Studi di filologia italiana | 2013 | N. 71

Anno 2013 – Annata: LXXI – N. 71
A cura di Gianluca D’Elia

Autore/i articolo: ALDO MENICHETTI
Titolo articolo: Prosodia e edizioni (Boiardo, un anonimo, Petrarca)

Il presente articolo è incentrato sulla questione della dieresi: l’autore chiarifica come la presenza-assenza di questa figura mitica non tocchi solo l’aspetto strettamente prototipo del verso né tanto meno sia un mero espediente grafico, bensì coinvolga gli altri evidenti questioni di specie più latamente ecdotica. Su tali principi viene preso come esempio gli “Amores” ed “I Tarocchi” di Matteo Maria Boiardo (1441-1494) ove è il concedersi da parte dell’autore qualche ‘comprensibile libertà’ a cominciare dal sonetto di apertura de “I Tarocchi”, ove abbiamo un uso della dieresi inaspettata che permette di documentare che il rigore stilistico del Boiardo degli ‘Amores’ si stempera alquanto nella seconda opera sopracitata.

Lingua: Italiano
Pag. 5-18
Etichette: Letteratura, Letteratura cavalleresca, Lingua italiana, Critica letteraria, Critica del testo, Amore, Poesia, Quattrocento, Scrittore, Scrittura, Studi critici, Petrarchismo, Rima, Parola, Metrica, Lettura, Lettore, Filologia romanza, Filologia, Figura le,

Autore/i articolo: CRISTIANO LORENZI
Titolo articolo: Le orazioni “Pro Marcello” e “Pro rege Deiotaro” volgarizzate da Brunetto Latini

Il nome Brunetto Latini fu accostato per la prima volta all’antico e notevole volgarizzamento adesposto delle tre “Cesariane” da Luigi Maria Rezzi, che nel 1832 pubblicò le orazioni ciceroniane in volgare a quasi tre secoli dall’editio princeps del 1568. L’ipotesi del Rezzi fu considerata la più attendibile. La paternità brunettiana della “Pro ligario” è fuori discussione, alla luce di raffronti con altri testi, caratterizzati da un determinante dettaglio, ovvero della presenza di una missiva che confermerebbe l’attribuzione a Brunetto latini sia della “Pro Marcello” che della “Pro rege Deiotaro” in unione ad una forte continuità stilistica fra le tre orazioni. Ulteriori conferme in proposito sono arrivate in tempi più recenti dalle accurate analisi delle tecniche di produzione della “Pro Ligario” e della “Pro Marcello” condotte da Micaela Ricciardi e Giulio Cura Curà che hanno assicurato l’assoluta congruenza con i modi e le abitudini del Brunetto volgarizzatore. Seguono l’edizione critica delle orazioni “Pro Marcello” e “Pro rege Deiotaro”.

Lingua: Italiano
Pag. 19-77
Etichette: Letteratura, Letteratura latina, Lingua latina, Critica letteraria, Critica del testo, Prosa, Quattrocento, Scrittore, Scrittura, Studi critici, Parola, Lettura, Lettore, Filologia classica, Filologia romanza, Filologia, Figura letteraria, Edizione critic,

Autore/i articolo: MICHELE PICIOCCO
Titolo articolo: Due canzoni di Monte Andrea

Sono qui edite in edizione critica, secondo l’ordine del manoscritto Vaticano latino 3793, due canzoni di Monte Andrea, poeta del ‘200, a tradizione plurima “Ahi Deo merzé, che fia di me, Amore” (90 versi) e “Ahi doloroso lasso, più non posso” (82 versi) i cui quattro manoscritti originali sono presso la Biblioteca Nazionale di Firenze. Viene condotta una puntuale analisi metrica, filologica e storico-stilistica, ed esaminati alcuni problemi di attribuzione e di contestualizzazione secondo un accuratissimo lavoro di ricerca.

Lingua: Italiano
Pag. 79-122
Etichette: Letteratura, Letteratura volgare, Amore, Critica letteraria, Critica del testo, Poesia, Metrica, Quattrocento, Scrittore, Scrittura, Studi critici, Parola, Lettura, Lettore, Filologia romanza, Filologia, Figura letteraria, Edizione critica, Classicismo, C,

Autore/i articolo: ENRICO REBUFFAT
Titolo articolo: Per il significato di ‘cagnazzo’ nella “Commedia”

Divina Commedia, Inferno XXXII, 70-72: un passo del poema in cui lo stratificarsi del secolare commento abbia prodotto un notevole numero di glosse senza dar luogo ad un’esegesi compiuta. Ciò riguarda le interpretazioni del vocabolo ‘cagnazzo’, che qualifica i visi dei dannati immersi fino al collo nel ghiaccio di Cocito. Tali interpretazioni sono non meno di una dozzina e si possono dividere in due categorie: l’una riconosce nell’aggettivo un significato somatico, l’altra un significato cromatico, e nei grandi commentari dal Quattrocento all’Ottocento prevalgono alternandosi or l’una or l’altra ipotesi, pur nell’imporsi più quella cromatica fino a che la critica non asserisce tacitamente per quest’ultima tanto che le differenze fra gli interpreti si riducono alla determinazione del colore. Segue l’appendice “Una Cagnazza a Santa Reparata”, un libro liturgico di Santa Reparata, nella quale ‘cagnazza’ viene definita la campana che avrebbe prodotto un suono tanto sgradevole da assomigliare all’abbaiare di un cane, mentre l’ipotesi più probabile è quella del trasferimento semantico della funzione ‘cane da guardia’ tipico delle campane civiche.

Lingua: Italiano
Pag. 123-164
Etichette: Letteratura, Letteratura latina, Lingua volgare, Critica letteraria, Critica del testo, Prosa, Poesia, Lessico, Trecento, Quattrocento, Scrittore, Scrittura, Studi critici, Parola, Lettura, Lettore, Filologia italiana, Filologia romanza, Filologia, Figura,

Autore/i articolo: ALESSANDRO PANCHERI
Titolo articolo: Nuove letture dal Vat. Lat. 3196 (e qualcosa dal 3195)

Tra gli ultimi lavori di Rosanna Bettarini era un’edizione critica dei “Rerum Vulgarium Fragmenta” insieme a Giuseppe Frasso per poter fornire un testo unitario e simultaneamente leggibile che interrompa definitivamente e con snellezza il secolare divorzio tra la ‘vulgata’ e il cosiddetto ‘codice degli abbozzi’ sempre trattati come se fossero due libri diversi. Il presente articolo fornisce una viva testimonianza circa la prosecuzione del lavoro interrotto dalla prematura scomparsa della Bettarini. Viene offerta una rassegna quasi ‘fragmentum per fragmentum’ con la verifica dei dati testimoniali, la discussione di ogni lezione, con la sua storia immediata o complessa, lineare o stratificata, così da individuare la finale tenuta della rappresentazione. Segue l’analisi di svariate questioni filologiche e paleografici del codice Vaticano latino 3196 e 3195 della Biblioteca Apostolica Vaticana, opportunamente scansionati per uno studio dettagliato del testo.

Lingua: Italiano
Pag. 165-184
Etichette: Letteratura, Letteratura latina, Lingua volgare, Critica letteraria, Critica del testo, Prosa, Poesia, Lessico, Quattrocento, Scrittore, Scrittura, Studi critici, Parola, Lettura, Lettore, Filologia italiana, Filologia romanza, Filologia, Edizione critica,

Autore/i articolo: ALESSIO DECARIA
Titolo articolo: Una quattrocentesca “Caccia all’evasore”

Pubblicazione critica con analisi metrica e contestualizzazione storico-geografica, di un testo inedito appartenente al genere della frottola, che si colloca nel tardo Quattrocento. La sua natura particolare lo colloca a metà strada tra la testimonianza letteraria e il documento storico, intessuto come per la massima parte nomi di persona, perlopiù, accompagnati da scarne notizie accessorie. Il tutto offre interessanti contributi alla ricerca sulla cultura fiorentina di fine Quattrocento. Il testo è trasmesso da due manoscritti fiorentini cui tra loro: il codice Acquisti e Doni 759 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, noto come codice Scarlatti, e il manoscritto della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano. L’attribuzione è dubbia anche se si propende per Bernardo Carandini o Filippo Scarlatti. Il testo si regge interamente su una metafora venatoria che paragona i ricchi fiorentini, potenziali evasori da stanare, degli uccelli da catturare quei metodi caratteristici della cancellazione dell’epoca, con tanto di nomi e cognomi. All’edizione critica del testo segue ampio repertorio bibliografico.

Lingua: Italiano
Pag. 185-288
Etichette: Letteratura, Letteratura volgare, Critica letteraria, Critica del testo, Poesia, Metrica, Quattrocento, Scrittore, Scrittura, Studi critici, Parola, Lettura, Lettore, Filologia romanza, Filologia, Figura letteraria, Edizione critica, Classicismo, Commento,

Autore/i articolo: JOHNNY L. BERTOLIO
Titolo articolo: Moderne e antiche ‘bestie femminine’. Leopardi volgarizzatore della “Satira di Simonide sopra le donne”

Il 1823 è un anno cruciale per il Leopardi: oltre ad essere l’anno del viaggio a Roma è l’anno di numerosi componimenti tra cui il “Volgarizzamento della Satira di Simonide sopra le donne” edito per la prima volta nel 1825. In endecasillabo sdrucciolo, in due appunti dello “Zibaldone” il Leopardi giustificava il diverso approccio dialettale dei testi di Simonide adducendo ragioni di convenienza politica in relazione al diverso patrono pagante che fanno da sfondo alla traduzione di alcune pagine dedicate al sesso femminile, tra le tante scritte da Leopardi sull’argomento. A più riprese l’autore si sofferma sulle ragioni della malizia delle donne, giustificandola con la loro debolezza d’animo e alla luce della loro subalternità agli uomini. L’analisi esegetica raccoglie innumerevoli dati: su tale argomento molto è stato letto e scritto da Leopardi filosofo e un aiuto viene ancora una volta dall’epistolario. Vengono esaminate le influenze letterarie, linguistiche e lessicali.

Lingua: Italiano
Pag. 289-309
Etichette: Letteratura, Amore, Critica letteraria, Critica del testo, Poesia, Metrica, Quattrocento, Scrittore, Scrittura, Studi critici, Parola, Lettura, Lettore, Filologia classica, Filologia, Figura letteraria, Edizione critica, Classicismo, Commento, Manoscritto,

Autore/i articolo: TERESA DE ROBERTIS; GIULIO VACCARO
Titolo articolo: Il “libro di Seneca della brevitade della vita humana” in un autografo di Andrea Lancia

La scheda analizza il componimento tratto dal celebre libro del filosofo latino Lucio Anneo Seneca “De brevitate vitae humana” in un autografo manoscritto di Andrea Lancia, costituito dalle carte 1-12 conservato presso la Biblioteca Moreniana di Firenze, la cui seconda edizione, cartacea, di mano mercantesca della fine del Quattrocento, contiene un volgarizzamento anonimo della “Storia della prima guerra punica” di Leonardo Bruni. La scheda analizza puntualmente la fortuna dell’opera senecana e gli innumerevoli autori tardo medievali che ne hanno tratto ispirazione – come del resto per tutto il classicismo – e sono citati diversi testi attinenti. Segue descrizione puntuale del manoscritto in questione.

Lingua: Italiano
Pag. 313-321
Etichette: Biblioteca, Manoscritto, Citazione, Collana letteraria, Classicità romana, Filologia latina, Quattrocento, Letteratura latina, Letteratura in volgare,

Autore/i articolo: CRISTIANO LORENZI BIONDI
Titolo articolo: Nota sull’attribuzione delle ‘Declamationes maiores’ volgari

Nella presente scheda, dedidacata alle “Declamationes maiores” dello pseudo-Quintiliano, si cerca di chiarire il suo problema attributivo, tramite la trasmissione dei codici, poiché il volgarizzamento è tramandato da ben 16 codici mss. fra completi e parziali, senza considerare la tradizione indiretta, e quattro di questi testimoni sono interessanti ai fini attributivi, poiché, in calce al testo, presentano un acronimo o un nome al quale riconducono la versione.

Lingua: Italiano
Pag. 323-339
Etichette: Biblioteca, Manoscritto, Citazione, Collana letteraria, Classicità romana, Filologia latina, Quattrocento, Letteratura latina, Letteratura in volgare,

Autore/i articolo: VALENTINA NIERI
Titolo articolo: Sulla terza versione di Palladio volgare. Il codice Lucca, Biblioteca Statale, 1293

La presente scheda analizza la fortuna medievale dell’ “Opus agricolturae” di Tauro Rutilio Emiliano Palladio, trattato in 13 libri composti tra IV-V secolo d.C., di cui si conoscono ben 100 manoscritti e soprattutto volgarizzamenti di età compresa fra 1300 e 1400, sia in area iberica che italiana e, successivamente anglosassone. Segue una panoramica dettagliata circa i volgarizzamenti editi, i manoscritti ove si trovano e l’analisi filologica del codice 1293 della Biblioteca Statale di Lucca.

Lingua: Italiano
Pag. 341-346
Etichette: Autore, Bibliografia, Classicismo, Classicità  romana, Edizione critica, Filologia, Filologia romanza, Fortuna editoriale, Lessico, Letteratura, Letteratura medievale, Letteratura latina, Lingua italiana, Lingua latina, Lingua volgare, Manoscritto, Medioe,

Autore/i articolo: LORENZO DELL’OSO
Titolo articolo: Versi volgari del tardo Quattrocento nel ms. Notre Dame Lat. D5

Il codice Lat. D5 della Rare Books Special Collection dell’University of Notre Dame non ha ricevuto attenzione né può beneficiare di una descrizione soddisfacente. Esso consta di un manoscritto di età compresa tra il XIV e il XV secolo di contenuto con un testo latino centrale (“De consolatione philosophiae”) con trasposizione in distici elegiaci delle prose dello stesso Boezio, con aggiunte di ‘marginalia’ volgari e latini, di vario spessore. Diversi studi hanno ipotizzato come autore il frate domenicano Filippo di Zara. Segue l’analisi critica del testo.

Lingua: Italiano
Pag. 347-352
Etichette: Biblioteca, Chiesa, Filologia romanza, Filologia, Latinità, Lessico, Letteratura in volgare, Letteratura latina, Lettura, Lettore, Lingua italiana, Lingua latina, Lingua volgare, Manoscritto, Medioevo, Poesia, Poesia latina, Poesia religiosa, Quattrocent,