Studi medievali e umanistici | 2009 | N. 7

Anno 2009 – Annata: VII – N. 7
A cura di Alessandra Tramontana

Autore/i articolo: XAVIER VAN BINNEBEKE
Titolo articolo: Manoscritti di Coluccio Salutati nella Stadtbibliothek di Norimberga

Il saggio fornisce un prezioso contributo per l’allargamento delle conoscenze sulla biblioteca del Salutati. Cinque nuovi manoscritti oggi conservati presso la Stadtbibliothek di Norimberga sono ricondotti alla raccolta del cancelliere fiorentino Coluccio Salutati, grazie alla presenza in essi di una speciale ‘segnatura’, abitualmente apposta dall’umanista a ciascun libro della sua collezione, e, in alcuni casi, anche dell’ ‘ex-libris’ e di notazioni autografe. L’analisi dei codici gli ha consentito inoltre di ricostruire il percorso che i manoscritti hanno compiuto dopo la morte del Salutati: passati nelle mani dell’amico Niccolò Niccoli, furono più tardi da costui venduti all’umanista tedesco Konrad Konhofer, personalità di spicco della chiesa tedesca e in particolare della città imperiale Norimberga. Nel 1443 l’intera sua raccolta libraria, donata alla città, avrebbe costituito il primo nucleo di una biblioteca pubblica, la Ratsbibliothek. Il saggio è corredato di un’appendice che elenca e descrive i manoscritti del Salutati, suddividendoli in tre sezioni: mss. con nota di possesso; mss. irreperibili e mss. senza segnatura o nota di possesso.

Lingua: Italiano
Pag. 9-36
Etichette: Salutati Coluccio, Konhofer Konrad, Trecento, Quattrocento, Manoscritto, Biblioteca, Umanesimo, Firenze, Germania.,

Autore/i articolo: STEFANO PAGLIAROLI
Titolo articolo: Le “Emendationes” di Lorenzo Valla al “Doctrinale” di Alexander De Villedieu

Dopo contrastanti valutazioni da parte degli studiosi circa la paternità valliana dello scritto, Pagliaroli può attestare adesso che l’attuale ms. Plimpton 140, approdato nel 1936 alla Columbia University di New York, del quale egli traccia una breve storia della fortuna, costituisce al momento l’unico testimone manoscritto delle “Emendationes” di Lorenzo Valla, un prosimetro di argomento grammaticale, finora noto solo attraverso una stampa veneziana, assai scorretta, del 1503. Lo studioso affronta il problema dei rapporti filologici tra i due testimoni, caratterizzati dalla presenza di varianti, escludendo l’esistenza di due redazioni dell’operetta e la dipendenza da un comune archetipo. Del testo, che è una sorta di ‘revisione’ del “Dottrinale” di Alessandro, non di rado polemica e spesso fortemente critica, in cui ritornano abitudini di scrittura e di argomentazione tipicamente valliane, lo studioso fornisce un’edizione critica, corredata di apparato, note di commento e traduzione italiana. In calce ad essa aggiunge qualche osservazione relativa alla recente edizione delle “Emendationes” curata da C. Marsico per l’Edizione Nazionale delle Opere di Lorenzo Valla (Firenze 2009).

Lingua: Italiano
Pag. 37-90
Etichette: Valla Lorenzo, Emendationes, Trattato, Quattrocento, Stampa, Manoscritto, Edizione critica, Umanesimo, Italia,

Autore/i articolo: ALESSANDRO DANELONI
Titolo articolo: L’ “Exegesis in Homeri Iliadem” di Giovanni Tzetzes tra Poliziano e Parrasio

Lo studioso ricostruisce alcune tappe del percorso cui fu soggetto durante l’Umanesimo il manoscritto R 16.33 del Trinity College di Cambridge, unico esemplare completo del commento del filologo bizantino Giovanni Tzetzes all’ “Iliade” di Omero. Un itinerario che vede implicato innanzitutto Angelo Poliziano, il quale dovette utilizzare il codice nel viaggio dell’estate del 1491 compiuto assieme a Pico della Mirandola tra Emilia e Veneto. Lo studio dei quaderni odeporici oggi conservati nel ms. lat. 807 della Staatsbibliothek di Monaco (ff. 45r-53r) dimostra infatti la presenza di ‘excerpta’ tratti dal commento di Tzetzes al I libro dell’ “Iliade”, e precisamente trascritti dal codice di Cambridge, evidentemente conservato a quell’altezza tra Padova e Venezia. Agli inizi del sec. XVI il codice dovette passare poi tra le mani dell’umanista calabrese Aulo Giano Parrasio; per quanto privo di esplicita nota di possesso, il codice R 16.33 presenta infatti un’annotazione che attesta il passaggio del codice alla morte del suo possessore all’amico ed erede Antonio Seripando.

Lingua: Italiano
Pag. 91-100
Etichette: Tzetzes Giovanni, Poliziano Angelo, Parrasio Aulo Giano, Exegesis in Homeri Iliadem, Esegesi, Medioevo, Quattrocento, Manoscritto, Umanesimo, Italia,

Autore/i articolo: TERESA MARTÍNEZ MANZANO
Titolo articolo: Traducciones humanísticas de la escuela de Andrónico Calisto en Bolonia

Il saggio della studiosa ha come oggetto il manoscritto composito Salm.71 della Biblioteca universitaria di Salamanca, ove pervenne alla morte del suo proprietario, Hernán Núňez de Guzmán, el Pinciano. Allo stato attuale esso è diviso in sei parti: le prime due contengono delle ‘Tabulae’ con indice di nomi e termini relativi a opere di Pausania e Ateneo; la terza presenta le “Nuvole” di Aristofane; la quarta contiene un’orazione di Demostene incompleta, infine la quinta, su cui si sofferma l’attenzione della Martínez Manzano, presenta la versione latina di sei “Idilli” di Teocrito, delle “Argonautiche orfiche” e della “Batracomiomachia”. Le caratteristiche della traduzione, che appare ‘verbum de verbo’, riconducono ad un ambiente di scuola e presuppongono come modello un altro ms. del Pinciano, ora presso la Biblioteca di Salamanca, il Salm. 230, in origine proprietà dell’umanista Andronico Callisto. Proprio all’ambiente scolastico del maestro bizantino vanno infatti ricondotti secondo la studiosa i testi greci e le versioni latine del Salm. 71, sicuramente redatto nello studio di Bologna in un ‘entourage’ di suoi allievi.

Lingua: Spagnolo
Pag. 101-131
Etichette: Callisto Andronico, Quattrocento, Manoscritto, Scuola, Traduzione, Umanesimo, Bologna,

Autore/i articolo: PAOLA DE CAPUA
Titolo articolo: Letteratura di consumo a Roma nell’età di Leone X. Un omaggio poetico di Andrea da Montopoli

La letteratura d’occasione tra ‘400 e ‘500, tesa a celebrare la classe dirigente per le più disparate occasioni, trova nella Roma di Leone X, noto centro di potere, ma anche indubbia fucina culturale, un luogo di produzione e diffusione privilegiato. Pur trattandosi di un fenomeno fin qui poco indagato, nell’ambito di una puntuale rilettura della bibliografia erudita la studiosa ha dato nuova consistenza storico-culturale a una lista di libri appartenuti a Leone X e vergata dal suo bibliotecario Guarino Favorino, contenuta nel cod. Vat. lat. 3690. Nel saggio ci si sofferma poi su un libello a stampa privo di ‘colophon’ e data, contenente una breve silloge poetica d’occasione, la cui stesura è riconducibile al momento della nomina papale di Leone X (primavera 1513).Priva di una esplicita paternità, fin qui la raccolta è stata attribuita a Blosio Palladio, che, alla luce dei nuovi studi, appare invece solo il ‘garante’ presso il papa del meno noto Andrea da Montopoli, autore di diversi componimenti ivi contenuti. A corredo del saggio un’appendice curata da Cecilia Moretti, che descrive il contenuto della silloge secondo l’esemplare RB 823 della Biblioteca Nazionale di Roma.

Lingua: Italiano
Pag. 133-201
Etichette: Palladio Blosio, Andrea da Montopoli, Letteratura, Quattrocento, Umanesimo, Roma,

Autore/i articolo: NUALA DISTILO
Titolo articolo: Un’edizione dell’ “Elettra” di Euripide con postille di Piero Vettori

Di Piero Vettori, professore di latino e greco presso lo Studio fiorentino dal 1538 al 1584, si conservano oggi copie di testi classici da lui postillati presso la Bayerische Staatsbibliothek di Monaco, ove confluì l’intera sua biblioteca. Alla segnatura Rar.1884/1 e Rar. 1884/2 corrisponde un’edizione aldina (1503) in due tomi di tragedie di Euripide a lui appartenuta, cui è stata aggiunta una copia dell’ ‘editio princeps’ dell’ “Elettra”, curata dallo stesso Vettori e pubblicata nel 1545, tragedia in origine assente nella stampa di Manuzio. La sezione relativa a questo testo presenta ‘marginalia’ per ‘ductus’ e tipologia riconducibili a due mani diverse, delle quali l’una, concentrata sulla segnalazione dei ‘loci paralleli’, è sicuramente riconducibile al Vettori, l’altra, poco esperta, effettua una diligente trascrizione di ‘marginalia’ e note metriche del ms. Laur. 32,2. Delle postille del Vettori all’ “Elettra” la Distilo fornisce un’edizione con note di commento.

Lingua: Italiano
Pag. 203-224
Etichette: Vettori Piero, Tragedia, Cinquecento, Biblioteca, Umanesimo, Firenze,

Autore/i articolo: GEMMA DONATI
Titolo articolo: Petrarca e Osberno di Gloucester

Oggetto del contributo è il ms. Par. lat. 7492, di origine francese della fine del XII secolo, contenente le “Derivationes” di Osberno di Gloucester (senza indicazione di autore e titolo) e brevi testi grammaticali e liturgici. Già studiato nel 1960 da Ėlisabeth Pellegrin, in virtù della scoperta, tra le mani di diversi annotatori, anche di postille riconducibili a Petrarca, viene ora nuovamente indagato dalla Donati che riconduce i ‘marginalia’ autografi, ai quali è estraneo qualsiasi intento ecdotico, al periodo senile dell’umanista. Delle postille, quasi interamente dedicate a verificare la tenuta della compilazione lessicale attraverso un confronto continuo con le ben più note “Derivationes” di Uguccione, viene qui fornita la prima edizione integrale, illustrata da note di commento.

Lingua: Italiano
Pag. 225-239
Etichette: Petrarca Francesco, Osberno di Gloucester, Derivationes, Lessico, Trecento, Manoscritto, Umanesimo, Italia,

Autore/i articolo: MONICA BERTE’
Titolo articolo: Petrarca e le “Philippicae”: la lettura del Par. lat. 5802

Il saggio fornisce l’edizione completa, con commento, dei ‘marginalia’ vergati dal Petrarca sul ms. Par. lat. 5802, un codice miscellaneo contenente le prime quattro “Philippicae” ciceroniane, giunto nella biblioteca dell’umanista intorno al 1350. Il ms., allestito in Francia a metà del XII secolo, presenta glosse di diverse mani, tra cui appunto quella di Petrarca, che annota in maniera omogenea le orazioni 2-4, riservando alla prima un’unica correzione marginale. L’introduzione dà conto della conoscenza dell’opera da parte di Petrarca, che dovette avere accesso anche a un ‘corpus’ integrale delle orazioni, come dimostrano le citazioni presenti nei suoi scritti. Offre poi una puntuale e dettagliata descrizione delle diverse tipologie di interventi, compresi i segni grafici, alcuni dei quali tesi a sottolineare passi salienti o sentenze morali, da cui emerge che essi non erano frutto di collazione, ma venivano effettuati ‘ope ingenii’. Segue l’edizione di tutti i ‘marginalia’ autografi, comprese una ventina di ‘cruces’, sulla cui paternità c’è ancora qualche dubbio, accompagnati da commento.

Lingua: Italiano
Pag. 241-288
Etichette: Petrarca Francesco, Cicerone, Philippicae, Trecento, Manoscritto, Umanesimo, Italia,

Autore/i articolo: MATTEO DURANTE
Titolo articolo: L’inquieta tradizione della “Strega” del Lasca

Il saggio affronta i problemi filologici posti dalla tradizione e dalla vicenda editoriale della commedia “La Strega” di Antonfrancesco Grazzini, prendendo le mosse da una rivisitazione delle conclusioni cui è giunto il suo editore critico, Michel Plaisance. Alle due edizioni veneziane del 1582 (V8, contenente l’intera produzione teatrale del Lasca e V12, che presenta la sola commedia “La Strega”), negli anni Settanta del ‘900 si aggiunge un testimone manoscritto autografo (Firenze, Bibl. Naz., Magl. VII 1385 =F), sul quale resta traccia dell’ispezione da parte dell’ ‘Inquisitor generalis’, frate Francesco da Pisa, e il suo mancato ‘imprimatur’. Attraverso una puntuale collazione Durante accerta rapporti tra F e le edizioni veneziane (sono qui esposti gli esiti della collazione) finora non emersi, mentre definisce la fisionomia di un altro codice, sempre autografo (=f), predisposto sulla scorta di F, al fine del nuovo progetto editoriale veneziano, definitosi dopo la fallimentare esperienza fiorentina.Tale rinnovata prospettiva apre la strada ad una nuova edizione critica della commedia.

Lingua: Italiano
Pag. 291-353
Etichette: Grazzini Antonfrancesco, Commedia, Cinquecento, Strega, Manoscritto, Umanesimo, Firenze, Venezia,

Autore/i articolo: GIAN PAOLO MARCHI
Titolo articolo: Ancora sull’arcidiacono Pacifico di Verona

Il contributo prende le mosse da un volume dedicato all’arcidiacono Pacifico di Verona (IX secolo), scritto da Cristina La Rocca del 1995, nei confronti del quale lo studioso si era già in altra sede espresso, sottolineando alcuni aspetti “metodologicamente discutibili o strutturalmente meno resistenti”. Il problema di fondo che qui viene affrontato, apportando nuova linfa ad una questione piuttosto annosa, è quello relativo ai rapporti tra il Capitolo della Cattedrale e il suo vescovo. A questo scopo vengono nuovamente esaminati gli epitafi composti per celebrare Pacifico, arrivando alla conclusione che probabilmente sia il personaggio che i documenti non sono, come fin qui si è ritenuto, il risultato di un processo di falsificazione avvenuto nel XII secolo con precisi intenti ideologici, ma che anzi gli epitafi furono composti prima di quella data.

Lingua: Italiano
Pag. 355-380
Etichette: Pacifico, IX secolo, Medioevo, Verona,

Autore/i articolo: MICHELE BANDINI
Titolo articolo: Simeone di Bulgaria, l’ ‘incompiuto’ (Liudpr. “Antap.”3,29)

Viene qui proposta una nuova interpretazione di un insolito aggettivo greco, ‘emiargos’, presente unicamente in un passo dell’ “Antapodosis” di Liutprando di Cremona (3,29). Ciò apre nuove prospettive anche sul versante della paternità delle glosse latine, elaborate con il ricorso ai lessici allora disponibili, che accompagnano i ‘graeca’ nel manoscritto Clm 6388 della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco, contenente l’opera di Liutprando, e di norma a lui attribuite. La glossa ‘id est semigrecum’ presuppone infatti l’utilizzazione incongrua di un glossario latino difficilmente ascrivibile all’autore.

Lingua: Italiano
Pag. 381-385
Etichette: Liutprando di Cremona, Antapodosis, Storiografia, Mille, Glossario, Lessico, Medioevo,

Autore/i articolo: DANIELA GIONTA
Titolo articolo: Nuovi frammenti di un disperso codice delle “Familiari”

La studiosa riporta alla luce quattro fogli di un codice membranaceo delle “Familiari” di Petrarca, utilizzati per rinforzare la legatura del ms. El Escorial (Real Biblioteca del Monasterio de San Lorenzo, T II, 13), contenente opere aristoteliche. Fogli dello stesso ms., usati allo stesso scopo come carte di guardia, erano stati scoperti da V. Rossi nel codice ambrosiano B 160 sup. [gr. 156], contenente l’ “Alessandra” di Licofrone. Il rilievo delle affinità codicologiche consente di ricostruire i rapporti tra i rispettivi relitti e di accertare che a monte dovesse esserci un volume delle “Familiari”. Il codice petrarchesco e i due manoscritti greci dovettero trovarsi nel medesimo luogo, e ad una stessa altezza questi ultimi furono dotati di legatura rinforzata, attraverso la pratica diffusa del reimpiego dei libri, soprattutto pergamenacei. La Gionta avanza l’ipotesi che ciò sia avvenuto a Padova a cavallo tra XV e XVI secolo.

Lingua: Italiano
Pag. 385-396
Etichette: Petrarca Francesco, Familiari, Epistolario, Trecento, Quattrocento, Cinquecento, Manoscritto, Medioevo, Umanesimo, Italia,

Autore/i articolo: LUIGI TARTAGLIA
Titolo articolo: Un epitafio inedito per Crisolora nel ms. Par. Coisl. gr. 313

Viene qui pubblicato un inedito epigramma greco di sei versi, contenuto a f. 136 del manoscritto parigino Coisl. gr. 313 della Bibliothèque Nationale de France, in cui possono leggersi le “Cronache” di Giorgio Cedreno e di Giovanni Scilitza. Di buona fattura, esso è dedicato a un Crisolora, che, stando a quanto è possibile ricavare dal testo, fu letterato impegnato pure sul versante della vita pubblica. Allo stato attuale resta impossibile stabilire se si tratti di Manuele, il nipote Giovanni o Demetrio Crisolora.

Lingua: Italiano
Pag. 396-399
Etichette: Crisolora, Quattrocento, Manoscritto, Umanesimo,

Autore/i articolo: MICHELE BANDINI
Titolo articolo: Due note bessarionee

La prima nota (“Datazione e prima diffusione del De factis et dictis Socratis memoratu dignis”) modifica la data della versione bessarionea dei “Memorabili” di Senofonte, sulla scorta di un elemento presente nella epistola di dedica fin qui trascurato; non nel 1442, dunque, essa fu elaborata, bensì nel 1441-43 a Firenze, per poi essere forse completata l’anno successivo a Roma, dove fu approntata la copia di dedica al cardinale Giuliano Cesarini. Lo studioso fornisce poi alcune testimonianze che attestano la ristretta circolazione di tale traduzione bessarionea. Nella seconda nota (“Bessarione lettore di Diogene Laerzio”), invece, si restituisce al Bessarione il merito di avere considerato in sé concluso un distico su Platone, che nell’Antologia Palatina (“Anth. Pal.” 7,109), dove confluisce attraverso le “Vite” di Diogene Laerzio (3,45), è invece seguito da un altro distico, visibilmente giustapposto per un guasto testuale.

Lingua: Italiano
Pag. 399-406
Etichette: Bessarione, Quattrocento, Traduzione, Umanesimo, Italia,

Autore/i articolo: FRANCESCO LI PIRA
Titolo articolo: Due testimonianze sui benefici ecclesiastici del cardinale Bessarione nei “Libri Annatarum”

Nell’ambito di un più ampio lavoro attualmente in fase conclusiva, vengono in questa sede edite due schede relative a benefici ecclesiastici concessi al cardinale Bessarione. Esse risalgono rispettivamente al 1443 e al 1444, riguardano il monastero di S. Maria del Patir di Rossano e quello di S. Pietro ‘de Criptanova’ della diocesi di Siponto e offrono, unite ad altre fonti camerali, nuovi tasselli per la ricostruzione del profilo del Bessarione e dei suoi ‘familiares’.

Lingua: Italiano
Pag. 406-411
Etichette: Bessarione, Quattrocento, Umanesimo, Italia,

Autore/i articolo: MICHELE RINALDI
Titolo articolo: Una ritrovata tavola di corografia astrologica di Pietro Bono Avogaro

Lo studioso rintraccia fonte e autore di una tavola di corografia astrologica, autografa di Giovanni Pontano, depositata sulla retroguardia del ms. Barberiniano latino 172 della Biblioteca Apostolica Vaticana, oggetto di studio in anni passati. Si tratta del f. 4v del Vat. lat. 5373, in cui si trova il medesimo documento (una lista di 56 località, per lo più italiane, suddivise secondo la signoria dei dodici segni zodiacali), questa volta con un’annotazione in calce, che consente di documentare che il testo fu redatto a Ferrara, nel febbraio del 1475, dal maestro dello Studio della città Pietro Bono Avogaro. La tavola corografica viene qui edita secondo il codice vaticano.

Lingua: Italiano
Pag. 411-414
Etichette: Avogaro Pietro Bono, Pontano Giovanni, Astrologia, Quattrocento, Manoscritto, Umanesimo, Italia,

Autore/i articolo: ADOLFO TURA
Titolo articolo: Riflessioni sulla biblioteca di Domenico Grimani e un nuovo codice latino appartenuto a Giovanni Pico della Mirandola

Il saggio di Tura fa il punto sulle sorti cui andò incontro la biblioteca del cardinale di San Marco, Domenico Grimani, dopo la sua morte nel 1523. Su sua disposizione in gran parte confluiti a Sant’Antonio di Castello, i libri furono poi distrutti da un incendio nel 1687, anche se alcuni si salvarono, o erano già lontani dal monastero al momento della distruzione della biblioteca. I mss. greci, in particolare, erano stati oggetto di frequenti trascrizioni (di perduti ‘interpositi’ possono oggi ricostruirsi i contorni grazie all’inventario del Vat. lat. 3960), dando origine ad apografi confluiti più tardi anche in biblioteche fuori dall’Italia. Più difficile ricostruire le sorti dei codici Grimani latini. Lo studioso riconosce a questo proposito nell’attuale ms. 114 della Biblioteca del Seminario arcivescovile di Padova un codice appartenuto a Pico della Mirandola e da lui chiosato.

Lingua: Italiano
Pag. 414-430
Etichette: Grimani Domenico, Cinquecento, Biblioteca, Rinascimento,

Autore/i articolo: ADOLFO TURA
Titolo articolo: Un incunabolo postillato da Agostino Nettucci

Su un esemplare di collezione privata di un incunabolo dei “Fasti” di Ovidio con commento di Antonio Costanzi (Roma, Eucario Silber, 1489) lo studioso riconosce delle postille di mano di Agostino Nettucci, un umanista fiorentino, autore di un’operetta topografica e allievo di Angelo Poliziano presso lo Studio della città. Vengono qui trascritti i risultati della collazione effettuata dal Nettucci tra l’esemplare di stampa e un codice in suo possesso.

Lingua: Italiano
Pag. 430-434
Etichette: Nettucci Agostino, Ovidio, Fasti, Poesia, Quattrocento, Umanesimo, Italia,

Autore/i articolo: ADOLFO TURA
Titolo articolo: Un’edizione fiorentina sconosciuta di Franco Cenni

All’unica edizione fiorentina pubblicata dal prototipografo di Pescia Franco Cenni finora nota, si aggiunge adesso, grazie alla segnalazione di Tura, una seconda stampa, ad oggi ignota, di cui si conserva un unico esemplare presso una collezione privata: si tratta del cosiddetto “Credo di Dante”. Per quanto priva di data, essa andrà ricondotta ad un torno di tempo vicino al 1485.

Lingua: Italiano
Pag. 434-435
Etichette: Cenni Franco, Credo di Dante, Quattrocento Edizione, Firenze,

Autore/i articolo: THEODOR GÄRTNER
Titolo articolo: Die Bedeutung der Liebe zwischen Apoll und Daphne in der “Lalage” des niederländischen Humanisten Floris van Schoonhoven

La nota indaga il significato del mito ovidiano di Dafne ed Apollo secondo l’interpretazione dell’umanista tedesco Floris van Schoonhoven nella sua collezione poetica “Lalage” del 1613.

Lingua: Tedesco
Pag. 436-441
Etichette: Schoonhoven Floris van, Lalage, Poesia,