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Studi italiani | 2023 | N. 1
Anno 2023 – 69 – Annata: XXXV – N. 1
Numero monografico: Luigi Pulci e la cultura popolare
A cura di Simone Magherini
Titolo articolo: I due draghi e un amore di Ulivieri: dall’«Orlando» al «Morgante»
Sulla scorta del dibattito intorno alla priorità cronologica dell’Orlando o del Morgante,
e di qui intorno al ruolo di Luigi Pulci nella fondazione del genere del poema
cavalleresco nella storia della letteratura italiana, in questo intervento si riprenderà
in esame l’episodio che, sullo sfondo di un deserto-foresta, vede protagonisti
Rinaldo, un drago e un leone. Si tratta di un segmento testuale che è stato peraltro
ben frequentato nella letteratura critica. Si confronterà questo episodio con quello
successivo della lotta con un altro drago da parte di Ulivieri per la salvezza della
principessa Forisena, che è il primo dei due grandi amori del giovane paladino. Si
rifletterà sulle presunte aporie nell’Orlando, sulle aporie presenti nel Morgante, e sui
meccanismi che regolano le ampie strutture narrative dell’Orlando e del Morgante;
si rifletterà anche sulla possibilità o meno di una lettura in chiave allegorica del
poema pulciano, specie alla luce del legame del Morgante con l’Orlando, e con quella
parte del mondo della cultura “popolare” che l’Orlando porta con sé.
Pag. 5-29
Etichette: XV secolo, XVI secolo,
Titolo articolo: «Unto e bisunto come un berlingaccio». La “popolarità” del grasso in Luigi Pulci
Leggere il Morgante come “epos della gola” e rilevare come Pulci sfrutti un immaginario
popolareggiante legato al cibo e al corpo con intenti comici e sovversivi sono
luoghi comuni ben consolidati della critica. Il presente articolo si propone di dimostrare
che, in realtà, il rapporto di Pulci con la cultura popolare è più complesso di
quanto generalmente ritenuto. Contro una chiave di lettura ispirata alla binarietà
bachtiniana di alto/basso, colto/popolare, corpo grottesco/corpo “classico”, la mia
analisi mostra come Pulci, utilizzando una prospettiva mobile e cangiante, si pone
al di fuori e contro entrambi i poli.
Pag. 31-55
Etichette: XV secolo, XVI secolo,
Titolo articolo: Pulci, Lorenzo e l’estetica dell’osceno
L’articolo analizza il potente gusto dell’osceno nel linguaggio e nella poesia di Luigi
Pulci e Lorenzo de’ Medici. In particolare, l’indagine si concentra su brani del
Morgante, ma anche della Beca da Dicomano, dell’Uccellagione di starne, e su alcuni
canti carnascialeschi.
Pag. 57-75
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Titolo articolo: Frati e predicazione nella vita e nell’opera di Luigi Pulci
Il saggio ripercorre le turbolente relazioni di Luigi Pulci coi frati, e in particolare
con i predicatori, fondandosi sui numerosi riferimenti alla predicazione all’interno
delle varie opere del poeta e su alcuni episodi della sua biografia, concentrati soprattutto
nei suoi ultimi anni. In particolare, il rinvenimento di un nuovo sonetto che
si riferisce alle reazioni suscitate dal lungo capitolo palinodico scritto da Pulci alla
fine della sua vita, la Confessione, permette di chiarire alcuni aspetti del contrastato
rapporto di Pulci con Savonarola, che in più occasioni prese di mira il poeta del
Morgante, anche dopo la sua morte.
Pag. 77-100
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Titolo articolo: Una strage in cucina. «La guerra della Quaresima e del Carnevale». Tra immaginazione popolare e reminiscenze letterarie
Questo contributo si occupa di un cantare anonimo della fine del Quattrocento (la
Guerra o Contrasto della Quaresima e del Carnevale) che riprende il motivo folklorico
del combat tra le due personificazioni dell’anno. Attraverso un’analisi del cantare,
il contributo intende valorizzare questo testo di lunga fortuna come un caso
precoce di ricezione dello stile e dell’immaginario pulciano nel poema in ottave,
nonché come una sorta di incunabolo del genere eroicomico in volgare applicato
alla sfera del cibo.
Pag. 101-118
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Titolo articolo: Due facce della ricezione paremiografica fiorentina del Pulci: il «Morgante» nelle raccolte di Francesco Serdonati e Girolamo da Sommaia (secoli XVI-XVII)
Il saggio intende indagare due momenti della ricezione del Morgante a Firenze,
avvenuti tra i secoli XVI e XVII, attraverso un tema ancora poco studiato che si
colloca al centro dei rapporti tra storia della lingua, paremiologia e letteratura: la
presenza delle paremìe pulciane all’interno delle raccolte paremiografiche approntate
dal poligrafo toscano Francesco Serdonati e dal nobile fiorentino Girolamo da
Sommaia. L’obiettivo è quello di fornire un inedito studio sul ruolo svolto dalla
paremiografia nel Morgante, opera che da un lato eredita, spesso rielaborandolo,
un sapere tradizionale e dall’altro diviene a sua volta fonte di proverbi e locuzioni e
frasi proverbiali per i raccoglitori successivi.
Pag. 119-140
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Titolo articolo: Luigi Pulci maestro dei canterini
Questo saggio indaga l’influenza esercitata dal magistero di Pulci sull’arte dei cantimpanca
fiorentini del primo Cinquecento, servendosi in particolare dell’ampia e
complessa casistica offerta dal Primo libro de’ Reali dell’Altissimo, testo paradigmatico
di quell’arte. I cantari del Primo libro condividono con quelli del Morgante lo
sperimentalismo lessicale (tra citazioni allusive ed emulazioni a oltranza), il funambolismo
stilistico (iperbolico, comico-realistico, grottesco) e anche – forse meno
prevedibilmente – l’orgogliosa autorappresentazione dell’autore come intrattenitore
brioso ed insieme sapiente educatore della propria comunità. Il caso di studio evidenzia
perciò quanto fosse profondo l’impatto della ricerca pulciana sulla poesia
orale e sulla narrativa cavalleresca dei decenni successivi, e insieme quanto fossero
geneticamente affini i cantari del Morgante e quelli recitati in piazza, in una dialettica
di mutui scambi tra le dimensioni della scrittura e della performance essenziale
per le fortune della narrativa cavalleresca nel Rinascimento.
Pag. 141-169
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