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Studi desanctisiani | 2017 | N. 5
Anno 2017 – N. 5
A cura di Giovanna Panzini
Titolo articolo: La lezione del ribelle
Editoriale
Lingua: ItalianoPag. 9-11
Etichette: XIX secolo, XX secolo, Francesco De Sanctis,
Titolo articolo: Francesco De Sanctis e Petrarca
Il Saggio sul Petrarca (1869; 1883) di Francesco De Sanctis riveste un ruolo considerevole nella storia della fortuna del Petrarca in senso sia positivo che negativo: in senso negativo, per l’accento posto sulla debolezza morale e politica dell’uomo e sulla leziosità dello stile; in senso positivo, anche se con qualche contraddizione, per il riconoscimento dell’eccellenza di buona parte della sua opera poetica. Gettando luce sulla complessità della lettura del Petrarca da parte di De Sanctis, il saggio mira a evidenziare la contraddizione fra la soggettiva sensibilità romantica e il rigore politico di un protagonista del Risorgimento.
Lingua: ItalianoPag. 15-34
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Titolo articolo: Carducci e De Sanctis: la letteratura italiana e il suo insegnamento
Il saggio si propone di verificare come, pur da prospettive fra loro diverse, De Sanctis e Carducci abbiano posto mano, in modi originali e improntati a una schietta etica civile, alla storia della letteratura italiana e al suo insegnamento. Ne è conseguita una impronta decisiva per il prosieguo degli studi letterari ma anche per l’interpretazione della nostra stessa storia culturale all’atto
dell’avvenuta unificazione d’Italia.
Pag. 35-44
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Titolo articolo: De Sanctis lettore di Dante
Il saggio analizza la funzione che la Commedia ha esercitato nella formazione di De Sanctis, che nella scuola di Basilio Puoti aveva imparato a leggere ampiamente l’opera di Dante. L’autore ricostruisce dettagliatamente un percorso ermeneutico che si sviluppò per oltre un trentennio.
Lingua: ItalianoPag. 45-66
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Titolo articolo: L’ultimo dei puristi: De Sanctis, Ranalli e la vera eleganza
“L’ultimo dei puristi” è un saggio che anticipa non solo la rievocazione degli anni della giovinezza e della scuola del marchese Basilio Puoti ma, nel precisare talune questioni storiche e dispute letterarie, spiega le ragioni di una ‘rivoluzione’ che favorì il superamento dell’arcadia e delle abitudini della tradizione. Il moderno, sostanza della imminente Storia della letteratura italiana, viene indicato da De Sanctis come fine ultimo della sua battaglia contro gli uomini della vecchia Italia. Ranalli, pur pervaso da un classicismo civile e patriottico, per le sue antiquate scelte in cose di lingua, finì per rappresentare il bersaglio polemico delle nuove generazioni.
Lingua: ItalianoPag. 67-84
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Titolo articolo: De Sanctis, Gentile e Leopardi
Il contributo è una analisi dello studio sia di De Sanctis che di Giovanni Gentile sul pensiero di Giacomo Leopardi. Gentile risulta molto influenzato dalla critica desanctisiana al Recanatese. Per De Sanctis e per il filosofo attualista, Giacomo Leopardi è il poeta e il pensatore della contraddizione fra il senso del nulla e un umanesimo drammatico.
Lingua: ItalianoPag. 85-93
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Titolo articolo: Le ceneri di De Sanctis. Feste civili e liturgie della memoria nelle celebrazioni desanctisiane (1884-1984)
Il saggio esplora le commemorazioni e le occasioni celebrative dedicate alla memoria Francesco De Sanctis che si susseguono dal 1883, anno della sua morte, fino alla seconda metà del XX secolo. Attraverso la scansione dei rituali legati alla memoria del critico irpino, spesso oggetto di conflitti di interpretazione, vengono messe a fuoco le strategie di appropriazione simbolica messe in atto dai ceti dirigenti locali e nazionali nel lungo periodo.
Lingua: ItalianoPag. 95-107
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Titolo articolo: Francesco De Sanctis epistolografo. La trama delle esperienze vissute tra Torino e Zurigo
La produzione epistolare di De Sanctis nel tormentato periodo dell’esilio zurighese ebbe per interlocutori privilegiati amici di sempre come Camillo De Meis e Diomede Marvasi e il gruppo delle allieve dell’Istituto Elliot. Lo scambio con le giovani allieve, talora proseguito sino all’età matura, rivela la densa trama di affetti che innervò gli anni di insegnamento in Svizzera.
Lingua: ItalianoPag. 111-117
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Titolo articolo: Quell’ultimo treno. Francesco De Sanctis, il ’48 napoletano e la Commissione provvisoria di Pubblica Istruzione del governo costituzionale
Il saggio esplora il ruolo di Francesco De Sanctis nella Commissione formata nel 1848 nel governo costituzionale napoletano. Tale Commissione, presieduta da Saverio Baldacchini, aveva il compito di redigere un progetto di legge per riformare la pubblica istruzione nel Regno di Napoli. L’insuccesso dell’esperienza costituzionale fece naufragare il progetto di legge. La breve vita della Commissione Baldacchini esemplifica che l’insuccesso del ’48 napoletano costituì l’occasione mancata per una tempestiva modernizzazione politica e sociale delle regioni meridionali.
Lingua: ItalianoPag. 119-126
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Titolo articolo: Tra realismo e ideale: i Saggi critici di De Sanctis prima della Storia
Il saggio analizza l’attività critica di De Sanctis prima della Storia della letteratura italiana. De Sanctis rivaluta il classicismo eroico per esprimere una passione intellettuale che elabora una visione innovativa della nuova realtà nazionale.
Lingua: ItalianoPag. 127-132
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Titolo articolo: Francesco De Sanctis e il Viaggio elettorale: l’esame di coscienza di un letterato
Un viaggio elettorale di Francesco Sanctis nasce come una serie di cronache giornalistiche pubblicate sulla «Gazzetta di Torino» diretta da Aristide Celani e poi raccolte in volume nel 1876. È il referto di una esperienza in cui le dimensioni umana e politica si intrecciano fino ad assumere una connotazione antropologica: è l’attraversamento di una commedia elettorale che si rivela commedia umana e nel suo realismo etico si legge l’esperienza morale di cui Francesco De Sanctis vuol far partecipi, il percorso in
un mondo di vizi e contraddizioni, dominato da un potere senza ideali con il quale il letterato e politico si confronta. Si tratta di un viaggio che al di là della cifra politica diventa una sorta di esame di coscienza che De Sanctis – l’esule che va alla ricerca della sua patria – compie confrontandosi anche amaramente con i tratti distintivi del carattere nazionale colti nel paesaggio privilegiato di un luogo paradigmatico del Meridione. In questo, la pagina di De Sanctis si apparenta con quella degli grandi analisti dell’identità italiana, in particolare – come già notò Antonio Gramsci – a Renato Serra.
Pag. 133-139
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Titolo articolo: Torraca, De Sanctis e lo Zibaldone di Leopardi
L’acquisizione nel 1897 da parte dello stato italiano dello Zibaldone e delle altre carte di Leopardi, celate per più lustri da Antonio Ranieri dopo la morte del poeta, fu senz’altro favorita da due allievi della cosiddetta “seconda scuola” napoletana di Francesco De Sanctis, il giurista Emanuele Gianturco, allora Ministro della Pubblica istruzione, e il suo Capo di Gabinetto, Francesco Torraca, che era stato il trascrittore delle lezioni desanctisiane, ivi comprese quelle su Leopardi. Il lavoro del “generoso” discepolo conduce proprio a quell’ultimo corso leopardiano di De Sanctis, ed è la chiave per capire l’eccezionale valore degli appunti giovanili del poeta.
Lingua: ItalianoPag. 141-152
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Titolo articolo: La «scienza è dolore, la verità è frutto amaro assai»: Francesco De Sanctis e Luigi Settembrini
Il saggio ricostruisce la comune formazione politico-civile di Luigi Settembrini e Francesco De Sanctis, che individuarono in Basilio Puoti un maestro non solo di lingua, ma di etica. Utilizzando il metodo delle biografie critiche parallele sono stati tracciati confronti, evidenziate analogie e differenze, costanti e diversità, prendendo in considerazione, in particolar modo, i periodi della formazione culturale, del magistero, dell’esperienza carceraria e di esilio di due uomini che hanno dedicato la loro vita alla formazione delle nuove generazioni, insegnando con l’esempio l’etica della povertà.
Lingua: ItalianoPag. 153-164
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Titolo articolo: Lo status quaestionis delle edizioni desanctisiane: dalle scelte crociane ai riflessi nella reinterpretazione novecentesca
L’indagine bibliografica sulle maggiori raccolte di Opere del De Sanctis ci permette di ricostruire un’accurata genesi di ciascuna pubblicazione, tracciando un percorso editoriale sufficientemente organico. Particolarmente interessante è osservare come l’intervento crociano sia stato significativo nella diffusione e nella caratterizzazione delle prime edizioni postume desanctisiane e come abbia infine influito nella successiva riedizione novecentesca. Nel capire quali furono i numerosi “ritorni” del De Sanctis, il dato filologico s’intreccia inevitabilmente con il dato concettuale; ciò che ne deriva è un rilievo critico che si riflette e si contraddice, tornando più volte sulle stesse questioni. Nella visione finale che ricaviamo dalla ricerca, appare ovvio che è necessario oggi “tornare al De Sanctis” con maggiore consapevolezza e con un nuovo programma che tenga conto dei lavori precedenti e che supplisca alle lacune editoriali nell’attuale panorama letterario, con una maggiore attenzione al profilo
critico e bibliografico.
Pag. 165-176
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Titolo articolo: L’autonomia dell’arte e la storicità nel pensiero di Francesco De Sanctis
Francesco De Sanctis è per tanti aspetti un filosofo dell’arte oltre che grande critico. Teorizza l’autonomia dell’arte e l’identità di contenuto e forma. L’accoglimento di alcune teorie hegeliane e, poi, della poetica del realismo, non mettono in discussione la posizione teoretica del grande studioso e patriota italiano. Fondamentale, in tal senso, il saggio sul Petrarca. Per molti aspetti De Sanctis fu un precursore dell’estetica di Benedetto Croce. Il critico irpino riuscì a conciliare il senso della storia con la difesa dell’autonomia dell’arte.
Lingua: ItalianoPag. 177-181
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