Studi medievali e moderni | 2003 | N. 1

Il contributo sviluppa un’analisi esegetica e filologica dei canti proemiali della “Divina Commedia”, ossia delle terzine che aprono ciascuna cantica del poema dantesco. Nel contempo l’autore esplicita le caratteristiche peculiari dal punto di vista letterario e critico della poetica di Dante Alighieri.

Studio di analisi esegetica, filologica e critica del Primo canto del “Paradiso” dantesco.

Scritto improntato sulla descrizione figurativa dell’aldilà, attraverso la concezione dantesca. L’autrice compie un itinerario descrittivo sulla tradizione figurativa del poema dantesco mettendo in risalto simboli, codici, luoghi situazioni, ambienti, policromia che sono servito a Dante per comporre l’intreccio della “Divina Commedia”. L’Alighieri, infatti, si è servito di una vastissima biblioteca medievale da dove ha assunto tutte le informazioni sul mondo dell’aldilà, attraverso un’ideologia tipicamente medievale. In appendice la Ricci riporta un repertorio iconografico della simbologia antica e medievale strettamente riferentesi al Poema.

Il contributo partendo dal significato dei quattro sensi della scrittura esposti da Dante nel “Convivio”, approfondisce quello “analogico”, ossia il sovrasenso, compiendo un approfondito excursus sul rapporto esistente tra Dante e analogia.

Contributo che affronta l’importanza della figura di Maria nel canto del Paradiso. L’autore espone un’analisi esegetica, filologica, critica e testuale dei versi della terza cantica del poema dantesco che si occupano specificatamente della figura di Maria, mettendola spesso in parallelismo con la figura umana a e angelicata di Beatrice. I versi commentati in questo saggio rappresentano uno dei più bei capitoli di msariologia alto medievale e vengono sublimati in maniera eccelsa dal sommo Poeta.

il contributo si occupa dell’incessante lavorio della parola che D’Annunzio adoperò per elaborare il catalogo espressivo della sua scrittura. in particolare Moretti fa presente il percorso narrativo del vate pescarese e la sua lezione dantesca adoperata nelle opere dallo stesso D’Annunzio, ossia la parola aulica, ricercata e ricca di significati pregnanti ed efficaci stilisticamente. Molti riferimenti danteschi sono presenti nelle opere dannunziane quali “Alcyone”, “Primo vere” e le “Laudi”.

Contributo di analisi testuale, critica, filologica e parafrasi del V canto dell’inferno dantesco.

Si parla del prologo di Angelo Beolco detto il Ruzante.

Lo scritto affronta l’ultimo periodo della produzione editoriale di Sommaruga e il giornalismo editoriale attraverso la rivista (Nabab). La Moreni ricostruisce le alterne vicende della storica casa editrice, riportando in appendice i nomi dei collaboratori.

Scritto di analisi testuale, socio-antropologica e culturale dell’opera di Edoardo Scarfoglio “Il Processo di Frine”. L’autore passa in rassegna luoghi, ambienti, personaggi e situazioni della narrativa di Scarfoglio, mettendo in risalto gli aspetti controversi dell’ideologia scarfogliana tra cui il fine umorismo, la dimensione sessuale e il rapporto con la legge. La vicenda narrata nella novella si svolge in terra abruzzese e precisamente a Guardiagrele su un terreno testuale che risente un po’ del sapore dannunziano e di quello verghiano.

Contributo che analizza ed esamina aspetti del D’Annunzio decoratore, ossia lo spirito decorativo della sua arte e della sua personalità, attingendo alle fonti delle sue opere, tra cui il “Libro segreto”, opera in cui sono presenti elementi che rimandano alla sua arte e quindi all’esteta, amante del bello. Il D’Annunzio decoratore si evince nella sua integrità, oltre che nelle sue opere, soprattutto nei carteggi dove sono riportati fatti, opinioni sullo stile di arredamento della villa del Vittoriale e l’autore – tra l’altro ricorda l’Atto di donazione del Vittoriale allo stato italiano, documento in cui il vate pescarese riporta tutto quanto presente nelle sue dimore.

Scritto che analizza gli aspetti semiotici e linguistici del romanzo di Carroll “Alice”.

Il contributo riporta il carteggio intercorso tra la poetessa abruzzese Giannina Milli e la contessa Clara Maffei.

Lo scritto offre un ritratto a tutto tondo della produzione letteraria dello scrittore milanese Gerolamo Rovetta. In appendice l’autore riporta una bibliografia ragionata delle opere del Rovetta.

Contributo critico, filologico del racconto misto di prosa e versi “I movimenti remoti” dello scrittore Goffredo Parise, composto nel periodo autunnale degli anni 1948-1949.