Le riviste sostenitrici
Studi buzzatiani | 1997 | N. 2
Anno 1997 – Annata: II – N. 2
A cura di Simone Cassol
Titolo articolo: Tératologie Buzzatienne
Definizioni ed etimologia evidenziano che il mostro (quello che mostra) è segno, avvertimento. La sua esistenza veicola un messaggio diverso nell’opera buzzatiana. La mostruosità di esseri antediluviani come il facocero, il babau, il colombre o il drago suscita inquietudine a livello del “parere” cioè per chi non sa decodificare i messaggi degli animali e della natura. Poiché l’uomo, coi suoi comportamenti innaturali, è più mostruoso del mostro stesso in realtà perfettamente innocuo. Distruttore e portatore di morte nell’opera buzzatiana è invece il mostro-miniatura (formica, ragno, topo) che compensa la sua piccolezza con una grande carica di aggressività, di agitazione frenetica. Ma di questo tipo di mostro esistono pochi esempi. In realtà, dietro all’opposizione di due dei protagonisti dell’opera buzzatiana (l’uomo e il mostro) si profila l’opposizione di due mondi: uno perfettamente disumano e uno popolato da mostri, talvolta mostruosi ma in genere più umani dell’uomo stesso. Così si sviluppa la critica di Buzzati alla natura corruttrice e portatrice d’infelicità perché tale è il destino umano: essere una creatura erronea e quindi disadatta al circostante per volere divino.
Lingua: FrancesePag. 5-33
Etichette: Buzzati Dino, Critica letteraria, Novecento, Natura,Fantastico, Letteratura fantastica, Uomo, Mostro,
Titolo articolo: Fonti iconografiche della pittura di Dino Buzzati
Nella pittura di Buzzati è possibile individuare una grande eterogeneità di fonti e una fitta serie di correlazioni interne. Le suggestioni interne derivano sia dalla pittura colta che da fonti popolari. In particolare nelle opere buzzatiane convivono le passioni giovanili (l’egittologia, Rackham, Martini), il surrealismo e la pop art. Buzzati pittore ama la citazione in tutte le sue forme, compresa l’autocitazione, che è frequentissima. La citazione consistente nella ripetizione di un’intera immagine si incontra più spesso nelle autocitazioni, mentre nelle citazioni di altri autori Buzzati tende a isolare i dettagli che ritiene per lui più significativi. A volte elementi derivati da altri autori, ma da lui rimanipolati diventano oggetto di citazione interna, rivelandosi elementi peculiari della sua pittura.
Lingua: ItalianoPag. 34-71
Etichette: Buzzati Dino, Critica d’arte, Novecento, Arte, Iconografia, Pittura, Surrealismo, Fonte, Citazione,
Titolo articolo: Dino Buzzati al “Giro d’Italia” teatrale
Nella stagione teatrale 1955-56 Maner Lualdi mette in piedi una compagnia con l’intento di portare in giro per l’Italia quindi testi nuovi di autori, noti fino a quel momento come scrittori o giornalisti, ma non altrettanto come autori di teatro. Buzzati partecipa all’iniziativa, presentando la commedia “Drammatica fine di un noto musicista” e collaborando anche per le scenografie. Tra gli altri autori partecipanti figurano Valentino Bompiani, Achille Campanile, Curzio Malaparte, Indro Montanelli, Mario Soldati e all’ultimo momento si aggiunge un autore di teatro “professionista”: Rosso di San Secondo. L’iniziativa, pure se ben pubblicizzata, non ebbe il successo sperato, ma costituisce una testimonianza molto interessante del clima che si respirava nel teatro di quegli anni e del contesto in cui si inserì il Buzzati autore di teatro.
Lingua: ItalianoPag. 72-92
Etichette: Buzzati Dino, Critica teatrale, Novecento, Teatro, Commedia, Scenografia,
Titolo articolo: Buzzati e l’animazione degli oggetti: dai mobili alle automobili
Il tema dell’animazione-personificazione degli oggetti viene sviluppato da Buzzati in modo assolutamente originale, tanto che il confronto che è possibile stabilire a questo proposito con autori come Poe, Maupassant, Hoffmann o Dickens, mette in luce più differenze che analogie. Infatti, contrariamente a quanto fanno gli scrittori citati, che ascrivono a suggestioni della psiche umana oppure a ipnotismo o magnetismo, o ancora a interventi del magico o del soprannaturale i fenomeni di animazione che presentano, Buzzati guarda a tali fenomeni come a qualcosa di assolutamente naturale, che è tale indipendentemente dall’intervento umano. Automobili, case, mobili sono dotati di una vita propria, svincolata da qualsiasi influsso umano e dunque pensano, parlano, si muovono, magari conritmi diversi dai nostri, in modo autonomo. Non sono oggetti stregati, né tanto meno esseri umani trasformati in oggetti, ma oggetti “familiari”, quotidiani, di cui solo per mancanza di sensibilità non si percepisce normalmente la vita interiore.
Lingua: ItalianoPag. 93-111
Etichette: Buzzati Dino, Critica letteraria, Novecento, Fantastico, Oggetto,
Titolo articolo: La presenza del grottesco nei racconti di Dino Buzzati
Partendo dalle teorie del grottesco elaborate da Kayser e Bachtin, ma assumendo come imprescindibile punto di riferimento il sistema filosofico heideggeriano, si definisce un’interpretazione del grottesco utilizzabile come strumento esegetico dei racconti di Buzzati. Vanno riconosciute due varianti del grottesco: un “grottesco fantastico” (che nasce dall’accostamento di un elemento logico con un elemento appartenente a una diversa sfera esistenziale) e un “grottesco assurdo” o “situazionale” (dato dall’incontro, secondo logiche deformi, di due elementi appartenenti entrambi all’esperienza comune). Entrambi i tipi sono presenti nell’opera di Buzzati. Il primo è riconoscibile in racconti come “Occhio per occhio”, “I topi”, “Spaventosa vendetta di un animale domestico”, “I ricci crescenti”; il secondo in “Una goccia”, “Non aspettavano altro”, “Il delitto del cavaliere Imbriani”.
Lingua: ItalianoPag. 112-134
Etichette: Buzzati Dino, Critica letteraria, Novecento, Grottesco, Racconto, Fantastico, Letteratura fantastica,
Titolo articolo: Per una storia della famiglia Buzzati: da Belluno a San Pellegrino
Proseguendo la storia della famiglia iniziata nel numero precedente di “Studi Buzzatiani”, si riferisce del trasferimento da Bribano a Belluno del ramo della famiglia da cui discende lo scrittore. Fu Girolamo Brandimarte (Bribano 1737-Belluno 1817), notaio, a stabilirsi a Belluno, fissando la propria dimora in una casa di via Mezzaterra, già di proprietà della famiglia, fatta costruire da un Francesco Buzzati probabilmente tra il 1546 e il 1678. Il primogenito di Girolamo, Cesare, fu medico e sposò una Claudia Dall’Ava, che acquistò nel 1811 la villa in località San Pellegrino dove nel 1906 nascerà lo scrittore Dino. Il terzogenito di Cesare, Augusto (1818-1891), nonno di Dino, fu magistrato a Venezia. Il suo terzo figlio, Giulio Cesare (1862-1920), professore di diritto internazionale a Pavia e a Milano, sposò la veneziana Alba Mantovani. In onore del fratello di Alba, lo scrittore Dino Mantovani, fu scelto per il futuro autore de “Il deserto dei Tartari” il nome di Dino. Nel 19?? l’intera famiglia aggiunse al cognome “Buzzati” il secondeo cognome “Traverso”, in onore di uno zio materno di Giulio Cesare.
Lingua: ItalianoPag. 137-144
Etichette: Buzzati Dino, Biografia, Novecento, Famiglia,
Titolo articolo: “Ma è giusto anteporre la cronaca all’articolo?”. Buzzati in guerra per il “Corriere della sera”
Nella lettera che qui si pubblica (del 27 ottobre 1941), indirizzata ad Aldo Borrelli, direttore del “Corriere della sera”, Buzzati imbarcato come corrispondente di guerra sull’incrociatore “Fiume”, segnala il crescente favore incontrato dall'”articolo”, ossia da un testo giornalistico generico (al contrario della “cronaca”), ma “vivo e umano”, proponendo come esempio due articoli di Virgilio Lilli e Domenico Bartoli. E’ un modo, indiretto, di chiedere maggiore attenzione per sè e per il suo lavoro, segnalando il ‘genere’ che gli è più congeniale e due colleghi che sente vicini. La lettera suggerisce poi una nuova ipotesi circa il modo in cui Buzzati racconta la guerra navale, riscattandone la monotonia legata al ripetersi delle “modalità belliche”. La distinzione proposta da Buzzati tra “cronaca” e “articolo” è assunta, nell’ultima parte della nota, quale punto d’avvio per una lettura delle sue corrispondenze.
Lingua: ItalianoPag. 147-163
Etichette: Buzzati Dino, Critica stilistica, Novecento, Lettera, Giornalismo, Guerra, Cronaca, Articolo,
Titolo articolo: “Di solito ciò che si scrive su di me mi annoia terribilmente…”: una lettera inedita di Buzzati sul libro dedicatogli da Gianfranceschi
Fausto Gianfranceschi è l’autore del primo libro su Buzzati: un saggio di notevole intensità pubblicato dalla casa editrice Borla nel 1967. Prima di dare il libro alle stampe, Gianfranceschi ne invia il dattiloscritto allo scrittore, chiedendogli di leggerlo e di fornirgli alcuni informazioni biografiche e bibliografiche. Buzzati nella lettera inedita qui pubblicata, risponde dando le informazioni richieste e soprattutto esprimendo le sue impressioni su quanto ha letto. Lo scrittore si dichiara sorpreso e commosso per il modo in cui Gianfranceschi è riuscito “con una precisione (…) quasi miracolosa” a identificare le pagine che lui stesso ritiene le sue più significative e a individuare le intenzioni che stanno dietro certe “forme stilistiche”.
Lingua: ItalianoPag. 164-170
Etichette: Buzzati Dino, Inedito, Lettera, Novecento, Carteggio, Biografia Saggio, Saggistica,
Titolo articolo: Su un progetto di film non realizzato dal “Il deserto dei Tartari”
Anna Gruber, nipote dello scrittore e critico triestino Silvio Benco, è stata l’aiuto regista o la segretaria di edizione dei più grandi registi italiani. E’ stata la prima a pensare ad un film sul “Deserto dei Tartari”: ne ha scritto a Buzzati nel 1952, ha ideato la scenografia, ha lavorato sull’ambientazione ma poi il film non è stato realizzato. Mezzena Lona riferisce le risposte della Gruber a un’intervista che le ha fatto recentemente su questo tema. Anche dopo che Zurlini nel 1976 ha realizzato il “suo” “Deserto dei Tartari”, Anna Gruber non ha smesso di pensare al suo progetto o, se si vuole, al suo sogno, sul quale dall’intervista vengono fuori molti partixolari interessanti.
Lingua: ItalianoPag. 173-179
Etichette: Buzzati Dino, Critica cinematografica, Il deserto dei Tartari, Novecento, Sceneggiatura, Scenografia,
Titolo articolo: “Un amore” di Buzzati al cinema
Questa è la trascrizione dal magnetofono dei due interventi con cui, su invito del Centro Studi Buzzati, il Maestro Giorgio Gaslini, autore della colonna sonora del film, e il giornalista Lorenzo Viganò hanno presentato a Feltre il 24 febbraio 1997 il film che Gianni Vernuccio ha ispirato al romanzo Buzzatiani “Un amore”. Gaslini parla della fortuna del film e degli attori e presenta la sua colonna sonora, illustrandone l’idea ispiratrice e il procedimento compositivo. Viganò propone una confronto fra il romanzo e il film, cercando di mostrare come nel film siano assenti proprio quegli aspetti che hanno reso grande il romanzo di Buzzati.
Lingua: ItalianoPag. 183-191
Etichette: Buzzati Dino, Critica Cinematografica, Un amore, Film,
Titolo articolo: Gli studenti leggono “I sette messaggeri”
Si presenta qui l’esperienza di analisi di un noto racconto buzzatiano, “I sette messaggeri”, condotta in due classi dell’Istituto Tecnico “Negrelli” di Feltre. Il racconto, genere, per eccellenza del Novecento italiano, risulta adatto ad operazioni di tipo didattico e i racconti di Buzzati vi si prestano in modo particolare per le loro caratteristiche di leggibilità a più livelli. Le risposte date dai ragazzi a un questionario incentrato su “I sette messaggeri” permettono di mettere a fuoco le difficoltà, le impressioni, i diversi punti di vista che l’approccio all’autore può suscitare. Importante si rivela la differenza, che subito emerge, fra gli alunni che conoscono già lo scrittore e quelli che invece lo affrontano per la prima volta. Utili informazioni si traggono anche rispetto ai riferimenti storico geografici e cronologici del testo, che sembrano a volte disorientare i ragazzi.
Lingua: ItalianoPag. 195-204
Etichette: Buzzati Dino, Novecento, Narrativa, Racconto, Critica del testo, I sette messaggeri, Didattica, Scuola,