Le riviste sostenitrici
Studi rinascimentali | 2007 | N. 5
Anno 2007 – N. 5
A cura di Cristiana Anna Addesso
Titolo articolo: L’umanista Felino Sandei e l’edizione pisana del “De dictis et factis Alfonsi regis” di Antonio Panormita
La studiosa si sofferma sull’edizione del “De dictis et factis Alfonsi regis” del Panormita che, nel 1485, l’umanista Felino Sandei curò a Pisa per i tipi di Gregorio De Gentis, dedicandola a Giovanni e Lorenzo de’ Medici. Analizzandone soprattutto la prefatoria indirizzata dal Sandei a Giovanni de’ Medici, futuro papa, la Iacono arguisce le intenzioni dell’umanista nel pubblicare in area pisana un testo, quale il “De dictis”, nato nel contesto aragonese. L’intento pedagogico del Sandei nei confronti di Giovanni De Medici ben si sposa, infatti, col suo tentativo di adeguamento alla politica medicea di riavvicinamento alla corte napoletana.
Lingua: ItalianoPag. 11-28
Etichette: Panormita Antonio (Panormita), Sandei Felino, De dictis et factis Alfonsi regis, Corte, Cronaca, Politica, Storia, Quattrocento, Cinquecento, Napoli, Firenze,
Titolo articolo: A tale of two cities: accounts of the origins of Fiesole and Florence from the anonymous “Chronica” to Leonardo Bruni
Nel suo lungo ed articolato saggio, in lingua inglese, S. Baldassarri passa in rassegna ed analizza le principali fonti inerenti la storiografia fiorentina, in cui si intrecciano – con rimandi e/o mutamenti di prospettiva ideologica e politica – le diverse posizioni degli autori in merito alle origini di Firenze, ai suoi rapporti con la città di Fiesole, alla ‘libertas’ fiorentina, alle dinamiche culturali, politiche, economiche dalle origini al Quattrocento inoltrato. La rassegna di Baldassarri parte dall’anonima “Chronica de origine civitatis” per proseguire con le “Gesta Florentinorum” del notaio Sanzanome, con Dante e Brunetto Latini, con la “Chronica” di Giovanni Villani (continuata poi da Matteo e Filippo Villani), con il “De origine civitatis Florentiae et eiusdem famosis civibus” di Filippo Villani, con Boccaccio, con la “Invectiva in Antonium Luschum” di Coluccio Salutati, per concludere con le note “Laudatio florentinae urbis” e con le “Historiae” di Leonardo Bruni.
Lingua: InglesePag. 29-56
Etichette: Storiografia, Duecento, Trecento, Quattrocento, Firenze,
Titolo articolo: A proposito degli gliommeri dialettali di Iacopo Sannazaro: ipotesi di una nuova attribuzione
Dopo alcune necessarie precisazioni sul valore fonetico del nesso iniziale gl- di ‘gliommero’, De Blasi rintraccia nei “Variarum rerum” del Bolvito e nella “Napoli sacra” di D’Engenio Caracciolo alcune rilevanti testimonianze a favore dell’attribuzione al Sannazaro di ulteriori gliommeri (non ancora rintracciati), oltre al noto “Licinio, se’l mio inzegno”. Ponendo a confronto lo gliommero “Eo non agio figli né fittigli”, attribuito al De Jennaro, con il citato sannazariano, De Blasi ne pone in evidenza alcune affinità di fondo e, nello specifico, l’esibizione del sentimento popolare di rimpianto dei tempi e dei sovrani angioini.
Lingua: ItalianoPag. 57-76
Etichette: De Jennaro Pietro Jacopo, Sannazaro Jacopo, Gliommero, Poesia, Dialetto, Quattrocento, Cinquecento, Napoli,
Titolo articolo: La casa ferrarese come luogo teatrale nel primo Cinquecento
Il saggio propone alcune riflessioni sulla messa in scena dell’ “Orbecche”, dell’ “Egle” e della “Cleopatra” di Giraldi Cinzio nel contesto estense-ferrarese, in spazi privati e di corte, e sul contributo di Girolamo Carpi alla realizzazione delle architetture e degli apparati di scena.
Lingua: ItalianoPag. 77-85
Etichette: Giraldi Cinzio Giovan Battista, Orbecche, Egle, Cleopatra, Teatro, Scenografia, Corte, Cinquecento, Ferrara,
Titolo articolo: Le vite in tipografia: Dolce, Porcacchi, Varchi e Nannini nella stamperia di Gabriele e Giolito
Attraverso l’analisi di diverse vite cinquecentesche di letterati, Caputo intende indagare lo stretto e prolifico legame tra genere biografico ed editoria del XVI secolo. L’attenzione è rivolta, nello specifico, a Lodovico Dolce (vite di Dante, Boccaccio, Orazio e Cicerone), a Tommaso Porcacchi (vite di storici antichi), a Benedetto Varchi (vita di Francesco Cattani da Diacceto) e, infine, a Remigio Nannini (vita di Francesco Guicciardini). Questi testi, che accompagnano le opere dei rispettivi autori biografati, furono pubblicati presso la stamperia veneziana di Gabriele Giolito de’ Ferrari.
Lingua: ItalianoPag. 87-102
Etichette: Dolce Ludovico, Giolito Gabriele, Nannini Remigio, Porcacchi Tommaso, Varchi Benedetto, Biografia, Editoria, Cinquecento,
Titolo articolo: Le buone maniere: virtù o maschere? Uno sguardo al fondamento del galateo rinascimentale
La studiosa ripercorre, riferendosi al Castiglione e ad altri trattatisti rinascimentali, il motivo del ‘galateo’ cortigiano proponendo nuove riflessioni sul concetto di grazia, sprezzatura, maniera, affabilità, onestà ed approdando alla antitetica lettura seicentesca che nelle sue “Massime” ne diede De La Rochefoucauld.
Lingua: ItalianoPag. 103-109
Etichette: Corte, Cortigiano, Trattatistica, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: Trascendence of gender in Aretino and Franco: cross-dressing literally and literary cross-dressing
Come lo stesso autore anticipa ad apertura, nel suo saggio – in lingua inglese – si esamina il ‘capovolgimento dell’identità’, il travestimento letterario dell’autore che veste i panni del personaggio-donna e dell’autrice in quelli del personaggio-uomo, in due autori rilevanti per la discussione sul ruolo della donna nel Cinquecento: Veronica Franco, con la ‘tenzone’ con Maffio Venier, e Pietro Aretino, con i celebri “Ragionamenti”.
Lingua: InglesePag. 111-126
Etichette: Aretino Pietro, Franco Veronica, Ragionamenti, Dialogo, Identità. Letteratura femminile, Donna, Tenzone, Cinquecento,
Titolo articolo: Alessandro Vellutello e Giovanni Britto che ‘per sé fuoro’. Sul corredo grafico della “Nova esposizione”
Nel saggio si riflette sul corpus xilografico inserito da Alessandro Vellutello nella “Nova esposizione” alla Commedia dantesca (Marcolini, 1544) e realizzato dal tedesco e tizianesco Giovanni Britto. Lo studioso mette in relazione le xilografie raffiguranti episodi dell’Inferno dantesco con lo spunto che saprà desumerne il Doni, suggerendo un aggancio al tema della pianta della città ideale, e con alcune incisioni della “Hypnerotomachia Poliphili” (Manuzio 1499), non mancando di cogliere nel corredo iconografico voluto dal Vellutello anche un’anticipazione stilistica della posizione anti-vasariana e anti-buonarrotiana che saranno poi esplicite nel Dolce.
Lingua: ItalianoPag. 127-144
Etichette: Vellutello Alessandro, Nova espositione, Commento, Dantismo, Iconografia, Cinquecento,
Titolo articolo: Le paradoxe de Du Bellay, ou comment celui-ci ‘replante’ Sperone Speroni dans la “Deffence, et Illustration de la Langue Françoyse
Lingua: Francese
Pag. 147-175
Etichette: Du Bellay Joachim, Speroni Sperone, La Deffence et illustration de la langue francaise, Lingua francese, Storia della lingua, Cinquecento,
Titolo articolo: Canzoniere napoletano plurilingue della fine del secolo XVII. Silloge poetica (ms.2100 della Biblioteca Nacional de Madrid)
Alfonso Falco pubblica e commenta alcuni componimenti poetici contenuti nella silloge manoscritta 2100 della ‘Biblioteca Nacional’ di Madrid. Di questa eterogenea raccolta plurilingue di circa 400 composizioni (con una prevalente presenza di Marino e marinisti), Falco propone alcuni curiosi excerpta, in lingua italiana ma anche spagnola, tra i quali: un sonetto sul primato tra Musica e Poesia, un trittico dedicato all’artista Margherita Bonzini, un sonetto sulla campana mozzarella di bufala, una ‘Cantata’, un ‘Prologo’ e un ‘Intermezzo’.
Lingua: ItalianoPag. 177-202
Etichette: Manoscritto, Marinismo, Poesia, Seicento,
Titolo articolo: La concezione ariostesca della ‘follia’ nella critica di Bonaventura Zumbini
Allievo del De Sanctis, il calabrese Zumbini si occupò nella sua militanza critica di vari autori ottocenteschi, ma non solo. Nonostante non vi siano elementi certi sulla sua conoscenza diretta delle lezioni zurighesi del De Sanctis, Cafisse rintraccia numerose ‘parentele’ tra i due critici nell’interpretazione dei motivi e degli episodi basilari dell’ariostesco “Orlando furioso”.
Lingua: ItalianoPag. 205-210
Etichette: Ariosto Ludovico, De Sanctis Francesco, Zumbini Bonaventura, Orlando furioso, Poema cavalleresco, Critica letteraria, Follia, Cinquecento, Ottocento,