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Studi goldoniani | 2023 | N. 12
Anno 2023 – N. 12
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: Due percorsi di lettura per La guerra di Carlo Goldoni
L’intervento propone due percorsi di lettura per La guerra di Carlo Goldoni. Il primo percorso si concentra sugli interpreti originali e la loro influenza sui personaggi. In particolare, si analizza come l’esperienza e le caratteristiche personali degli attori abbiano contribuito a caratterizzare i personaggi, e come questi ultimi, a loro volta, siano stati influenzati dall’argomento dell’opera. Il secondo percorso di lettura utilizza le categorie di René Girard per indagare i rapporti sistematici, peculiari dell’ambiente militare, che si creano tra i personaggi. Girard analizza i meccanismi della rivalità, dell’imitazione e della violenza mimetica all’interno delle relazioni umane. Questo approccio permette di analizzare in profondità i rapporti tra i personaggi, le dinamiche di potere, le gelosie e le rivalità che emergono all’interno della narrazione. Entrambi i percorsi propongono una visione alternativa rispetto alla tradizionale lettura etica dell’opera, mettendo in luce le potenzialità puramente drammatiche dell’argomento.
Lingua: ItalianoPag. 11-35
Etichette: Carlo Goldoni, Girard, La guerra,
Titolo articolo: I due Don Giovanni. Elisa: un ritratto di donna nel teatro di Carlo Goldoni
Ampiamente rivalutata dalla critica contemporanea, l’opera goldoniana Don Giovanni Tenorio o sia il Dissoluto suscita ampie riflessioni in merito al personaggio eletto protagonista della tragi-commedia, non il Dissoluto come vorrebbe la tradizione, bensì la pastorella Elisa. Ad una attenta analisi testuale, infatti, Goldoni, in modo originale e inedito, crea due personaggi “specchio”, l’uno succube della spregiudicatezza e della spavalderia dell’altro, rendendoli tuttavia distanti per l’epilogo ai quali sono destinati. L’empio Don Giovanni subisce per il suo codice etico una giustizia divina ineluttabile. La dissoluta Elisa, invece, non solo ha il proprio lieto fine grazie alla fallace giustizia terrena, ma rimarca i propri principi, accomiatandosi come unica e vera vincitrice della trama.
Lingua: ItalianoPag. 37-54
Etichette: Critica del testo, Teatro, Carlo Goldoni, Don Giovanni Tenorio,
Titolo articolo: Dopo La buona figliuola: gli intermezzi romani e le ‘parrucche’ di Piccinni
Il sottogenere dell’intermezzo romano a tre o quattro voci del ventennio 1760-1780 costituì un importante spazio di riscrittura morfologica del «dramma giocoso» e di fusione tra gli schemi drammaturgici goldoniani e lo stile musicale dei compositori formatisi nei conservatorî napoletani. La complessa partitura del Perucchiere di Piccinni dimostra in che misura quel sottogenere comico, nato come escamotage per infrangere il divieto di allestire opere buffe a Roma, fosse una valida alternativa al «dramma giocoso», del quale sintetizzava gli stilemi più apprezzati dal pubblico. Molti dei maggiori successi di opere del secondo Settecento possono meglio comprendersi solo se posti a confronto con le fortunate «farsette» piccinniane.
Lingua: ItalianoPag. 55-71
Etichette: Giuseppe Petrosellini, Niccolò Piccinni, Roma
Titolo articolo: L’elmo di Scipio da Cartagena a Braunschweig
Scipione nelle Spagne, un libretto di Apostolo Zeno, fu rappresentato a Barcellona (1710) con musica di Antonio Caldara e di nuovo eseguito a Milano (1711), a Vienna (1722, con modifiche dell’autore) e a Braunschweig (1728). Due delle versioni autografe di Zeno ci sono pervenute manoscritte e sono conservate a Venezia, presso la Biblioteca Nazionale Marciana. Nello stesso periodo quest’opera seria fu messa in musica anche da Alessandro Scarlatti (Napoli, 1714), Luca Antonio Predieri (Roma, 1724), Tomaso Albinoni (Venezia, 1724) e Pietro Vincenzo Chiocchetti (Genova, 1728). Questo contributo presenta delle considerazioni relative ai manoscritti e alle fonti a stampa dal 1710 al 1728.
Lingua: ItalianoPag. 73-95
Etichette: Opera, Antonio Caldara, Apostolo Zeno, Scipio Africanus, Vienna
Titolo articolo: Molière tra Carlo Goldoni e Pietro Chiari
Il contributo propone un’analisi delle prime commedie che elessero Molière a protagonista eponimo, inaugurando la lunga e fortunata serie delle pièces à auteurs dedicate all’artista francese. Il Moliere di Carlo Goldoni (1751) combina sapientemente – sulla scorta della Vie di Grimarest – proiezioni autobiografiche e un persuasivo omaggio all’illustre predecessore. Alla fortunata pièce di Goldoni si ispirò, un paio d’anni dopo, Il Moliere marito geloso dell’antagonista Pietro Chiari (1753). Dal sequel dell’autore bresciano – che affianca l’utilizzo di Grimarest a quello de La fameuse comédienne, calcando peraltro strumentalmente le linee portanti dell’antecedente goldoniano – scompare ogni intento di mimesi autorappresentativa, o di considerazione verso la statura artistica del personaggio eponimo. Molière, infatti, sin dal titolo, ed espressamente all’interno della commedia, viene ridotto alle dimensioni di uno «Sganarello cornuto immaginario», alle prese con farraginosi stratagemmi per saggiare la temuta infedeltà della moglie.
Lingua: ItalianoPag. 97-119
Etichette: Carlo Goldoni, Molière, Pietro Chiari, La famesuse comédienne, Pièces à auteurs,
Titolo articolo: Pavia nella drammaturgia del ghislieriano Goldoni
Questo saggio analizza la presenza di Pavia nella drammaturgia goldoniana e sottolinea la possibilità che Goldoni abbia concepito la Trilogia di Zelinda e Lindoro come un sequel della Donna di garbo. Dietro alla coppia Isabella-Florindo, poi trasformata in Zelinda-Lindoro, ci sarebbero due amici del collegiale pavese Goldoni: Laura Lauzi e Giuseppe Maria Grotti. Lei era la figlia del professore pavese Francesco Lauzi, che gli aveva dato la possibilità di accedere alla sua ricchissima biblioteca personale piena di libri di teatro; lui era un suo affezionato compagno al Ghislieri. Nella fantasia creativa del grande commediografo veneziano, una vicenda di gioventù si è trasformata in un gruppo di 1+3 commedie che gli hanno permesso – tra le varie cose – di sperimentare il meccanismo seriale in scena.
Lingua: ItalianoPag. 121-136
Etichette: Teatro, Carlo Goldoni, Pavia
Titolo articolo: Recitazione naturale e interpreti femminili nel Teatro di società a Verona nel secondo Settecento
A Verona, nel corso del xviii secolo, accanto alle proposte istituzionali del teatro professionista, la nobiltà locale avverte l’esigenza di misurarsi in prima persona con lo spettacolo dando vita a numerose esperienze private. Dalla metà degli anni Settanta è proprio nell’ambito del Teatro di società che vengono adottati nuovi approcci nati dal concerto tra sperimentazioni individuali, pratiche locali ed esperienze europee. Il contributo intende mettere in luce le peculiarità teoriche e pratiche di alcune attività realizzate a Verona nei circoli nobiliari in questo periodo, con un affondo sulla partecipazione femminile. Nelle sale veronesi si esibiscono, infatti, anche illustri gentildonne amanti del teatro. Tra loro spiccano: Teresa Colloredo Pellegrini, Marianna Malaspina, Camilla Marioni Strozzi e Silvia Curtoni Verza. Recenti acquisizioni hanno permesso di aggiungere nuovi dettagli che ampliano la riflessione attorno a questo ambito di ricerca, in particolare sulle questioni recitative e sceniche, e sulle scelte drammaturgiche.
Lingua: ItalianoPag. 137-150
Etichette: Femminile, Teatro, Verona
Titolo articolo: La danza grottesca in ambito veneto nel Settecento
Il saggio si propone di esaminare la ricezione nei teatri veneti della danza cosiddetta grottesca, un genere alquanto multiforme sempre presente nel panorama artistico europeo in un secolo fondamentale per la evoluzione della danza quale fu il Settecento. Molti sono i ballerini grotteschi che si esibirono, tra cui Gennaro Magri, il più importante dell’epoca. Fonti saranno documenti letterari (Carlo Goldoni, Antonio Piazza) ed archivistici.
Lingua: ItalianoPag. 151-160
Etichette: Danza, Grottesco, Gennaro Magri,