Le riviste sostenitrici
Schede umanistiche | 2004 | N. 2
Anno 2004 – Annata: XVIII – N. 2
A cura di Daniela Focetola
Titolo articolo: Cum gratia Scipioni concessa
L’autore del saggio ci descrive cinque opere, possedute dalla British Library, che hanno in comune un particolare: tutte riportano alla fine, invece del colophon, la strana formula “Cum gratia Scipioni concessa”. Trattasi delle Regulae grammaticales di Guarino da Verona e quattro opuscoli riuniti in una miscellanea. I vecchi catalogatori del British Museum avevano attribuito, erroneamente, il nome Scipio al prototipografo bolognese Scipione Malpighi. Ma la soluzione reale del mistero dell’identità di “Scipio” è dovuta all’incunabolista tedesco Dietrich Reichling, il quale, attraverso vari studi, è giunto a stabilire che si tratta in realtà di Scipione Ferrari, figlio del famoso dottore Giorgio Ferrari. Questi,originario di Verolengo nel Monferrato, si trasferì a Venezia col padre, dove nei primi anni del Cinquecento stampò le cinque opere a stampa sopra indicate e oggi possedute dalla biblioteca londinese.Secondo Dennis Rhodes, comunque, l’espressione “Cum gratia SCipioni concessa” è un caso unico nella storia di libri antichi.
Lingua: ItalianoPag. 5 – 8
Etichette: Quattrocento, Cinquecento, British Library, Filologia, Incunabolo,
Titolo articolo: Clara gente e camere pinte: Giovanni Sabadino degli Arienti voce della Bologna cortese
Nel saggio viene presentata la figura di Sabadino degli Arienti, un uomo di lettere a servizio della corte estense. In particolare nell’esaminare la produzione letteraria di questo “poligrafo versatile”, Leonardo Quaquarelli si sofferma su due espressioni particolari: “clara gente” e “camere pinte”. Queste due espressioni si incontrano con frequenza nella parte centrale del “De triumphis religionis”, opera in cui l’Arienti, prendendo le mosse da un’intento di lode rivolto al duca Ercole d’Este, si concentra in realtà sulla descrizione pittorica e architettonica, quell'”ekfrasis” così ben disegnata, che tante volte ricorre nelle sue opere. Nel De triumphis, in altre parole, la dimora estense di Belriguardo è si descritta con parole, ma soprattutto dipinta sulle carte con puntigliosa precisione. Se “clara gente” indica, dunque,l’emblema dell’ideale elitario di una società cortigiana, è soprattutto nell’altra espressione “camere pinte”, che si rivela in tutta la sua forza l’ideale di magnificenza come virtù somma dell’uomo rinascimentale. Tale concetto, ripreso da S. Tommaso, secondo Sabadino ben si adatta a descrivere l’estense Ercole I, nelle sue virtù di magnanimità e fortezza.
Lingua: ItalianoPag. 9 – 27
Etichette: Arienti Sabadino, De triumphis religionis, Cinqucento, Rinascimento, Corte.,
Titolo articolo: L’editio princeps delle Orationes di Bartolomeo Fonzio : una nuova datazione
Le Orationes dell’umanista Bartolomeo Della Fonte sono un volume miscellaneo dedicato a Lorenzo de’Medici, in cui sono raccolte sei lezioni accademiche tenute tra il 1481 e il 1487 a Firenze, dove fu chiamato ad insegnare poesia e retorica. L’incunabolo, privo di qualsiasi nota tipografica, è stato assegnato allo stampatore Bartolomeo de’ Libri e datato intorno al 1490.L’autrice del saggio, attraverso alcune importanti testimonianze lasciate dal Fonzio nei suoi scritti, smentisce questa ipotesi e afferma che il Cod. 43 Aug.fol. della Herzog August Bibliotek di Wolfenbuttel è un manoscritto confezionato dal Fonzio prima del gennaio 1489. Esso contiene molte delle opere composte dall’umanista fino a quel momento, tra cui le Orationes; e a proposito di quest’ultime, il Fonzio si scaglia contro i tipografi, attribuendo loro una serie di errori di composizione presenti nella recente stampa delle Orationes. Da ciò si deduce che esse erano state già pubblicate prima del gennaio 1489. La conclusione cui arriva Simona Mercuri è, dunque, che la data del 1490 proposta dall’incunabolistica non può più essere accettata e si dovrà invece considerare quella del 7 novembre 1487.
Lingua: ItalianoPag. 29 – 33
Etichette: Della Fonte Bartolomeo, Orationes, Saggio, Quattrocento, Umanesimo, Filologia,
Titolo articolo: Le Satire “illustri” di Luigi Alamanni. Il canone petrarchesco fra tradizione classica e sperimentalismo volgare
Luigi Alamanni, esule fiorentino in Francia, scrisse, probabilmente tra il 1524 e il 1527, tredici Satire in terza rima, stampate a Lione tra il 1532 e il 1533 da Sebastien Gryphe. Il poeta percorre la strada del genere satirico, che aveva alle spalle già nel corso del quattrocento una discreta tradizione sia in latino che in volgare. Il 1517, data in cui l’Ariosto compose la sua prima satira, può essere considerato il termine post quem per la nascita della satira in volgare. Ariosto, infatti, rappresenta l’immediato antecedente dell’Alamanni, e sulla cui esperienza satirca quest’ultimo avvierà la composizione delle proprie Satire, anche se poi approderà a risultati piuttosto diversi rispetto al modello ariostesco. La caratteristica peculiare delle Satire di Alamanni risiede nel loro stile alto e ricercato, nella loro sintassi complessa di stampo latineggiante, anche se tutto ciò è in forte contrasto con la materia satirica, che richiederebbe, invece, secondo il canone della retorica classica, lo stile humilis. Tale scarto rispetto alla tradizione classica, che avrebbe dovuto costituire il punto di forza di questi tesi, li rese invece poco consoni e graditi al gusto cinquecentesco. Ma la volontà di innalzamento stilistico di un genere come la satira, rientra in un progetto vasto e ambizioso, quello cioè di restaurare le forme classiche all’interno della lingua volgare; e il petrarchismo rientra proprio in questo tentativo da parte dell’Alamanni di nobilitazione della satira, presentandola come fortemente innovativa.
Lingua: ItalianoPag. 35 – 50
Etichette: Alamanni Luigi, Ariosto Ludovico, Satire, Cinquecento, Rinascimento, Lingua latina, Lingua volgare, Petrarchismo,
Titolo articolo: Pierre Belon viaggiatore e naturalista : dalle observations des singularités alla histoire de la nature
Nel saggio Oreste Trabucco presenta la figura di Pierre Belon, celebre naturalista ed eccezionale studioso del XVI secolo, che passò la propria esistenza viaggiando incessantemente da una parte all’altra del mondo.Ogni tappa, ogni occasione è tesaurizzata da Belon per ampliare la propria conoscenza della natura: dalle osservazioni minereologiche in Lussemburgo a quelle ittologiche e botaniche nel tour italiano, alle amene passeggiate nei giardini e nei serragli di Francesco I, alle audaci esplorazioni durante il suo viaggio in Oriente. Nei suoi continui e numerosi viaggi Belon ha la possibilità di visitare orti botanici, gabinetti naturalistici, aule anatomiche, raccoglie egli stesso materiale. Tutte le sue esperienze naturalistiche sono riportate in due suoi libri: l'”Histoire de la nature des oyseaux” e, soprattutto, nel testo assai fortunato dal titolo “Les observations de plusieurs singularitez…”. Da questi testi emerge, secondo Trabucco, con estrema chiarezza la relazione strettissima instaurata tra viaggio e lavoro scientifico nell’opera di questo studioso. I viaggi, infatti, per Belon hanno rappresentato la possibilità di costituire un arsenale di conoscenza da cui trarre materia per l’indagine della natura; il viaggio rappresenta, dunque, un’occasione per conoscere e comprendere il mondo.
Lingua: ItalianoPag. 53 – 87
Etichette: Belon Pierre, Opera, Cinquecento, Saggistica, Scienza,
Titolo articolo: “Officiosissimam salutem nomine meo nunciabis Cl. viro Mario Schipano parentis amico veteri, quem laetus humanis adhuc interesse accepi, utinam diu” : memorie di viaggio e viaggio nella memoria nel tour italiano di Thomas Bartholin
Nel saggio l’autore parla del lungo viaggio compiuto dal medico danese Thomas Bartholin fra il 1642 e il 1644, durante il quale egli visitò vari ambienti della comunità scientifica italiana del tempo. Bartholin fu medico ed anatomista fra i più capaci nel panorama europeo del XVII secolo, ma anche eccezionale erudito e capace di utilizzare con destrezza svariate lingue, come il greco, l’arabo e l’ebraico. In particolare, Ottaviani mette in risalto l’importanza del ricco Epistolario del Bartholin che comprende sia le lettere inviate dal medico danese sia quelle ricevute. Il carteggio risulta di fondamentale importanza perchè in esso sono esplicate le radici e le motivazioni delle sue opere medico-scientifiche, come il “De luce animalium”, il “De Unicornu observationes novae”, il “De armillis veterum”. Le lettere si presentano come delle vere e proprie “memorie di viaggio”, cioè oltre ad offrirsi come resoconto delle varie tappe compiute dal Bartholin nel suo tour in Italia, esse rivelano una serie di dettagli relativi ad incontri, osservazioni ed informazioni distribuiti entro l’ampio spettro degli interessi medici, naturalistici e anche filologico – antiquari.
Lingua: ItalianoPag. 89 – 110
Etichette: Bartholin Thomas, Epistolario, Opera, Saggistica, Seicento, Medicina, Scienza, Viaggio,
Titolo articolo: Caratteristiche e funzioni degli archivi privati
Nel saggio vengono affrontate le problematiche fondamentali relative al concetto di archivio privato. Il primo punto è stato quello di precisare, dal punto di vista concettuale e giuridico, la differenza tra l’archivio privato rispetto a quello pubblico. La seconda problematica affrontata è relativa alle diverse tipologie degli archivi privati, condizionate dalle qualità, caratteristiche e finalità dell’entità produttrice; c’è, infatti, una sostanziale differenza tra l’archivio prodotto da un’ente privato e l’archivio prodotto da una famiglia o da una persona fisica. Altro problema riguarda il riordinamento e l’inventariazione; il proprietario privato, possessore e detentore di un’archivio, in seguito all’incremento dell’interesse storico verso di essi, ha l’obbligo di ordinare e inventariare i propri archivi storici, interventi che fanno parte della cosidetta “conservazione attiva”, insieme al restauro di eventuali documenti deteriorati, alla fruizione e all’utilizzo culturale degli stessi. Queste due attività, riordinamento e inventariazione, vengono risolti attraverso l’applicazione dei principi generali imposti attualmente dalla normativa archivistica sulla base del metodo storico. Le ultime due problematiche riguardano la tutela e la fruibilità degli archivi privati.Quando l’archivio è riconosciuto come bene culturale, esso entra nella sua fase storica e diventa bene collettivo, pertanto rientra nella sfera d’interesse dello Stato che li sottopone alla sua tutela e vigilanza, favorendo altresì l’accesso ai documenti stessi da parte del pubblico.
Lingua: ItalianoPag. 111 – 134
Etichette: Archivio, Novecento,
Titolo articolo: I disegni Rothschild di Giovanni Guerra e Le immagini degli Dei di Vincenzo Cartari
L’autore del saggio parla di alcuni disegni di Giovanni Guerra di soggetto mitologico ispirati al testo “Le immagini degli dei” di Vincenzo Cartari, il quale, al pari dell’Aretino e Marcolini appartenenti all’Accademia Pellegrina, aveva uno spiccato interesse per le immagini in senso stretto, interesse che emerge chiaramente dallo stesso titolo del suo libro sopra citato. Questa particolare attitudine aiuta a comprendere lo stretto rapporto che esiste tra parola e immagine all’interno dell’opera di questo studioso. In particolare, nel saggio vengono prese in esame le illustrazioni e le immagini di Rothschild di Giovanni Guerra che Cartari utilizzò nelle sue opere; pertanto in appendice all’articolo sono state messe a confronto una serie di disegni che rivelano le analogie e differenze tra Giovanni Guerra e Vincenzo Cartari.
Lingua: ItalianoPag. 135 – 158
Etichette: Cartari Vincenzo, Guerra Giovanni, Saggistica, Cinquecento, Rinascimento, Arte, Pittura,
A cura di: Lucia Gualdo Rosa – James Hankins
Rivista: Istituto Storico Italiano per il Medio Evo – Nuovi studi storici, fascicolo n. 65
Lingua: Italiano
Pag. 159 – 167
Recensore/i: Luigi Ferreri
Etichette: Bruni Leonardo, Epistolario, Umanesimo, Quattrocento, Codici, Manoscritto,
Titolo libro/articolo recensito: Figure femminili del sapere (XII – XV secolo)
Edizioni: Carocci, Roma – 2003
Lingua: Italiano
Pag. 167 – 174
Recensore/i: Ilaria Calisti
Etichette: Caraffi Patrizia, Figure femminili del sapere, Medioevo, Umanesimo, Saggistica, Donna,
Lingua: Italiano
Pag. 175 – 181
Recensore/i: Fabio Giunta
Etichette: Ordini religiosi, Domenicani, Predicatori, Duecento,
Titolo libro/articolo recensito: Moderni e Antichi
Rivista: Quaderni del Centro di Studi sul Classicismo, fascicolo n. I
Edizioni: Edizioni Polistampa, Firenze – 2003
Lingua: Italiano
Pag. 181 – 183
Recensore/i: Valerio Del Nero
Etichette: Classicismo, Umanesimo, Neoclassicismo, Filologia,
Titolo libro/articolo recensito: Briefwechsel
A cura di: Matthias Dall’Asta – Gerald Dorner
Edizioni: Frommann – Holzboog, Stuttgart – Bad Cannstatt – 2003
Lingua: Italiano
Pag. 185 – 191
Recensore/i: Stefano Di Brazzano
Etichette: Reuchlin Johannes, Epistolario, Cinquecento, Filologia, Letteratura ebraica,
Titolo libro/articolo recensito: Frammento e anatomia. Rivoluzione scientifica e creazione letteraria
A cura di: C. Imbroscio
Edizioni: Il Mulino, Bologna – 2004
Lingua: Italiano
Pag. 191 – 199
Etichette: Delft L. Van, Cinquecento, Seicento, Settecento, Letteratura, Scienza,
Titolo articolo: The Durham Liber Vitae Project
Flavia Bruni Parla del sito internet dedicato al “Durham Liber Vitae Project”, che mette in rete a disposizione degli studiosi le immagini del manoscritto di questo autore. Questo codice, conservato presso la British Library, è l’unico esempio in inglese di una serie di sette “libri memoriales” risalenti al periodo carolingio; esso risulta particolarmente importante perchè contiene numerose informazioni di notevole interesse storico, consistenti soprattutto in svariate migliaia di nomi di persone connesse a vario titolo con la chiesa di St. Cuthbert, in un ampio lasso di tempo che va dall’ottavo al sedicesimo secolo.
Lingua: ItalianoPag. 199 – 201
Etichette: Durham, Liber Vitae, Manoscritto,