Studi e problemi di critica testuale | 2014 | N. 88

Viene riportato il testo dell’ultima lezione carducciana di Umberto Carpi tenuta il 14 maggio 2013 presso il Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell’Università di Bologna.

Sono sottolineate nel contributo una serie di affinità tra i giudizi di Giuseppe Mazzini su Vincenzo Monti e quelli di Francesco De Sanctis; viene puntualizzata l’influenza della critica mazziniana sulla critica ottocentesca antimontiana.

Viene pubblicato il carteggio di Giosuè Carducci e Francesco Domenico Falcucci, che ha per oggetto due falsi leopardiani, una canzone “Per monacazione” e un “Idillio”, opera di Andrea de la Ville, del quale viene ricostruito un profilo biografico.

Sono analizzate le figure di Giulio Cesare e Alessandro Magno nel “Comentum” alla “Commedia” dantesca di Benvenuto da Imola, il quale esalta le virtù di Cesare, esempio di grandezza e clemenza a differenza del condottiero macedone, secondo una tradizionale contrapposizione tra Roma e Grecia, Occidente e Oriente.

Ampio contributo sul “Liber facetiarum” di Poggio Bracciolini, definito dall’umanista stesso “Confabulationes”.

Sono commentate le ottave del canto XXXIV dell’ “Orlando furioso”, in cui San Giovanni spiega ad Astolfo le origini della follia di Orlando; la figura del paladino viene accostata a quella biblica di Sansone.

Viene esaminato un componimento scritto da Giosuè Carducci nel 1853, “Primavera cinese”, e viene confrontato con una poesia cinese contenuta in un romanzo “Yu Jiao Li”, tradotto in Francese da Jean-Pierre-Abel Rémusat e, successivamente, in italiano da Cesare Cantù.

Nel contributo viene analizzato il ruolo degli oggetti nelle pagine di Giovanni Papini, focalizzando l’attenzione in particolare su “Due immagini in una vasca”, “L’uomo che ha perduto se stesso”, “453 lettere d’amore” e “Senza nessuna ragione”.

Sono esaminati i personaggi femminili di alcuni romanzi di Enrico Pea a partire dalla Cleofe di “Moscardino”, alla quale si aggiungono le donne de “La figlioccia”, di “Stella Bissi”, di “Rosalia” e della “Maremmana”.

Il contributo presenta una puntuale analisi linguistica del romanzo di Alberto Moravia “Le ambizioni sbagliate”, confrontandolo con gli altri romanzi dello scrittore.