Le riviste sostenitrici
Studi buzzatiani | 1999 | N. 4
Anno 1999 – Annata: IV – N. 4
A cura di Simone Cassol
Titolo articolo: “E forse io mento anche adesso”: “Il grande ritratto” di Dino Buzzati, o dell’inattingibilità del senso
La sfortuna critica patita da questo romanzo di Buzzati sembra dare maggior risalto al discorso testuale sul destino fallimentare cui ogni opera artistica, in una concezione scettica e moderna della comunicazione, è inevitabilmente votata a causa dell’inattingibilità del senso in essa custodito. Tra i vari modelli tipologici di “lettore” messi in scena, il testo buzzatiano opera una rigorosa selezione. Il lettore modello, cui si rivolgono le istruzioni per la lettura contenute nel testo (il discorso sull’ambiguità e sulla fallacia del linguaggio), diffiderà fino al termine di qualsiasi “verità ultima” gli venga proposta, ed attenderà paziente la conclusione della vicenda. Comprenderà così che l’ambiguità is the message e che, se il senso non esiste, esiste tuttavia un fine comunicativo nel rapporto tra testo e lettore: suscitare quell’emozione che si prova quando si entra in comunicazione con l’altro, nell’illusione di poter credere ai suoi sempre ambigui e indecifrabili messaggi.
Lingua: ItalianoPag. 7-33
Etichette: Comunicazione, Critica del testo, Critica letteraria, Linguaggio, XX secolo, Dino Buzzati, Il grande ritratto,
Titolo articolo: Dalle “Lettere a Brambilla” al “Bàrnabo delle montagne”: una proposta di lettura
L’epistolario buzzatiano, considerato al di là del suo valore documentario, come luogo di scrittura in cui si riflettono le pulsioni profonde dell’autore bellunese, costituisce l’oggetto di questo studio. La trattazione è stata suddivisa in due parti complementari: nella prima parte abbiamo individuato le modalità affettive e psicologiche con cui Buzzati si rapporta all’amico-destinatario Arturo Brambilla (tendenza a presentarsi come parte ‘debole’ della relazione amicale, autodeprezzamento e sopravvalutazione dell’amico, ricerca di un sostituto paterno che compensi un’evidente mancanza affettiva…), nella seconda abbiamo considerato alcuni momenti della composizione del Bàrnabo mettendoli in relazione col progressivo formarsi nel giovane Buzzati di una precisa consapevolezza critico-teorica (consapevolezza che emerge con assoluta evidenza nell’ultima parte dell’epistolario).
Lingua: ItalianoPag. 34-50
Etichette: Carteggio, Critica del testo, Critica letteraria, Epistolario, XX secolo, Dino Buzzati, Barnabo delle montagne, Lettere a Brambilla,
Titolo articolo: Il bestiario di Dino Buzzati: animali reali e fantastici nei racconti e negli articoli
Il repertorio di animali, pubblicato nel precedente numero di “Studi Buzzatiani”, è utilizzato, nella seconda parte dell’articolo, per la proposta di alcuni percorsi ermeneutici. E’ messa in luce la sensibilità di B. nei confronti degli animali e la peculiare capacità di osservazione del loro mondo; sono evidenziati i diversi tipi di funzionalizzazione degli animali nei vari testi, e sono sottolineati alcuni motivi ricorrenti in presenza dei personaggi animali.
Lingua: ItalianoPag. 51-77
Etichette: Animale, Bestiario, Fantastico, XX secolo, Dino Buzzati,
Titolo articolo: Buzzati et le “Désert des Tartares” en Pologne et en polonais
Il “Deserto” di Buzzati, tradotto tardi in Polonia a causa del blocco comunista e perciò non molto diffuso, ha trovato un’uniformità di giudizio presso la critica polacca, che lo ha accostato riduttivamente all’esistenzialismo e al surrealismo, senza vedere in quell’opera l’originalità e l’unicità che la contraddistinguono. A questo hanno contribuito senza dubbio le traduzioni polacche del romanzo, che non hanno saputo rendere gli effetti poetici della lingua e dello stile buzzatiano. Ma il polacco è lingua che si presta alla buona traduzione di Buzzati, perciò la colpa è dei traduttori, che hanno modificato semanticamente il testo originale reinterpretandolo.
Lingua: FrancesePag. 78-90
Etichette: Semiotica, Traduzione, XX secolo, Dino Buzzati, Il deserto dei Tartari,
Titolo articolo: Una lettura di “Paura alla Scala”
Nella produzione narrativa di Buzzati, “Paura alla Scala” è il racconto in cui è più sensibile il legame tra testo e occasione storica che lo ha testato: il clima politico in Italia nell’imminenza delle elezioni del 1948. Insieme, è peculiare la sua destinazione immediata a un pubblico ben individuato, dato dai lettori milanesi della rivista su cui fu pubblicato nell’autunno dello stesso 1948. Vi si trovano dunque disseminati numerosi riferimenti allusivi, che richiedono al lettore di oggi un particolare lavoro di contestualizzazione. Ancora, la misura del racconto (il più lungo mai scritto da Buzzati) si lega al dispiegarsi in esso di tecniche narrative caratteristiche del laboratorio dello scrittore, che il saggio descrive come tecniche della “prefigurazione”, della “disseminazione simbolica”, della “progressione”.
Lingua: ItalianoPag. 91-124
Etichette: Critica del testo, Critica stilistica, XX secolo, Dino Buzzati, Paura alla Scala,
Titolo articolo: Il “sottile dialogare”. Appunti per un’analisi del dialogo in Buzzati
Si propongono alcune osservazioni sulle strutture dialogiche nell’opera di Buzzati per evidenziarne il sorvegliato utilizzo da parte dello scrittore a fini stilistici e tematici. In brani esclusivamente dialogici o il cui contesto narrativo si riduce all’incipit Buzzati sembra giocare con le attese del lettore piegando il genere dialogo a fini argomentativi. Nei romanzi della maturità la struttura dialogica, sottesa allo sviluppo narrativo o caratterizzante alcune scene-chiave, tende a realizzare un processo di conoscenza. Nelle prose brevi, l’uso del discorso diretto e di nude sequenze di battute guadagna terreno nelle raccolte più tarde (in concomitanza col volgersi della sperimentazione stilistica del bellunese alla ricerca di nuovi linguaggi), veicola effetti diversi a seconda della posizione delle spie testuali che segnalano la presenza del narratore e si piega a procedimenti di teatralizzazione, di frammentazione e montaggio, di scarnificazione dell’unità dialogica, di tematizzazione negativa, determinando un senso di sospensione che sembra aprire la strada al fantastico già nel tessuto strutturale nel racconto.
Lingua: ItalianoPag. 125-153
Etichette: Critica del testo, Dialogo, Linguaggio, XX secolo, Dino Buzzati,
Titolo articolo: Le Alpi di Buzzati
Proponiamo in questo intervento una lettura di Buzzati in chiave alpinistica. Nelle pagine buzzatiane l’alpinista riesce, meglio di altri lettori, a decifrare quel codice lessicale fatto di toponimi dolomitici e quegli elementi che solo gli appassionati di montagna possono riconoscere. Diversamente da altri scrittori di montagna possono riconoscere. Diversamente da altri scrittori di montagna. Buzzati lancia un messaggio non tanto sul piano sportivo, quanto una riflessione generale sull’alpinismo: attraverso metafore e allegorie, lo scrittore trasforma in cultura dei vissuti emozionali. La ricerca buzzatiana di autenticità personale dovrà servire d’esempio agli alpinisti del nuovo millennio.
Lingua: ItalianoPag. 157-166
Etichette: Lessico, Montagna, XX secolo, Dino Buzzati,
Titolo articolo: Invito alla lettura di Buzzati tra Belluno e Parigi
Si riferisce di una interessante esperienza di studio e di ricerca effettuata da una scuola di Belluno, l’Istituto Magistrale Renier, in preparazione ad una visita nella scuola di un gruppo di studenti francesci.
Lingua: Italiano/FrancesePag. 169-173
Etichette: Didattica, Scuola, XX secolo, Dino Buzzati,