Strumenti critici | 2003 | N. 2

Il saggio, di taglio geolinguistico, esamina le forme utilizzate per nominare le streghe nei diversi contesti europei, approfondendo anche gli esiti peculiari nelle lingue slave e dell’Europa dell’Est.

Muovendo dalla fortuna critica di Pizzuto, verso la fine degli anni ’50, nell’ambito della valorizzazione di Gadda, e sottolineando il ruolo avuto da Contini, il saggio approfondisce la “Signorina Rosina” di Pizzuto, in relazione a “Molloy” di Beckett ed alla pratica della scrittura come pittogramma.

Il saggio esamina l’opera di Schiller nell’ottica della sua relaizone con il teatro classico, ad esempio nella riflessione sul coro come parte attiva della rappresentazione. La “Braut von Massina”, viene dunque giudicata come un manifesto di poesia drammatica e confrontata con la parallela ricerca di Goethe che portò all’ “Ifigenia”.

Vengono pubblicate due lettere di Tommaseo indirizzate a Giuseppe Barzilai e riguardanti questioni di esegesi biblica. Le lettere apparvero per la prima volta su due fascicoli del “Corriere israelitico” del 1870 e del 1873.

Il saggio muove dalla recente edizione delle “Rime”, uscita a cura di T. R. Toscano nel 1997, e aggiunge al commento approntato in quell’occasione dei riscontri (provenienti da Britonio, Boscan, Catullo, dal “Furioso”) per attestare l’ars combinatoria che presiede alla pratica poetica del Sandoval di Castro.

Nell’ottica di una ricognizione della valutazione della poesia tassiana entro il primo Romanticismo lombardo, il saggio esamina due lettere di Di breme, alcuni esercizi minori di Pellico, e gli esercizi critici di Gherardini.

Il saggio offre una lettura del capitolo del romanzo kafkiano, sottolineando l’importanza di un errore nella lettura da parte di Max Brod, e nella conseguente interpretazione del testo sanato soltanto nell’edizione critica del 1990.