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Studi medievali e umanistici | 2013 | N. 11
Anno 2013 – Annata: XI – N. 11
A cura di Alessandra Tramontana
Titolo articolo: Spigolando ancora tra le note di viaggio del 1491: Poliziano, Procopio di Cesarea e altro
Tra il 7 e il 9 giugno 1491 a Bologna da un non identificato cd.di Lianoro Lianori Poliziano trae delle schede (libri I-II delle “Historiae” di Procopio di Cesarea). Gli ‘excerpta’ frutto di tale lavoro si conservano nei ff.75v-81r e 81v-82v del ms. Clm. 807 della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco. Tale sezione del cd., oltre alle date relative ai tempi di redazione delle note, racchiude pure un estratto da un trattatello attribuito a Teodoreto di Cirro sulla storia dei “Salmi” (tratto anch’esso da un non identificato volume di Lianori) e la descrizione di un’antica moneta romana di Pandolfo Collenuccio, a testimonianza della febbrile attività dell’Ambrogini nelle giornate bolognesi e delle sue composite curiosità culturali. In particolare la schedatura dei libri di Procopio accerta interessi che vanno pure al di là dei fatti storici e dei loro protagonisti: ‘excursus’ geografici, aneddoti, informazioni su usi civili e militari si accompagnano al riporto di alcuni scolii dell’antigrafo, a riflessioni personali, a considerazioni critiche destinate a confluire in successivi percorsi critici dell’umanista. Daneloni fornisce la completa edizione di tali appunti del Poliziano.
Lingua: ItalianoPag. 9-30
Etichette: Poliziano Angelo, Procopio di Cesarea, Historiae, Storiografia, Quattrocento, Manoscritto, Edizione critica, Umanesimo, Bologna,
Titolo articolo: Battista Guarini lettore di autori antichi
Il costante interesse di Battista Guarini per mss. di buona qualità, qui documentato dalla Bianchi, conferma come intenso e proficuo sia stato l’impegno filologico ed esegetico dell’umanista sui testi degli ‘auctores’ durante i tanti anni di insegnamento presso lo Studio di Ferrara. Di tale attività vengono in questa sede offerte varie testimonianze:la studiosa individua infatti in diversi mss. e incunabuli tracce di esegesi di Battista (che a volte riutilizzava pure materiale del padre Guarino) al “De senectute” di Cicerone, alla “Rhetorica ad Herennium”, alle “Satirae” di Giovenale, alle “Vitae” di Svetonio, al “Thyestes” e all’ “Hercules Oetaeus” di Seneca, al commento di Servio a Virgilio, a Catullo. Dopo una ricognizione di lavori erroneamente attribuiti a Battista, l’ultima parte del saggio è dedicata a un esemplare di una stampa del “De raptu Proserpinae” di Claudiano (Perugia, c. 1481), ora Inc. 272 della Bibl. Vallicelliana di Roma. Il volume suscita interesse perché in esso confluisce un’ampia serie di varianti testuali in parte provenienti da un esemplare di Battista, contrassegnate dalla sigla .b., di cui la Bianchi offre ampia campionatura.
Lingua: ItalianoPag. 31-85
Etichette: Guarini Battista, Quattrocento, Manoscritto, Stampa, Commento, Umanesimo, Ferrara,
Titolo articolo: Il “De corruptis nominibus” di Pontico Virunio
Gli interessi per l’archeologia, l’antiquaria, l’epigrafia, la ricerca di fonti materiali, la curiosità per le vestigia del passato e l’indagine sui testi degli ‘auctores’, tutti elementi peculiari dell’umanista Pontico Virunio, trovano ampio spazio nel trattato topografico “De corruptis nominibus et obscuris locis auctorum”, tramandato autografo nel ms. Vat. lat. 10914. Preceduto da un’interessante epistola di dedica a Battista Campofregoso, di cui vengono qui pubblicati degli stralci, l’opera si presenta come un ampio dizionario topografico, con lemmi elencati in ordine alfabetico. Per quanto probabilmente definito nel suo nucleo originario già all’altezza del 1500, il vaticano fotografa una redazione non definitiva del testo, mai portato a compimento, e si presenta come un brogliaccio fortemente stratificato per la presenza di numerosi interventi interlineari e marginali. Le singole voci, di cui viene data in questa sede ampia campionatura, abbracciano diversi ambiti:dall’annoso dibattito circa la patria veronese o comasca della ‘gens pliniana’, alla questione relativa alla grafia ‘Atestini’ al posto di ‘Estenses’, al dibattito su Iuv. 7, 154. Il saggio è corredato di tavole.
Lingua: ItalianoPag. 87-117
Etichette: Virunio Pontico, De corruptis nominibus, Trattato, Quattrocento, Manoscritto, Toponomastica, Umanesimo, Italia,
Titolo articolo: Gli esordi della critica ariostesca: Lodovico Dolce e l’edizione del “Furioso” del 1535
Ludovico Dolce fu il curatore dell’ed. veneziana del 1535 dell'”Orlando Furioso” di Ariosto (Pasini e Bindoni), la prima stampa corredata di materiale esegetico. In una fase ancora giovanile della sua attività di letterato, Dolce avviava così la storia della critica ariostesca, movimentando il dibattito dei contemporanei sull’opera e ritagliandosi un ruolo per la successiva canonizzazione di essa nel novero dei ‘classici’. Dopo un ‘excursus’ sulla fortuna di tale stampa, ne viene analizzato l’apparato paratestuale, in questa sede edito criticamente dalla Villari, che è così articolato: apologia del “Furioso”; breve tavola contenente riflessioni sul lessico; indice dei nomi (finalizzato a una lettura ‘tematica’ dell’opera); nota ‘filologica’ con indicazione delle integrazioni macrotestuali dell’autore rispetto all’ed. del 1532 (il che attesta una innovativa concezione dinamica del testo letterario). È soprattutto l’apologia la sezione più interessante, tesa com’è, proprio partendo dall’illustrazione delle più diffuse critiche mosse al poema, a difendere al contempo il legame con la tradizione classica e il carattere innovativo delle scelte poetiche dell’Ariosto.
Lingua: ItalianoPag. 119-174
Etichette: Ariosto Ludovico, Orlando Furioso, Poema cavalleresco, Cinquecento, Cinquecentina, Edizione critica, Rinascimento, Italia,
Titolo articolo: Chrysolorina III
Partendo dagli esiti di una ricerca di David Speranzi, che ha individuato negli attuali mss. Laur. Plut. 58,2 e 72,6 copie di volumi della biblioteca di Sergio Stiso di Zollino, tracritte per la biblioteca medicea in terra d’Otranto nel 1491 dal copista Gabriele, su richiesta di Giano Lascari, Rollo è in grado di attribuire alla stessa mano pure la trascrizione di sezioni di altri due cdd. (Ambr. A 102 sup., ff.13r-80r; British Library, Add. 11889, ff.2r-28r) e dell’Harl. 6875, finora attribuiti all’anonimo ‘copista di Sergio Stiso’. Al medesimo ambiente salentino e probabilmente proprio all’attività del maestro Sergio Stiso lo studioso riconduce pure altri mss. di contenuto grammaticale, qui esaminati.
Lingua: ItalianoPag. 175-193
Etichette: Grammatica, Quattrocento, Manoscritto, Biblioteca, Umanesimo, Salento,
Titolo articolo: In margine alla “Ciropedia” di Filelfo
Al ms. Laur. 55,19², già identificato come antigrafo greco utilizzato da Filelfo per la sua versione latina della “Ciropedia” di Senofonte, e a questo scopo dall’umanista corredato in margine di varianti e appunti, Orlandi aggiunge il ms. Phillipps 1627 della Staatsbibliothek di Berlino, i cui ‘marginalia’ filelfiani appaiono complementari a quelli del cd. precedente. L’analisi comparata dell’apparato critico di mano del Tolentinate presente nei due mss. consente di individuare alcune fasi della sua riflessione sul testo di Senofonte, di cui lo studioso dà conto in questa sede. La seconda sezione del saggio esibisce nuova documentazione relativa allo scriba di formazione bizantina del ms. Phillipps 1627: in sette esemplari, infatti, Orlandi riconosce sezioni riconducibili alla medesima mano. Di seguito i cdd. in questione: Milano, Bibl. Ambr., ms. Q 1 sup.; London, British Library, ms. Add. 5424; München, Bayerische Staatsbibliothek, ms. gr. 439; Napoli, Bibl. Naz., ms. III B 5; Salamanca, Bibl. Univ., ms. 15, Città del Vaticano, Bibl. Apost.Vat., mss. Barb. gr. 61 e 88.
Lingua: ItalianoPag. 193-214
Etichette: Filelfo Francesco, Senofonte, Ciropedia, Storia, Quattrocento, Manoscritto, Traduzione, Copista, Umanesimo, Italia,
Titolo articolo: Un enigmatico autografo di Bartolomeo Fonzio
I ff. 153r-174r con cui si chiude il ms. Clm. 755 della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco, uno zibaldone polizianeo allestito da Pietro Crinito, contengono uno schematico indice latino di nomi e argomenti della “Geografia” di Strabone, che evidentemente rimandano alla paginazione di un esemplare dell’opera nella versione latina di Guarino Veronese e Gregorio Tifernate.L’indice è stato vergato da Bartolomeo Fonzio, umanista di area fiorentina, probabilmente a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70 del Quattrocento. Restano tuttavia ignoti sia l’esemplare della “Geografia” cui l’indice si riferiva, sia le modalità con cui Crinito è venuto in possesso dell’indice straboniano.
Lingua: ItalianoPag. 215-218
Etichette: Fonzio Bartolomeo, Strabone, Geografia, Trattato, Quattrocento, Manoscritto, Indice, Umanesimo, Italia,
Titolo articolo: Un’elegia estravagante di Iacopo Sannazaro
Il contributo è dedicato a una elegia del Sannazaro non confluita nell’Aldina postuma del 1535, ma presente sia nello zibaldone di lavoro dell’umanista, il ms. Vindob. 9477 (=W), ai ff. 120v e 124rv, sia -pur parzialmente- nell’autografo Vat. lat. 3361 (f. 58v). Il carme, qui pubblicato con corredo di traduzione, di stampo pastorale e con suggestioni classiche e tardoantiche, è rivolto a Fulvio Scala, forse da identificarsi con il funzionario della corte aragonese Francesco Scala. Resta ancora da indagare il contesto storico che fa da sfondo all’elegia. Vengono segnalate, a conclusione, le varianti che modificano la redazione di W.
Lingua: ItalianoPag. 218-224
Etichette: Sannazaro Iacopo, Elegia, Poesia, Quattrocento, Stampa, Manoscritto, Umanesimo, Napoli,