Schifanoia | 2006 | N. 30-31

Anno 2006 – Annata: 2006 – N. 30-31
A cura di Azzurra Aiello

Autore/i articolo: ELISABETTA DI STEFANO
Titolo articolo: Il De equo animante di L. B. Alberti: una teoria della bellezza?

L’autrice analizza il trattatello “De equo animante” che Leon Battista Alberti scrisse tra il 1444 e il 1445, in occasione della gara indetta a Ferrara nel 1443 per l’edificazione di una stata equestre in onore del defunto Niccolò III. L’autrice evidenzia il carattere scientifico dello scritto piuttosto che quello artistico, notando comunque come nell’opera il due elementi si armonizzano. Due sono i percorsi ermeneutici che l’Alberti segue: l’uno vede la bellezza come espressione di funzionalità, l’altro intende il concetto di vitalità come ‘vivezza rappresentativa’ indispensabile per le opere d’arte.

Lingua: Italiano
Pag. 15-26
Etichette: Leon Battista Alberti, “De equo animante”, Niccolò III, Trattato, Quattrocento,

Autore/i articolo: ELENA FILIPPI
Titolo articolo: Unitatis et alteritatis constrictio:Il legame più bello fra il Cusano e l’Alberti

Il saggio vuole evidenziare il possibile rapporto di conoscenza fra l’Alberti e Niccolò Cusano, già analizzato da insigni studiosi quali Giovanni Santinello ed Eugenio Garin. L’autrice sottolinea che pur non esistendo documenti che attestino un incontro fra i due studiosi è molto probabile che esso avvenne poiché entrambi risiedevano a Roma nella metà del Quattrocento; ella si ripropone, dunque, di individuare un terreno culturale comune tra i due, da ricercarsi attraverso lo studio delle loro opere, che è sicuramente individuabile in una concezione estetica derivante dal “Timeo” di Platone.

Lingua: Italiano
Etichette: Leon Battista Alberti, Niccolò Cusano, Giovanni Santinello,Eugenio Garin, Platone, “Timeo”, Quattrocento,

Autore/i articolo: ANNA ROSA CALDERONI MASETTI
Titolo articolo: Riflessioni sulla cultura figurativa alla corte di Leonello

L’autrice intende dimostrare che l’Alberti venne certamente a contatto con i manufatti di oreficeria smaltati prodotti nel Quattrocento e che probabilmente la visione di siffatte opere l’abbia in qualche modo influenzato. Sicuramente egli ne venne a conoscenza durante i suoi viaggi a Ferrara nel 1438 e nel 1444, grazie a Leonello d’Este, mecenate e collezionista; l’autrice analizza un quaderno nel quale sono indicati i manufatti eseguiti secondo la tecnica dello smalto en ronde-bosse acquistati da Leonello d’Este o da questi ereditati dal padre Niccolò III.

Lingua: Italiano
Pag. 37-45
Etichette: Leon Battista Alberti,Leonello d’Este,Niccolò III, Ferrara, Quattrocento,

Autore/i articolo: GIGETTA DALLI REGOLI
Titolo articolo: Gli obiettivi del De pictura, tra cultura delle corti, ideologia borghese-mercantile e precettistica

Nel saggio è analizzata l’opera “De pictura” dell’Alberti da diverse angolazioni. Ritenuta fondamentale per la cultura artistica quattrocentesca, redatta in due versioni, l’una in volgare e l’altra in latino, può essere vista in un’accezione negativa come troppo generica, in una positiva come eclettica ma approfondita su determinati argomenti. L’autrice prende in considerazione alcune opere pittoriche di pochi anni posteriori al trattato, fra cui quelle di Agostino Di Duccio, Lorenzo Ghiberti, Andrea Mantegna, Leonardo Da Vinci, con lo scopo di far emergere le affinità tra queste e le asserzioni dell’Alberti.

Lingua: Italiano
Pag. 47-61
Etichette: Leon Battista Alberti, Agostino Di Duccio, Lorenzo Ghiberti, Andrea Mantegna, Leonardo Da Vinci, “De pictura”, Trattato, Quattrocento,

Autore/i articolo: CARMELO OCCHIPINTI
Titolo articolo: L’Alberti e l’ecfrasis bizantina, tra Firenze (1436) e Ferrara (1443): Osservazioni sulla cupola cristiana, dal Brunelleschi a Michelangelo

Leon Battista Alberti nel 1436 dedica la versione in volgare del “De pictura” a Filippo Brunelleschi, lodandolo poiché aveva portato a termine la cupola di Santa Maria del Fiore; l’autore del saggio vuole evidenziare le opere che sicuramente furono fonte per l’Alberti nella stesura del suo trattato, dagli storici latini tardi (Marcellino) alle fonti ellenistiche (Plutarco, Appiano), da quelle cristiane costantinopolitane (Eusebio, Procopio) a quelle bizantine.

Lingua: Italiano
Pag. 63-71
Etichette: Leon Battista Alberti,Filippo Brunelleschi, “De pictura”, Marcellino, Plutarco, Appiano, Eusebio, Procopio, Santa Maria del Fiore, Trattato, Firenze, Ferrara, Quattrocento,

Autore/i articolo: LUCA BOSCHETTO
Titolo articolo: L. B. Alberti e la curia pontificia tra Firenze, Bologna e Ferrara (1434-1438)

L’attività che l’Alberti svolse all’interno della cancelleria papale, sotto il pontificato di Eugenio IV, lo portò a muoversi tra Firenze, Bologna e Ferrara. Attraverso lo studio di documenti conservati in archivi privati fiorentini è possibile seguire le vicende di Firenze e quelle interne alla curia nel Quattrocento; in questo modo è possibile capire meglio l’ambiente culturale in cui si muoveva l’Alberti al seguito del Papa.

Lingua: Italiano
Pag. 73-88
Etichette: Leon Battista Alberti,Eugenio IV, Firenze, Bologna, Ferrara, Quattrocento,

Autore/i articolo: GUGLIELMO GORNI
Titolo articolo: Un elemento dinamico nella lingua delle Rime: le interiezioni

L’autore del saggio attraverso l’analisi di numerosi versi delle “Rime” mette in evidenza l’uso che l’Alberti fa delle interiezioni, mettendolo anche a confronto con l’uso che ne fanno Dante e Petrarca nelle loro opere in lingua volgare.

Lingua: Italiano
Pag. 91-97
Etichette: Leon Battista Alberti, “Rime”, Dante, Petrarca, Lingua volgare, Poesia, Quattrocento,

Autore/i articolo: CLAUDIA PANDOLFI
Titolo articolo: Il Commentarium e la dedica della Philodoxeos fabula: Osservazioni sui paratesti

Nel “Commentarium” alla seconda redazione della sua commedia “Philodoxeos fabula” l’Alberti racconta le vicende del testo scritto a Bologna da studente e che gli fu sottratto da un amico e da questi diffuso. La commedia è centrata sui rapporti tra virtù e fortuna e destinata a lettori privilegiati, cioè a studiosi che si dedicano a perseguire le virtù; seguono diverse dediche a principi medicei e a Leonello d’Este per rendere accette a loro le sue opere.

Lingua: Italiano
Pag. 99-117
Etichette: Leon Battista Alberti, Leonello d’Este,”Commentarium”, “Philodoxeos fabula”, Commedia, Bologna,Quattrocento,

Autore/i articolo: MARCO DORIGATTI
Titolo articolo: “L’artificio e ‘l senno d’Alberto” nel pensiero e nell’opera di Ludovico Ariosto

Nel 1964 fu rinvenuto a Pistoia, nel Convento di San Domenico da Eugenio Garin un incunabolo latino che conteneva il più ampio corpus di “Intercenales” dell’Alberti di cui venticinque fino ad allora sconosciute. La possibilità che l’Ariosto avesse conosciuto un codice albertiano è probabile, e l’autore del saggio ha evidenziato, attraverso il parallelo tra l’Intercenale “Uxoria”, incentrata sulla tematica matrimoniale, e il “Furioso”, le influenze che l’Ariosto subì nella redazione della sua opera e le relazioni tra il suo lavoro e quello dell’Alberti.

Lingua: Italiano
Pag. 119-129
Etichette: Leon Battista Alberti, Ludovico Ariosto, Eugenio Garin, “Intercenales”, “Orlando furioso”, Pistoia, Convento di San Domenico, Quattrocento,

Autore/i articolo: MARTIN MCLAUGHLIN
Titolo articolo: Pessimismo stoico e cultura classica nel Theogenius dell’Alberti

Il “Theogenius” è il più breve dei quattro grandi dialoghi in volgare scritti dell’Alberti tra il 1438 e il 1441. E’ dedicato a Leonello d’Este per consolarlo della morte del padre Niccolò III. Nell’opera l’Alberti parla dell’instabilità della fortuna attraverso esempi tratti dal mondo antico; il testo, infatti, è infarcito di letteratura greca, di testi umoristici e della poesia latina da poco scoperta da altri umanisti.

Lingua: Italiano
Pag. 131-143
Etichette: Leon Battista Alberti, Leonello d’Este,Niccolò III, “Theogenius”, Letteratura in volgare, Letteratura greca, Poesia latina, Quattrocento,

Autore/i articolo: STEFANO PRANDI
Titolo articolo: Il proemio al IV libro delle Intercenales e la poetica albertiana

Le “Intercenales” si presentano come un’opera composita con una pluralità di motivi; formato da undici libri di lunghezze differenti, l’Alberti utilizza molteplici stili, dalla forma del dialogo a quella dell’apologo e la sua narrativa è stata accostata a quella di Apuleio. l’Alberti assume un atteggiamento di distacco e osservazione degli aspetti più grotteschi della vita umana e mutua da Luciano la capacità di vedere il mondo con uno sguardo libero e spregiudicato.

Lingua: Italiano
Pag. 145-155
Etichette: Leon Battista Alberti, Apuleio, Luciano, Dialogo, “Intercenales”, Quattrocento,

Autore/i articolo: ALBERTO G. CASSANI
Titolo articolo: Attraverso lo specchio: Addenda al rapporto Momus/De re aedificatoria

Eugenio Garin per primo evidenziò gli stretti rapporti tra il “De re aedificatoria” e il “Momus” di Leon Battista Alberti, teoria ripresa anche da Cesare Cancro, allievo del Garin. L’autore del saggio mette in evidenza le tematiche comuni ai due trattati tra le quali ricordiamo l’antitesi tra natura e architettura, l’interpretazione del tema delle statue.

Lingua: Italiano
Pag. 159-175
Etichette: Leon Battista Alberti, Eugenio Garin, Cesare Cancro, “De re aedificatoria”, “Momus”, Trattato, Quattrocento,

Autore/i articolo: STEFANO BORSI
Titolo articolo: Il nucleo ‘estense’ del De re aedificatoria

Nel saggio l’autore si propone di analizzare alcune parti del “De re aedificatoria” dell’Alberti con il fine di metterlo in relazione con il mondo ferrarese e di individuarne la cronologia. In particolare si sofferma sul libro X del quale individua le fonti principalmente nel “Digestum”.

Lingua: Italiano
Pag. 177-200
Etichette: Leon Battista Alberti, “De re aedificatoria”, “Digestum”, Trattato, Ferrara, Quattrocento,

Autore/i articolo: DANILO SAMSA
Titolo articolo: Perscriptio, moduli ed exemplaria nel De re aedificatoria

Attraverso l’analisi di alcuni termini tecnici utilizzati nel “De re aedificatoria” dall’Alberti l’autore del saggio cerca di identificare la nuova figura di architetto prospettata dall’umanista fiorentino.

Lingua: Italiano
Pag. 201-213
Etichette: Leon Battista Alberti, “De re aedificatoria”, Trattato, Quattrocento,

Autore/i articolo: GABRIELE MOROLLI
Titolo articolo: L’Alberti e il tempio estense: Un altro templum, dinastico e padano, prima del malatestiano

L’autore cerca di individuare l’influenza estetica dell’Alberti sulla modernizzazione della residenza Belfiore di Leonello d’Este. La dimora, realizzata da Bartolino da Novara nell’XIV secolo, viene trasformata da Leonello in residenza; tanti i documenti che attestano i lavori di modernizzazione svolti tra il 1441 e il 1448. L’autore del saggio analizza anche la struttura della chiesa di Santa Maria di Belfiore, prospiciente all’omonimo palazzo, anche questa fatta ampliare nel corso degli anni e soggetta all’influsso architettonico dell’Alberti.

Lingua: Italiano
Pag. 215-245
Etichette: Leon Battista Alberti, Leonello d’Este, Bartolino da Novar, residenza Belfiore, chiesa di Santa Maria di Belfiore, Quattrocento,

Autore/i articolo: MARIA TERESA SAMBIN DE NORCEN
Titolo articolo: Gli Este, l’Alberti, il Biondo e la nuova villa rinascimentale

L’autrice mette in luce come gli Estensi avessero creato un nuovo stile di abitare la campagna, sia per quel che riguarda la struttura architettonica, sia per l’abbigliamento e le suppellettili. Quando l’Alberti visita Ferrara si trova dunque di fronte ad un modo di vivere la campagna diverso da quello del resto d’Italia. Il saggio mette in risalto la vicinanza tra l’opera di Flavio Biondo e quella dell’Alberti circa questa tematica: il primo nella sua “Italia illustrata” descrive gli edifici presenti nella campagna estense soffermandosi in particolare su villa Consandali e Belriguardo; il secondo nel “De re aedificatoria” sembra cogliere la modernità del nuovo stile abitativo che anticiperà le ville del pieno Rinascimento.

Lingua: Italiano
Pag. 247-264
Etichette: Leon Battista Alberti, Flavio Biondo, “De re aedificatoria”, “Italia illustrata”, Ferrara, villa Consandali, Belriguardo,Italia,Rinascimento, Quattrocento,

Autore/i articolo: MICHEL PAOLI
Titolo articolo: L’Alberti architetto tra Cinquecento e primo Ottocento: Una rassegna della fortuna critica

L’autore del saggio cerca di ripercorrere l’attività dell’Alberti come architetto, evidenziando che il Vasari nel 1550 elenca per la prima volta i monumenti da lui progettati. Paoli fa poi una rassegna della fortuna critica dell’Alberti architetto attraverso il confronto di passi dell’opera del Vasari e di quelle di eruditi dei secoli seguenti, evidenziando le coincidenze o le discrepanze nell’attribuzione di alcune opere architettoniche all’Alberti.

Lingua: Italiano
Pag. 265-275
Etichette: Leon Battista Alberti, Giorgio Vasari, Michel Paoli, Quattrocento, Ottocento,

Autore/i articolo: CLAUDIO SGARBI
Titolo articolo: Il teatro vitruviano dopo il De re aedificatoria negli Spectacula e nel Vitruvio ferrarese

I rapporti che intercorrono tra il “De architectura” di Marco Vitruvio Pollione e il “De re aedificatoria” dell’Alberti sono studiati attraverso l’analisi del modo in cui entrambi gli autori trattano la tematica del teatro. Quello di Vitruvio non è un teatro visivo, ma è rappresentato mediante la descrizione di oggetti e di luoghi; l’Alberti, invece, si sofferma soprattutto su questioni tecniche quali i rapporti tra cavea, orchestra e portici superiori. La tematica è affrontata anche da Pellegrino Prisciani negli “Spectacula”, dove cerca di mettere in discussione i due autori.

Lingua: Italiano
Pag. 279-287
Etichette: Leon Battista Alberti, Vitruvio, Pellegrino Prisciani, “De architectura”,”De re aedificatoria”, “Spectacula”, Trattato, Teatro, Quattrocento,

Autore/i articolo: TINA MATARRESE
Titolo articolo: Scrivere di architettura a Ferrara: Gli Spectacula di Pellegrino Prisciani

Tra il Quattrocento e il Cinquecento nascono linguaggi specifici per le arti figurative e si diffonde l’uso del volgare nei trattati e anche nelle traduzioni di testi degli antichi. Si ricorda in particolare il ferrarese Pellegrino Prisciani, autore degli “Spectacula”, trattatello in volgare dedicato al duca Ercole I d’Este. Nella sua opera il Prisciani, che unisce ‘sapere e tecnica, speculazione e pratica’ prende in esame i luoghi destinati agli spettacoli teatrali e nel fare ciò prende a modello il De re aedificatoria dell’Alberti e il “De architectura” di Vitruvio mettendoli a confronto.

Lingua: Italiano
Pag. 289-293
Etichette: Leon Battista Alberti, Pellegrino Prisciani, Ercole I d’Este, Vitruvio, “De architectura”, “Spectacula”, Trattato, Rinascimento, Ferrara, Lingua volgare, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: MARCO FOLIN
Titolo articolo: Leon Battista Alberti e Pellegrino Prisciani

Adolfo Venturi per primo rivendicò a Leon Battista Alberti il primato del rinnovamento della cultura ferrarese nel Rinascimento. Sicuramente forte fu l’influenza dell’Alberti sulle opere archtettoniche della fine del Quattrocento, nel periodo del duca Ercole I d’Este: nel saggio si evidenzia la forte l’influenza che l’Alberti ebbe su Pellegrino Prisciani, autore degli “Spectacula”, il quale, diverse volte, riconobbe il debito nei confronti dell’umanista fiorentino.

Lingua: Italiano
Pag. 295-316
Etichette: Leon Battista Alberti, Adolfo Venturi, Pellegrino Prisciani, Ercole I d’Este, “Spectacula”, Trattato, Rinascimento, Ferrara, Quattrocento,

Autore/i articolo: PIERMARIO VESCOVO
Titolo articolo: L’Alberti, il Prisciani e il teatro ferrarese

Il rapporto tra il De re aedificatoria dell’Alberti e gli Spectacula di Pellegrino Prisciani è la tematica di fondo del saggio nel quale l’autore cerca di individuare i punti di contatto tra le due opere; l’autore del saggio non manca di evidenzare come il Prisciani sia stato nfluenzato anche dal De Roma instaurata di Flavio Biondo.

Lingua: Italiano
Pag. 317-325
Etichette: