Le riviste sostenitrici
Studi pasoliniani | 2021 | N. 15
Anno 2021 – 15 – N. 15
A cura di Paolo Perilli
Così Domenico – più noto come Nico – Naldini descriveva un momento cruciale dell’esistenza del cugino Pasolini, l’amara conclusione del periodo friulano, un periodo che anch’egli aveva vissuto come testimone privilegiato, trovandosi al tempo stesso all’interno dell’appartato, piccolo mondo contadino di Casarsa della Delizia, in cui, a differenza del cugino, era nato e cresciuto, e al di fuori, per la sua diversità di poeta e perché presto lo avrebbe anch’egli abbandonato.
Lingua: ItalianoPag. 9-11
Etichette: Letteratura italiana, Poesia, XX secolo, Nico Naldini, Pier Paolo Pasolini, Casarsa della Delizia
Titolo articolo: Dante ‘a shish kebab’ nel «nuovo ludo» di Petrolio
Nel vortice metaletterario configurato dalla poetica ‘a brulichio’ e ‘a shish kebab’, Petrolio immette la Divina Commedia in un magmatico rimpasto di materiali eterogenei, sottoponendola a processi di contaminazione e parodizzazione. Oltre a rintracciare le tessere dantesche di cui l’ultima opera interrotta di Pasolini è costellata, il saggio offre nuovi possibili risvolti esegetici insiti in Vas (titolo alternativo di Petrolio), indaga le molteplici suggestioni che il progetto pasoliniano intrattiene con le Malebolge (in particolare con i canti dei Malebranche) e le accezioni infernali e purgatoriali di cui si carica l’accidia del protagonista Carlo.
Lingua: ItalianoPag. 15-34
Etichette: Allegoria, Dantismo, Intertestualità, Letteratura, Letteratura italiana, XIV secolo, XX secolo, Dante Alighieri, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: La silenziosa eredità di Verga. Considerazioni sul rapporto tra epos e mimesis in Pasolini
La nascita e il consolidamento degli Stati nazionali in Europa determinano la crisi dell’epica e l’ascesa del romanzo moderno. Le gesta degli eroi, intorno alle quali si sono tramandati per secoli i valori della ‘collettività’, lasciano progressivamente il campo alla dimensione quotidiana dell’esistenza : all’eroismo è subentrata la politica statale. Mediante l’analisi delle implicazioni sociolinguistiche che accompagnano la strategia di ‘regressione nel parlante’, con la quale Verga e Pasolini riproducono mimeticamente l’autenticità popolare, questo saggio si propone di evidenziare la specularità delle riflessioni dei due autori sul rapporto tra Stato e individuo. In particolare, entrambi ritrovano le ultime tracce di eroismo nella tragica fatalità degli umili; di chi, ai margini del progresso, è escluso dal processo di nation building borghese.
Lingua: ItalianoPag. 35-46
Etichette: Capitalismo, Eroismo, Letteratura, Letteratura italiana, Sottoproletariato, XIX secolo, XX secolo, Giovanni Verga, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: «Il cinema è un gioco». Un’intervista del 1975
Non disponibile
Lingua: ItalianoPag. 47-48
Etichette: Cinema, Letteratura, Letteratura italiana, XX secolo, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: Marisa la civetta: «un elegante prodotto … del neorealismo». Mauro Bolognini, Tatina Demby, Pier Paolo Pasolini e la sceneggiatura originale del film
L’identificazione della sceneggiatura originale del film Marisa la civetta (1957), assieme allo studio dei documenti di produzione relativi alla pellicola, consente per la prima volta di valutarne il rilievo per l’attività di sceneggiatore di Pier Paolo Pasolini, ricollocandone temi e motivi nella più ampia oeuvre dello scrittore sulla metà degli anni cinquanta.
Lingua: ItalianoPag. 49-66
Etichette: Cinema, Commedia dell’arte, Letteratura, Letteratura italiana, Sceneggiatura, XVIII secolo, XX secolo, Mauro Bolognini, Pier Paolo Pasolini, Tatina Demby,
Titolo articolo: Genèse d’Ignoti alla città (1958) de Cecilia Mangini. Notes sur 16 photographies, un film, et trois titres
Genesi di Ignoti alla città (1958) di Cecilia Mangini. Note su 16 fotografie, un film e tre titoli · Nella primavera del 1958, Cecilia Mangini chiede a Pasolini di comporre il commento del suo primo film, Ignoti alla città, breve documentario adattato da Ragazzi di vita. Questo saggio ripercorre la genesi del film, sulla base dei documenti d’archivio disponibili, fotografici e cinematografici. In particolare, specula sui possibili legami tra Ignoti alla città, una serie di fotografie di Pasolini e una rubrica curata da Cecilia Mangini per il rotocalco « Rotosei ». Propone quindi di chiarire la collaborazione e le affinità tra la regista e Pasolini sulla base dei tre titoli esistenti per il film : La Roma di Pasolini, Giochi di bambini, Ignoti alla città.
Lingua: ItalianoPag. 67-76
Etichette: Archivio, Cinema, Fotografia, Gioco, Infanzia, Letteratura, Letteratura italiana, XX secolo, Cecilia Mangini, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: «Una crudeltà disperata». La sceneggiatura inedita de Il Gobbo (1960) scritta da Pasolini per Carlo Lizzani
Nel 1960 Pier Paolo Pasolini venne coinvolto dal produttore Dino De Laurentiis nel progetto di un film ispirato alla vicende del ‘Gobbo del Quarticciolo’ per la regia di Carlo Lizzani, la cui sceneggiatura era già in uno stadio avanzato. Pasolini, in collaborazione con Sergio Citti, scrisse il secondo tempo del racconto filmico, ma la sua visione della storia e del personaggio venne duramente contrastata dagli altri sceneggiatori (in particolare da Ugo Pirro) e Pasolini decise di ritirare la firma. Continuò a collaborare al film come attore e revisore dei dialoghi che riguardavano il suo personaggio.
Lingua: ItalianoPag. 77-91
Etichette: Cinema, Letteratura, Letteratura italiana, Sceneggiatura, XX secolo, Carlo Lizzani, Dino De Laurentiis, Pier Paolo Pasolini, Ugo Pirro,
Titolo articolo: Primi sondaggi per una teoria dell’attore secondo Pasolini
L’universo cinematografico di Pasolini offre una galleria di personaggi che incarnano, grazie a puntuali scelte di casting, profili di grande espressività e pathos, in un perfetto equilibrio fra caratteri diversi. Tale complessità si deve a una minuta attenzione alle regole della recitazione, su cui Pasolini non costruisce apparentemente una specifica ‘teoria’ pur intervenendo continuamente su questioni relative al rapporto con gli attori. Il saggio prova a ricostruire, in quello che può dirsi un primo affondo critico-metodologico, l’approccio di PPP alla direzione degli attori, l’attenzione a corpi e volti, l’importanza della verità della postura, che non esclude l’artificio ma punta alla perfetta combinazione fra carattere e atto performativo.
Lingua: ItalianoPag. 93-103
Etichette: Attore, Cinema, Corpo, Letteratura, Letteratura italiana, XX secolo, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: On Rhythm and the Life of Images in Appunti per un’Orestiade africana
Sul ritmo e la vita delle immagini in Appunti per un’Orestiade africana · Il presente articolo esamina la teoria e pratica del montaggio in Pier Paolo Pasolini alla luce della fantasia dell’idiorritmia di Roland Barthes e della nozione di ritmo come forma idiosincratica ed elusiva. Considerando la questione del ritmo in Appunti per un’Orestiade africana (1970) e leggendola controcorrente rispetto alla concettualizzazione Pasoliniana del montaggio in Osservazioni sul Piano-Sequenza, l’articolo propone di pensare al montaggio come un esperimento di scrittura idiorritmica e di affermazione del continuo divenire della vita.
Lingua: Inglese/ItalianoPag. 105-120
Etichette: Cinema, Letteratura, Letteratura italiana, Ritmo, Saggio, XX secolo, Pier Paolo Pasolini, Roland Barthes,
Titolo articolo: Lessico e rituali di internamento nel Calderón di Pasolini. La società come istituzione totale?
La vita rigidamente contenuta tra le « istituzioni » che sono organismi formali di rappresentazione e organizzazione del potere domina l’intero contesto tematico della tragedia Calderón. A partire dalla teoria goffmaniana delle istituzioni totali Asylums, si cercherà di mettere in luce gli effetti istituzionalizzanti sulla vita in Calderón. Lo scopo di questo saggio è leggere e analizzare i rituali di internamento messi in atto da Pasolini per la segregazione di Rosaura con l’intento di comprendere se e come la società si ponga come un’istituzione totalizzante e se, di conseguenza, gli esseri umani siano esposti ad un processo di istituzionalizzazione. La scelta di un confronto tra Pasolini e Goffman permette di fornire una prospettiva nuova di analisi e di riflessione sull’universo racchiuso in Calderón e la sua rappresentazione
letteraria
Pag. 121-134
Etichette: Borghesia, Capitalismo, Lessico, Letteratura, Letteratura italiana, XX secolo, Erving Goffman, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: Pasolini visto da Patti Smith
I versi e la figura di Pier Paolo Pasolini hanno più volte ispirato il gesto compositivo di molti musicisti del ventesimo secolo e dei nostri giorni. A partire dai lavori di Giovanna Marini per giungere agli allestimenti di Giorgio Battistelli e di Adriano Guarnieri, molti autori hanno trovato in Pasolini un ben preciso punto di riferimento della loro poetica. Il caso di Patti Smith, la ‘musa del rock’, è molto particolare. In Pasolini, infatti, questa musicista ha trovato una ben precisa guida che le ha permesso di risolvere alcuni problemi che si era posta sin a partire dalla propria giovinezza. Le sue visite a Ostia, nel 2018, e nei luoghi della primavera friulana del poeta, nel 2015, testimoniano una vicinanza a Pasolini di particolare intensità. Nel corso di molte interviste, ha così detto di aver apprezzato la « mancanza di paura » di Pasolini che lo portava ad avvicinarsi e sperimentare più linguaggi e, soprattutto, di essere a lui grata per averle fatto scoprire il vero volto di Cristo, lontano dalla chiesa e vicino ai poveri. « Il Vangelo secondo Matteo cambiò la percezione che avevo di Gesù, in un momento in cui avevo deciso di ribellarmi alla religione per affermare la mia identità. Pasolini mi mostrò Gesù da un altro punto di vista, indicandomi un rivoluzionario che cercava di cambiare le cose ». L’immagine del Cristo rivoluzionario ricorda le parole con cui lo stesso Pasolini ha descritto il proprio film e la sottesa equazione che ha ispirato la sceneggiatura e le scelte di regia. Nei versi di Patti Smith le assonanze con la poesia di Pasolini emergono ripetutamente. Basti pensare al suo uso della parola come esplorazione del reale oppure alla sacralità della vita che i suoi testi invitano a considerare. Ma ancor più è interessante vedere come il rock, in tutte le sue complesse e articolate sfaccettature, si possa coniugare con la poetica pasoliniana apparentemente estranea a questa musica.
Lingua: ItalianoPag. 135-147
Etichette: Letteratura, Letteratura italiana, Musica, XX secolo, Patti Smith, Pier Paolo Pasolini,