Le riviste sostenitrici
Studi novecenteschi | 2022 | N. 1
Anno 2022 – 103 – Annata: XLIX – N. 1 Mese: gennaio-giugno 2022
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: La ricezione italiana delle traduzioni di Olga Resnevič Signorelli: dagli Ossessi di Dostoevskij al Carteggio di Tolstoj
Il contributo si concentra sulla mediazione e sulla ricezione italiana delle traduzioni dal russo curate da Olga Resnevič Signorelli. Nel farlo vengono presi in esame i carteggi della traduttrice conservati presso la Fondazione Cini di Venezia e presso il Fondo Einaudi dell’Archivio di Stato di Torino, i paratesti delle sue traduzioni e le recensioni ad esse riferite. In una prima sezione viene brevemente ripercorsa la circolazione delle traduzioni dal russo nel contesto italiano di inizio Novecento. L’articolo si concentra in seguito sulle traduzioni degli Ossessi e delle Lettere di Dostoevskij (1928), di cui vengono ripercorse la genesi, la mediazione e la ricezione. Oggetto di indagine dell’ultima sezione è il carteggio tra Tolstoj e Aleksandra Andréjevna Tolstàja (1943). Attraverso questo percorso, viene messa in luce la permanenza tra gli anni Venti e gli anni Quaranta di una riconoscibile modalità di mediazione delle traduzioni da parte di Resnevič; a fronte del perdurare di tale postura, mutano però la tipologia di pubblico cui sono destinate le opere, le richieste dell’editore e il parere della critica, segno di un cambio di paradigma nelle dinamiche traduttive e di una nuova direzione che orienta l’interesse per la letteratura straniera.
Lingua: Italiano/RussoPag. 11-31
Etichette: Carteggio, Critica letteraria, Fondo archivistico, Traduzione, XX secolo, Aleksandra Andréjevna Tolstàja, Fëdor Dostoevskij, Lev Tolstoj, Olga Resnevič Signorelli,
Titolo articolo: Frassineti (non) legge Jahier. Un confronto antiministeriale
Nei suoi Misteri dei Ministeri, Augusto Frassineti rappresenta con piglio sarcastico le ipocrisie del mondo burocratico di cui lui stesso ha fatto esperienza. In preda alla forza misteriosa dell’«irrazionale amministrativo», impiegati nevrotici si muovono nel dedalo degli uffici accumulando oggetti, scartoffie e promozioni mancate. Si tratta dello stesso grigiore ottuso che era già emerso nell’antiromanzo di Piero Jahier, Resultanze in merito alla vita e al carattere di Gino Bianchi, che l’autore dei Misteri dice però di aver «letto» solo «dopo». Al di là delle parole frassinetiane, chiarimento sulla genesi della summa o forse solo esasperata rivendicazione di autonomia creativa, il confronto tra le due opere risulta utile se non altro per metterne in luce le affinità tematiche e in parte strutturali. In entrambi i casi non solo si assiste a un continuo gioco analisi-sintesi, particolare-universale, tipico dell’enciclopedia moderna, per cui la parte (l’habitat burocratico) sta per il tutto (il groviglio della realtà in cui ogni essere umano annaspa), ma anche formalmente il tentativo di organizzare il caos si traduce in una polifonia stilistica o in una serie rapida di catalogazioni ed elenchi, che diventano vere e proprie anafore nella prosa poetica di Jahier, punte da un’ironia più o
meno beffarda.
Etichette: Borghesia, Enciclopedia, Ironia, Letteratura italiana, XX secolo, Augusto Frassineti, Piero Jahier,
Titolo articolo: I tre pani di Princivalle: intertestualità e riuso dei Promessi Sposi nel Mulino del Po di Riccardo Bacchelli
Il saggio indaga le relazioni intertestuali tra Mondo vecchio sempre nuovo, terzo volume di Il Mulino del Po di Riccardo Bacchelli, e la sequenza del tumulto di San Martino dei Promessi Sposi, con particolare riferimento alla simbologia dei pani. A partire dalla somiglianza strutturale di alcuni passi viene rilevata una costellazione molto ampia di rimandi all’avventura di Renzo in una zona testuale circoscritta. Ricorrendo alle riflessioni sulla funzione di ri-uso in letteratura, questo studio dimostra che il testo bacchelliano accoglie non solo situazioni e temi narrativi affini a quelli del classico, ma che l’autore ha coscientemente riscritto alcune scene rovesciando il senso dell’esperienza di Renzo.
Lingua: ItalianoPag. 53-74
Etichette: Intertestualità, Letteratura italiana, Romanzo storico, XIX secolo, XX secolo, Alessandro Manzoni, Riccardo Bacchelli,
Titolo articolo: Pavese, o il lungo corso di Una generazione
Nella vita come nell’opera, Pavese è spesso stato segno di etichette che hanno inevitabilmente fallito il bersaglio: compagno che «non è un buon compagno», romanziere «che molti si ostinano a considerare […] realista», poeta delle antinomie (città campagna e via dicendo) che poi tali non sono. Una storia esemplare in questo senso è quella di Una generazione, componimento di Lavorare stanca ripubblicato all’indomani della Liberazione su «l’Unità» di Torino, insieme a una nota dell’autore. La memoria individuale si salda a quella collettiva, offrendo lo spunto per una testimonianza che trascende il mero fatto di cronaca – l’eccidio di Brandimarte, consumato a Torino nel dicembre 1922. Rileggiamo la poesia e la nota che l’accompagna, utilizzando con disposizione ermeneutica gli strumenti della filologia.
Lingua: ItalianoPag. 75-87
Etichette: Antifascismo, Ermeneutica, Filologia, Impegno politico, Letteratura italiana, Poesia, Romanzo, XX secolo, Cesare Pavese,
Titolo articolo: Una rievocazione scenica della complessa vicenda spirituale ed esistenziale di Cesare Pavese nel Vizio assurdo di Diego Fabbri
Il vizio assurdo è un dramma scritto da Diego Fabbri e tratto da un testo biografico scritto da Davide Lajolo sulla vita di Cesare Pavese. Fabbri e Lajolo mettono in scena la corsa sfrenata del poeta verso ‘il vizio assurdo’ della morte. I principali nodi interpretativi del Vizio assurdo sono il mito, il tema della solitudine di Pavese, il suo legame con le donne e la decisione del suicidio. Fabbri e Lajolo riescono a tradurre in personaggi e in conflitti scenici i momenti più salienti della vita di Pavese. Il saggio getta anche luce sugli interventi tecnici da parte di Fabbri (per es. lo sconvolgimento dell’ordine cronologico, la struttura di processo e il coinvolgimento del pubblico nella scena). Il testo non appartiene al genere del teatro-documento: è ovvio l’intento di Fabbri di allontanare ogni traccia di biografismo, interpretando emblematicamente l’esperienza umana di Pavese.
Lingua: ItalianoPag. 89-114
Etichette: Letteratura, Suicidio, Teatro, XX secolo, Cesare Pavese, Diego Fabbri,
Titolo articolo: Sciascia, Calvino e Pasolini nella selva della controversia dantesca
Il contributo esamina il modo in cui Sciascia, Calvino e Pasolini hanno affrontato alcune cruces esegetiche della Divina Commedia. L’esame si è rivelato fruttuoso nella misura in cui ha permesso di mettere in evidenza tre diverse strategie di lettura (o di riscrittura), ciascuna delle quali si è nutrita di miti e ossessioni personali, oltre che di ben precise suggestioni culturali.
Lingua: ItalianoPag. 115-136
Etichette: Dantismo, Esegesi, XX secolo, Dante Alighieri, Italo Calvino, Jorge Luis Borges, Leonardo Sciascia, Maria Corti, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: Teoria letteraria in maschera: il dialogo nel Discorso dell’ombra e dello stemma di Giorgio Manganelli
Per fare luce su alcuni aspetti meno studiati della produzione letteraria di Giorgio Manganelli, questo saggio esamina un caso particolare di dialogo, ovvero quello contenuto alla fine del Discorso dell’ombra e dello stemma, una prosa trattatistica sulla letteratura e sul ruolo dello scrittore. L’interesse primario è l’interazione tra queste due forme testuali diverse, utilizzate dall’autore per presentare al lettore gli stessi argomenti teorici, in modo da dimostrare come il dialogo rispecchi e metta effettivamente in atto, attraverso le voci A e B, i presupposti della poetica manganelliana. In particolare, nel dialogo vengono evidenziati soprattutto quegli elementi che maggiormente denotano la letteratura come un procedimento non razionale, oscuro e distruttivo. Per giungere a tale conclusione, in questo saggio sono innanzitutto descritti quegli elementi che caratterizzano il Discorso dell’ombra e dello stemma come uno “pseudotrattato”. Sono poi confrontati due casi simili di capitoli dialogici, inclusi in opere in prosa, ovvero quelli contenuti all’interno di Amore e dell’Encomio del tiranno. Infine, si procede con l’analisi degli argomenti teorici del dialogo contenuto nel Discorso dell’ombra e dello stemma, mettendoli in relazione con brani simili dalla stessa opera e da altre dell’autore.
Lingua: ItalianoPag. 137-161
Etichette: Dialogo, Letteratura, Prosa, Scrittore, Teoria della letteratura, XX secolo, Giorgio Manganelli,