Le riviste sostenitrici
Studi pasoliniani | 2019 | N. 13
Anno 2019 – N. 13
A cura di Paolo Rondinelli
Titolo articolo: Costellazione di immagini: tracce di Walter Benjamin in Pasolini, tra la “Divina Mimesis” e “La Rabbia”.
All’inizio degli anni sessanta si avvia un processo di cambiamento dell’opera di Pasolini. In questo processo vengono coinvolte soprattutto la concezione della forma espressiva e la rappresentazione dell’esperienza storica. L’elemento che più mostra segnali evidenti è il modo con cui viene costruita l’opera attraverso un’operazione che possiamo ricondurre al concetto di ‘montaggio’. Un film di montaggio come la “Rabbia” e le prime stesure della “Divina Mimesis” mostrano aspetti simili, soprattutto nel rapporto tra scrittura e immagine. Tra le letture che potrebbero aver condizionato le scelte di Pasolini ci sono di sicuro i saggi danteschi di Auerbach, per quanto riguarda il concetto di ‘figura’, ma non possiamo escludere la lettura dei saggi fondamentali di Walter Benjamin apparsi nella raccolta einaudiana curata da Renato Solmi con il titolo “Angelus novus”. Nel saggio vengono indagate le tracce di questa possibile lettura.
Lingua: ItalianoPag. 13-27
Etichette: Cinema, Critica letteraria, XX secolo,
Titolo articolo: Pier Paolo Pasolini lettore di Benjamin. Un percorso tra carte e archivi.
In questo lavoro ci si chiede cosa conoscesse Pasolini di Walter Benjamin. Attraverso un’indagine compiuta tra le citazioni esplicite presenti negli scritti pasoliniani e i volumi di Benjamin posseduti nella libreria privata e nelle carte d’archivio, l’intento è quello di documentare le letture effettive compiute da Pasolini. Inoltre s’intende ricostruire l’immagine del filosofo a partire dalla bibliografia critica che Pasolini aveva a disposizione. Al di là dello specifico rapporto tra Pasolini e Benjamin, questo percorso documentale porta a interrogarsi sui rapporti che Pasolini intrattenne con il dibattito nazionale vicino agli ambienti del Pci, in particolare con una serie di figure importanti, ma forse trascurate, per la sua formazione intellettuale. Un altro tema trattato nell’articolo è la freddezza (da rilevare almeno in termini espliciti) nei confronti di Benjamin e dell’intera Scuola di Francoforte.
Lingua: ItalianoPag. 29-40
Etichette: Filosofia, Linguistica, XX secolo,
Titolo articolo: «La figura della mezzacosta». L’ultimo Pasolini tra simbolo e allegoria.
L’articolo esamina il punto di vista che Pasolini sostiene di avere adottato per scrivere “Petrolio”. Quella che l’autore definisce “figura della mezzacosta”, infatti, potrebbe essere un espediente narrativo per permettere all’opera di essere definita ‘poema’ e anche, allo stesso tempo, una «greve allegoria»; per situarsi a metà tra due tendenze retoriche e ideologiche secondo le quali le cose andrebbero raccontate o «nel loro moto, nella loro evoluzione, nella loro storia», oppure, invece, «come cristallizzate o pietrificate». L’obiettivo è quello di dimostrare questa linea mediana attraverso i concetti di ‘simbolo’ e ‘allegoria’, narrazione e descrizione, così come si trovano negli scritti di Benjamin e Lukács.
Lingua: ItalianoPag. 41-56
Etichette: Cinema, Letteratura, Retorica, Storia, XIX secolo, XX secolo,
Titolo articolo: Un nuovo soffio della storia: Benjamin e “Poesia in forma di rosa”.
L’articolo prende in esame una serie di intertesti di cruciale importanza e di probabile provenienza benjaminiana, riconducibili a “Tesi di filosofia della storia”, che emergono in una serie di testi poetici e prosastici, redatti dopo il luglio del 1962 (quando uscì “Angelus novus”). Tali intertesti sembrano provare che, nonostante l’assenza di questo volume dall’assetto odierno della biblioteca di Pasolini, la lettura potrebbe essere avvenuta nei mesi immediatamente successivi alla pubblicazione. Dagli intertesti si evince che Pasolini potrebbe essersi avvalso, in chiave allegorica, di immagini presenti nel Benjamin di “Angelus novus”, per arricchire figuralmente non solo i testi di “Poesia in forma di rosa”, ma anche i dialoghi e le corrispondenze giornalistiche che in quel periodo Pasolini intratteneva con i lettori di “Vie Nuove”. Si può dire che la visione della Nuova Storia e della Nuova Preistoria, che per la prima volta fanno capolino in “Poesia in forma di rosa”, sul finire del 1962, abbiano molto a che fare con Benjamin. L’ipotesi di lettura da parte di Pasolini delle “Tesi di filosofia della storia” non è poi così peregrina e potrebbe aver modificato, almeno per un certo periodo, la visione della storia di Pasolini.
Lingua: ItalianoPag. 57-69
Etichette: Filosofia, Poesia, Storia, XX secolo,
Titolo articolo: Decadimento dell’aura e ritrovamento del sacro. Benjamin e Pasolini, due teorie del cinema a confronto.
Il lavoro mette a confronto l’analisi del cinema che propone Walter Benjamin in “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” con la teoria del cinema di Pier Paolo Pasolini. L’obbiettivo è di dimostrare che, se Pasolini non cita mai il libro di Benjamin, nonostante il successo che conobbe a partire dalla seconda metà degli anni sessanta, ciò si deve almeno in parte al fatto che i due hanno concezioni del cinema diametralmente opposte. Per Benjamin il cinema è dimostrazione del decadimento del valore culturale (aura) dell’opera d’arte, legato all’evoluzione della percezione nella società di massa. Pasolini, al contrario, cerca di fare del cinema una forma classica, culturale di arte che, in quanto tale, rappresenti una forma di resistenza alla realtà di massa.
Lingua: ItalianoPag. 71-85
Etichette: Arte, Cinema, Mass media, Massa, Politica, XX secolo,
Titolo articolo: Le due versioni di “Mamma Roma”.
La recente scoperta dell’edizione di “Mamma Roma” presentata alla XXIII Mostra del Cinema di Venezia e il confronto con quella distribuita nelle sale nell’autunno del 1962 e unica finora conosciuta, consente di identificare le modifiche apportate da Pier Paolo Pasolini anche in probabile conseguenza di una censura ufficiosa.
Lingua: ItalianoPag. 89-101
Etichette: Censura, Cinema, XX secolo,
Titolo articolo: Il processo contro “La ricotta” e le due versioni del testo difensivo di Pier Paolo Pasolini.
“La ricotta” (1963), l’episodio di Pier Paolo Pasolini del film “RoGoPaG”, fu oggetto di un celebre e clamoroso processo per vilipendio alla religione di Stato che si concluse con la condanna dell’autore. Questo saggio pone a confronto il testo originario scritto da Pasolini in difesa del film e la versione modificata dal suo avvocato difensore, Giuseppe Berlingeri.
Lingua: ItalianoPag. 103-114
Etichette: Censura, Cinema, XX secolo,
Titolo articolo: La ribellione del mio tempo. Pasolini e “Prima della rivoluzione”.
La figura di Pasolini costituisce un punto di riferimento imprescindibile dell’apprendistato artistico di Bernardo Bertolucci, coinvolto, giovanissimo, nell’avventura di “Accattone” (1961) e solo un anno più tardi regista lui stesso di “La commare secca”, adattamento di una novella pasoliniana. Il saggio prende in esame il secondo film di Bertolucci, “Prima della rivoluzione” (1964), analizzandolo con un duplice obbiettivo: mettere in luce la presenza di Pasolini nel film – esplicita, nell’ampia sezione citazione iniziale da “La religione del mio tempo”, e più sotterranea e contraddittoria, per il complesso sentimento di nostalgia e insoddisfazione che lo attraversa – e ripercorrere il discorso critico dello stesso Pasolini sul film, caratterizzato, secondo la sua lettura, dalla frequente adozione di un punto di vista irregolare e dai tradizionali procedimenti propri della scrittura poetica.
Lingua: ItalianoPag. 115-127
Etichette: Cinema, Realismo, Simbolismo, XX secolo,
Titolo articolo: “Edipo all’alba”: nuovi elementi dal fondo delle carte Pasolini della biblioteca civica ‘Vincenzo Joppi’ di Udine.
Nuovi elementi su “Edipo all’alba” emergono dal “Fondo carte Pasolini” recentemente creato dalla Biblioteca Civica ‘Vincenzo Joppi’ di Udine in seguito a un lascito privato di manoscritti e dattiloscritti del giovane poeta. Dopo una ricognizione del “Fondo”, l’articolo confronta le cinque nuove carte con il materiale già conosciuto legato ad “Edipo all’alba”, offrendo uno sguardo sul laboratorio poetico friulano del giovane Pasolini.
Lingua: ItalianoPag. 129-137
Etichette: Biblioteca, Manoscritto, XX secolo,
Titolo articolo: «‘A filosofia der magnanimo Riccetto». I “Ragazzi di vita” e la mutazione antropologica: un percorso (anti)nietzschiano.
L’articolo parte dall’osservazione di alcune particolarità lessicali della prosa romana di Pasolini. All’interno di una lingua che cerca di avvicinarsi il più possibile a quella dei ragazzi delle borgate si incontrano delle piccole spie molto particolari. Si tratta di alcuni termini ed espressioni come le parole ‘filosofia’ e ‘magnanimo’. L’autore usa questo strumento linguistico per segnalare il distacco dei ragazzi da ciò che il dialetto rappresentava a livello psicologico e antropologico: il vitalismo e la spontaneità. Grazie ad un piccolo manoscritto inedito di Pasolini, conservato presso l’Archivio Contemporaneo del Gabinetto Viesseux di Firenze, è possibile vedere tutto ciò alla luce di un preciso riferimento ideologico, molto interessante: la filosofia del ‘superuomo’ di Friedrich Nietzsche. In questo modo i ‘ragazzi di vita’ di Pasolini si identificano con il concetto di superuomo. Pasolini ci fa vedere come la società borghese invece lo distrugge, e intrappola l’uomo nella sua morale omologante.
Lingua: ItalianoPag. 139-153
Etichette: Filosofia, Lessico, Manoscritto, Prosa, XX secolo,
Titolo libro/articolo recensito: L’utopia di Pasolini.
Edizioni: Bottega Errante, Udine – 2017
Lingua: Italiano
Pag. 157-158
Recensore/i: Giorgia Bruni
Etichette:
Titolo libro/articolo recensito: Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema.
Edizioni: Quodlibet, Macerata – 2018
Lingua: Italiano
Pag. 159
Recensore/i: Riccardo Vanin
Etichette:
Titolo libro/articolo recensito: I due Pasolini. “Ragazzi di vita” prima della censura.
Edizioni: Carocci, Roma – 2018
Lingua: Italiano
Pag. 160-161
Recensore/i: Paolo Rondinelli
Etichette: