Studi italiani | 2007-08 | N. 2-1

Rileggendo la celebre poesia leopardiana e ricordandone motivi e fonti, Wetzel torna a riflettere sulla particolare similitudine che ne costituisce il perno centrale e prova a dirimere la questione puramente esegetica della contrapposizione ‘ornitologica’ tra il passer Italiae e il monticola solitarius. Lo studioso, riferendosi al piano del significante, dimostra l’identità ritmico-musicale tra il nome del poeta ed il sintagma ‘passero solitario’.

Diafani indaga su uno dei moduli più ricorrenti della scrittura di Tommaseo, il ritratto, caro all’autore in ragione dei suoi approfonditi studi di fisiognomica e frenologia. Sulla scorta di varie dichiarazioni di metodo contenute del “Dizionario estetico” e nei “Pensieri morali”, Diafani ripercorre la fitta galleria di ritratti femminili in “Fede e Bellezza” e nell’Epistolario.

Bausi, partendo dall’anticarduccianesimo di marca thoveziana e leggendo approfonditamente “Pianto antico” e “Funere mersit acerbo”, scritti da Carducci per la morte del figlioletto, spiega il senso della tradizione classica per il critico e poeta bolognese. “Tradizione significa […] sentirsi parte di una larghissima comunità umana con la quale (Carducci) condivide un sistema di valori e una cultura, un linguaggio insomma, un millenario patrimonio di civiltà che aiuta a non smarrirsi nel mondo, a superare le prove dell’esistenza, a dare un senso alla vita e alla morte” (p. 60).

Sterpos ripercorre i discorsi di alcuni dei più noti personaggi della poesia storica carducciana dotati di comunicativa e ars oratoria. Si tratta, nello specifico, d Bonturo Dati in “Faida di comune”, del console di “Comune rustico” e soprattutto di Alberto di Giussano ne “Il Parlamento”.

All’indomani del primo conflitto bellico mondiale molti letterati rivalutarono il genere romanzo quale strada retorico-stilistica per rimettere ordine al caos storico-sociale e morale. Tra essi Schwarze seleziona Borgese e Gadda, di cui esamina i romanzi “Rubè” e “La meccanica” sia sul versante contenutistico-ideologico, che stilistico-formale.

Come la stessa Morotti dichiara, il saggio individua i rapporti tra la poesia di Gozzano e il melodramma a livello stilistico-formale e tematico, con particolare attenzione all’archetipo dongiovannesco, alla contrapposizione tra il recitativo della voce maschile e il canto della voce femminile, e all’influenza della librettistica sulla lingua, sul ritmo e sull’organizzazione strofico-sintattica della poesia di Gozzano.

Partendo dalla paradigmatica poesia “L’uomo e gli animali”, la studiosa fa brevi riflessioni sulla presenza e sul significato simbolico degli animali nella produzione poetica di Saba.

Indagando nell’epistolario e pubblicando due nuove missive, l’autrice si occupa della risoluzione di F.X. Fabre di donare alla città di Montpellier alcuni quadri da lui dipinti, una sua collezione antica, la sua biblioteca, quella alfieriana e quella dell’amata Contessa d’Albany.

L’autore conduce un serrato confronto tra il romanzo “Fosca” di Tarchetti e una novella omonima in inglese apparsa sulla rivista ‘The Argosy’ nel 1896 a firma di un poco noto A. Beresford. Il racconto si svela essere uno scoperto plagio del romanzo scapigliato, gettando nuova luce sulla fortuna critica otto-novecentesca di Tarchetti.

L’autrice pubblica in Appendice 14 lettere di Pascoli al sacerdote e scrittore garibaldino Luigi d’Isengard, che trovano quale loro iniziale motivo portante l’idea pascoliana di realizzare un’opera teatrale in un atto tratta da “Il sogno di Rosetta” (1901), per poi passare anche a discorrere sulla polemica D’Annunzio-Pascoli e sul tema del Doppio.

Casini conduce un’approfondita riflessione sui rapporti tra Alberto Moravia ed il fascismo, ripubblicando ma soprattutto rileggendo e motivando le 4 lettere inviate a Mussolini e le 2 inviate a Galeazzo Ciano. Nello specifico Casini ricostruisce la vicenda umana di Moravia a partire dalla pubblicazione de “Gli Indifferenti”, caso letterario del Novecento, soffermandosi con attenzione sul successivo divieto per Moravia di collaborare al giornale torinese ‘Gazzetta del Popolo’ e ai sospetti del regime intorno al secondo romanzo “Le ambizioni sbagliate”, sulle persecuzioni antisemite e sui rapporti con la censura fascista.

Biffi completa, in questo numero di Studi Italiani, la sua descrizione del sito dell’Accademia della Crusca, esaminandone con cura le potenzialità delle nuove applicazioni ‘Biblioteca digitale’ e ‘Archvio digitale’