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Studi medievali e umanistici | 2014 | N. 12
Anno 2014 – Annata: XII – N. 12
A cura di Alessandra Tramontana
Titolo articolo: Storici e storia nella riflessione petrarchesca. Il problema del canone
Prendendo le mosse dai ‘marginalia’ petrarcheschi del ms. Par. lat. 5816, contenente la “Historia Augusta”, la studiosa si interroga sull’opportunità di interpretare alcuni interventi dell’umanista sul codice nella direzione di una definizione di un ‘canone’ storiografico. A questo proposito viene indagato il rapporto di Petrarca con l’antico, per evidenziare come non solo ‘auctores’ di ambito aureo entrino a far parte di un ‘corpus’ esemplare. In ambito storiografico, del resto, sono soprattutto i principi di verisimiglianza e di ‘auctoritas’ quelli che dettano eventuali gerarchie di modelli per Petrarca, i cui giudizi sembrano prescindere da orientamenti normativi preesistenti. In questo egli fa suoi, da pioniere, i caratteri fondativi della ‘imitatio’ umanistica.
Lingua: ItalianoPag. 9-70
Etichette: Petrarca Francesco, Storiografia, Trecento, Manoscritto, Canone letterario, Medioevo, Toscana,
Titolo articolo: ‘Valete amici, valete epistole’: l’ultimo libro delle “Senili”
In questo saggio le studiose dimostrano come non sia più possibile affermare che le “Senili” di Petrarca, in assenza della “Ad Posteritatem”, pubblicata di recente, e a torto, come l’ultimo libro (il XVIIII), sia opera incompleta. Infatti il libro XVII, costituito da quattro epistole, tutte indirizzate a Boccaccio, su cui verte la loro indagine, ha tutti i caratteri di una consapevole e ben curata conclusione, come attesta pure la solenne chiusa: ‘Valete amici, valete epistole’. Lo studio della tradizione di XVII 3, contenente la traduzione latina della “Griselda” di Boccaccio, consente di appurare la presenza di varianti di autore: un testo precanonico, di cui è possibile individuare due redazioni. Oltre a discutere possibili modi e tempi in cui Petrarca venne a contatto con il “Decameron”, su XVII 4 viene apportato un restauro testuale che consente di attestare come Petrarca conferisse alla “Griselda” il crisma di ‘storia esemplare’.
Lingua: ItalianoPag. 71-108
Etichette: Petrarca Francesco, Senili, Epistolario, Trecento, Filologia, Tradizione, Medioevo, Italia,
Titolo articolo: Sul destinatario di “Sine nomine” 14: l’arcivescovo Arnošt z Pardubic
L’autore, che nella sua recente edizione del “Liber sine nomine” ha già individuato nell’arcivescovo di Praga Arnošt z Pardubic il destinatario della “Sine nom.” 14, dà conto in questa sede di come è arrivato a tale conclusione. Non pochi nell’epistola sono gli indizi che riconducono a un prelato straniero che ha condotto i suoi studi in Italia. Ma soprattutto evidenti appaiono certe affinità tematiche con la “Fam.” XXI 1, anch’essa rivolta all’arcivescovo di Praga. In particolare si fa qui riferimento a una serie di argomenti che, non scritti per prudenza, sarà il latore della lettera (Sagremor de Pommiers) a rivelargli a voce: si tratta di testi già composti di argomento antipapale e di condanna verso i pastori avignonesi. Pure le singolari corrispondenze ‘ad verbum’ con la “Sine nom.” 14, inducono a pensare che il ‘messaggio segreto’ sia proprio questo testo, evidentemente già composto e affidato allo stesso destinatario e allo stesso messo della “Fam.” XXI 1. Tale ricostruzione consente di fare luce sulla preistoria della silloge anticuriale, i cui contenuti, già all’altezza della “Fam.” XXI 1 (aprile 1357), evidentemente andavano prendendo corpo.
Lingua: ItalianoPag. 109-24
Etichette: Petrarca Francesco, Liber sine nomine, Epistolario, Trecento, Medioevo, Italia,
Titolo articolo: Ludovico Regio, Giovanni Luchino Corti and Manilio Cabacio Rallo
Le liriche in latino di Manilio Cabacio Rallo sono tramandate da un’edizione napoletana (1520) e dal ms. Berlin, Staatsbibliothek, Preußischer Kulturbesitz, Hamilton 561. A f. 1r di un bifolio si legge un epigramma con in calce il nome di Giovanni Luchino Corti, in qualità di scriba. Ma il confronto tra questo manoscritto e un’altra serie di codici vergati da Ludovico Regio consente di ricondurre anche il codice berliniano alla sua mano. Di Regio, non solo copista, ma pure glossatore di manoscritti ed editore, legato all’Accademia romana di Pomponio Leto, l’autore ricostruisce un profilo, cui fa seguire una lista di manoscritti da lui copiati o annotati. L’articolo è corredato di tavole.
Lingua: InglesePag. 125-40
Etichette: Rallo Manilio Cabacio, Corti Giovanni Luchino, Regio Ludovico, Poesia, Quattrocento, Cinquecento, Manoscritto, Epigramma, Umanesimo, Roma,
Titolo articolo: Baldassar Migliavacca lettore e possessore di codici greci
Attraverso un capillare studio paleografico lo studioso è in grado di ricondurre alla biblioteca di Baldassar Migliavacca, umanista fin qui poco indagato, ma che è stato in contatto -tra gli altri- con Giovanni Pico della Mirandola ed Ermolao Barbaro, un buon numero di manoscritti greci. Il repertorio di forme grafiche tipiche del ‘ductus’ di Migliavacca, nel dettaglio illustrato nel saggio, riconduce all’ambiente di Andronico Callisto, di cui l’umanista fu di certo discepolo. Anzi è stato possibile ascrivere proprio al Migliavacca attestazioni di scrittura finora ricondotte al suo maestro. Tra i diversi manoscritti oggetto di trattazione emerge un gruppo di 14 codici ora conservati nel fondo Ashburnham della Biblioteca Medicea Laurenziana, di cui viene ricostruita la storia. L’articolo è corredato di tavole.
Lingua: ItalianoPag. 141-95
Etichette: Migliavacca Baldassar, Quattrocento, Cinquecento, Manoscritto, Biblioteca, Umanesimo, Italia,
Titolo articolo: Ecdotica e interpretazione in un dictamen del giovane Boccaccio (“Epist.” IV)
Il saggio, incentrato su un giovanile ‘dictamen’ di Boccaccio (“Epist.” IV, “Sacre famis”), composto assieme ad altri tre a Napoli nel 1339, è articolato in due sezioni. Nella prima, dopo dopo un ‘excursus’ sulle tappe salienti della storia degli studi dell’epistola IV, si documenta come l’idea che si tratti di una pagina reale della biografia boccacciana vada abbandonata. Riprendendo una posizione già di G. Billanovich, l’autore dimostra infatti come l’ipotesi più economica sia piuttosto quella di considerare “Sacre famis” un’esercitazione retorica rivolta a un destinatario fittizio. La seconda parte del saggio è invece dedicata a restauri filologici dell’epistola relativi a questioni di lingua, fonti, grafia e interpunzione, tesi a migliorare l’attuale vulgata curata da Ginetta Auzzas.
Lingua: ItalianoPag. 197-216
Etichette: Boccaccio Giovanni, Dictamina, Epistolografia, Trecento, Manoscritto, Retorica, Medioevo, Italia,
Titolo articolo: “Lux altera Rome”. Scipione l’Africano Minore in un carme di Francesco da Fiano
A Francesco da Fiano si devono gli epigrammi sui ‘viri illustres’ dell’antica Roma che a Palazzo Trinci a Foligno corredano in caratteri gotici i dipinti delle pareti della ‘Sala degli Imperatori’ o ‘Sala dei Giganti’. A tali versi è legato pure il carme “Lux altera Rome”. Dedicato a Publio Cornelio Scipione Emiliano, detto Africano Minore, il distruttore della città di Cartagine durante la terza guerra punica, esso tuttavia non compare sulle pareti del palazzo di Foligno, anche se nella tradizione manoscritta viaggia sempre con il carme per l’Africano Maggiore (invece presente nella sala). E’ dunque probabile che la composizione del carme in oggetto nascesse in fase di committenza, cioè prima di definire l’assetto che dipinti e testi avrebbero avuto sulle pareti, e non trovasse poi una sua collocazione. In appendice viene pubblicato per la prima volta il carme in edizione critica (anche con una fascia di apparato dedicata alle fonti), corredato di una traduzione.
Lingua: ItalianoPag. 217-30
Etichette: Da Fiano Francesco, Poesia, Quattrocento, Pittura, Umanesimo, Edizione critica, Foligno,
Titolo articolo: Sette nuovi manoscritti copiati e annotati da Demetrio Castreno
I recenti studi di D. Speranzi hanno reso possibile l’identificazione del n° 7 della lista di anonimi scribi di formazione bizantina, stilata da Harlfinger nel 1971, con Demetrio Castreno, copista bizantino che ebbe contatti con Francesco Filelfo e aspirante, al pari di Costantino Lascari, intorno agli anni ’60 del Quattrocento, alla cattedra milanese di greco. Alle testimonianze manoscritte fin qui attribuite alla mano del Castreno Orlandi aggiunge in questa sede altri sette codici riconducibili a tale scriba. La composizione dei primi due (Par. gr. 1958 e 2590) va ricondotta alla prima metà degli anni ’60 e alla città di Milano; in entrambi inoltre si individua pure la mano di Costantino Lascari. Il Par. gr. 2786, costituito da tre unità codicologiche con ampi sezioni di mano del Castreno, fece probabilmente parte della sua collezione libraria. Alla mano del bizantino va pure ricondotta la seconda unità codicologica del Leid. Scal. gr. 51 e la terza unità codicologica del Monac. gr. 495. Infine da ricondurre ‘in toto’ alla mano del Castreno sono il Par. gr. 2050 e il Vat. Reg. gr. 151.
Lingua: ItalianoPag. 231-39
Etichette: Castreno Demetrio, Quattrocento, Manoscritto, Umanesimo, Italia,
Titolo articolo: Jean Lemaire de Belges tra le letture di Ariosto?
Prendendo le mosse dalla raffigurazione silografica che a fianco del titolo compare nella prima edizione ferrarese dell'”Orlando furioso” (aprile 1516), in cui delle api volano via dalla cavità di un ceppo posto sul fuoco e si legge la frase “Pro bono malum”, lo studioso congettura una conoscenza da parte dell’Ariosto di testi di Jean Lemaire de Belges. Al contrario che in Italia, infatti, in Francia era usuale porre in apertura di un libro una propria impresa e sia nelle “Illustrations de Gaule et singularités de Troie”, sia nella “Légende des Vénitiens” di Lemaire de Belges se ne incontra una assai simile a quella dell’edizione ariostesca. Inoltre nella personificazione di ‘Peinture’ e ‘Rhétorique’, protagoniste del prosimetro “Plainte du Désiré” che accompagna in tutte le edizioni la citata “Légende”, si riscontra una tematica analoga a quella di “Orl. fur.”, XXXIII, 1-2. Non è improbabile, pertanto, che a Ferrara Ariosto avesse a disposizione i testi di Lemaire de Belges e da essi traesse ispirazione.
Lingua: ItalianoPag. 239-47
Etichette: Ariosto Ludovico, Orlando Furioso, Poema cavalleresco, Quattrocento, Umanesimo, Italia, Francia,
Titolo libro/articolo recensito: Carmina medicalia
Edizioni: Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano – 2013
Lingua: Italiano
Pag. 248-58
Recensore/i: Anna Maria Urso
Etichette: Carmina medicalia, Poesia, Cinquecento, Seicento, Settecento, Medicina, Europa,