Le riviste sostenitrici
Studi novecenteschi | 2019 | N. 1
Anno 2019 – 97 – Annata: XLVI – N. 1 Mese: gennaio-giugno 2019
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: «Viaggi in terza»: Alberto Savinio corrispondente da Parigi per l’«Omnibus» di Leo Longanesi
I reportage francesi scritti da Savinio nel 1938 per la rubrica «Viaggi in terza» del settimanale «Omnibus», subito dopo la Seconda guerra caddero in un irredimibile oblio. Non del tutto casualmente, forse: vi sono attinti, infatti, gli stereotipi antigiudaici più corrivi; su tutti la relazione che i paladini della Torah intratterrebbero con le congreghe massoniche. Inoltre, alcune speciose circonlocuzioni suggeriscono l’ipotesi secondo cui Savinio avrebbe incettato non pochi assunti dei Protocolli dei savi di Sion, l’apocrifo più tragicamente noto del ventesimo secolo.
Lingua: ItalianoPag. 11-30
Etichette: Ebrei, Giornalismo, Letteratura di viaggio, Lingua francese, Massoneria, XX secolo, Alberto Savinio,
Titolo articolo: Il «poeta Fraccacreta» nel carteggio Montale-Contini
In una lettera a Contini, Eugenio Montale con il suo solito sarcasmo scrive: «A giorni Arcari commemorerà il poeta Fraccacreta al teatro di Sansevero Marche. Dopo la mia morte impedisci qualcosa di simile». Arcari è un collega di Contini a Friburgo; e Fraccacreta? Secondo Isella, curatore dell’edizione adelphiana del carteggio, egli non esiste. È solo un’altra (l’ennesima) «spiritosa fantasia» del poeta genovese, geniale manipolatore di nomi e cognomi. Eppure Umberto Fraccacreta – originario non di «Sansevero Marche», confuso con San Severino Marche, ma di San Severo in provincia di Foggia – è stato un «poeta del Tavoliere», nato nel 1892 e morto nel febbraio del 1947 nel suo luogo natale. Arcari andò veramente a commemorarlo il 24 marzo dello stesso anno, come si legge in un biglietto d’invito redatto dai famigliari, proprio al teatro di San Severo. D’altra parte, forse, Montale non avrebbe potuto inventare del tutto l’«immaginario poeta Fraccacreta», perché, come scrisse in «Giorno e notte», la sua strategia compositiva è di partire «sempre dal vero», senza mai «inventare nulla».
Lingua: ItalianoPag. 31-40
Etichette: Carteggio, Letteratura italiana, XX secolo, Dante Isella, Eugenio Montale, Gianfranco Contini, Umberto Fraccacreta,
Titolo articolo: L’odio e la carità. Percorsi intra ed extra-diaristici nel Mestiere di vivere
L’intervento prende in esame la sezione del Mestiere di vivere coeva all’ideazione e alla stesura del Carcere, prima compiuta prova narrativa di Cesare Pavese (1936-1939), per indagarne alcuni rapporti: interni, per quanto concerne il dispiegarsi dialettico eppure irrisolto della riflessione condotta sulla dinamica dei rapporti umani – con particolare attenzione all’odio e alla carità; esterni, verificandone l’impatto sulla scrittura in prosa – che, da Terra d’esilio al Carcere, testimonia dell’alacre ricerca di una «determinazione teorica della volontà». Sospendendo il giudizio narratologico sull’autore-narratore-personaggio Pavese (di cui tuttavia si osservano alcune strategie retoriche), l’intervento ricostruisce il percorso diaristico dei lemmi in questione per mostrare, attraverso di essi, modi dell’enunciazione ed esiti narrativi della riflessione teorica pavesiana.
Lingua: ItalianoPag. 41-59
Etichette: Lessicografia, Narrativa, Prosa, Retorica, Scrittura, XX secolo, Cesare Pavese,
Titolo articolo: Sandro Penna nel Novecento
Il saggio si propone di riflettere su vari aspetti della poetica di Sandro Penna per discutere del suo ruolo nel canone della poesia del Novecento. La scrittura di Penna, infatti, è stata spesso irrigidita in una forma stereotipata di poesia lirica, sia da parte degli interpreti sia da parte degli autori che l’hanno riconosciuta come proprio modello. L’argomentazione di questo saggio sviluppa una serie di riflessioni per una lettura diversa della poesia di Penna e auspica a far rilevare la sua unicità, anche in una prospettiva che va oltre i confini della poesia italiana.
Lingua: ItalianoPag. 61-80
Etichette: Letteratura, Letteratura italiana, Poesia, Poesia lirica, Storia della letteratura, XX secolo, Sandro Penna,
Titolo articolo: Dire la verità: l’incondizionato umanesimo di Elsa Morante
Il presente studio considera la produzione saggistica di Elsa Morante tra la pubblicazione dell’Isola di Arturo (1957) e La Storia (1974): si tratta di anni di forte impegno politico, che vedono un avvicinamento, una reciproca influenza e una rottura con Pasolini. Si ripercorre la parabola degli anni sessanta, anche attraverso alcuni riferimenti al rapporto con quest’ultimo, andando a indagare le risposte cui Morante perviene per reagire alla sua crisi esistenziale. A ciò si lega la questione del ruolo dell’intellettuale, che verrà sviluppata mediante un raffronto conclusivo con la visione dello stesso promossa da Edward Said.
Lingua: ItalianoPag. 81-98
Etichette: Intellettuale, Letteratura italiana, Saggistica, XX secolo, Edward Said, Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini,
Titolo articolo: Un ‘paradosso poetico’: Dietro il paesaggio di Andrea Zanzotto
Il saggio ripercorre e interpreta la struttura della prima silloge di Andrea Zanzotto, Dietro il paesaggio (1951), prendendo in esame il ciclo stagionale e alcune ‘costanti’ paesaggistiche che sembrano rimandare a una più profonda riflessione stilistica, linguistica e poetica. Prendendo spunto da quello che Zanzotto stesso definisce un ‘paradosso atomico’, si rintraccia nella silloge d’esordio un sistema di forze ed equilibri che anticipa le future direttrici della poesia zanzottiana, in un percorso che, nel suo complesso, sembra essere allo stesso tempo lineare e circolare.
Lingua: ItalianoPag. 99-118
Etichette: Letteratura italiana, Paesaggio, Poesia, XX secolo, Andrea Zanzotto,
Titolo articolo: L’Ottavo Distretto di Budapest nella narrativa di Giorgio Pressburger
La narrativa di Giorgio Pressburger è frutto di un viaggio vòlto a ricostruire a frammenti il proprio destino e quello della comunità di appartenenza. In tal senso il punto d’avvio della sua scrittura risiede – lo testimoniano una serie di testi costruiti sul filo della memoria familiare, individuale e collettiva – nel ghetto brulicante di traffici e persone di Budapest, quell’Ottavo Distretto raccolto attorno al mercato di piazza Teleki che riappare a intermittenza in molti suoi racconti e romanzi. In essi, infatti, il luogo di origine assume un significato essenziale, quale spazio connotato in termini geografici, storici e antropologici. Forse perché – come si legge ne L’orologio di Monaco – «senza il passato, il presente sarebbe un deserto terrificante».
Lingua: ItalianoPag. 119-140
Etichette: Letteratura, Memoria, Narrativa, Romanzo, XX secolo, Giorgio Pressburger, Budapest
Titolo articolo: Cos’è una vita se non viene raccontata? Intrecci temporali in La lunga attesa dell’angelo di Melania Mazzucco
La lunga attesa dell’angelo è la rivisitazione romanzata della vita di Jacomo Robusti detto Tintoretto e della figlia Marietta detta Tintoretta che nell’Ottocento era un vero e proprio mito. La storia si svolge in un felice equilibrio tra fantasia e puntigliosa documentazione che Melania Mazzucco ha effettuato su antiche carte contenute in archivi custoditi in diverse città. La storia individuale di Tintoretto fa parte di un epos collettivo, di un affresco generazionale del Cinquecento veneziano: è un romanzo corale in cui voci e comportamenti si intrecciano, dando alla narrazione una forma plurifocalizzata attraverso l’adozione dei punti di vista dei diversi personaggi. A questi si aggiunge un autore che muove i fili della narrazione e che spesso si azzera nel proprio oggetto (Tintoretto) fino a confondersi in un’unica soggettività. Ne consegue l’abolizione del distacco prospettico dell’autore e una sua immersione nel flusso del racconto.
Lingua: ItalianoPag. 141-156
Etichette: Archivio, Mito, Pittura, Racconto, XIX secolo, XVI secolo, Jacomo Robusti Tintoretto, Marietta Robusti Tintoretta, Melania Mazzucco, Venezia
Titolo articolo: Il Nievo di Nelo Risi
Nel 1960, centenario dell’Unità d’Italia, prima dello sceneggiato “La Pisana” tratto dalle Confessioni d’un italiano, la RAI mandò in onda il documentario Vita breve ed eroica di Ippolito Nievo, girato dal poeta e regista Nelo Risi. Dopo una breve ricostruzione della pregressa attività di Risi, l’articolo analizza il documentario, fornendone una sorta di “sceneggiatura desunta”, individuandone fonti, temi e stilemi, e sottolineando la lettura amara, disillusa e pessimistica che, nonostante l’occasione celebrativa, esso restituisce, con un’attitudine simpatetica e attualizzante, della vicenda nieviana, del Risorgimento e, indirettamente, anche dell’Italia contemporanea.
Lingua: ItalianoPag. 159-183
Etichette: Documentario, Letteratura italiana, Risorgimento, Storia, Televisione, XIX secolo, Ippolito Nievo, Nelo Risi,