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Studi e problemi di critica testuale | 2022 | N. 105
Anno 2022 – N. 105
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: Il Duecento di Emilio Pasquini
Nel febbraio del 1969, Carlo Muscetta riunì in un albergo di Firenze Emilio Pasquini, Antonio Enzo Quaglio e me, per discutere e coordinare i nostri interventi, già in avanzata elaborazione, programmati per il primo volume di La letteratura italiana. Storia e Testi, da lui diretta per Laterza. Il volume, in due tomi di più di mille pagine, sarebbe apparso nel pieno 1970. Si intitolò Il Duecento. Dalle origini a Dante.
Pag. 11-16Etichette: Letteratura delle origini, Letteratura italiana, Storia della letteratura, XIII secolo, Antonio Enzo Quaglio, Carlo Muscetta, Emilio Pasquini,
Titolo articolo: Chiose a Dante senza Dante: il curioso caso del Codice dei commenti alla ‘Commedia’
L’articolo discute l’operazione editoriale sottesa alla realizzazione di un singolare codice afferente al panorama dell’antica esegesi alla Commedia. Si tratta del ms. 1 della Biblioteca del Centro Dantesco dei Frati conventuali di Ravenna (Poggiali-Vernon), che contiene un gruppo di commenti in volgare dei primi decenni del Trecento, principalmente volgarizzamenti, di cui è testimone autorevole. Dalla dettagliata analisi codicologica e paleografica sembrerebbe emergere l’azione di un copista di professione: si studia con particolare attenzione la fascicolazione del manoscritto. Il lavoro, dunque, mira a collocare tale prodotto nell’ambito della copia a prezzo fiorentina degli ultimi decenni del Trecento.
Pag. 17-37Etichette: Commedia, Commento, Dantismo, Filologia, Letteratura italiana, Paratesto, Volgarizzamento, XIV secolo, Graziolo Bambaglioli,
Titolo articolo: «In sul calar del sole»: Giacomo Leopardi lettore del Ricciardetto di Niccolò Forteguerri
L’articolo ricostruisce i rapporti tra Giacomo Leopardi e il cardinale Niccolò Forteguerri (1674-1735), facendo particolare riferimento alla lettura, da parte del poeta di Recanati, del poema eroicomico Ricciardetto, uscito postumo nel 1738. Partendo da indagini e riscontri testuali già effettuati, che certificano i ‘debiti’ di Leopardi verso Forteguerri, antologizzato anche nella Crestomazia della poesia, l’articolo, che ricostruisce il quadro complessivo e ripropone all’attenzione degli studiosi il poema del prelato vissuto tra 1600 e 1700, aggiunge un tassello di indubbio rilievo: dal Ricciardetto (canto xii, ottava 33), l’autore del Sabato del villaggio riprendeva anche il settenario «in sul calar del sole».
Pag. 39-58Etichette: Letteratura italiana, Poema eroicomico, Giacomo Leopardi, Niccolò Forteguerri,
Titolo articolo: «Amor mi mosse, che mi fa parlare». Lettura del secondo canto dell’Inferno
Nato da una pubblica lettura dantesca il saggio è dedicato al secondo canto dell’Inferno di Dante. Dopo una parafrasi puntuale e integrale (Il racconto), che già prende posizione sulle cruces esegetiche del testo, segue una più argomentata discussione di alcuni punti chiave, interpretati secondo il metodo di leggere Dante con Dante: Il tempo; L’invocazione; Dubbio e timore; Una donna beata e bella; Tre donne benedette; Le vere parole di Beatrice.
Pag. 61-87Etichette: Dantismo, Lettura, Lingua italiana, Racconto, Inferno II,
Titolo articolo: Scenicae meretriculae: Petrarca y la defensa de la comedia
Petrarca utiliza los términos scena y theatrum únicamente para referirse a espectáculos escénicos menores (mimos, etc.), denostados tanto por los autores clásicos como por los cristianos, mientras evita a toda costa aplicarlos a la comedia antigua. Las fuentes que estaban a su disposición, así como la recepción de las Invective, hacen pensar que se trata de una estrategia adoptada conscientemente por Petrarca con el objeto de preservar la comedia de las condenas de antiguos y modernos. A la luz de lo anterior, se intenta también explicar un pasaje problemático de Sen. XV, xi.
Pag. 89-115Etichette: Elegia, Teatro, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio,
Titolo articolo: Guerriere: variazioni diacroniche della virilitas e trattamento del corpo nelle traduzioni del De mulieribus claris
La ‘virilitas’ femminile è un tema che attraversa trasversalmente la tradizione del De mulieribus claris di Boccaccio, trovando un seguito nelle giunte biografiche cinquecentesche di Giuseppe Betussi da Bassano e Donato degli Albanzani. Questo saggio è dedicato all’analisi delle variazioni diacroniche dei campi semantici connessi alla femminilità virile guerriera tra il De mulieribus e le sue traduzioni
Pag. 117-145Etichette: Donne, Semantica, Volgarizzamento, Donato degli Albanzani, Giovanni Boccaccio, Giuseppe Betussi da Bassano,
Titolo articolo: «Industria d’ingegno». Modelli e fonti della Talanta aretiniana
Il saggio propone, dopo un inquadramento generale della Talanta nella carriera di Pietro Aretino, un’analisi di fonti e modelli principali della commedia (teatro latino, novellistica, patetismo senese), già individuati dalla critica, per mettere in luce le modalità di riscrittura impiegate dall’autore: rielaborazione manieristica di trame e stili e accentuazione degli aspetti performativi dei testi di partenza. Il confronto con l’Eunuchus, in particolare, è svolto ipotizzando la mediazione del volgarizzamento di Giovanni Giustiniani da Candia.
Pag. 147-173Etichette: Commedia, Letteratura latina, Novella, Teatro, Volgarizzamento, Giovanni Giustiniani da Candia, Pietro Aretino,
Titolo articolo: Percorsi della malinconia. Dall’epistolario di Tasso a Leopardi
Il saggio avvia una lettura a intreccio di Tasso e Leopardi, per arrivare a definire alcune categorie ermeneutiche a cui Leopardi si affida per definire se stesso in rapporto a una tradizione. All’inizio degli anni Venti, Leopardi si specchia sentimentalmente e intellettualmente in Tasso, ma soprattutto in lui individua il primo vero poeta moderno col quale dialogare per arrivare a una più piena definizione di sé e del proprio progetto poetico: epistolario tassiano e Zibaldone sono i luoghi in cui la scrittura dell’io rivela una postura capace di sintonizzare respiro universale e impulso individuale, istanza filosofica e voce del cuore.
Pag. 175-207Etichette: Epistolario, Ermeneutica, Poesia, Giacomo Leopardi, Torquato Tasso,
Titolo articolo: L’epidemia di colera in Sicilia in un ‘bozzetto’ di Edmondo De Amicis
Il saggio ricostruisce le principali caratteristiche di un racconto giovanile di De Amicis che ha per argomento il ruolo svolto dall’esercito italiano durante l’epidemia di colera scoppiata in Sicilia nel 1867. L’esercito viene esaltato per avere svolto un’opera di ‘protezione civile’ in soccorso della popolazione e malgrado l’odio fomentato contro di esso dai nostalgici del regime borbonico.
Pag. 209-218Etichette: Racconto, XIX secolo, Edmondo De Amicis, Sicilia
Titolo articolo: ‘Ventilazioni verbali’: studio su quattro parole caproniane
Lo studio si compone di due parti. Dopo una rapida rassegna dei vari significati di ventilare, una prima ricognizione all’interno della poesia caproniana mostra alcuni esempi di parole, rime e sonorità ‘ventilate’. L’indagine prosegue con l’analisi stilistica delle occorrenze di tre lemmi caproniani ad alta frequenza (amore, aria, ora); si riflette in particolare sulle istanze ‘fono-semantiche’, sulle possibili e intime connessioni tra lettera e significato, tra suono e senso
Pag. 219-238Etichette: Lessico, Letteratura, Poesia, Rima, Stile, Giorgio Caproni,
Titolo articolo: Il lager al centro dell’opera letteraria di Oreste del Buono
Assumendo come esperienza centrale della vita di Oreste del Buono il periodo della prigionia, l’articolo, anche servendosi degli studi psicoanalitici sulla ‘vergogna’, evidenzia i traumi ricorrenti che emergono dalla sua opera letteraria, a partire dal primo romanzo, poi lungo il corso della sperimentazione degli anni sessanta (influenzata dalle riflessioni critiche su «Quaderni milanesi» e dalla ‘poetica dell’oggetto’, che avvicina del Buono a Michel Butor), sino alle opere degli ultimi anni. Agli avvenimenti del periodo successivo all’8 settembre 1943, in particolare, sono riconducibili il senso di ‘inettitudine’ degli alter ego letterari dello scrittore e la concezione del tempo, che ridefinisce i rapporti fra presente e passato in termini di ambiguità. Ne risulta che il male conosciuto nel ‘lager’, guardato consapevolmente alla ricerca di una verità etica ed estetica, ha dato a del Buono un’arte del vivere nel flusso della realtà presente.
Pag. 239-272Etichette: Letteratura, Neoavanguardia, Oreste del Buono,
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