Le riviste sostenitrici
Studi desanctisiani | 2020 | N. 8
Anno 2020 – N. 8
A cura di Giovanna Panzini
Titolo articolo: «Je recommence a vivre». De Sanctis ‘progressivo’: Napoli, agosto 1860
L’agosto del 1860, mese e anno memorabili per la storia del nostro Risorgimento nazionale, mentre Garibaldi proseguiva tra l’entusiasmo delle popolazioni siciliane e calabresi la conquista militare del Mezzogiorno, costituì il momento cruciale della crisi e dell’imminente crollo dello Stato borbonico, i cui vertici militari e politici guardavano con accondiscendenza insospettata al Piemonte e al suo re Vittorio Emanuele II. A Napoli, capitale morente del barcollante Regno delle Due Sicilie, rientravano gli esuli dopo un decennio di apocalittica emigrazione fuori dai confini del paese. Tra questi, il 6 agosto sbarcava da un battello proveniente da Livorno, Francesco De Sanctis, reduce da una stagione iniziata con la terrificante, epica giornata del 15 maggio del 1848 e segnata dal carcere duro di Castel dell’Ovo, dall’amaro esilio torinese, dagli anni trascorsi al Politecnico di Zurigo. Aveva desiderato come non mai il ritorno in patria e più volte, anche nei sogni, si era visto combattere davanti al Palazzo reale di Napoli per la libertà. Sin dai primi giorni del suo arrivo in città fu attivissimo nel dibattito apertosi tra liberali fautori di casa Savoia, filogaribaldini e repubblicani mazziniani. Napoli viveva in uno stato d’immensa confusione e di attesa degli avvenimenti: Francesco II appariva solo come un’ombra dietro i pesanti tendaggi di Palazzo reale. Il conte di Cavour, dalla lontana Torino, dirigeva con fredda razionalità le difficilissime operazioni diplomatiche dei suoi emissari e di quanti, con disinvoltura tutta italica, continuavano a giocare su più tavoli. Il patriota e intellettuale De Sanctis, così come spiegava al suo corrispondente Chauffour-Kestner in una straordinaria lettera di quei giorni,” ricominciava a vivere” pur sfidando pericoli e nuove inquietudini
Lingua: ItalianoPag. 11-40
Etichette: Letteratura, Politica, XIX secolo, Cavour, Francesco De Sanctis, Giacomo Leopardi, Liborio Romano, Victor Chauffour-Kestner,
Titolo articolo: Contro «il trionfo dell’io politico». La sconfitta elettorale in Irpinia e il discorso di Trani (29 gennaio 1883)
Negli ultimi anni della sua vita Francesco De Sanctis non rinunciò all’impegno politico malgrado seri impedimenti fisici e forti contrasti parlamentari, mettendo in risalto quella sua rara dote che gli permetteva di coniugare stabilmente l’idealità con la concretezza della Situazione. Inoltre continuò a sentire la sua partecipazione al dibattito pubblico come contributo concreto al rafforzamento della nazione italiana e come indispensabile lezione morale. Contro l’assenza di carattere e di responsabilità delle classi dirigenti, pervase da una potente attrazione per il potere personale, il grande Maestro schierò la sua passione civile e il suo alto senso della patria. Dal tour elettorale del 1880, che lo portò a tenere importanti discorsi a Chieti, Foggia e Caserta, al memorabile discorso di Trani del gennaio 1883 il Professore seppe farsi interprete di una politica intesa come dovere ed espressione permanente del proprio impegno di antico combattente per la democrazia.
Lingua: ItalianoPag. 41-51
Etichette: Letteratura, Politica, XIX secolo, Francesco De Sanctis,
Titolo articolo: «Un vecchio carbonaro napoletano»: Gabriele Rossetti tra De Sanctis e Carducci
Partendo dalle lezioni napoletane, il saggio punta all’analisi dell’intervento di De Sanctis su Gabriele Rossetti, definito «poeta del ’21» e, dunque, riconoscendogli un ruolo fondamentale di precursore della lotta risorgimentale. De Sanctis accomuna Mazzini e Rossetti non distinguendo però esattamente tra l’idea repubblicana dell’uno e quella monarchico-costituzionale dell’altro. Inoltre è portato a considerare soprattutto l’uomo Rossetti (la sua sofferenza, la sua condizione di esule) piuttosto che il poeta, relegato nell’ambito della musicalità metastasiana. Sorprende – osserva Oliva – che la lezione desanctisiana ignori completamente l’edizione Carducci delle Poesie rossettiane che avevano inaugurato nel 1861 la collezione «Diamante» dell’editore Barbèra. Un segnale ulteriore della rivalità tra i due critici? Il giudizio di Carducci, invece, valutava anche il poeta e la sua sapienza tecnica, in linea con la considerazione della «maschie forme» e dell’intonazione popolareggiante cui deve tendere la poesia nella diffusione
del messaggio politico.
Etichette: Letteratura, Risorgimento, XIX secolo, Francesco De Sanctis, Gabriele Rossetti, Giosuè Carducci,
Titolo articolo: Di uno studio novecentesco su De Sanctis, la Storia e il tema della rosa
Il contributo si riferisce a un libro degli anni Settanta del Novecento, di cui era autore Giovanni Pozzi, un allievo di Gianfranco Contini presso l’Università elvetica di Friburgo. Il libro aveva un titolo programmatico ed era dedicato al tema della rosa come esso si dispiega nelle pagine della Storia di De Sanctis. Pozzi prendeva le mosse da una immagine critica assai suggestiva proposta da Giacomo Debenedetti, che aveva rappresentato De Sanctis come un professore assai sensibile alla bellezza e alla poesia e avrebbe attraversato i secoli della grande letteratura italiana, dal Quattro al Seicento, con una rosa in mano: una immagine evidentemente in contrasto con quella dell’ideologo che proprio in quei secoli riconosceva il tempo storico di un inesorabile declino della civiltà italiana. Di suo Pozzi aggiungeva un’analisi assai attrezzata sotto il profilo linguistico e tematico per l’appunto sulla presenza della rosa in celebri capolavori di Poliziano, Ariosto, Tasso e Marino, riconoscendo l’acuminata sensibilità critica di De Sanctis, quasi essa si sommuovesse tacitamente sotto il manto della ideologia risorgimentale.
Lingua: ItalianoPag. 63-77
Etichette: Rinascimento, XIX secolo, XX secolo, Francesco De Sanctis, Giacomo Debenedetti, Giovanni Pozzi,
Titolo articolo: La Nuova scienza come fondamento della Nuova letteratura. Francesco De Sanctis e il dibattito sulla modernità
Alla fine del secolo scorso il rapporto fra scienza e letteratura è cosa nota, ma per l’eclettico De Sanctis si è trattato di qualcosa di più del semplice prendere atto che questi due dominii del sapere sono chiamati a dialogare. La scienza rappresenta per il critico irpino non solo un universo di saperi a cui attingere, ma una modalità di operare nella realtà in cui si trova a vivere. A tutto questo il panel, tenutosi in occasione del xxiii Congresso degli Italianisti, ha dato voce grazie a interventi, qui ripercorsi, che guardano con pari attenzione alla pratica letteraria e all’agire di una «natura» «concreta», così come lo stesso De Sanctis amava definirsi.
Lingua: ItalianoPag. 81-87
Etichette: Letteratura, Modernità, Scienza, XIX secolo, Francesco De Sanctis,
Titolo articolo: De Sanctis e Vertunni nel dibattito critico sulla “pittura di paesaggio”
Prendendo spunto da alcuni scambi epistolari intercorsi tra Achille Vertunni e Francesco De Sanctis e tra quest’ultimo e Luigi Settembrini, l’articolo evidenzia la natura dei profondi rapporti di collaborazione, di amicizia e di stima tra il critico irpino e il suo allievo pittore e ripercorre il dibattito critico animatosi all’alba dell’Unità d’Italia attorno alle questioni legate al ‘quadro storico’ e alla ‘pittura di paesaggio’. Nelle riflessioni di De Sanctis, così come in quelle di intellettuali come Vittorio Imbriani, Saro Cucinotta e di artisti come Vertunni e Filippo Palizzi, il discorso sull’arte si fonde con quello storico-sociale, offrendo talvolta l’occasione di soffermarsi anche, seppur marginalmente, sulla questione meridionale.
Lingua: ItalianoPag. 89-109
Etichette: Meridionalismo, Pittura, Realismo, Unità d’Italia, XIX secolo, Francesco De Sanctis,
Titolo articolo: «Scienziati» e «clinici» dalle «potenti facoltà ideali»: eziologia desanctisiana del romanzo naturalista europeo
De Sanctis pubblica nel 1878 lo Studio sopra Emilio Zola, volto ad esaminare il ciclo dei Rougon-Macqart, tracciando una serie di tratti fondamentali nell’opera zoliana. È in questa sede che prende forma l’«ideale di Zola», un realismo scientifico ideologicamente giustificato, che non può più essere relegato al campo umanistico, ma deve aprirsi alle nuove correnti dello spencerismo sociale. L’intervento intende indagare l’evoluzione letteraria tracciata da De Sanctis a partire da quell’articolo.
Lingua: ItalianoPag. 111-126
Etichette: Naturalismo, Realismo, Romanzo, XIX secolo, Emile Zola, Francesco De Sanctis,
Titolo articolo: La Storia della letteratura italiana di Francesco De Sanctis: Machiavelli tra letteratura e scienza nella manualistica recente
Il volume desanctisiano di Storia della letteratura italiana apre una fase nuova all’interno del vasto panorama delle storie letterarie ottocentesche. Si tratta di un’opera considerata il massimo monumento dell’intelligenza e dell’espressione critica. De Sanctis, secondo Wellek, condensa una storia delle idee da cui deriva il tentativo organico di realizzare un’idea vasta di
letteratura comparata. Machiavelli è celebrato da De Sanctis come il profeta della rinascita italiana e colui che aveva scoperto il programma del mondo moderno: intelletto, scienza, libertà, nazione e progresso. Dai modelli interpretativi proposti da Ceserani in Raccontare la letteratura, il contributo intende analizzare, alla luce della lezione desanctisiana, la ricezione di Machiavelli nei
volumi di storia della letteratura recenti e di maggior diffusione editoriale, nell’ambito dell’intreccio tra letteratura e scienza.
Pag. 127-143
Etichette: Letteratura, Scienza, XIX secolo, XVI secolo, XX secolo, Francesco De Sanctis, Niccolò Machiavelli,
Titolo articolo: Un’edizione de La Giovinezza per gli studenti: Enzo Striano legge Francesco De Sanctis
Tra i titoli della sua «Collana di letture per i giovani Pegaso», fondata nel 1980 e pubblicata dall’editore napoletano Liguori, Enzo Striano aveva incluso La giovinezza di Francesco De Sanctis. Il progetto «Pegaso» si rivolgeva soprattutto agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, ai quali era necessario presentare dei testi («diari di viaggi, biografie, autobiografie, memoriali, epistolari, raccolte di pensieri, dialoghi, scritti fantastici, narrazioni di scrittori passati o presenti») con adattamenti e interventi per assicurarne «taglio moderno, ricchezza di informazione e i chiarimenti indispensabili». Il lavoro di cura sull’autobiografia di Francesco De Sanctis è stato svolto dallo stesso Striano, proprio nel periodo in cui stava ultimando la revisione del suo capolavoro, il romanzo storico Il resto di niente. Questa importante coincidenza suggerisce inediti percorsi di lettura, che rivelano inaspettate contiguità tra le ragioni narrative delle due opere
Lingua: ItalianoPag. 147-155
Etichette: Autobiografia, Romanzo storico, XIX secolo, XX secolo, Enzo Striano, Francesco De Sanctis,