Le riviste sostenitrici
Schifanoia | 2005 | N. 28-29
Anno 2005 – N. 28-29
A cura di Azzurra Aiello
Titolo articolo: Entrare nella società: l’istruzione dei fanciulli e dei giovani nel Rinascimento. Una premessa
L’educazione dei fanciulli nel Rinascimento è il tema centrale della VI Settimana di Alti Studi Rinascimentali tenutasi presso l’Istituto di Studi rinascimentali di Ferrara nell’ottobre 2003 alla quale hanno partecipato, con contributi originali, docenti e borsisti.
Lingua: ItalianoPag. 9-11
Etichette: Ottavia Niccoli, Educazione, Quattrocento, Cinquecento, Rinascimento,
Titolo articolo: Le Sibille di Nicola e Giovanni Pisano
L’autore, dopo aver percorso brevemente la storia delle Sibille nella cultura occidentale e la loro raffigurazione iconografica, si sofferma sulla rappresentazione che ne fanno Nicola e Giovanni Pisano. I Pisano nella metà del XIII secolo scolpiscono spesso le Sibille nei pulpiti di Pisa, Pistoia e Siena: la loro scelta va inquadrata nella riflessione tipica del loro tempo in cui le Sibille, simbolo pagano, rappresentano l’unione tra l’uomo e il divino.
Lingua: ItalianoPag. 13-23
Etichette: Nicola Pisano, Giovanni Pisano, Scultura, Sibilla, Duecento,
Titolo articolo: Maestri e allievi nell’Umanesimo: Manuele Crisolora, Guarino Veronese, Giano Pannonio
Le figure del maestro e dell’allievo sono analizzate attraverso i tre umanisti Manuele Crisolora, Guarino Veronese e Giano Pannonio e le loro opere. Della collezione di lettere di Guarino, la cosiddetta “Chrysolorina”, composta in onore del maestro Crisolora, rimangono solamente alcune citazioni in varie antologie di scritti umanistici: da queste emerge la figura del pedagogo umanista e studioso ideale. Il panegirico di Giano Pannonio, dedicato a Guarino, ha molti punti di contatto con la “Chrysolorina”: l’autrice del saggio, attraverso lo studio di alcuni brani delle due opere, studia il rapporto tra di esse e il loro reciproco influsso.
Lingua: ItalianoPag. 25-31
Etichette: Manuele Crisolora, Guarino Veronese, Giano Pannonio, Chrysolorina, Quattrocento, Umanesimo, Intertestualità,
Titolo articolo: Maestri di scuola e fermenti culturali a Como nel XV secolo: prime note
Dopo aver fatto una panoramica sulle fonti dell’istruzione primaria e secondaria del XV secolo nel nord Italia l’autrice si sofferma su quelle relative a Como dove, nel Quattrocento, ci fu molto fermento scolastico come attestano numerosi documenti presenti presso l’Archivio di Stato della città. Attraverso diverse fonti documentarie l’autrice analizza le figure dei principali ‘rectores scolarium’ di Como, sia dal punto di vista del ceto sociale ed economico che delle loro idee sull’insegnamento.
Lingua: ItalianoPag. 33-40
Etichette: Insegnamento, Quattrocento, Como,
Titolo articolo: Il piacere di apprendere: garzoni di bottega e progresso dell’arte secondo Albrecht Dürer
Albrecht Dürer all’inizio del Cinquecento progetta un ‘libro della pittura’ che non vide luce ma sul quale ci sono giunti molti appunti dell’autore. Secondo Dürer quest’opera avrebbe dovuto riformare l’insegnamento dell’arte nelle botteghe atraverso il recupero di conoscenze antiche. Analizzando gli appunti del pittore tedesco emerge che egli concepisce l’insegnamento come mezzo per creare un artista completo sia come professionista che come uomo; per Dürer la conoscenza è fonte del bene e un mezzo per avvicinarsi a Dio. Egli prende come modelli sia opere della letteratura pedagogica italiana del Quattrocento sia opere sulla pittura scritte da artisti.
Lingua: ItalianoPag. 41-48
Etichette: Albrecht Dürer, Pittura, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo articolo: Le strategie insediative della Compagnia di Gesù. Piero Canisio e il collegio di Praga
L’autore del saggio intende studiare il fenomeno della diffusione dei Collegi gesuitici prendendo come esempio il collegio di Praga, il cosiddetto ‘Clementinum’; secondo lui la diffusione dei Collegi gesuitici è da ricondursi a due fattori, l’uno di carattere religioso-spirituale, l’altro pratico, che si ritrovano sia nella ‘Formula istituti’ sia nelle ‘Constistutiones’ dell’ordine della Compagnia di Gesù.
Lingua: ItalianoPag. 49-59
Etichette: Piero Canisio, Gesuiti, Collegio di Praga, Trecento, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo articolo: Una madre “maestra”: Giovanna della Croce Floriani (1603-1673)
La vita della mistica Bernardina Floriani, che dapprima di dedicò all’impegno sociale e all’insegnamento e poi, una volta votata alla fede fondò il monastero di San Carlo a Rovereto e il monastero a Borgo Valsugana, nella diocesi di Feltre, è ripercorsa attraverso l'”Autobiografia” che lei stessa redige ed alcuni atti processuali.
Lingua: ItalianoPag. 61-73
Etichette: Giovanna della Croce Floriani, Autobiografia, Monastero di San Carlo a Rovereto, Monastero a Borgo Valsugana, Seicento,
Titolo articolo: La “troppa frettolosa voglia di mio padre”. Educare un figlio nell’Italia del Cinquecento: tre casi
L’autore ripercorre il rapporto tra padri e figli nel Cinquecento attraverso l’esempio di tre personaggi illustri e del loro rapporto con il genitore: Francesco Sansovino, autore di molte opere teorico-retoriche e di analisi socio politica e il padre Jacopo, Francesco Guicciardini, scrittore di opere storiche e il padre Piero, ed infine Francesco Pandolfini, ambasciatore della Repubblica fiorentina e il padre Pierfilippo.
Lingua: ItalianoPag. 75-86
Etichette: Francesco Sansovino, Francesco Guicciardini, Francesco Pandolfini, Educare, Cinquecento,
Titolo articolo: La formazione dell’artista rinascimentale nelle “Vite” di Giorgio Vasari: tra apprendistato tecnico e modelli socio-culturali
Il saggio analizza il modello che sta alla base della formazione dell’artista rinascimentale attraverso lo studio delle “Vite” del Vasari, opera che, per prima, unice la critica d’arte al modello della biografia umanistica descrivendo il percorso formativo necessario all’artista che, oramai, ha assunto un certo peso nella cultura delle corti italiane del Cinquecento.
Lingua: ItalianoPag. 87-94
Etichette: Giorgio Vasari, Vite, Rinascimento, Cinquecento,
Titolo articolo: Il gioco nella vita sociale e nel dialogo
Il gioco come mezzo di diffusione dell’educazione nel Rinascimento è rintracciabile nella maggior parte dei dialoghi letterari dell’epoca, dal “Libro del Cortigiano” di Baldassarre Castiglione alla “Civil conversazione” di Stefano Guazzo fino a “I libri della famiglia” di Leon Battista Alberti.
Lingua: ItalianoPag. 95-102
Etichette: Gioco, Dialogo, Rinascimento,
Titolo articolo: “…si piglino libri che insegnino li buoni costumi…”. La lettura femminile e il suo controllo nella precettistica della prima età moderna
Nel Cinquecento la donna riceveva precise indicazioni circa i libri che poteva leggere, in quanto la letteratura era vista come traviante. Il saggio, grazie anche all’utilizzo di una tavola di raffronto posta in appendice dall’autrice, ripercorre il cambiamento del canone precettistico dal Cinquecento al Seicento, analizzando autori umanistici italiani e stranieri – Leonardo Bruni, Juan Luis Vives, Lodovico Dolce, Cesare Franciotti e altri -, e sottolineando l’influenza esercitata su di essi dal Concilio Tridentino.
Lingua: ItalianoPag. 103-119
Etichette: Letteratura femminile, Concilio Tridentino, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: Senza frontiere. Letture dei poemi cavallereschi nell’Italia moderna
Nell’Italia rinascimentale i poemi cavallereschi hanno, al loro primo apparire, una moltitudine di forme ed espressioni. Opere quali l'”Orlando furioso” di Ludovico Ariosto e la “Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso hanno avuto una grande fortuna editoriale nei secoli, come testimoniano le numerose edizioni sia economiche sia di lusso che si susseguirono ininterrottamente fino al Settecento.
Lingua: ItalianoPag. 121-132
Etichette: Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, Orlando furioso, Gerusalemme liberata, Poema cavalleresco, Settecento, Rinascimento,
Titolo articolo: Olimpia Morata. Una protagonista del Cinquecento italiano ed europeo
Gigliola Fragnito introduce la figura di Olimpia Morata, umanista cinquecentesca, alla quale è dedicato un Convegno tenutosi a Ferrara nel 2004 in occasione del 450° anniversario della sua morte.
Lingua: ItalianoPag. 135-136
Etichette: Olimpia Morata, Convegno, Ferrara, Cinquecento,
Titolo articolo: Gentildonne ed eresia nelle corti padane
Nei piccoli stati padani rinascimentali spesso le donne erano le vere animatrici della corte e amavano circondarsi di letterati e di uomini di fede: il saggio si sofferma soprattutto sulle figure di Giulia Gonzaga, Isabella Bresegna e Lucrezia Gonzaga, analizzando il rapporto che esse istaurarono con alcuni eretici del tempo quali il ‘monaco vagabondo’ Giovanni Laureto e l’abate Girolamo Busale.
Lingua: ItalianoPag. 137-148
Etichette: Corte, Giulia Gonzaga, Isabella Bresegna, Lucrezia Gonzaga, Eresia, Cinquecento,
Titolo articolo: Margherita di Valois e lo Stato sabaudo (1559-1574)
Margherita di Valois sposa Emanuele Filiberto di Savoia a Parigi nel 1559: scopo del matrimonio è quello di restituire i territori occupati da molti anni dai francesi al duca di Savoia. Margherita, donna estremamente colta, in Piemonte si fa promotrice di esperienze innovative sia in campo letterario sia in quello giuridico: circondata da persone di corte che professavano la fede riformista, a Margherita si deve il celebre Trattato di Cavour del 1561 con il quale fu posta fine alla campagna di repressione contro i valdesi.
Lingua: ItalianoPag. 149-156
Etichette: Margherita di Valois, Emanuele Filiberto di Savoia, Eresia, Valdesi, Cinquecento,
Titolo articolo: Due gentildonne eterodosse tra Genova, Venezia e corti padane: Caterina Sauli e Isabella della Frattina
Le vite delle gentildonne Caterina Sauli e Isabella della Frattina, madre e figlia di origine genovese, sono paradigmatiche di uno spaccato della storia sociale veneto-friulana della fine del Cinquecento. Inquisite per eresia a causa della loro cultura e ingegno e delle loro frequentazioni, la loro storia può essere ripercorsa attraverso i documenti del processo loro intentato dal Sant’Uffizio veneziano tra il 1568 e il 1570 e conservati presso l’Archivio di Stato di Venezia.
Lingua: ItalianoPag. 157-165
Etichette: Caterina Sauli, Isabella della Frattina, Genova, Venezia, Eresia, Cinquecento,
Titolo articolo: Bastardi e principesse nelle corti del Rinascimento: spunti di ricerca
Secondo l’autore il fenomeno dei “bastardi al potere”, ossia del gran numero di figli illegittimi che occupano cariche di governo negli stati della penisola nel Quattrocento, e quello delle “regine di polso”, cioè di donne dalla forte personalità che diventano protagoniste della vita politico-culturale della corte, sono la diretta conseguenza del processo di intensificazione dei rapporti politico-diplomatici degli Stati italiani tra Quattrocento e Cinquecento e della necessità da essi sentita di stringere alleanze politiche con le maggiori potenze del tempo, soprattutto attraverso i matrimoni.
Lingua: ItalianoPag. 167-174
Etichette: Corte, Quattrocento, Cinquecento, Rinascimento,
Titolo articolo: “Donne ornate di scienza e di virtù”: donne e francesi alla corte di Renata di Francia
Le corti di Margherita di Francia, duchessa di Savoia a Torino e quella di Renata di Francia a Ferrara, presentano molti elementi in comune, primi fra tutti la presenza di dame dal carattere ‘risoluto e fiero’ e di poeti, spesso perseguitati e poco conosciuti, da loro protetti. Le figure delle due dame sono state immortalate ed esaltate da molti poeti e letterati tra cui Clément Marot, Jacques Grévin, Antonio Brucioli, che dedicarono loro versi e poemi.
Lingua: ItalianoPag. 175-205
Etichette: Margherita di Francia, Renata di Francia, Corte, Poesia, Cinquecento,
Titolo articolo: “Literarum studia nobis communia”: Olimpia Morata e la corte di Renata di Francia
L’autrice ripercorre i mutamenti avvenuti nella vita di Olimpia Morata nel passaggio tra gli anni vissuti presso la corte di Ferrara (1539-1550) e quelli trascorsi in Germania (1550-1555), sia attraverso lo studio di numerosi scritti dell’umanista, sia attraverso varie fonti documentarie (letterarie e amministrative).
Lingua: ItalianoPag. 207-232
Etichette: Olimpia Morata, Renata di Francia, Corte, Cinquecento,
Titolo articolo: Reti eterodosse e maestri d’eresia: la corte di Renata di Francia tra Ferrara e Consandolo
La duchessa Renata di Francia, moglie di Ercole II, fin dai primi anni della sua permanenza a Ferrara si circonda di personaggi vicini alle idee ereticali dando vita ad un vero e proprio cenacolo e prestando ausilio a personaggi di rilievo portavoci di posizioni dottrinali molto variegate fino a quando, diversi anni dopo, a seguito di forti pressioni e di numerosi processi, nel 1554 Renata si accosta alla santa eucarestia.
Lingua: ItalianoPag. 233-246
Etichette: Corte, Renata di Francia, Eresia, Cinquecento,
Titolo articolo: All’ombra di Renata. Giraldi e Castelvetro tra umanesimo ed eresia
Alla corte di Renata di Francia nel Cinquecento si assiste all’ncontro tra Riforma e Controriforma come testimonia la presenza di due personaggi apparentemente agli antipodi: Giovanni Battista Giraldi Cinzio e Ludovico Castelveltro. Giraldi, antiluterano, organico al potere, frequenta anche ambienti riformisti ed è un intellettuale molto più inquieto di come è solitamente rappresentato; è un umanista disposto a confrontarsi con il dibattito relgioso del suo tempo, capace anche di schierarsi in favore di Castelveltro, difensore della cultura locale e dell’identità politica municipale, quando questi è accusato di eresia dall’Inquisizione ed è costretto all’esilio.
Lingua: ItalianoPag. 247-254
Etichette: Renata di Francia, Giovanni Battista Giraldi Cinzio, Ludovico Castelveltro, Riforma, Controriforma, Eresia, Inquisizione, Cinquecento, Intertestualità,
Titolo articolo: Antonio Musa Brasavola e la sua “Vita di Cristo”
Antonio Musa Brasavola, medico ferrarese da non confondersi con l’omonimo suo contemporaneo tedesco, è un umanista che segue il modello erasmiano nelle questioni di moralità concreta e quotidiana e dal teologo olandese trae l’ispirazione di una religiosità che deve ritrovare i suoi fondamenti nel modello della vita di Cristo. L’opera in volgare “La Vita di Cristo”, da Brasavola dedicata a Diana d’Este, figlia di Niccolò III, rientra nella tradizione degli scritti di istruzioni religiose alle donne. L’opera, strutturata in forma di dialogo tra il Brasavola e Eleonora d’Este, può essere vista come un importante punto di partenza per lo studio della cultura ferrarese della metà del Cinquecento.
Lingua: ItalianoPag. 255-264
Etichette: Antonio Musa Brasavola, Diana d’Este, Vita di Cristo, Dialogo, Cinquecento,
Titolo articolo: “Ex sola dei benignitate”: Olimpia Morata e la traduzione latina delle prime due novelle del “Decameron”
Olimpia Morata tradusse in latino le prime due novelle del “Decameron”, quella che racconta le vicende di Ser Ciapelletto e quella di Abraam giudeo. L’autore, dopo aver individuato l’edizione della quale si servì la Morata per le sue traduzioni, dimostra come non si tratti affatto di una semplice esercitazione scolastica ma che la scelta delle due novelle rivela uno specifico orientamento religioso della scrittrice e che lo stile utilizzato risente dell’influenze di autori classici come Terenzio e Cicerone.
Lingua: ItalianoPag. 265-278
Etichette: Olimpia Morata,Terenzio, Cicerone, Decamerone, Traduzione, Cinquecento,
Titolo articolo: Il canzoniere di un “intellettuale organico” alla corte di Ercole II d’Este: “Le Fiamme” di G. B. Giraldi Cinzio
“Le Fiamme”, rime scritte da Giovan Battista Giraldi Cinzio e pubblicate nel 1547, sono analizzate attraverso la recensione di Carlo Dionisotti e allo studio, recente, di Roberto Fedi. Da queste fonti emerge che le rime di Giraldi Cinzio, scritte anche con il chiaro intento di celebrare gli Estensi, subirono l’influenza della poetica di Pietro Bembo, sia nella struttura dell’opera, sia nell’uso della lingua toscana.
Lingua: ItalianoPag. 279-290
Etichette: Giovan Battista Giraldi Cinzio, Carlo Dionisotti, Roberto Fedi, Pietro Bembo, Fiamme, Canzoniere, Critica letteraria, Cinquecento,
Titolo articolo: Olimpia Morata “puella supra sexum ingeniosa”
La vita e le esperienze letterarie di Olimpia Morata sono tratteggiate attraverso l’uso di varie fonti documentarie: la sua fama come autrice di saggi e di opere e la sua conoscenza della lingua latina e greca sono oggetto di lodi in molte opere di suoi contemporanei come i “Dialogi duo de Poetis nostrorum temporum” di Lilio Gregorio Giraldi e il “De triplici philosophia” di Gaspare Sardi.
Lingua: ItalianoPag. 291-302
Etichette: Olimpia Morata, Lilio Gregorio Giraldi, Gaspare Sardi, Dialogi duo de Poetis nostrorum temporum, De triplici philosophia, Cinquecento,
Titolo articolo: Tra Ferrara e il Veneto: l’apprendistato poetico di Bernardo Tasso
L’autore ripercorre la vita di Bernardo Tasso, letterario-cortigiano rinascimentale, la cui formazione culturale e letteraria avvenne tra la seconda metà degli anni Venti e i primi anni Trenta del Cinquecento tra Ferrara e il Veneto.
Lingua: ItalianoPag. 303-313
Etichette: Bernardo Tasso, Poesia, Cinquecento, Rinascimento, Ferrara, Veneto,
Titolo articolo: Olimpia Morata e Celio Secondo Curione: aspetti letterari di un sodalizio eterodosso
L’amicizia tra Olimpia Morata e Celio Secondo Curione, dotto autore di trattati dogmatici e religiosi, di operette morali e di libelli, tra i primi ad usare la satira pasquinesca nella polemica antipapale, è testimoniata da fitti scambi epistolari tra i due, intercorsi fino alla morte di Olimpia. A Curione si deve l’inziativa di raccogliere gli scritti di Olimpia e di farli pubblicare: nel 1558, grazie all’editore Pietro Perna, esce la prima edizione in ottavo delle opere della scrittrice. A questa edizione seguirono altre, nel 1562, nel 1570 e nel 1580 anno in cui le “Opere” di Olimpia Morata furono incluse nell’indice dei libri proibiti di Parma.
Lingua: ItalianoPag. 315-330
Etichette: Olimpia Morata, Celio Secondo Curione, Pietro Perna, Opere, Cinquecento,
Titolo articolo: Olimpia’s German friends
Olimpia Morata durante il suo soggioro presso la corte di Ferrara intrattenne rapporti d’amicizia con studiosi tedeschi che furono particolamente importanti per la sua formazione e per la sua vita: Johannes e Kilian Sinapius e Andreas Grundler. Ai fratelli Johannes e Kilian Sinapius Olimpia deve lo studio del latino e del greco, lingue che i due tedeschi insegnavano ad Anna, figlia della duchessa Renata di Ferrara della quale Olimpia era dama di compagnia; grazie ad Andreas Grundler, studioso di medicina e filosofia e suo marito dal 1550, Olimpa ritornò in Germania quando presso la corte di Ferrara ormai cominciava a farsi sentire fortemente l’avversione contro i simpatizzanti delle idee protestanti.
Lingua: InglesePag. 331-341
Etichette: Olimpia Morata, Johannes Sinapius, Kilian Sinapius, Andreas Grundler, Corte, Protestantesimo, Cinquecento, Ferrara, Germania,
Titolo articolo: La dotta Heidelberg intorno al 1550 come ultimo asilo (1554-1555) di Olimpia Fulvia Morata
Lingua: Tedesco
Pag. 343-348
Etichette: Olimpia Fulvia Morata, Cinquecento, Heidelberg,
Titolo articolo: Il mito di Olimpia Morata nella cultura tedesca tra Otto e Novecento
L’autrice ripercorre la creazione e le caratteristiche del mito di Olimpia Morata attraverso l’analisi di quattro opere a lei dedicate tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento: il quaderno di Ernst Münch, “Olympia Fulvia Morata” del 1827, il saggio di Moritz Strahl “Renata von Este und Olympia Morata. (Zwei Frauenbilder der Reformationszeit)” del 1869, il saggio di Karl Schwarzlose “Olympia Morata, ein Lebensbild aus dem Zeitalter der Reformation und der Renaissance” del 1899 e l’articolo di Susanna Rubinstein “Eine Vorkämpferin der Frauenbewegung, ‘Frauen-Rundschau'” del 1905.
Lingua: ItalianoPag. 349-354
Etichette: Olimpia Morata, Mito, Ernst Münch, Moritz Strahl, Karl Schwarzlose, Susanna Rubinstein, Ottocento, Novecento,