Studi buzzatiani | 2003 | N. 8

Il Mellarini rilegge alcuni testi di Buzzati, “Il deserto dei Tartari” e “Un amore”, in relazione al concetto di ‘persuasione’ di Michelstaedter da due punti di vista. Nei testi presi in esame, la mancanza di persuasione viene attribuita ad una incapacità dell’uomo di accettare la morte, la finitudine della dimensione terrena; in contrapposizione, attraverso l’analisi di alcuni momenti e personaggi dei maggiori romanzi del bellunese, si evince come i protagonisti, anche nel momento finale della parabola terrena, giungono spesso ad appropriarsi della loro identità e ad una condizione esistenziale molto più vicina alla concezione della ‘persuasione’ di Michelstaedter.

La studiosa in queste pagine mette in risalto alcuni elementi comuni a Buzzati e a Coetzee, due autori che, pur nella loro diversità e distanza temporale, hanno scelto la stessa ambientazione, un ‘vallone di confine’ e la stessa allegoria, la minaccia di una invasione dal deserto del Nord. La Pugliese dunque, nella disamina dei due romanzi, identifica questi due elementi carichi di significato simbolico, nel clima di incertezza politica e nel senso di disastro che si delinea nel racconto. Il Coetzee ha pubblicato “Waiting for the Barbarians”, nel 1980, durante l’ ‘apharteid’ in Sud Africa, mentre Buzzati ha completato il suo romanzo nel 1939 durante gli anni del fascismo, alla vigilia di una apocalisse che si è verificata.

Quando nel 1963 uscì il romanzo “Un amore” di Buzzati, ci furono numerose recensioni, alcune favorevoli al ‘nuovo’ Buzzati, altre, a volte, contrarie. Queste recensioni (in totale 35), apparse in riviste e quotidiani nazionali, sono al centro del saggio di Butcher che ne illustra il contenuto e discute intorno alle idee presenti in esse: in particolare lo studioso prende in esame l’erotismo, il realismo, i giudizi buzzatiani sulla società del tempo, lo stile e l’epilogo del romanzo.

Il contributo di Béatrice Demont ci regala un epistolario inedito che racconta il rapporto di amicizia tra Marcel Brion e Dino Buzzati. Le lettere sono riproposte in ordine cronologico per poter meglio leggere, in crescendo, la stima reciproca dei due scrittori.

Questa sezione ospita l’incontro della Ferrari con Maria Pezzi, una giornalista di moda che è stata una preziosa amica per Buzzati il cui carattere l’elegante signora ci svela attraverso aneddoti e sfumature. La loro amicizia è durata dalla fine degli anni quaranta alla morte di Buzzati avvenuta nel 1972; un’amicizia nata tra chiacchierate in redazione, colazioni domenicali con amici e colleghi, gite in montagna, visite alle più importanti manifestazioni d’arte di quegli anni. Dai loro incontri nascono utili scambi professionali che aiutano la Pezzi a diventare una delle più conosciute ‘firme’ della moda e, nello stesso tempo, hanno portato Buzzati ad avvicinarsi al mondo della moda fatto di ‘miti’ di ‘status symbol’ e personaggi famosi.

Nel 2002 si sono svolte le manifestazioni per i trentanni della morte di Buzzati in quattro interventi. L’ultimo, dedicato al ciclo dei “Miracoli di Val Morel”, analizza l’uso del linguaggio basato sul potere suggestivo dei nomi di località e di cognomi presenti in quest’opera: di questo potere Buzzati si serve per accrescere il senso di mistero del suo mondo fantastico. Nell’intervento si prendono in esame la geografia dei luoghi presenti ne “I miracoli di Val Morel” attraverso un viaggio ideale nella provincia di Belluno e nelle città di Vicenza, Padova e Trento per svelare alcune invenzioni buzzatiane in cui si mescolano fantasia e realtà.

Viene qui descritta un’originale esperienza didattica realizzata da un Istituto Professionale di Belluno nell’anno scolastico 2002/2003. Per questa esperienza gli insegnanti e le allieve della scuola si sono ispirati al dipinto “Il pettirosso gigante” de “I miracolii di Val Morel”. Il lavoro consiste nella riproduzione dei particolari di uno degli ‘ex-voto’ in un grande arazzo. Le studentesse per realizzare quest’opera si sono servite di diverse tecniche, dal disegno a mano libera all’utilizzo di diversi materiali, con l’intento di riprodurre forme e colori dei dipinti buzzatiani.

Queste pagine riportano un’altra esperienza didattica realizzata dalla Scuola Media di Chies d’Alpago, i cui alunni si sono cimentati nel teatro, potendo usufruire di una tradizione teatrale consolidata. Nell’anno 2002/2003 i ragazzi delle tre classi hanno messo in scena tre racconti di Buzzati: “I santi”, “La creazione” e “Il bambino tiranno”. Per questo esperimento teatrale gli insegnanti hanno utilizzato metodologie e tecniche differenziate per ogni classe.

E’ uno spazio che racchiude un’ampia rassegna bibliografica degli studi critici del 2001 dedicati a Buzzati, con ‘integrazioni’per gli anni dal 1995 al 2001 e una sitografia buzzatiana. Si può leggere anche un “Indice dei periodici” spogliati per la rassegna bibliografica buzzatiana qui presentata, non contenuto però nel Sommario.

In queste pagine viene sintetizzato il contenuto dei saggi pubblicati nel presente volume in italiano, francese, inglese, rumeno, spagnolo e tedesco.

A conclusione del volume possiamo ripercorrere gli “Indici” dal primo numero del 1996 a quello del 2002, non presenti però nel Sommario.