Le riviste sostenitrici
Studi di filologia italiana | 2003 | N. 61
Anno 2003 – Annata: MMIII – N. 61
A cura di Antonella de Seta
Titolo articolo: Il planctus duecentesco per la morte di Baldo di Scarlino
Il saggio propone l’analisi di due canzoni funebri per la morte di Baldo Scarlino. La prima canzone è formata da cinque stanze di otto versi ciascuna, i cui primi sei sono ottonari mentre il distico finale sembra costituito da una coppia di endecasillabi con rime al mezzo. La seconda canzone è anch’essa costituita da cinque stanze, con fronte che consta di due ottonari e due settenari a rima alternata e sirma che consta di una coppia di ottonari e rima baciata più una coppia di settenri anch’essi su una sola rima intermezzati da un ottonario che rima con la precedente coppia. I due componimenti risultano perfettamente omogenei sul piano stilisrico e linguistico, tuttavia, non si ha la certezza che le due canzoni siano opera di una stessa mano, perchè nulla, induce ad escludere che esse possano essere state scritte da autori diversi appartenenti al medesimo ambito culturale e magari per emulazione l’uno dell’altro. Assai probabile, comunque, è che l’ambiente in cui sono state composte sia proprio quello di Scarlino, tema di nascita del defunto, come esplicita la penultima stanza della seconda canzone.
Lingua: ItalianoPag. 5 – 14
Etichette: Duecento, Poesia,
Titolo articolo: Le expositiones vocabulorum di Iacopo Dondi dall’ Orologio
Iacopo Dondi, medico e professore universitario a Padova come a Pavia, eccelso scienziato, non si occupò di sola scienza, ma scrisse anche opere di interesse letterario, come una cronaca di Venezia dalla fondazione al secolo XII utilizzato da cronisti veneziani Andrea Dandolo e Lorenzi Monaci. Tra le opere scritte da Iacopo Dondi, quella di cui il saggio si occupa è un dizionario di lingua latina, allestito a Chioggia nel 1324, dando conto delle differenze e analogie fra esso e la produzione coeva, differenza fra le quali spicca quella di essere un dizionario scritto da un laico per altri laici.
Lingua: ItalianoPag. 15 – 38
Etichette: Trecento, Dizionario,
Titolo articolo: Per un’edizione critica del “Bacco in Toscana” di Francesco Redi.
Francesco Redi, figura centrale nella Firenze di Cosimo III, scienziato illustre e medico, ma anche erudito, poeta, bibliografo, è autore del “Bacco in Toscana”. L’opera considerata dal settecento ad oggi come l’unico vero ditirambo della letteratura italiana, apparve per la prima volta a stampa nel 1685 in una lussuosa edizione impressa dal libraio fiorentino Piero Matini.
Lingua: ItalianoPag. 39 – 74
Etichette: Redi Francesco, Seicento,
Titolo articolo: Rileggendo le lezioni pariniane di Belle Lettere (e alcune fonti già note)
Il saggio si occupa delle lezioni con cui parini avviò la sua docenza nelle Scuole Palatine, che rappresentano senz’altro il lavoro più impegnativo tra quelli prodotti dal poeta nella lunga attività di docente, e non solo in essa. Si parla di quella trattazione spesso citata, sulla scorta di edizioni di Principii delle Belle Lettere, nota anche come Lezioni di Blle Lettere, che si presenta tradizionalmente divisa in due parti, la prima dedicata ai principi fondamentali e generali delle Belle Lettere applicati alle Belle arti, la seconda ai principii particolari delle Belle Lettere. Di queste lezioni esistono due manoscritti autografi, il primo dei quali contiene una versione molto ampia del testo, databile al primo biennio dell’insegnamento pariniano presso le Scuole Palatine, il secondo invece offre un ristretto delle lezioni di Belle Lettere, vale a dire una versione notevolmente abbreviata, che dovrebbe collocarsi negli anni immediatamente successivi.
Lingua: ItalianoPag. 75 – 109
Etichette: Giuseppe Parini, Settecento, Lezione, Manoscritto,
Titolo articolo: Le postille di Vincenzo Monti alla Crusca ‘veronese’ e gli studi filologici sul “Convito” di Dante
Il testo vulgato del Convito nei primi decenni dell’ottocento era quello fissato nel 1723 a Firenze dall’accademico della Crusca Antonio Maria Biscioni, ristampato a Venezia da Pasquali nel 1741 e da Zatta nel 1758 e nel 1760: su esemplari di tali edizioni fu condotto di fatto il lavoro di revisione e postillatura del testo dantesco da parte del Monti, del Perticari, e di Gian Giacomo Trivulzio.
Lingua: ItalianoPag. 111 – 133
Etichette: Monti Vincenzo, Settecento, Ottocento,
Titolo articolo: Le “Annotazioni” di Leopardi: edizione critica degli autografi
Il presente contributo si occupa delle “Annotazioni” di Leopardi, il primo testo in prosa in cui Leopardi si misura direttamente con il mondo culturale, e specificamente linguistico suo contemporaneo. Un testo nato per giustificarne un altro, che a mano a mano diventa un banco di prova di tutta la lingua dell’autore, del suo codice di comunicazione. Leopardi, deposita nei margini del testo manoscritto, sia in poesia che in prosa, varianti, catene sinonimiche, osservazioni, autocommenti, rimandi a fonti linghistiche da utilizzare in fase di autocorrezione del testo, ma anche in seguito.
Lingua: ItalianoPag. 135 – 246
Etichette: Leopardi Giacomo, Ottocento, Edizione,
Titolo articolo: La fèerie alvariana del “Diavolo curioso”: un problema metodologico
Il diavolo curioso, commedia in quattro atti rimasta abbandonata dallo scrittore che non la portò mai in tipografia; data alle stampe, postuma, nel 1963, per le cure di Arnaldo Frateili, nella collana dei “Quaderni del centro teatrale Italiano”, è ancora oggetto di studio. Si tratta di un’edizione molto equivoca, oltretutto, zeppa di banali refusi e di grossolani difetti di trascrizione, alla quale è mancato il supporto, oltrechè di una oculata correzione delle bozze, di una sicura intelligenza interpretativa.
Lingua: ItalianoPag. 247 – 272
Etichette: Alvaro Corrado, Novecento,