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Studi pasoliniani | 2022 | N. 16
Anno 2022 – 16 – N. 16
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: Il nini muàrt. L’immagine di Narciso nella poesia friulana di Pasolini e nell’Usignolo della chiesa cattolica
Il saggio prende in esame la presenza dell’immagine archetipica di Narciso – doppio e specchio esemplare – nella poesia friulana di Pasolini e nell’Usignolo della Chiesa Cattolica. L’immagine fa la sua prima apparizione nella poesia Il nini muàrt in Poesie a Casarsa: Narciso è la figura mitica di una fanciullezza immortalata dalla morte. Il tema si prolunga nelle poesie successive e ritorna protagonista nella raccolta La meglio gioventù, particolarmente nella sezione Danze. La contemplatio mortis narcisistica conosce un estremo svolgimento nella poesia Il dì da la me muàrt. Il tema ritorna nell’Usignolo della Chiesa Cattolica, in cui la tensione autoanalitica giunge a forme di estremo esibizionismo segnando il passaggio dall’estasi narcisistica alla rottura dell’incanto e ricercando deliberatamente lo scandalo. Narciso si specchia nell’immagine del Cristo crocifisso.
Lingua: Italiano/FriulanoPag. 13-30
Etichette: Cattolicesimo, Letteratura, Letteratura italiana, Mito, Poesia, Poesia dialettale, XX secolo, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: «Non c’è niente di più facile che spiare un uomo come Carlo». Pasolini e «i personaggi che vedono»
Gli Appunti 6 bis e 6 quater del romanzo incompiuto Petrolio (1972-1975) e il motivo della visione furtiva e abusiva di uno sguardo che spia la vita privata di un personaggio, dalla poesia Ciants di un muàrt (1945) ai film Edipo re (1967), I racconti di Canterbury (1972), fino al trattamento di un film non realizzato, provvisoriamente intitolato Porno-Teo-Kolossal (1967-1975).
Lingua: ItalianoPag. 31-40
Etichette: Cinema, Letteratura, Letteratura italiana, Poesia, Romanzo, Sessualità, XX secolo, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: «Tre donne intorno al cor mi son venute». Marilyn, Mangano, Callas nell’immaginario pasoliniano
L’obiettivo del presente contributo è quello di mettere a fuoco, attraverso l’analisi di tre scritti dedicati a tre attrici (Marilyn Monroe, Silvana Mangano, Maria Callas), alcune caratteristiche peculiari della concezione e della pratica attoriale messa in atto da Pasolini nella sua esperienza registica. Nei testi scelti emerge una profonda affinità, espressa secondo diverse formule retoriche e una sostanziale analogia formale, determinata dalla ibridazione costante di moduli e registri. In tutti e tre l’autore, inoltre, si confronta con scritture a forte tasso mediatico, che chiamano in causa, a differenti livelli, la vocazione performativa dei soggetti ritratti, cogliendo l’occasione per definire il proprio posizionamento critico rispetto allo Star System.
Lingua: ItalianoPag. 41-52
Etichette: Cinema, Letteratura, Letteratura epistolare, Letteratura italiana, Regia, Teatro, XX secolo, Maria Callas, Marilyn Monroe, Pier Paolo Pasolini, Silvana Mangano,
Titolo articolo: Teaching Pasolini Today: Making the Uomo Scomodo, Scomodo Once Again
Pasolini’s name and ideas have been echoed by many across the decades since his death, yet this form of homage and ongoing popularity are problematic for those wanting to teach Pasolini today. How shall we frame the intellettuale scomodo and his work for our current students ? How can his words recapture their political and poetic d efficacy for the learning objectives we uphold in our Italian programs and humanities studies courses today? This article examines Pasolini’s pedagogical vocation from the perspectives of the body, love, and freedom to suggest that teaching Pasolini today entails teaching like Pasolini. It means being a bit uncomfortable or provocative in our respective courses and contexts for learning. It means recapturing the spirit of socio-political scandal that Pasolini transmitted to and through the youth of his day.
Lingua: Inglese/ItalianoPag. 53-67
Etichette: Corpo, Giovinezza, Letteratura, Pedagogia, XX secolo, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: Pasolini e il PCI: la ricerca di una salvezza
Le dichiarate ‘simpatie’ politiche di Pasolini passano, nel corso degli anni, dal partito socialista alla sinistra extraparlamentare, al partito radicale ad altri orientamenti, ma resta sempre ferma la sua fedeltà verso il partito comunista, pur tra consenso e dissenso, alleanza e polemica. Fedeltà ribadita con le periodiche dichiarazioni di voto. Questa scelta nasce dal suo legame con il mondo (e mito) contadino, ma si manifesta via via come la ricerca (quasi irrazionale e acritica) di un punto fermo, di un’alternativa, di una salvezza: che tuttavia periodicamente finisce per rientrare nella sua visione disperata del mondo, o per riproporre la stessa logica di potere contestata.
Lingua: ItalianoPag. 69-85
Etichette: Comunismo, Letteratura, Letteratura italiana, Politica, XX secolo, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: The Presence of Seneca in Pasolini’s Medea: «Infatti, non c’è nessun dio»
Critical studies of Pasolini’s cinematic interpretation of the myth of Medea often address his debt to Euripides’ 5th-century BC prototype. However, the film’s relationship with Seneca’s 1st-century AD play has received little critical attention. Whether Pasolini ever consulted Seneca’s text, a closer study elucidates stylistic and thematic affinities that significantly distinguish the later works from their Greek antecedent. Whereas Euripides adopts a relatively modern and secular approach to the subject, Pasolini, like Seneca, emphasizes the myth’s archaic and religious dimension. Such affinities transpire in Seneca’s use of words, on the one hand, and Pasolini’s audiovisual techniques, on the other, while style determines the conception of character, suggesting a more ambiguous relationship between Medea and Jason.
Lingua: Inglese/ItalianoPag. 87-99
Etichette: Cinema, Classicità romana, Letteratura, Letteratura greca, Letteratura italiana, Letteratura latina, Teatro, XX secolo, Euripide, Lucio Anneo Seneca, Maria Callas, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: Atti impuri / Amado mio: forme del desiderio nel Pasolini friulano
Atti impuri e Amado mio sono i primi due testi in cui Pasolini analizza la scoperta del desiderio omosessuale all’interno del mondo friulano. Si tratta di due testi di forma diversa (la confessione-diario il primo, il racconto in terza persona il secondo) ma legati da molti temi. Nel saggio vengono analizzate queste due forme, evidenziando la costruzione e il modo con cui l’autore si rende soggetto del desiderio in rapporto con il corpo dei ragazzi friulani. Questi due testi non verranno pubblicati ma costituiscono una specie di laboratorio dal quale escono molti racconti, e in cui si prepara la struttura narrativa irregolare che porta a Ragazzi di vita.
Lingua: Italiano/FriulanoPag. 101-113
Etichette: Desiderio, Diario, Letteratura, Letteratura italiana, Omosessualità, Racconto, XX secolo, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: Viaggiando di spiaggia in spiaggia: Pasolini cronista di un’estate ne La lunga strada di sabbia
Nel 1959 il mensile «Successo» incarica Pier Paolo Pasolini di fare un’inchiesta sulle vacanze al mare degli italiani. Lo scrittore intraprende così un viaggio da Ventimiglia a Trieste che tocca anche le punte più meridionali del paese, dal quale ricava una serie di articoli dal titolo La lunga strada di sabbia. Più che di un reportage si tratta di un saggio poetico che analizza fenomeni sociali e di costume senza rinunciare a una decisa personalizzazione dello stile giornalistico, ad un tono soggettivo ed autobiografico che è al contempo strumento di conoscenza e di espressione.
Lingua: ItalianoPag. 115-128
Etichette: Giornalismo, Inchiesta, Letteratura, Letteratura italiana, Poesia, Rivista, Saggio, Stile, XX secolo, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: «Lo spazio del viaggio»: Il testamento di Orfeo nelle Argonautiche di Pasolini
La figura di Orfeo acquisisce in Petrolio una valenza straordinaria per comprendere il reale messaggio del romanzo non-finito di Pasolini. Questo saggio non si occupa soltanto di individuare gli echi e le concrete citazioni da testi sinora ignorati dalla critica, ma soprattutto porta alla luce, attraverso un’analisi dell’interpretazione di Pasolini di un volume di Blanchot, la nuova poetica che Pasolini perseguiva nella sua ultima opera letteraria. Non un lamento funebre per la perdita di senso nell’essere umano contemporaneo, al contrario Orfeo nella riscrittura delle Argonautiche di Pasolini indica un nuovo idioma che possa permettere un nuovo inizio, un nuovo dialogo e una nuova comunicazione letteraria. Con le Argonautiche, e più in generale con Petrolio, Pasolini torna alle origini del raccontare, che è sempre la narrazione di un viaggio.
Pag. 129-145Etichette: Letteratura, Letteratura classica, Letteratura italiana, Mito, Mitologia, XX secolo, Jean Cocteau, Maurice Blanchot, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: Processo a Ragazzi di vita: il discorso libero indiretto entra nelle aule del Tribunale
Nel processo al romanzo Ragazzi di vita, incriminato per oscenità linguistiche nel 1955, il discorso legale fu a tutti gli effetti rielaborato in discorso letterario: il linguaggio e l’ideologia di Pier Paolo Pasolini trasformarono il caso giudiziario in evento letterario, il diritto in un genere di letteratura. Durante la testimonianza processuale Pasolini illustrò ai magistrati la teoria del discorso libero indiretto, formulata per la prima volta durante il processo e pubblicata dieci anni dopo nei saggi linguistici di Empirismo eretico. La tecnica del discorso libero indiretto scagionò Pasolini: spiegando che non c’era separazione linguistica e psicologica tra i personaggi e il narratore, lo scrittore giustificò la scelta di un linguaggio che non era suo ma dei ‘ragazzi di vita’. Pasolini riuscì a spostare il discorso della responsabilità penale dalla sfera legale alla sfera letteraria, chiedendo ai giudici di rispettare la letteratura e le sue convenzioni prima ancora delle prescrizioni giuridiche. Il processo si concluse nel 1956 con una sentenza assolutoria gratificante per l’autore e il suo editore, Livio Garzanti. Nonostante la conclusione favorevole del processo, la sentenza non accennò alle ragioni storiche, agli intenti sociali e agli esiti filosofici del romanzo che sono essenziali per comprendere la scelta del discorso libero indiretto: non fu colto l’intento sociale di dare voce alle classi subalterne storicamente prive di parola, il tentativo di integrare una minoranza linguistica all’interno di una comunità sia pur solo letteraria. L’impostazione di questo saggio proviene dagli studi di ‘diritto e letteratura’ e più specificamente della ‘letteratura nel diritto’, cioè l’interpretazione del linguaggio e del pensiero legale attraverso i metodi della critica letteraria.
Lingua: ItalianoPag. 147-161
Etichette: Diritto, Letteratura, Linguaggio, Omosessualità, Sessualità, XX secolo, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: «La geografia del ragazzo»: stratigrafie urbane e psicologiche in tre racconti di Pasolini del 1950
Il saggio si propone di analizzare stilisticamente e tematicamente tre racconti ‘minori’ di Pasolini risalenti al 1950 – Ragazzo e Trastevere, La bibita, La passione del fusajaro – che, nelle successive intenzioni dell’autore, avrebbero dovuto formare un trittico romano intitolato Pischelli. In particolare, attraverso una lettura critica che pone i testi a confronto non solo con i romanzi I ragazzi di vita e Una vita violenta, ma anche con le prose coeve che confluiranno in Alì dagli occhi azzurri, l’obiettivo è quello di evidenziare le prime forme di approccio esistenziale e psicologico con cui Pasolini si relaziona al micromondo delle borgate, destinate a diventare da subito spazi mitopoietici ed eterotopici entro i quali Pasolini edificherà via via la propria architettura romanzesca e poetica.
Lingua: ItalianoPag. 163-175
Etichette: Adolescenza, Letteratura, Letteratura italiana, Racconto, XX secolo, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: Porno-Teo-Kolossal e i limiti dell’omocrazia pasoliniana
A dispetto dell’idea che Pasolini non abbia mai considerato l’omosessualità in termini politici, Porno-Teo-Kolossal, il progetto cinematografico che intendeva realizzare al momento della sua morte, dimostra come, in realtà, egli fosse arrivato a concepire l’omosessualità come una forza destabilizzante e potenzialmente sovversiva per la morale conformista imposta dalla società del nuovo Potere. Attraverso l’analisi delle tre città-utopia al centro di Porno-Teo-Kolossal, questo saggio dimostra come l’omosessualità e la questione identitaria rappresentino invece due questioni centrali per la definizione pasoliniana di un progetto politico di resistenza contro la logica maggioritaria basato su un’alleanza trasversale di minoranze, e come tale progetto presenti punti di contatto con alcuni aspetti del pensiero queer.
Lingua: ItalianoPag. 177-191
Etichette: Cinema, Identità, Minoranza, Omosessualità, Utopia, XX secolo, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: ‘Pasolini’s First Time(s)’: Virginity and Consciousness in Atti impuri
From 1943-1950, Pasolini lived in Friuli where he worked as a schoolteacher, was a leading activist in the local branch of the Italian Communist Party and worked on the initial versions of his short novel Atti impuri. The article argues that this period represents a crucial phase in which Pasolini made his first intellectual and artistic forays. His writings on cinema and short films such as Che cosa sono le nuvole? and La sequenza del fiore di carta are illustrations of a question that is central to all of Pasolini’s works: namely, consciousness. The article looks at these years of his activity in Friuli as the phase in which Pasolini develops an aesthetic and political theory that goes through several stages: from an initial state of pre-consciousness to the moment of a true and proper acquisition of consciousness as a wonderful first time experience, up until an advanced stage located between consciousness and death. The article suggests that Atti impuri is something more than an autobiographical novel. Rather, it represents a platform and occasion for Pasolini that leads him to reflect and, through the metaphor of virginity, to elaborate what will become the pillars of his poetics and intellectual thought.
Lingua: Inglese/ItalianoPag. 193-206
Etichette: Autobiografia, Cinema, Didattica, Politica, Romanzo, XX secolo, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: Che cosa sono le nuvole? Intermedialità riflessiva e strategie di decolonizzazione tra cinema e teatro
Nel 1967 Pasolini, insieme ad altri registi di nota fama nazionale ed internazionale, contribuì con Che cosa sono le nuvole? alla realizzazione di un film ad episodi dal titolo Capriccio all’italiana, sul genere della commedia italiana. Come trasposizione dell’Otello di Shakespeare, Che cosa sono le nuvole? inaugura un ciclo di adattamenti cinematografici di classici (Edipo Re, Medea, Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle mille e una notte), molti di questi appunto ispirati dalle opere dei grandi drammaturghi greci (Euripide, Eschilo, Sofocle). Non può dunque passare inosservato il fatto che, attraverso il cinema, Pasolini intendesse anche mettere al centro della rappresentazione una riflessione sul teatro. Sulla base di queste premesse, in questo articolo illustrerò innanzitutto temi e forme dell’adattamento pasoliniano del testo di Shakespeare, con particolare attenzione all’attualizzazione del rapporto tra verità e finzione in relazione a La vida es sueño (1635) di Calderón de la Barca, Las Meninas (1656) di Velásquez e Les mots et les choses (1966) di Michel Foucault. In secondo luogo, analizzerò la riflessione sul teatro che Pasolini mette in atto attraverso l’uso della meta-rappresentazione e le strategie di decolonizzazione suggerite nella sua intermedialià riflessiva. Infine, mi soffermerò proprio su alcune questioni di decolonizzazione che emergono nel testo pasoliniano, ovvero di razza e genere, rispettivamente associate alla figura di Otello (Ninetto Davoli) e Desdemona (Laura Betti). In ultima analisi, quello che intendo mettere in rilievo è il ruolo critico che Pasolini auspica ed attribuisce allo spettatore, così come all’attore, mettendo in guardia contro la ‘società dello spettacolo’e il potere dei mezzi di comunicazione di massa.
Lingua: ItalianoPag. 207-220
Etichette: Cinema, Classicità greca, Commedia all’italiana, Letteratura greca, Teatro, XX secolo, Pier Paolo Pasolini, william shakespeare,
Titolo articolo: Pasolini’s Transmediality ante-litteram. From Affabulazione to Porcile
As a core principle of his poetics, Pasolini employed transmediality to expand his most pressing narratives into multiple media. In the present essay I will consider the tragedy Affabulazione (1966), the film Edipo Re (1967), the film (1968) / novel-screenplay (1969) Teorema, and the drama (1966) / film (1969) Porcile, highlighting common themes and elements that are strongly linked in these works through cross-references, interrelations, juxtapositions, and parallel figures. In doing so, I will demonstrate how Pasolini systematically pushed texts beyond the printed page across a range of media that included cinema and theater, among
others. Indeed, Pasolini developed an extended narrative from a single theme, beginning with Affabulazione and bridging that dramatic text across a range of media in the forms of ‘spinoff ’ (Edipo Re), ‘remake’ (Teorema), and ‘reboot’ (Porcile).
Pag. 221-233
Etichette: Cinema, Romanzo, Teatro, Tragedia, XX secolo, Pier Paolo Pasolini,