Studi desanctisiani | 2021 | N. 9

Anno 2021 – N. 9
A cura di Giovanna Panzini

Autore/i articolo: Toni Iermano
Titolo articolo: Panegirici e mondanità antidesanctisiane

Editoriale

Lingua: Italiano
Pag. 9-12
Etichette: XIX secolo, Francesco De Sanctis,

Autore/i articolo: Enrico Fenzi
Titolo articolo: Machiavelli nella ‘Storia della letteratura italiana’ di Francesco De Sanctis

Il saggio si basa sulle Conferenze su Machiavelli che De Sanctis tenne in Napoli nel maggio-giugno 1869, e sull’ampio capitolo a lui dedicato nella Storia della letteratura italiana, steso nell’autunno dell’anno successivo. Le pagine di De Sanctis si caratterizzano per il definitivo abbandono dell’ipotesi alla quale aveva dato voce poetica Foscolo nei Sepolcri, di un Machiavelli ‘obliquo’, che nel Principe avrebbe inteso svelare i crimini del potere tirannico e fornire ai Medici consigli tali da portarli alla rovina. Questa tradizione interpretativa, che aveva permesso altrettanto obliquamente di assolvere Machiavelli separandolo dai suoi scandalosi precetti, era antica, risalendo ai tempi di Machiavelli medesimo, e aveva finito per essere sancita da Rousseau al quale Foscolo si rifà. Ma proprio a partire dagli anni a cavallo tra ’700 e ’800 tale tradizione viene sempre più duramente respinta, e De Sanctis definitivamente la supera puntando tutto sulla grandezza di un autore che per primo, entro il depresso panorama di una letteratura cinica e asservita, aveva saputo far coincidere il pensiero con la realtà, assumendo un ruolo civilizzatore analogo a quello di Galileo Galilei. Con Machiavelli il Medioevo finisce, e con esso i fantasmi della teologia e le sue pseudo-scienze astratte e cervellotiche, e si apre il mondo moderno nel momento stesso in cui, con le parole di De Sanctis, il segretario fiorentino «fa una logica vivente dei fatti, e crea la scienza pubblica, la filosofia della storia e la storia moderna». E tanto decisiva è la scoperta di Machiavelli nell’identificare il pensiero con la natura e il reale e nel conferirgli per questa via un nuovo straordinario potere d’azione, che De Sanctis cura di non offuscarla in alcun modo, e in attesa di una futura età dell’oro che finalmente le renderà inutili accetta tutte le conseguenze della sua spregiudicata morale politica.

Lingua: Italiano
Pag. 15-37
Etichette: Estetismo, Logica, Medioevo, Moralità, Politica, Realismo, XIX secolo, Francesco De Sanctis,

Autore/i articolo: Aldo Maria Morace
Titolo articolo: De Sanctis e la favola pastorale del Cinquecento

Il saggio si focalizza sulla svelta ma densa trattazione storico-critica che nella Storia della letteratura italiana De Sanctis ha dato della favola pastorale cinquecentesca, contestualizzata nella crisi della civiltà italiana. Ne è scaturita una interpretazione fondante dell’Aminta e del Pastor fido e, più in generale, del genere pastorale, a partire dalla quale si è mossa tutta la critica successiva, malgrado le riserve di Carducci e Croce e il non aver colto il legame evolutivo tra la produzione ferrarese e la precedente tradizione teatrale.

Lingua: Italiano
Pag. 39-50
Etichette: Poesia pastorale, XIX secolo, XVI secolo, Francesco De Sanctis, Giosuè Carducci, Giovanni Battista Guarini, Torquato Tasso,

Autore/i articolo: Mario Cimini
Titolo articolo: De Sanctis e l’epica dantesca dell’‘uomo moderno’: per una rilettura del saggio su Farinata

L’articolo si sofferma su uno dei più noti scritti danteschi di De Sanctis, Il Farinata di Dante (1869). Ne ripercorre la genesi, partendo dalle lezioni del periodo torinese (1854-1855), e ne mette a fuoco i tratti salienti che scaturiscono da una cosciente applicazione dei principi ermeneutici della sua teoria critico-estetica. In particolare, si evidenzia come le categorie desunte dalla filosofia di Vico, Hegel e dei romantici europei – ma reinterpretate originalmente nel suo personale sistema esegetico – agiscano nell’interpretazione della poesia di Dante. Su queste basi il critico disegna la figura eroica del ‘grande ghibellino’ che, per la sua carica vitale magistralmente esaltata dall’arte dantesca, diviene emblema epico dell’uomo moderno.

Lingua: Italiano
Pag. 51-60
Etichette: Letteratura, XIV secolo, XIX secolo, XVIII secolo, Dante Alighieri, Farinata degli Uberti, Francesco De Sanctis, Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Vico Giambattista,

Autore/i articolo: Gennaro Maria Barbuto
Titolo articolo: Campanella nella “Storia della letteratura italiana” di De Sanctis

Il contributo evidenzia la presenza di Tommaso Campanella nella visione di De Sanctis del mondo moderno. In particolare, De Sanctis sottolinea il soggettivismo e l’empirismo di Campanella e il suo punto di vista “neocattolico” che lo connette a Manzoni e pensatori italiani, che cercarono una conciliazione fra cristianesimo e modernità.

Lingua: Italiano
Pag. 61-71
Etichette: Modernità, XIX secolo, XVII secolo, Alessandro Manzoni, Francesco De Sanctis, Tommaso Campanella,

Autore/i articolo: Beatrice Fazio
Titolo articolo: L’«operetta morale» di De Sanctis. Percorsi leopardiani all’interno di un dialogo desanctisiano

Il saggio analizza il rapporto tra De Sanctis e Leopardi alla luce di un sinolo costitutivo della critica desanctisiana, quello tra reale e ideale, da cui si determina quello tra forma e contenuto nell’opera d’arte. Seguendo la genesi dell’avvicinamento desanctisiano a Leopardi, che prende avvio dallo studio dell’Epistolario, la presente analisi tenta di risolvere l’apparente contraddizione che emerge dalla costatazione di uno scetticismo di fondo, imputato a Leopardi, e l’ideale di rinnovamento letterario e politico, perseguito da De Sanctis. L’analisi del dialogo Schopenhauer e Leopardi (1857), scritto applicando il modello della prosa ‘comica’ delle Operette morali (1824), fornisce una nuova chiave di lettura all’interpretazione desanctisiana di Leopardi. L’idea che ne emerge non è quella di un Leopardi ‘disarmonico’ perché psicologicamente scisso, ma di una personalità eroica che, nell’ottica di De Sanctis, offre spunti essenziali per la costituzione di una coscienza e di una letteratura nazionali.

Lingua: Italiano
Pag. 75-87
Etichette: Coscienza, Ironia, XIX secolo, Arthur Schopenhauer, Francesco De Sanctis, Giacomo Leopardi,

Autore/i articolo: Michelangelo Fino
Titolo articolo: I sei capitoletti dello Studio su Giacomo Leopardi di Francesco De Sanctis

Il contributo, dopo una rapida ricostruzione del rapporto privilegiato tra Francesco De Sanctis e Giacomo Leopardi attraverso i lavori che il critico irpino dedica al poeta prediletto, si sofferma sui cosiddetti sei capitoletti dello Studio desanctisiano sul Leopardi che, a causa della morte del Professore, restarono incompiuti e non vennero inclusi dal Bonari nella prima
edizione (1885) dell’ultima monografia desanctisiana (sarà Benedetto Croce a pubblicarli per la prima volta negli Scritti varii inediti o rari di F. De Sanctis presso Morano nel 1898). Coerenti sia dal punto di vista contenutistico che stilistico con il resto dello Studio, i sei capitoli una volta ultimati avrebbero certamente rappresentato il tassello mancante dell’indagine desanctisiana sull’ultima
stagione leopardiana, quella dei grandi idilli, che il critico definisce la rinascita di Leopardi. Pur nella loro incompiutezza i sei capitoletti contribuiscono in maniera significativa a comprendere ulteriormente l’analisi critica di De Sanctis sull’autore che più di ogni altro ha inciso sulla sua esistenza

Lingua: Italiano
Pag. 89-104
Etichette: Letteratura, XIX secolo, Francesco De Sanctis, Giacomo Leopardi,

Autore/i articolo: Arianna Carlotta Vaudano
Titolo articolo: Francesco De Sanctis e la ricerca del «Petrarca vero»: un’indagine-‘edera’ che ‘corre’ sul tempo che ‘scorre’

Questo scritto si propone di analizzare il metodo critico e diacronico che Francesco De Sanctis utilizzò per indagare animo ed opere del grande poeta Francesco Petrarca, metodo che testimonia una ricerca accurata di nuovi linguaggi e l’esplorazione di innovativi campi disciplinari. Attraverso la propria esperienza di Professore, studioso e critico letterario, De Sanctis incluse, nella propria indagine che diede vita al Saggio critico del 1869, la maturazione intellettuale ed umana raggiunta con le lezioni tenute alla scuola Vico Bisi ed al Politecnico di Zurigo, nelle quali Francesco Petrarca fu argomento principe e specifico esperimento mediante cui cambiare le fondamenta dello scibile, in particolare l’Arte, che non doveva più basarsi sull’idealità che imperversava tra gli eruditi, ma focalizzarsi sulla realtà, sul vivente.

Lingua: Italiano
Pag. 105-122
Etichette: Arte, Critica letteraria, Estetica, Letteratura italiana, Saggio, XIV secolo, XIX secolo, Francesco De Sanctis, Francesco Petrarca,

Autore/i articolo: Toni Iermano
Titolo articolo: L’ultima battaglia del filosofo. Benedetto Croce, Luigi Russo e le due edizioni delle Opere di De Sanctis (1951-1952)

Il 19 settembre 1951 Benedetto Croce scrisse una polemica lettera aperta all’editore Franco Laterza contro l’annuncio di Luigi Russo di pubblicare presso la casa editrice barese, storicamente ispirata per un cinquantennio dalle scelte crociane, le Opere di Francesco De Sanctis. In quello stesso anno Carlo Muscetta aveva avviato presso la Einaudi di Torino il progetto di pubblicazione dell’Edizione dell’opera desanctisiana. La circolare, in 25 esemplari dattiloscritti, era destinata ad amici del filosofo e studiosi del pensiero del maestro di Morra Irpino per manifestare il dissenso verso Russo e il gruppo dei curatori indicati nel Disegno editoriale. Pubblicata su «Il Mattino» di Firenze qualche giorno dopo, la lettera aprì un rovente confronto culturale e politico tra Croce e l’intellettualità di Sinistra, in larga parte vicina al pci di Palmiro Togliatti, in quella stagione nei panni dell’implacabile Roderigo di Castiglia, apertamente schierato contro il vecchio pensatore napoletano. Una delle 25 copie della lettera – quasi un emblematico rivolgersi al numero dei lettori manzoniani –, appartenuta a Raffaele Mattioli, viene ora pubblicata come ulteriore testimonianza delle trasformazioni e dei mutamenti che attraversarono la società e la cultura italiana nel secondo dopoguerra. L’amaro conflitto tra Croce e Russo e la competizione tra Laterza e Einaudi non subirono rallentamenti e nel 1952, anno della scomparsa di Croce, uscirono i primi volumi delle Opere desanctisiane per entrambe le sigle delle due celebri case editrici.

Lingua: Italiano
Pag. 125-148
Etichette: Letteratura, Politica, XIX secolo, XX secolo, Benedetto Croce, Francesco De Sanctis, Gianfranco Contini, Giulio Einaudi Editore, Luigi Russo, Palmiro Togliatti, Raffaele Mattioli,