Arcadia”, un viaggio di ritorno dalla mitica regione dei pastori all’amata Napoli e alla donna attraverso il concavo terrestre. L’immagine di Napoli è prima di tutto mentale nell’Arcadia, grazie ai ricordi di Sincero che rievoca luoghi e segmenti paesaggistici di Napoli ‘gentile’ quattrocentesca. Abbeverandosi alle fonti classiche (Virgilio, Ovidio, Dante), Sannazaro riconduce il suo alter ego Sincero – attraverso un particolare viaggio nel ventre della terra – in una Napoli però sconvolta dai cambiamenti: alla città solare vagheggiata nei ricordi corrisponde infatti la Napoli dove è frattanto morta la donna amata, dove i pastori Cariteo e Summonte piangono i miseri casi di Meliseo (Pontano) e dove sono ormai palpabili sul piano storico le disgrazie degli Aragonesi. Sono questi i presupposti che conducono al particolare congedo arcadico “A la sampogna”.
Lingua: ItalianoPag. 15-26
Etichette: Sannazaro Iacopo, Arcadia, Poesia pastorale, Viaggio, Cinquecento, Napoli, Intertestualità,
Titolo articolo: Il “De partu Virginis” del Sannazaro come poema parafrastico
Il denso e sapiente lavoro critico di Nazzaro mira a gettare nuova luce esegetica sul “De partu Virginis” di Iacopo Sannazaro. Lo studioso infatti riserva attenzione all’intertestualità biblica e patristica del poema mariano al fine di assegnarlo anche al particolare genere della ‘parafrasi’. Accanto alla rassegna esegetica sui tre libri del “De partu Virginis”, Nazzaro offre anche una minuta analisi parafrastica dell’episodio della visita di Maria ad Elisabetta nella riscrittura sannazariana.
Lingua: ItalianoPag. 27-55
Etichette: Sannazaro Iacopo, De partu Virginis, Poesia religiosa, Esegesi, Bibbia, Cinquecento, Intertestualità,
Titolo articolo: ‘Se quel soave stil…’. Sannazaro in traccia di Dante
Il sapiente lavoro di Scorrano offre una puntale campionatura di quanto dell’opera dantesca decanti in Sannazaro, con particolare attenzione al prosimetro “Arcadia”. Lo studioso offre numerosi esempi della tecnica di riuso dei testi danteschi da parte del Sannazaro (ad es. il profilo di Amaranta-Matelda), dalle riprese più o meno evidenti alle più complesse interazioni coll’illustre modello (ad es. Ergasto-Capaneo). Se da un lato non mancano richiami anche alla “Vita nova”, più fitti appaiono comunque i debiti verso il “Purgatorio”, specie per le rappresentazioni edeniche in Arcadia o per il motivo dell’apparizione femminile. Denso il catalogo del riuso di semplici sintagmi, tessere lessicali, similitudini e schemi rimici.
Lingua: ItalianoPag. 57-76
Etichette: Alighieri Dante, Sannazaro Iacopo, Arcadia, Poesia pastorale, Cinquecento, Intertestualità,
Titolo articolo: ‘Confusio ergo omnia’. Osservazioni su alcuni temi del “Proxeneta” di Gerolamo Cardano
Giorgio offre una disamina del “Prosseneta” del filosofo milanese Girolamo Cardano (1560-1576 ca.), labirintico trattato sulla prudenza civile, politica e più in generale sul ‘vivere bene e felicemente’, riconducibile a tanta parte della trattatistica umanistico-rinascimentale sul tema della precarietà della fortuna nelle vicende umane (Alberti, Pontano, Valla, Bracciolini, Salutati ecc.). Lo studioso ne individua uno dei principali nuclei tematici nel ‘bisogno’ (di appartenenza, di gloria), accostando ad esso il motivo della ‘difesa’ dell’onore e della famiglia, il tema della simulazione/dissimulazione, l’elogio del silenzio e della segretezza.
Lingua: ItalianoPag. 77-85
Etichette: Cardano Girolamo, Prosseneta ovvero della prudenza politica, Trattatistica, Cinquecento,
Titolo articolo: Memorie testuali nella “Sirenide” di Paolo Regio
La studiosa rinviene i legami intertestuali fra la “Sirenide”, poema in ottave del vescovo di Vico Equense Paolo Regio, e i “Trionfi” petrarcheschi, da accostare agli altrettanti numerosi riecheggiamenti del “Canzoniere” e, più in generale, di Dante. Scognamiglio segnala, nel mare magnum del possibile catalogo dei debiti regiani, alcuni esempi maggiormente significativi, quali la riflessione sui topoi del trionfo della morte e della fama, l’uso dell’Ecclesiaste quale modello tematico e due rilevanti exempla della latinitas (G.Muzio Scevola e M. Curzio).
Lingua: ItalianoPag. 87-90
Etichette: Petrarca Francesco, Regio Paolo, Sirenide, Trionfi, Poesia, Cinquecento, Intertestualità,
Titolo articolo: La “Siracusa” di Paolo Regio e la tradizione letteraria napoletana tra primo e secondo Cinquecento
Lo studio è dedicato alla “Siracusa” del vescovo di Vico Equense Paolo Regio (1569) – parzialmente riedita nel 1885 da Vittorio Imbriani – raccolta novellistica con inserti di egloghe pescatorie e con 11 sonetti di contemporanei volti a celebrare i pregi dell’opera. Mauriello sottolinea anzitutto come l’opera non possa essere del tutto ascritta solo al genere novellistico di marca boccaccesca, dimostrandone gli scarti rispetto al modello. Piuttosto Regio approda ad un particolare romanzo di formazione e guarda all’Arcadia del Sannazaro e al filone ‘pescatorio’ dello stesso Sannazaro e di Bernardino Rota. La “Siracusa” si inserisce quindi nel genere novellistico, ma fonde istanze diverse e chiaramente dissonanti rispetto al Boccaccio, recuperando l’eredità lasciata in area napoletana da Masuccio Salernitano, Girolamo Morlini e Antonio Mariconda.
Lingua: ItalianoPag. 91-97
Etichette: Paolo Regio, Sannazaro Iacopo, Siracusa, Arcadia, Novella, Poesia pastorale, Cinquecento, Napoli,
Titolo articolo: Gli ‘abusi’ dei pittori e la ‘norma’ dei trattatisti: Giovanni Andrea Gilio e Gabriele Paleotti
L’autore analizza le opere di Giovanni Andrea Gilio (Dialogo nel quale si ragiona degli errori e degli abusi de’ pittori circa l’istorie, in Camerino, presso Antonio Gioioso, 1564) e Gabriele Paleotti (Discorso intorno alle imagini sacre et profane, in Bologna, presso Alessandro Benacci, 1582), soffermando la propria attenzione sul problema del precario e instabile equilibrio tra le esigenze dell’ortodossia cristiana e dell’espressione artistica. Nei testi in esame coesistono, infatti, sia le ragioni normative della ‘fede’ tridentina che le ragioni espressive (gli ‘abusi’) della ‘fantasia’ del singolo pittore o scultore.
Lingua: ItalianoPag. 99-110
Etichette: Gilio Giovanni Andrea, Paleotti Gabriele, Dialogo degli errori e degli abusi de’ pittori, Discorso intorno alle imagini sacre et profane, Arte, Controriforma, Cinquecento, Rinascimento,
Titolo articolo: Filarete: la ‘parola’ e l’architettura
Il saggio analizza il quattrocentesco “Trattato di architettura” di Antonio Averlino (detto il Filarete), mettendone in evidenza i molteplici aspetti innovativi rispetto al contesto storico-culturale in cui fu scritto. Il trattato è infatti in volgare ed ha forma dialogica, optando dunque per uno stile agile e fruibile da un più vasto pubblico di lettori anche non specialisti. La studiosa, che si sofferma su struttura, personaggi e coordinate spazio-temporali del trattato, ne mette in evidenza sia le peculiarità stilistiche e dialogiche che l’uso sapiente delle immagini a corredo dei codici manoscritti, puntualizzando il carattere utopico della celebre Sforzinda in esso descritta e progettata.
Lingua: ItalianoPag. 111-121
Etichette: Averlino Antonio Filarete, Trattato di architettura, Trattatistica, Dialogo, Quattrocento,
Titolo articolo: La “Testura sopra Mai non vo’ più cantar come i soleva” di Ioan Berardino Fuscano
Il saggio analizza e pubblica in appendice la “Testura sopra Mai non vo’ più cantar come i soleva” (1524) del letterato napoletano (ma di origini avellinesi) Ioan Berardino Fuscano, autore delle “Stanze sovra la bellezza di Napoli” (1531) nonché uomo di fiducia del vescovo teatino Gian Pietro Carafa, futuro Papa Paolo IV. L’opera è in realtà un’originale parafrasi versificata della celebre ed enigmatica frottola petrarchesca (RVF 105). L’autrice segue il Fuscano nel suo lavoro di scomposizione e ricomposizione del testo petrarchesco, contestualizzandone la stesura e la pubblicazione nella Roma degli anni Venti del Cinquecento.
Lingua: ItalianoPag. 125-137
Etichette: Petrarca Francesco, Fuscano Ioan Berardino, Testura, Poesia, Cinquecento, Intertestualità,
Titolo articolo: L'”Arcadia” di Sannazaro in Spagna: l'”Egloga II” di Garcilaso tra imitatio e modello bucolico
Partendo da “Los siete libros de la Diana” del portoghese Montemayor (1558-59) e dalla prima delle quattro versioni spagnole dell’Arcadia del Sannazaro (Toledo, 1547), Gargano sonda non soltanto la fortuna del poema sannazariano e in generale del romanzo pastorale in Spagna, ma propone nuove riflessioni sulla Egloga II del toledano Garcilaso de la Vega. Accanto ai numerosi debiti contratti verso l’Arcadia (prose VIII e IX, ad es.) e al processo di ‘composizione’ messo in atto da Garcilaso, Gargano ne mette soprattutto in evidenza la raccoltà eredità di una fusione tra lirica e narrativa e di una bucolica di più “alto stile” vagheggiata dal sannazariano Carino e messa in pratica da Garcilaso col suo pastore Nemoroso.
Lingua: ItalianoPag. 141-147
Etichette: Sannazaro Iacopo, Garcilaso de la Vega, Arcadia, Poesia pastorale, Traduzione, Cinquecento, Spagna, Intertestualità,
Titolo articolo: La “Siracusa pescatoria” di Paolo Regio nella lettura ottocentesca di Vittorio Imbriani
Bianchi pone ad oggetto del suo lavoro critico la “Siracusa” del vescovo di Vico Equense Paolo Regio (1569), per tanti versi assimilabile alle Piscatoriae latine di Iacopo Sannazaro, ma vicina anche ai canoni della novellistica trecentesca e soprattutto rinascimentale. La studiosa, tuttavia, focalizza la particolare attenzione che a questo testo – vera preziosità bibliografica – riservò nell’Ottocento Vittorio Imbriani dall’alto della sua predilezione per la novellistica. Imbriani ne pubblicò infatti le novelle, indicandone puntualmente i richiami intertestuali con Boccaccio, Masuccio Salernitano, Bandello e Straparola.
Lingua: ItalianoPag. 151-158
Etichette: Imbriani Vittorio, Regio Paolo, Siracusa, Novella, Edzione, Cinquecento, Ottocento, Napoli, Intertestualità,