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Studi di filologia italiana | 2004 | N. 62
Anno 2004 – N. 62
A cura di Antonella de Seta
Titolo articolo: “Poi che ponesti mano alla predella”. Studio sui freni per cavalli ai tempi di Dante.
Il saggio tenta di chiarire il significato di “predella”, termine usato nel v. 96 del II canto del Purgatorio. Sul significato di predella, l’accordo degli autori è solo generico: è qualcosa di attinente al finimento del cavallo, in particolare al finimento della testa; viene cioè identificato con una coppia di aste collegate da un traversino che, unite al morso, costituiscono il freno.
Lingua: ItalianoPag. 5 – 60
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Duecento, Trecento, Poesia,
Titolo articolo: La canzone “Mal d’amor parla” di Bruzio Visconti
Bruzio Visconti è una contrastante e rilevata figura della vita politico – militare, ma anche culturale, della prima metà del Trecento. La sua produzione poetica è rappresentata da quattro canzoni, una ballata e due sonetti. In questo saggio viene presa in esame la canzone “Mal d’amor parla chi d’amor non sente”.
Lingua: ItalianoPag. 91 – 130
Etichette: Visconti Bruzio, Ballata, Canzone, Sonetto,
Titolo articolo: Undici madrigali a testimone unico del Panciatichiano 26
Gli undici madrigali esaminati in questo saggio ci sono pervenuti grazie al solo manoscritto Panciatichiano 26 della Biblioteca Nazionale di Firenze, esso riveste un ruolo precipuo nella storia italiana dell’ars nova perchè il suo decimo fascicolo (sugli undici che formano il codice) raccoglie quasi un terzo di tutte le cacce e di tutti i madrigali in canone sopravvissuti all’usura del tempo. Secondo i maggiori studiosi del manoscritto, la stesura del corpus risalirebbe o agli anni 1380 – 90 o al 1400.
Lingua: ItalianoPag. 131 – 160
Etichette: Codeice, Madrigale, Manoscritto,
Titolo articolo: Petrarca e Bembo: l’edizione aldina del “Canzoniere”
L’edizione aldina del 1501 del Canzoniere del Petrarca curata da Pietro Bembo è al centro di una diatriba, nata nel Cinquecento e rinnovata nell’ultimo scorcio dell’Ottocento dal Salvo – Cozzo e dal Mestica. La diatriba riguarda se la stampa derivi o meno dall’originale petrarchesco. Dopo un attenta analisi fra l’edizione curata dal Bembo e il codice autografo, il Salvo – Cozzo stabilisce che il Bembo non si era servito dell’autografo del Petrarca per approntare la stampa aldina; il Mestica sostiene, invece, che il Bembo, dopo aver esemplato la sua copia su un apografo, aveva potuto collazionarla con l’autografo.
Lingua: ItalianoPag. 161 – 193
Etichette: Petrarca Francesco Bembo Pietro, Canzoniere, Edizione, Cinquecento,
Titolo articolo: Formazione d’un codice e d’un Canzoniere: “Delle rime del Bronzino pittore libro primo”
Agnolo Bronzino, poeta lirico del Cinquecento, estromesso dall’Accademia Fiorentina nel 1547 , vi fu riammesso il 26 maggio 1566, proprio in grazia della sua poesia. Compose canzoni e sonetti, molti dei quali sono stati stampate in miscellanee fiorentine, questo saggio prende in esame la raccolta di tutti i suoi componimenti, conservata nella sua integrità in un solo manoscritto (II IX 10 della Biblioteca Centrale di Firenze).
Lingua: ItalianoPag. 195 – 224
Etichette: Bronzino Agnolo, Codice, Rima,
Titolo articolo: Gli scritti lessicografici di Vincenzo Monti per l’allestimento della “Proposta”
Presso la Biblioteca Comunale ‘Ariostea’ di Ferrara è conservata dal 1840 la copia del vocabolario della crusca”veronese” postillata da Vincenzo Monti. I sette tomi del vocabolario furono, costellati dalle postille montiane: usi grafici, inchiostri e varietà di ductus rendono evidente fin dall’esame esterno la larga divaricazione cronologica degli interventi, anche all’interno di una medesima pagina, tanto da poter affermare che i margini del vocabolario divennero negli anni l’ipertrofico dossier di lavoro del Monti.
Lingua: ItalianoPag. 225 – 260
Etichette: Monti Vincenzo, Biblioteca, Postilla,
Titolo articolo: Il canto elegiaco del “Passero solitario”
Un importante elemento sulla matrice “elegiaca” del Passero solitario, qui preso in esame, si può individuare nelle pagine di un autore solitamente poco fruito da Giacomo Leopardi: Giovanni Boccaccio. Leopardi dedicò una lettura ‘insofferente e forse frettolosa’ come afferma il Marti ad alcune opere di Boccaccio: Elegia di Madonna Fiammetta, Filocolo, Ameto, Corbaccio, che pare abbiano lasciato qualche traccia proprio fra i versi del Passero solitario.
Lingua: ItalianoPag. 261- 265
Etichette: Leopardi Giacomo, Passero solitario, Poesia, Ottocento,